Ciao a tutti. La Rovina dei re mi ha tenuto compagnia durante la quarantena e, data anche la sua lunghezza, superiore alle 600 pagine nel formato elettronico, si è trattata di una compagnia piuttosto lunga. La Lyons è stata paragonata, per questo suo brillante debutto, a diversi autori fantasy... ma si sarà meritata tutta questa attenzione? Scopriamolo nella recensione!
AUTORE: Jenn Lyons
COLLANA: Fanucci Editore
PREZZO
(CARTACEO): 25,00€
PREZZO
(EBOOK):
TRAMA: Kihrin, l'apprendista di un bardo, è cresciuto ascoltando storie di gesta leggendarie. Costretto a rubare alla disperata ricerca di una via d'uscita dalla povertà dei bassifondi di Quur, una sera fa irruzione nella casa sbagliata: marchiato da un demone, da lì in avanti la sua vita non sarà più la stessa. La difficile situazione di Kihrin lo porta al cospetto dei reali, che lo rivendicano come il figlio perduto del loro principe immorale. Ma lungi dal vivere il sogno, Kihrin è in balìa delle spietate ambizioni della sua nuova famiglia. Tuttavia, tentare la fuga dalla sua gabbia dorata non fa che peggiorare le cose. Kihrin è inorridito nel sapere che egli è al centro di un'antica profezia. E ogni fazione - dèi, demoni, draghi e maghi - lo rivendicano come propria pedina. Quelle vecchie storie che aveva ascoltato sin da piccolo, in cui l'eroe vince sempre, erano piene di menzogne. O forse no... Forse Kihrin non è un eroe, e il suo destino non è di salvare l'impero. Forse il disegno che il fato ha per lui è quello di distruggerlo.
La Rovina dei Re di Jenn Lyons è il classico polpettone fantasy: trattasi di
romanzo lunghissimo, in cui succedono una grandissima varietà di eventi, non
sempre legati tra loro, che talvolta appassionano il lettore, talvolta lo
annoiano e, almeno per quanto mi riguarda, lo confondono.
Si
perché confusione è la parola d'ordine di questo romanzo: già dalla
presentazione della casa editrice americana, la rinomata Tor Books,
specializzata nel genere fantasy, che paragonava questo libro alle opere di un
gran numero di autori di narrativa fantastica quali Abercrombie, Rothfuss e
Sanderson, si capisce benissimo come Jenn Lyons non abbia ancora sviluppato una
sua identità come scrittrice fantasy, sebbene abbia decisamente grandi
potenzialità.
La
Rovina dei Re è infatti il romanzo di esordio di questa autrice ed è il primo
di cinque volumi di una serie di cui il terzo verrà pubblicato in lingua
originale questa estate.
I libri della serie usciti finora |
Protagonista
del libro è Kihrin, ragazzo di grande talento e bellezza (ma dubbia simpatia),
cresciuto in un bordello, addestrato come un ladro, che si ritrova d'un tratto
riconosciuto come erede da una ricca e potente famiglia, i D'Mon, e catapultato
al centro di un'intricata ragnatela di intrighi, complotti e magie oscure. Non
solo: verrà rapito, venduto come schiavo, addestrato in una setta dedita alla
dea della Morte e perseguitato dai soliti maghi oscuri e demoni senza scrupoli
che vogliono ottenere da lui qualcosa di non meglio specificato.
Insomma,
non posso negare che La Rovina dei Re sia un romanzo ricco, ma tutta questa
ricchezza a mio avviso è eccessiva: succedono troppe cose, l'una dietro
l'altra, e spesso si fa fatica a capire cosa stia accadendo e a chi.
Certo,
perché nonostante sia molto Kihrin-centrico il romanzo conta un numero
impressionante di personaggi secondari, e come se non bastasse, molti di loro
hanno nomi non solo lunghissimi e impronunciabili, ma anche simili fra loro:
tra una Khaemezra e una Khaevatz, un Teraeth e un Therin, ricordarsi chi sia
chi e distinguerli l'uno dall'altro non è poi così immediato.
A
parte Kihrin, inoltre, i personaggi secondari non sono ben caratterizzati:
spesso le loro personalità sono appena abbozzate e talvolta vengono modificate
anche all'interno del romanzo senza che al lettore venga fornito un motivo
valido per questo cambiamento.
Anche
la scelta della narrazione è stata talvolta fonte di confusione: la prima,
lunghissima parte della storia infatti si articola su due linee temporali
distinte: la prima, un passato recente, viene raccontata in prima persona da
Kihrin, la seconda, relativa agli eventi della giovinezza del protagonista
viene raccontata, con un escamotage narrativo piuttosto discutibile, da Talon,
un personaggio in grado di assorbire i ricordi delle persone che uccide.
Solo
la parte finale si svolge nel presente narrativo ed è da lì che credo inizierà
il secondo volume della saga.
Come
in Nevernight anche questo romanzo presenta le note a pié di pagina, che sono
scritte in prima persona non da Kihrin né da Talon, ma da un personaggio che si
svelerà solo a circa metà del romanzo (ovviamente questo mi ha creato ulteriore
confusione, dato che all'inizio credevo che queste annotazioni fossero state
redatte dal protagonista). Le note per fortuna non sono lunghissime, e spesso
trattano di interessanti elementi del world-building, ma mancano di quella
graffiante ironia che caratterizzava le osservazioni del narratore nei romanzi di
Jay Kristoff.
Tuttavia
La Rovina dei re ha anche diversi pregi: il world-building è molto
interessante, al punto che mi ha ricordato alla lontana la Westeros, nonostante
non sia ancora sfruttato al meglio, dato che questo libro è pur sempre il primo
volume di una pentalogia e anche la trama sembra promettere una crescita in
futuro.
Tuttavia,
almeno a questo inizio di serie, manca quel qualcosa che caratterizza gli
autori a cui la Lyons è paragonata: non è violento come Abercrombie (in realtà
ci sono parecchie morti, ma non sono mai sfruttate a dovere), non è poetico
come Rothfuss (nonostante le abilità di scrittura dell'autrice siano superiori
alla media) e non è geniale come Martin.
Ciononostante
non mi sentirei di sconsigliare La Rovina dei Re: è solamente l'inizio di una
lunga serie e, nonostante i difetti, i lati positivi dell'opera mi invogliano a
proseguire la lettura.
Per
questo motivo la mia valutazione è di tre stelline e mezzo, a metà tra una
valutazione positiva e una negativa: se il mio giudizio migliorerà, o
peggiorerà, lo sapremo solo se Fanucci porterà in Italia il secondo libro della
saga!
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