Nata e cresciuta in un paese della provincia laziale, ha studiato Lingue e Letterature Moderne laureandosi in Letteratura Inglese. Ha trascorsi da ficwriter sotto l’accattivante pseudonimo di 'Fragolottina'. Vive in campagna con sua madre e le sue due sorelle, una delle quali ha quattro zampe ed è pelosa. Alterna la sua vita da scrittrice a un’occupazione da segretaria. Ritiene che questa biografia sarebbe stata molto più divertente se sua sorella, quella non pelosa, non si fosse impicciataTuttavia io credo che non ci sia modo migliore di conoscere colui (anzi colei in questo caso) che sta ddietro un romanzo se non... intervistandolo. Quindi ringrazio di nuovo Margherita che ha risposto alle mie (forse lo ammetto, stavolta sono stata un po' banale) domande.
1) Ciao Margherita,
grazie per l'intervista.
Partiamo da
Teach Me: come è nato Cameron Wilde, il
professore che tutte vorrebbero avere (o perlomeno, che io avrei voluto avere,
ma credo proprio di non essere l'unica)?
Credo di aver risposto a
questa domanda molte volte. Credo di non aver mai dato la stessa versione. Sono
sicura che comunque siano tutte vere. Il fatto è che è difficile da spiegare,
perché per me Cameron Wilde significa libertà.
Cameron Wilde è nato da
infiniti “non puoi”: non puoi passare le giornate a scrivere e leggere; non
puoi davvero alzarti la mattina e non vedere l’ora di ascoltare per due ore un
uomo che ti parla di Shakespeare; non puoi pretendere che mi piacciano i libri
che piacciono a te; non puoi credere che certe cose esistano.
Ma forse più di tutti c’è
una frase, è il mio mantra, quando perde la mia ragione d’essere me la ripeto.
Condividiamo, mie care, siamo nel mondo della condivisione dopo tutto: “vedi –
pausa, sguardo conciliante, espressione seria e concentrata da persona che ti
prende sul serio – io accetto che tu legga e scriva, ma non puoi pretendere che
lo condivida.”
Cameron Wilde è nato da un
milione di “e se”: e se potessi? E se magari ora non potessi passare le
giornate a leggere e scrivere, ma se fossi ben determinata ad arrivarci? E se
ascoltare un uomo che parla per due ore di Shakespeare fosse tutto quello che
mi rende felice?
Ridicolo.
E se potessi dimostrare che
nonostante le chiacchiere, nonostante la cultura da paesetto, l’attitudine di
noi ragazze a cercare sempre il più disperato tra gli uomini, le buone
abitudini, i modi garbati, la cultura, l’educazione, Shakespeare possano ancora
far capitolare tante ragazze.
Se ci riesco posso liberarmi
di te?
Vedi, non posso proprio
accettare che tu non condivida che io legga e scriva.