giovedì 14 maggio 2020

Review Party: Come un respiro - Ferzan Özpetek

Uscito due giorni fa, anch'esso inizialmente rimandato a causa dell'epidemia da Covid che ci ha colpito, Come un respiro è il terzo romanzo del regista e scrittore Ferzan Ozpetek. 
Confesso: l'ho letto in un giorno e spero di riuscire a vederlo adattato sul grande schermo perché, nonostante la lunghezza davvero risicata (non raggiunge le duecento pagine, almeno nel formato elettronico che ho letto) è riuscito a catturarmi dall'inizio alla fine. Ma vi spiego meglio nella recensione... 



TITOLO: Come un respiro
AUTORE: Ferzan Özpetek
COLLANA: Strade Blu Mondadori
PREZZO (CARTACEO): 17,00€
PREZZO (EBOOK): 9,99€
TRAMA: È una domenica mattina di fine giugno e Sergio e Giovanna, come d'abitudine, hanno invitato a pranzo nel loro appartamento al Testaccio due coppie di cari amici. Stanno facendo gli ultimi preparativi in attesa degli ospiti quando una sconosciuta si presenta alla loro porta. Molti anni prima ha vissuto in quella casa e vorrebbe rivederla un'ultima volta, si giustifica. Il suo sguardo sembra smarrito, come se cercasse qualcuno. O qualcosa. Si chiama Elsa Corti, viene da lontano e nella borsa che ha con sé conserva un fascio di vecchie lettere che nessuno ha mai letto. E che, fra aneddoti di una vita avventurosa e confidenze piene di nostalgia, custodiscono un terribile segreto. Riaffiora così un passato inconfessabile, capace di incrinare anche l'esistenza apparentemente tranquilla e quasi monotona di Sergio e Giovanna e dei loro amici, segnandoli per sempre. Ferzan Ozpetek, al suo terzo libro, dà vita a un thriller dei sentimenti, che intreccia antiche e nuove verità trasportando il lettore dall'oggi alla fine degli anni Sessanta, da Roma a Istanbul, in un susseguirsi di colpi di scena, avanti e indietro nel tempo. Chi è davvero Elsa Corti? Come mai tanti anni prima ha lasciato l'Italia quasi fuggendo, allontanandosi per sempre dalla sorella Adele, cui era così legata? Pagina dopo pagina, passioni che parevano sopite una volta evocate riprendono a divampare, costringendo ciascuno a fare i conti con i propri sentimenti, i dubbi, le bugie. Il presente si mescola al passato per narrare la potenza della vita stessa, che obbliga a scelte da cui non si torna più indietro. Ma anche per celebrare - come solo Ozpetek sa fare - una Istanbul magica, sensuale e tollerante, con i suoi antichi hamam, i palazzi ottomani che si specchiano nel Bosforo, i vecchi quartieri oggi scomparsi.


Conosco Ferzan Özpetek come regista e ho visto anche qualche suo film, ma non ho mai letto nessuno dei suoi romanzi: sì, perché, oltre che nel cinema, Özpetek si dedica anche alla scrittura.
Il famoso regista ha infatti pubblicato due romanzi: Rosso Istanbul, da cui ha tratto anche un film omonimo e Sei la mia vita, ed ora sta per uscire nelle librerie il suo terzo libro, Come un respiro.
Come un respiro è un romanzo molto breve, dato che non arriva nemmeno alle duecento pagine, ma intenso, considerato che mi ha preso al punto che ho concluso la lettura in un solo giorno, facendo fatica a distogliermi dalle pagine.
La storia si apre quasi come Perfetti Sconosciuti, il famoso film di Paolo Genovese: ci sono tre coppie di amici di lunga data che si ritrovano, in questo caso, per il classico pranzo domenicale. Anche qui entra in gioco un elemento che rompe la monotonia della riunione del gruppetto: se nel film di Genovese il disturbo era rappresentato dalla condivisione delle chiamate e dei messaggi sui cellulari, in questo caso la normalità del pranzo viene turbata dall'apparizione di una signora di mezza età, tale Elsa Corti, tornata in Italia dalla Turchia con il desiderio di riallacciare i rapporti con la sorella Adele.
L'autore
I ragazzi, seppur con un po' di stupore, la accolgono ed Elsa racconta la sua storia e la sua vita avventurosa, quella di un'italiana libera e senza niente da perdere nella Istanbul degli anni Cinquanta e Sessanta, tra giovani ereditieri dell'alta società turca innamorati della libertà delle europee, e un'atmosfera profumata delle spezie e degli olii essenziali dei vapori degli hammam turchi.
La storia di Elsa si intreccia con quella della sorella Adele e con una lunga serie di lettere, spedite e mai lette, che Elsa ha indirizzato alla sorella nel corso degli anni e che porteranno alla scoperta di segreti sepolti, ma non dimenticati.
Come un respiro è un romanzo molto cinematografico: mi è bastato leggere l'inizio della storia per capire che si presta moltissimo a una trasposizione sul grande schermo.
L'autore, dall'alto della sua esperienza, conosce tutti gli elementi per creare una storia che sappia intrigare i lettori: ci fornisce lungo tutto il romanzo piccoli indizi e frasi ambigue per far intuire al lettore la causa della rottura di Adele ed Elsa e poi, con un finale narrato in prima persona da Adele, svela i fatti, con un picco di pathos e tensione.
Anche la scrittura riesce, pur nella sua semplicità, ad esaltare questo carattere cinematografico della storia: la prosa di Özpetek riesce a rendere evocative le descrizioni, pur senza dilungarle troppo, e a rendere ogni sguardo, ogni cenno tra i personaggi funzionale alla vicenda narrata.
Proprio qui sta il limite del romanzo: l'autore accenna molte cose... ma non conclude nulla, se non la trama legata ad Elsa e Adele.
Eppure, anche il gruppetto dei sei amici fa parte dei protagonisti: l'autore introduce alcune dinamiche potenzialmente esplosive, come la crisi di una coppia di lungo corso e la relazione segreta e inaspettata tra due membri della compagnia, ma si limita ad accennarle, quasi avesse paura che questi spunti potessero oscurare la trama principale del romanzo.
A mio avviso, tuttavia, la storia di Giovanna, Sergio, Leonardo e gli altri avrebbe meritato un trattamento diverso: dopotutto l'autore ha scritto neanche duecento pagine, lo spazio per sviluppare un po' di più questa sottotrama credo ce l'avesse.
Ciononostante la mia valutazione è comunque alta, di quattro stelline: Come un respiro mi ha tenuta incollata alle sue pagine per un giorno intero, e credo che questo aspetto vada premiato, oltre al fatto che se Ferzan Özpetek decidesse di trarre da questa storia un adattamento cinematografico sicuramente andrei a vederlo. Però non posso dare il massimo perché, come ho detto in precedenza, alcuni aspetti della trama davvero intriganti avrebbero potuto essere affrontati meglio.
Questo non toglie che Özpetek si sia rivelato un buono scrittore e che probabilmente in futuro leggerò altre sue opere.



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