TITOLO: Una ragazza bugiarda
COLLANA: Newton Compton
PREZZO (CARTACEO): 9,90 €
PREZZO (EBOOK): 2,99€
TRAMA: Il thriller di cui tutti parlano
Denunciare la propria madre a soli quindici anni può essere straziante. Dopo quella decisione, la vita di Annie è completamente cambiata. Ora ha un nuovo nome, Milly, e vive insieme alla sua nuova famiglia: Mike, la moglie Saskia e la figlia, Phoebe. Adattarsi ai loro ritmi e alle loro abitudini è molto più complicato di quanto avesse pensato. E il pensiero del processo che si avvicina, nel quale sarà chiamata come testimone, non le dà tregua. Mike, che inizialmente aveva richiesto l’affidamento di Milly sperando di poterla aiutare, è sopraffatto dai suoi impegni di psicoterapeuta. Saskia riesce a malapena a gestire la figlia naturale, e non è in grado di occuparsi anche di quella adottiva. Phoebe ha reagito malissimo all’arrivo di Milly: è sempre di malumore, vorrebbe che se ne andasse e, per rivalsa, comincia a maltrattarla, spalleggiata dalle amiche. Milly si sente isolata e in cerca di sostegno. Avrebbe assoluto bisogno di qualcuno che le desse ascolto: ci sono segreti che riguardano i crimini di sua madre, di cui sa molto di più di quanto non abbia confessato. Eppure nessuno sembra disposto a farlo…
Che caratteristiche
deve avere un thriller degno di questo nome?
Un mistero
avvincente, un'atmosfera inquietante, dei personaggi ingarbugliati.
Ovviamente si parla
di gusti personali, ed esistono valide eccezioni, ma Una ragazza bugiarda di
Ali Land possiede tutte queste caratteristiche, mescolate con cura da
un'autrice che, nonostante sia all'esordio letterario, riesce a confezionare un
buon romanzo, incentrato sulla riuscita figura della protagonista, Milly. O
Annie.
Il titolo
originale, Good Me Bad Me, gioca
proprio sul dualismo della mente della protagonista, una ragazzina di quindici
anni che si trova a dover ricominciare da zero dopo che ha trovato il coraggio
di denunciare la madre, un'assassina seriale che ha abusato di lei. Milly,
questo il nuovo nome che viene dato alla ragazza, è affidata a Mike,
psicanalista che vive con la moglie, Saskia, depressa e indolente, e la figlia
Phoebe, reginetta del liceo, in continuo conflitto con i genitori che reagisce
all'arrivo della ragazza tartassandola, sia sul web che a scuola.
Il grande lavoro
dell'autrice si concentra sulla psicologia della protagonista, che alterna
remissività e aggressività, passività e voglia di reagire, affetto per la madre
e coscienza dei crimini che lei ha commesso. Proprio la madre della
protagonista è uno dei personaggi più inquietanti di chi abbia letto: non entra
mai in scena, non direttamente per lo meno, ma la sua presenza è palpabile in
ogni capitolo, è lei la voce che sussurra nella notte alla protagonista, che
alimenta quella Cattiva Me di cui, in fondo Milly non riesce a fare a meno, che
rappresenta un po' la sua reazione alla tirannia di Phoebe. Phoebe, suo padre Mike,
sua madre Saskia: una famiglia perfetta solo all'apparenza, i cui legami sono
sull'orlo dello sfascio, un'ancora di salvezza non poi così salda. Mike, che
pensa solo al lavoro e alle ragazze che vuole "salvare", Saskia,
fragile e dipendente dall'alcool, incapace di capire la figlia e in mezzo
Phoebe, alla costante ricerca di attenzione. Proprio quest'ultima mi ha
colpito, all'inizio in negativo, ma poi, solo alla fine sono riuscita a capire
le ragioni che l'hanno spinta a rovinare la vita a Milly...
Lo stile del
romanzo rispecchia perfettamente i suoi contenuti. La scelta dell'uso della
prima persona ci consegna la chiave d'accesso alla mente della protagonista, un
oscuro labirinto tra affetti, rimorsi e segreti che pian piano vengono portati
alla luce. L'autrice ha una laurea in psicologia, e sono certa che i suoi studi
sono stati utili per rendere credibile il comportamento di Milly, capace di
provare affetto per una madre che è un vero mostro, ma al tempo stesso
impegnata a farsi accettare, e amare, dalla sua nuova famiglia. Ho condiviso
quasi tutte le scelte dell'autrice, compresa quella di non mostrare mai lei
scene cruente. Infatti i crimini della madre della protagonista non sono mai
descritti, ma sempre accennati: contrariamente a quanto si possa pensare, ciò
rende l'atmosfera ancora più inquietante e il "non detto", il
"non mostrato" da i brividi al lettore più di una scena descritta in
ogni minimo dettaglio.
Ultima chicca: il
finale. Forse un po' accelerato rispetto al resto del romanzo, ma raramente ho
trovato una conclusione così a pennello. Mi ha lasciata sconvolta, ma al tempo
stesso soddisfatta, al punto da rileggere gli ultimi capitoli tre o quattro
volte addirittura, tanto mi ha colpito l'unione di avvenimenti e delle parole
dell'autrice, perfette per un finale.
In conclusione la
mia valutazione è di quattro stelline. Una ragazza bugiarda è un thriller
sorprendente e atipico, che ha saputo intrattenermi più di quanto pensassi
prima di iniziare la lettura. L'autrice dimostra di avere buone capacità,
soprattutto nel delineare personaggi dalla psicologia complessa e oscura:
perciò spero che inventi presto nuovi, interessanti, protagonisti per altre
storie.
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