giovedì 6 febbraio 2020

Review Party: La confraternita degli storici curiosi - Jodi Taylor

Ciao a tutti. Lo dico subito: il lavoro sta scombussolando le mie abitudini da blogger, ma fortunatamente le recensioni che verranno pubblicate nei prossimi giorni riguardano libri letti nel periodo fine gennaio-inizio febbraio. 
Oggi vi presento due romanzi molto particolari e non adatti a tutti: il primo, La confraternita degli storici curiosi, per me è stata una piccola delusione, e, nella recensione, vi spiego perché. 



TITOLO: La confraternita degli storici curiosi 
AUTORE: Jodi Taylor
COLLANA: Corbaccio 
PREZZO (CARTACEO): 18,60€
PREZZO (EBOOK): 9,99€
TRAMA: Gli storici del Saint Mary non si limitano a studiare il passato: lo vivono!
Dietro la facciata apparentemente innocua dell’Istituto di ricerche storiche Saint Mary, si nasconde ben altro genere di lavoro accademico. Guai, però, a parlare di «viaggio nel tempo»: gli storici che lo compiono preferiscono dire che «studiano i maggiori accadimenti nell’epoca in cui sono avvenuti». E, quanto a loro, non pensate che siano solo dei tipi un po' eccentrici: a ben vedere, se li si osserva mentre rimbalzano da un’epoca all’altra, li si potrebbe considerare involontarie calamite-attira-disastri. La prima cosa che imparerete sul lavoro che si svolge al Saint Mary è che al minimo passo falso la Storia vi si rivolterà contro, a volte in modo assai sgradevole. Con una vena di irresistibile ironia, la giovane e intraprendente storica Madeleine Maxwell racconta le caotiche avventure del Saint Mary e dei suoi protagonisti: il direttore Bairstow, il capo Leon Farrell, Markham e tanti altri ancora, che viaggiano nel tempo, salvano il Saint Mary (spesso - anzi sempre - per il rotto della cuffia) e affrontano una banda di pericolosi terroristi della Storia, il tutto senza trascurare mai l’ora del tè. Dalla Londra dell’Undicesimo secolo alla Prima guerra mondiale, dal Cretaceo alla distruzione della Biblioteca di Alessandria, una cosa è certa: ovunque vadano quelli del Saint Mary, scoppierà il finimondo.


Viaggi nel tempo? Grandi eventi del passato? Storici curiosi?
Questo romanzo deve essere mio!
Mi è bastato dare una veloce letta alla trama di La confraternita degli storici curiosi di Jodi Taylor per reputarlo degno di attenzione: in fondo, si trattava "solo" di un romanzo che fondeva la grande passione della sua autrice per la storia con il tema, sempre interessante ma difficile da affrontare, dei viaggi nel tempo.
Madeleine Maxwell, la protagonista, è infatti una studiosa fresca di laurea in storia antica, quando le viene proposto di affrontare il colloquio per un lavoro al Saint Mary, un istituto in cui il passato viene studiato in modo molto approfondito, quasi... dal vivo.
Grazie infatti a delle capsule futuristiche gli storici del Saint Mary sono infatti in grado di tornare indietro nel tempo per assistere e documentare eventi di grande importanza: guerre, battaglie, rivoluzioni, niente è troppo pericoloso per Max e i suoi intrepidi colleghi, che si trovano a dover affrontare non solo le avversità del passato, ma anche alcuni loschi individui che vogliono sfruttare questa tecnologi per i loro loschi scopi.
Avevo aspettative altissime per questo romanzo, perché aveva tutti gli elementi per piacermi, ma vi mentirei se vi dicessi che sono rimasta soddisfatta dalla lettura.
La trama in sé è infatti ricca di avvenimenti, morti inaspettate, colpi di scena, ma non basta mettere in fila una sequenza più o meno ricercata di eventi per ottenere un romanzo avvincente che sappia conquistare il lettore.
La colpa non è nemmeno (totalmente) dei personaggi, nonostante debba dire che l'autrice non sia riuscita a caratterizzarli in modo tale da attirare le simpatie del lettore. Molti personaggi sono a malapena citati, al punto che spesso le loro morti mi hanno lasciata indifferente, e la protagonista gode di una "plot armor" (ossia, in gergo letterario, dell'impossibilità di essere uccisa) al limite dell'irritante.
Il grande problema de La confraternita degli storici curiosi invece risiede, a mio avviso, nel modo in cui è stato scritto. Jodi Taylor sa scrivere, o per lo meno non compie strafalcioni troppo evidenti ma non basta saper infilare in modo corretto le parole una dietro l'altra per creare una storia degna di questo nome.
Scrivere una storia significa anche saper trasmettere delle sensazioni, delle emozioni al lettore, che vanno dal semplice divertimento a sentimenti e messaggi più complessi, ma de La confraternita degli storici curiosi risulta più efficace la dedica iniziale che il contenuto del romanzo.
L'autrice non è riuscita infatti a trasmettermi il senso di avventura e la passione  per la storia che dovrebbe legare gli storici del Saint Mary.
I capitoli, molto molto lunghi (anche più di venti pagine), non aiutano: l'autrice non riesce infatti a sfruttarli per accelerare o rallentare il ritmo della narrazione per creare pathos e così finisce che anche gli e enti più sconvolgenti risultino piatti e noiosi.
Il che è davvero un grande peccato: le ambientazioni, sia quelle accademiche che quelle storiche, sono descritte molto bene e, se la storia fosse stata improntata in maniera differente, avrei voluto leggere molte altre avventure degli storici del Saint Mary.
Perciò la mia valutazione è di tre stelline. Le idee alla base di La confraternita degli storici curiosi sono geniali, ma, a mio avviso, avrebbero potuto essere sviluppate in modo migliore. Spero che, se l'autrice decide in futuro di tornare nel mondo del Saint Mary, scelga di dare alla narrazione un taglio più avvincente e dinamico.

2 commenti:

  1. Lo sto leggendo anch'io e concordo pienamente con te. Aggiungo una cosa.
    Sono un profondo appassionato di viaggi nel tempo letterari, televisivi e cinematografici e da adolescente scrivevo parecchi racconti (e un romanzo) sull'argomento. Sono passati più di 30 anni e mi sono rivisto: non ci sono molte informazioni biografiche sull'autrice, ma sembra scritto da un'adolescente. Anche il modo di pensare della protagonista: un'archeologa che ha già partecipato a spedizioni in giro per il mondo, che ha avuto un'infanzia tormentata e si è sudata gli studi, e i suoi modelli culturali di paragone sono i Simpson e Narnia (il film)?

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  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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