Ciao a tutti. Continuano le recensioni dei libri di Kerri Maniscalco: il mio personale obiettivo? Postare le recensioni di tutti i libri di questa autrice entro il 31 dicembre! Per ora siamo sulla buona strada: oggi infatti vi propongo la recensione del terzo volume della serie Stalking Jack the Ripper: si tratta di In fuga da Houdini, pubblicato sempre da OscarVault che ringrazio per la copia.
Per Audrey Rose, il Circo al chiaro di luna - con i suoi numeri inquietanti e i personaggi grotteschi - si trasforma in un incubo e la fa tornare alla sua ossessiva ricerca di risposte. Gli indizi sull'identità di una delle vittime sembrano condurre a qualcuno a cui Audrey Rose vuole molto bene: riuscirà la ragazza a fermare il misterioso assassino prima del suo terrificante gran finale?
In fuga da Houdini è il terzo volume della serie Stalking Jack the Ripper di Kerri Maniscalco, nonché, a mio avviso, il libro migliore della saga. Perché dico ciò?
Perché, dei libri pubblicati finora, è quello in cui 1. il caso, complicato ed elaborato come mai nei volumi precedenti, è al centro della narrazione e 2 la relazione tra Thomas e Audrey Rose affronta finalmente degli scossoni che regalano quel pepe alla trama romance che era mancato in Alla ricerca del Principe Dracula.
Il romanzo è ambientato a bordo del transatlantico Etruria, dove i protagonisti si sono imbarcati per portare sventure e disgrazie negli Stati Uniti per aiutare lo zio di Audrey Rose, invitato a risolvere un complicatissimo caso negli Stati Uniti. Come spesso accade nei romanzi gialli però non c'è pace per i protagonisti: Audrey Rose e Thomas, infatti, non possono godersi la traversata perché un serial killer appassionato di tarocchi e carte da gioco inizia ben presto a seminare il panico colpendo le giovani passeggere di prima classe. Come se non bastasse sulla nave si esibisce un misterioso circo, il "Circo al chiaro di luna", apparentemente collegato ai crimini commessi, guidato dall'illusionista Mefistofele, che sembra intrecciare con la protagonista una relazione piuttosto ambigua.
La mia prima impressione è stata che Kerri Maniscalco non sa iniziare un libro. In fuga da Houdini infatti inizia con i protagonisti a cena, che parlano del più e del meno con la famiglia Prescott e altri commensali. Perché sono sulla Etruria, dove stanno andando e come mai non ci viene detto (oltre a chi siano i Prescott, una domanda che mi ha tormentato durante la lettura delle prime pagine) e, se non avessi avuto sotto mano il volume precedente, in cui la motivazione del viaggio viene riportata in due righe nelle ultime pagine, non me lo sarei certo ricordata. Va bene iniziare una storia in medias res, ma in questo caso avrei caldamente gradito un prologo, o anche solo una prima mezza facciata di carattere più introduttivo.
Al di là però di questa osservazione sul primo capitolo, devo dire che sono rimasta piacevolmente sorpresa da In fuga da Houdini: il miglioramento che avevo osservato in Alla ricerca del Principe Dracula non solo continua, ma si fa anche più evidente.
Merito del caso particolarmente riuscito, che vede alcune giovani donne di buona famiglia uccise e i cui cadaveri sono stati disposti per richiamare gli arcani dei tarocchi.
Cover alternativa di Gabriella Bujdoso per Faecrate |
Col proseguire della saga, a mio avviso, le doti di giallista della Maniscalco sono migliorate: se in Sulle tracce di Jack lo Squartatore le indagini erano piuttosto lineari e l'identità dell'assassino facilmente individuabile, in questo libro i crimini si fanno più efferati ed intricati e le investigazioni di Audrey Rose più coinvolgenti.
La stessa Wadsworth mi è sembrata un personaggio più equilibrato rispetto agli volumi della serie: sebbene ogni tanto abbia trovato i suoi comportamenti insensati, e il suo voler essere a tutti i costi quella che va contro le convenzioni dell'epoca mi sia venuto a noia già dal primo libro, in questa storia, tuttavia, non l'ho trovata né irritante né noiosa. Lo stesso può dirsi di Thomas Cresswell che, a dire il vero, viene leggermente accantonato a favore della vera rivelazione del libro, Mefistofele, un misterioso illusionista, ambiguo e affascinante, che ha vinto, già dalle prime righe, il premio come miglior personaggio della Maniscalco.
Un'altra delusione: chi non ho apprezzato è stato Houdini. Tra i personaggi riportati nei titoli dei libri della serie Harry Houdini è stato l'unico realmente esistito e, nonostante l'autrice abbia cercato di coinvolgerlo nella vicenda, finendo addirittura per cucire su misura per lui una sottotrama che coinvolge anche Liza, la cugina scapestrata di Audrey Rose, devo dire che la sua presenza nel libro mi ha lasciato indifferente e che non ha avuto lo stesso impatto narrativo di Jack lo Squartatore e del Principe Dracula. Avrei preferito che l'autrice avesse continuato a riferirsi a personaggi fittizi, ma devo dire che, in lingua inglese, il gioco di parole tra "escape", cioè fuga, ed escatopogia, la specialità di Houdini, rende il titolo originale azzeccato.
Dunque la mia valutazione è di quattro stelline e mezzo. In fuga da Houdini è, per ora, il miglior libro della serie, quello che presenta l'indagine più avvincente e il migliore equilibrio tra giallo e romance. Adesso non ci resta che aspettare novembre, il mese in cui uscirà finalmente in italiano l'epilogo della storia di Audrey Rose e Thomas, A caccia del diavolo.
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