Buondì. Questa è la recensione più lunga che abbia pubblicato sul blog dal 2015 a questa parte ed è una delle più difficili che abbia scritto: perché Hunger Games. Ballata dell'usinolo e del serpente è il libro del momento e io ho molto, molto da dire.
AUTORE: Suzanne Collins
COLLANA: Libri Mondadori
PREZZO
(CARTACEO): 22,00€
PREZZO
(EBOOK): 13,90€
TRAMA: L'AMBIZIONE LO NUTRE, LA COMPETIZIONE LO GUIDA, MA IL POTERE HA UN PREZZO
È la mattina della mietitura che inaugura la decima edizione degli Hunger Games. A Capitol City, il diciottenne Coriolanus Snow si sta preparando con cura: è stato chiamato a partecipare ai Giochi in qualità di mentore e sa bene che questa potrebbe essere la sua unica possibilità di accedere alla gloria. La casata degli Snow, un tempo potente, sta attraversando la sua ora più buia. Il destino del buon nome degli Snow è nelle mani di Coriolanus: l'unica, esile, possibilità di riportarlo all'antico splendore risiede nella capacità del ragazzo di essere più affascinante, più persuasivo e più astuto dei suoi avversari e di condurre così il suo tributo alla vittoria. Sulla carta, però, tutto è contro di lui: non solo gli è stato assegnato il distretto più debole, il 12, ma in sorte gli è toccata la femmina della coppia di tributi. I destini dei due giovani, a questo punto, sono intrecciati in modo indissolubile. D'ora in avanti, ogni scelta di Coriolanus influenzerà inevitabilmente i possibili successi o insuccessi della ragazza. Dentro l'arena avrà luogo un duello all'ultimo sangue, ma fuori dall'arena Coriolanus inizierà a provare qualcosa per il suo tributo e sarà costretto a scegliere tra la necessità di seguire le regole e il desiderio di sopravvivere, costi quel che costi.
È
successo tutto lo scorso anno, senza preavviso. A dieci anni dall'uscita in
inglese de Il canto della rivolta, Suzanne Collins, la riservatissima Suzanne
Collins che in quei dieci anni non ha praticamente più fatto sapere nulla di
sé, ha scritto un nuovo libro (tum).
Un
nuovo libro ambientato nel mondo degli Hunger Games (tum tum).
Un
prequel di Hunger Games concentrato sul personaggio del cattivo della serie, il
presidente Coriolanus Snow (tum tum tum).
Il
titolo completo del romanzo è Hunger Games. Ballata dell'usignolo e del
serpente: a mio avviso troppo lungo per essere d'effetto, e troppo difficile
per essere memorizzato, ma alla mamma di Katniss Everdeen che torna a scrivere
dopo dieci anni di silenzio si perdona questo e molto altro.
Quello
che, invece, non le ho perdonato è che, con questo libro, la Collins ha perso
l'occasione per realizzare un'opera bellissima su come un ragazzo distrutto
dalla guerra, ma nonostante tutto, con una sua morale e buoni sentimenti, sia
diventato un temuto dittatore, e invece ha realizzato un romanzo un po' meh
che, seppur migliore rispetto a tanti altri dello stesso genere, non ha molto
di quella magia che la trilogia di Hunger Games ha regalato a tanti lettori.
Eppure
la storia aveva tutte le caratteristiche per replicare il successo dei tre
romanzi precedenti: la Ballata è infatti divisa in tre parti: una che ci mostra
la vita di Coriolanus Snow, erede di una prestigiosa famiglia ormai sul
lastrico, a Capitol City, una che racconta la sua esperienza di Mentore nei
decimi Hunger Games e una che, attraverso i suoi occhi di Pacificatore, ci
mostra la vita nei Distretti e ci fa capire come il protagonista, che nei primi
capitoli sembrava addirittura l'eroe della situazione, sia diventato il
Presidente di Panem.
Gli
eventi trattati sono quindi molteplici e variegati: l'autrice ci permette così
di esplorare, in un'epoca e in un contesto diverso, luoghi simbolo della
Trilogia e rivela molte cose sul passato degli Hunger Games, da come sono
passati da un evento odiato da tutti, anche dai cittadini di Capitol City, al
baraccone mediatico che nel primo libro della serie festeggia la sua
settantaquattresima edizione.
