giovedì 15 ottobre 2020

Review party: La guerra dei papaveri - R.F. Kuang

Ciao a tutti! Secondo post di oggi dedicato a un romanzo bellissimo ma tosto da mandare giù. La guerra dei papaveri di R.F. Kuang è uno dei migliori fantasy dell'ultimo periodo ma siccome -warning- parla di violenza, sia fisica che sessuale, tossicodipendenza, tortura genocidio e altri argomenti idilliaci mi sentirei di sconsigliarlo a lettori sensibili. 



TITOLO: La guerra dei papaveri   
AUTORE: R.F. Kuang
COLLANA: OscarVault
PREZZO (CARTACEO): 22,00€ 
PREZZO (EBOOK): 9,99€
TRAMA: Orfana, cresciuta in una remota provincia, la giovane Rin ha superato senza battere ciglio il difficile esame per entrare nella più selettiva accademia militare dell'Impero. 
Per lei significa essere finalmente libera dalla condizione di schiavitù in cui è cresciuta. Ma la aspetta un difficile cammino: dovrà superare le ostilità e i pregiudizi. 
Ci riuscirà risvegliando il potere dell'antico sciamanesimo, aiutata dai papaveri oppiacei, fino a scoprire di avere un dono potente. 
Deve solo imparare a usarlo per il giusto scopo…


La Guerra dei Papaveri di R.F. Kuang è una mazzata nello stomaco. In senso positivo, si intende, ma, pur non essendo classificato come dark fantasy o grimdark, non si tratta comunque di un libro semplice da leggere. 
E dire che le premesse sembravano abbastanza tradizionali. Fang Rurin, detta Rin, orfana di guerra cresciuta da una famiglia che la considera alla stregua di un oggetto, vuole scappare da un matrimonio combinato e ha un solo modo per farlo: superare l'esame del Keju ed essere ammessa alla prestigiosa accademia di Sinegard che forma i generali dell'esercito. 
Rin, non è spoiler, ce la fa e tutta la prima parte de La Guerra dei Papaveri descrive il percorso della ragazza in Accademia, tra tutti i cliché del genere: dal professore che la prende in antipatia dalla prima lezione, all'insegnante pazzo che invece la tiene sotto la sua ala protettrice, dal riccone di turno che diventa il suo nemico giurato, all'unico amico che la sostiene, all'allievo più grande che è visto come un dio in accademia e per cui la protagonista nutre un misto di ammirazione e rispetto. 
C'è da dire, però, che la Kuang ha una scrittura talmente viva e realistica che, durante la lettura, non si avverte affatto la presenza di questi stereotipi: io, esempio, ho adorato questi capitoli del libro e solo ripensandoci in un secondo momento mi sono resa conto che la storia si basava su archetipi vecchi come la letteratura stessa. Anzi, devo ammettere che l'autrice si è davvero impegnata ad inserire nella vicenda di Rin dettagli originali: giuro è il primo libro in cui la protagonista, una donna guerriera, si pone il problema delle mestruazioni e accetta anche una soluzione dolorosa e definitiva per venirne a capo.
Se la prima parte fa capo al romanzo di formazione, ambientato questa volta in una scuola militare, la seconda parte è un vero e proprio romanzo di guerra e l'autrice opta una scelta drastica e coraggiosa: non tacere niente riguardo alle atrocità di un conflitto. 
Se i primi capitoli de La Guerra dei Papaveri potrei consigliarli a tutti, la seconda parte non è adatta agli stomaci deboli: ci sono descrizioni di paesi distrutti del conflitto, di cadaveri martoriati e dissacrati, bambini mutilati e donne stuprate, oltre a ogni genere immaginabile di violenza. 
La Kuang, ispirandosi alle vicende delle Cina contemporanea e di Taiwan, ha deciso di descrivere la guerra nel modo più realistico possibile senza edulcorare nulla al lettore. 
E in tutto questo l'evoluzione psicologica di Rin è devastante: dalla ragazza di campagna che non voleva sposarsi, alla studentessa ambiziosa dell'accademia, diventa così una persona sospesa tra due opposti, la sua parte più umana ed empatica, e quella violenta e fedele la patria, che vuole salvare l'impero ad ogni costo. 
Volevo però farvi notare che La guerra dei papaveri è prima di tutto un fantasy ma, in questo volume, la parte fantastica, seppur presente, è ancora nebulosa e immagino verrà approfondita nei libri successivi. Certo, l'autrice ha già posto i rudimenti del suo sistema magico: c'è un pantheon di divinità, ispirate agli animali della tradizione cinese, e ci sono gli sciamani, individui che possono evocare il divino per compiere prodigi. Rin ricade in questa categoria e, ancora una volta, l'autrice pone l'accento su un dilemma morale: vale la pena usare i poteri concessi dagli dei per vincere la guerra?
Sì perché, per il poco che li vediamo, gli dei de La guerra dei papaveri, non sono creature benevole e spero, nei volumi successivi, di scoprire di più sul loro conto.
Dunque la mia valutazione è altissima: quattro stelline e mezzo. La guerra dei papaveri è uno dei titoli fantasy più interessanti degli ultimi anni e sono curiosa di leggere i seguiti per vedere se saranno all'altezza di quest'esordio. 

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