Post 2 di 3: il secondo libro di oggi è un'altra uscita OscarVault: Le diecimila porte di January di Alix E. Harrow. Un libro per cui sono la pecora nera della situazione: non mi ha fatto impazzire. Venite a scoprire perché...
AUTORE: Alix E. Harrow
COLLANA: OscarVault
PREZZO (CARTACEO): 20,00€
PREZZO (EBOOK): 9,99€
TRAMA: Estate 1901. Un'antica dimora nel Vermont, piena di cose preziose e sorprendenti. La più peculiare è forse January Scaller, che vive nella casa sotto la tutela del facoltoso signor Locke. Peculiare e atipica, almeno, è come si sente lei: al pari dei vari manufatti che decorano la magione è infatti ben custodita, ampiamente ignorata, e soprattutto fuori posto. Suo padre lavora per Locke, va in giro per il mondo a raccogliere oggetti "di un valore singolare e unico", e per lunghi mesi la ragazzina rimane nella villa ridondante di reperti e stranezze, facendo impazzire le bambinaie e, soprattutto, rifugiandosi nelle storie. È così che, a sette anni, January trova una porta. Anzi, una Porta, attraverso cui si accede a mondi incantati che profumano di sabbia, di antico e di avventura... Sciocchezze da bambini. Fantasie assurde, le dicono gli adulti. E January si impegna con tutta se stessa per rinunciare a quei sogni di mari d'argento e città tinte di bianco. Per diventare grande, insomma. Fino al giorno in cui, ormai adolescente, non trova uno strano libriccino rilegato in pelle, con gli angoli consumati e il titolo stampigliato in oro semiconsunto: "Le diecim por". Un libro che ha l'aroma di cannella e carbone, catacombe e terra argillosa. E che porta il conforto di storie meravigliose nel momento in cui January viene a sapere che il padre è disperso da mesi. Probabilmente morto. Così la ragazza si tuffa in quella lettura che riaccende il turbine di sogni irrealizzabili. Ma lo sono davvero? Forse basta avere il coraggio di inseguirli, quei sogni, per farli diventare realtà. Perché pagina dopo pagina January si accorge che la vicenda narrata sembra essere indissolubilmente legata a lei...
Mentre di solito vengo a conoscenza di molte nuove uscite della OscarVault grazie alla massiccia attività del loro profilo Instagram, Le diecimila porte di January è un libro che fin dalla sua uscita ha riscosso molto successo nella blogsfera, e non solo per la cover, estremamente fotogenica.
Tutti infatti tessevano le lodi di questo romanzo, e le mie aspettative nei suoi confronti erano divenute altissime. Tuttavia, al termine della lettura, sono rimasta leggermente con l'amaro in bocca: non è tanto la delusione, quanto il fatto che Le diecimila porte di January non è un romanzo adatto a tutti e, soprattutto, non è romanzo adatto a me, non in questo periodo della mia vita, frenetico e turbolento.
Sì perché, anche nelle parti più vivaci e ricche d'azione, questo libro rimane sempre un'opera decisamente descrittiva e, oserei dire, contemplativa, talvolta anche troppo per i miei gusti.
Fan Art presa dal web |
La storia è ambientata all'inizio del Ventesimo secolo e segue la vicenda di January Scaller, una diciassettenne cresciuta nella villa di un ricco benefattore, il signor Locke, che colleziona anticaglie e curiosità ritrovate in giro per il mondo dal padre della ragazza. January cresce sola e con pochi amici, ma sviluppa un'indole curiosa e una passione per le storie, che la spinge a trovare in giro delle porte che si aprono su altri mondi.
Alla storia di January si intreccia quella del misterioso libro "Le diecimila porte", che racconta di come Adelaide Lee Larson, una ragazza americana, abbia scoperto una porta nella sua proprietà e si sia innamorata di un ragazzo venuto da un altro mondo.
Confessione: ho trovato la parte relativa alle Diecimila porte decisamente migliore rispetto alla trama principale legata a January.
Il fatto è che, per i miei gusti personali, la costruzione di questo libro è decisamente pesante.
Partiamo dai capitoli: vi ho già detto innumerevoli volte che prediligo i capitoli brevi a quelli lunghi. Ebbene Le diecimila porte di January conta capitoli interminabili, di oltre trenta pagine, in cui, tra l'altro, spesso accade poco o niente.
Il ritmo narrativo infatti è blando, e all'azione viene spesso preferita la riflessione.
Le parti relative invece alle Diecimila Porte, che vi citavo sopra, sono una sorta di romanzo nel romanzo, ma, a mio avviso, più interessante ed intrigante: Adelaide è un personaggio che mi ha divertito di più rispetto a January, e persino lo stile usato sembra più leggero e accattivante rispetto al resto del libro.
Con questo non voglio insinuare che il romanzo sia scritto male, anzi: la scrittura dell'autrice è buona, ma credo che la Harrow tenda spesso a perdersi in un bicchier d'acqua, scrivendo paragrafi su paragrafi di argomenti che avrebbero potuto essere tagliati, o per lo meno sfoltiti, in fase di editing.
Anche la trama, seppur interessante, ha un che di già visto: dopo i primi capitoli in cui non riuscivo a comprendere dove sarebbe andata a finire la trama (colpa anche di January che si dilunga a narrare per filo e per segno la sua infanzia) ho intuito lo sviluppo che l'autrice avrebbe impresso alla storia circa a metà libro. Certo, il libro non è esente da sorprese e colpi di scena imprevisti, ma il modo in cui il romanzo è stato scritto ha finito per smorzare qualsiasi tensione la storia avrebbe potuto generare.
E a me, che in generale prediligo romanzi ricchi di azione e di pathos, tutto ciò ha finito per annoiare.
Dunque in conclusione la mia valutazione è di tre stelline, con un più legato alla parte del "libro nel libro". Le diecimila porte di January è un buon romanzo fantastico, ma le sue caratteristiche particolari non lo rendono adatto a tutti i lettori appassionati di fantasy.
A me, per esempio, è rimasto un po' indigesto, ma non è detto che per voi sia lo stesso.
Spero che il nuovo romanzo dell'autrice, The Once and Future Witches, in uscita in inglese il mese prossimo, che tratta di streghe e suffragette (e, proprio per questo motivo, mi ispira molto) sia più scorrevole di questo, e che la Oscar Vault ne curi l'edizione italiana, perché con Le diecimila porte di January hanno svolto un ottimo lavoro.
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