Per
tutti i fan della saga questo libro è una raccolta di riferimenti ed Easter Egg
seminati qua e là: da personaggi già apparsi negli altri volumi, come Tigris,
la cugina di Snow che era comparsa nel Canto della Rivolta, alla ninnananna di
Rue inserita tra un brano inedito e una "Oh mia cara Clementine" a
tanti altri ancora, la Ballata alla fine, per me, è diventata una caccia al
tesoro (o meglio, al dettaglio) che, in alcuni passaggi, ha un po' oscurato la
trama principale.
Eppure
nonostante una trama potenzialmente avvincente e un personaggio conosciuto
eppure tutto da esplorare, la Ballata dell'usignolo e del serpente ha, a mio
avviso, alcuni aspetti che avrebbero potuto essere decisamente migliorati.
Punto
uno: la storia non è male, ma, per come è stata pensata, a mio avviso non si
interseca bene con le vicende della trilogia originale. Insomma abbiamo uno
Snow mentore degli Hunger Games, che, guarda caso, ha portato alla vittoria una
ragazza del Distretto 12, la quale, guarda caso, nutriva un certo interesse
verso la ghiandaia imitatrice (che lui invece detesta fin dal primo sguardo) e,
quando questo incontra Katniss Everdeen, non gli fa neanche una frecciatina
piccola piccola? Nemmeno un microscopico accenno?
lo
so cosa state pensando, che la Collins ha creato la storia di Snow e di Lucy
Gray dopo aver concluso quella di Katniss e che non c'è niente di male in tutto
ciò, ma proprio per questo motivo, a mio avviso, la vicenda si sarebbe
incastrata meglio se l'autrice avesse un po' contenuto il suo smisurato amore
per il Distretto 12 e i suoi abitanti e avesse reso la protagonista
un'esponente di un'altra regione di Panem.
Tuttavia
il punto uno è solo un dettaglio rispetto al punto due, quello che a mio avviso
ha fatto da spartiacque tra questo libro e il potenziale nuovo Hunger Games che
avrebbe potuto essere se solo l'autrice avesse voluto.
La
trilogia originale è scritta in prima persona: leggiamo i pensieri di Katniss,
soffriamo con lei, ci immedesimiamo in lei, nel bene, come nel primo libro, e
nel male, come nel terzo. La Ballata, invece, è scritta in terza persona e
questo, per me, ha significato una sola cosa: nessuna empatia con Coriolanus
Snow.
Non
so se l'autrice non sia riuscita, durante la stesura, a entrare nella mente di
questo complicato personaggio, o avesse avuto paura che ci immedesimassimo
troppo in lui ma fatto sta che la scelta del narratore in terza persona era
totalmente inadatta a un libro di questo tipo e si è tradotta nella mancanza di
quella scintilla che ha reso Hunger Games la trilogia pluripremiata che è oggi.
La
parte iniziale della Ballata è infatti piatta, moscia. La leggevo, non mi
annoiava però non sentivo niente. Persino la parte sugli Hunger Games, che ha
rappresentato il punto più alto, per tensione e pathos, sia del libro omonimo
che della Ragazza di Fuoco, in questo caso mi è sembrata sbiadita e la colpa
non era certo della differente prospettiva di Coriolanus Snow.
La
situazione ha iniziato a risollevarsi solo nei capitoli finali e nell'epilogo,
dove Snow inizia a mostrare il volto che lo caratterizzerà in futuro, ma
parliamo comunque delle ultime cento pagine di un libro che ne conta oltre
cinquecento e che, tra l'altro, non è nemmeno esaustivo nel raccontare l'ascesa
al potere di un vero e proprio tiranno.
Quindi?
Hunger
Games. La ballata del serpente e dell'usignolo è un libro estremamente
difficile da valutare. Giudicato da solo, non ha niente che non va: è scritto
tutto sommato bene, ha dei personaggi ben caratterizzati, una trama complessa e
ricca. Ma, visto alla luce della trilogia originaria, alla Ballata manca
qualcosa, quella luce, quel carisma che Katniss Everdeen, forse proprio a causa
del suo punto di vista in prima persona, riusciva a trasmettere al lettore e
che né Coriolanus Snow, né la coprotagonista femminile Lucy Gray possono
uguagliare.
Per
questo la mia valutazione è di tre stelline. È una lettura che ogni
appassionato di Hunger Games farà, e non c'è bisogno che lo dica io, ma non
ponetevi aspettative troppo alte.
Godetevi
solo il ritorno di un'autrice che, nonostante tutto, dimostra di essere ancora
sulla cresta dell'onda (ora però Suzanne non farci aspettare altri dieci anni
per pubblicare un romanzo inedito!)
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