martedì 4 aprile 2017

Recensione: Una presenza in quella casa - Paige McKenzie

Ciao a tutti! Oggi riciclo una vecchia recensione: è questo il bello di avere più di trenta (sottolineo trenta) recensioni nelle bozze. Quando si presenta un weekend dalla vitalità disarmante, in cui fissi lo schermo del computer aspettando che la tastiera inizi a digitare da sola (e il blog è il minore dei mali) una recensione in bozze è una manna dal cielo.
Quindi vi beccate la mia opinione su questo discreto romanzo pseudo horror di Paige McKenzie.

TITOLO: Una presenza in quella casa
AUTORE: Paige McKenzie
COLLANA: Giunti
PREZZO (CARTACEO): 16,00
PREZZO (EBOOK): 6,99
TRAMA: Nella nuova casa di Sunshine – questo il soprannome della ragazza – si avverte qualcosa di inquietante: oggetti che si spostano, risatine nel cuore della notte, ombre misteriose nelle foto che scatta... La madre adottiva, con cui Sunshine ha un rapporto aperto e affettuoso, insiste nel dire che è tutto frutto di immaginazione e comincia a comportarsi in modo sempre più incomprensibile. C'è solo una persona che dà credito ai timori di Sunshine: Nolan, un compagno di liceo che condivide la sua passione per la fotografia ed è disposto ad affiancarla per studiare i vecchi casi di cronaca nel tentativo di capire cosa stia davvero succedendo. La tensione sale inarrestabile e le cose peggiorano quando le risatine si trasformano in urla e singhiozzi. Cosa nasconde quella casa? Sunshine è in preda al terrore, ma deve farsi forte se vuole salvare la madre da una sorte peggiore della morte.




Il primo mistero di Una presenza in quella casa, nonché quello che più mi ha turbato per tutta la lettura del romanzo, è presente fin dalla copertina: chi l'ha scritto?
Sì, perché se sulla cover vi è scritto a chiare lettere Paige McKenzie, nella prima pagina la situazione non è poi così definita: si legge infatti "Paige McKenzie con Alyssa Sheinmel" (e questa Alyssa da dove salta fuori?), seguito poi dal titolo, Una presenza in quella casa, e da questa nota "Storia di Nick Hagen e Alyssa Sheinmel basata sulla serie web creata da Nick Hagen".
Eh?
Chi ha scritto questo romanzo? E cosa vuole dire che la storia è stata inventata da due che non sono il nome scritto a caratteri cubitali sulla cover? Qual è il ruolo della McKenzie nella faccenda?
Purtroppo questo mistero non viene risolto nemmeno a fine romanzo... e io non so a chi devo tirare le orecchie (nel dubbio le tiro a tutti e tre). Infatti Una presenza in quella casa è risultato essere un romanzo confuso e un po' sprecato, con ottime possibilità perse un po' in qua e là.
La premessa non è delle più originali: Sunshine, una ragazzina sedicenne, si trasferisce con la madre adottiva dalla soleggiata Austin, in Texas, a Ridgemont, nello stato di Washington, tristemente famoso per le grigie cittadine piovose e l'elevata percentuale di abitanti paranormali. Come se non bastassero la pioggia e l'umidità a turbare la vita di una giovane cresciuta nel caldo del Texas, e che guarda caso si chiama proprio "Luce del Sole", la casa in cui si trasferisce è a dir poco sinistra: porte che sbattono, odori strani, rumori misteriosi... 




Non serve un esperto del paranormale per decretare che la casa è stregata. Potrebbe essere una storia di fantasmi qualunque, ma a dire il vero non malvagia, se l'autrice (o gli autori?) non avessero deciso di introdurre una strampalata teoria su una sorta di angeli custodi chiamati luiseach. Devo ammetterlo: da un lato questa scelta riesce a dare originalità da una storia che poteva soffrire di eccessive banalità. Tuttavia la faccenda dei luiseach, forse per colpa del fatto che il romanzo non è autoconclusivo, è trattata un po' frettolosamente e all'acqua di rose: probabilmente tutto ciò che li riguarda verrà approfondito nei volumi successivi, ma per quanto riguarda Una presenza in quella casa crea più confusione che interesse.
I personaggi sono una perfetta sintesi tra i personaggi degli horror e quelli di un paranormal romance: Sunshine è a metà tra la tipica ragazza dei film horror, che vede i fantasmi, sente ogni spiffero possibile e si fa mezzo migliaio di paranoie e la classica protagonista dei romanzi rosa, goffa, sognatrice, acqua e sapone ma capace di distinguersi dalle altre; Nolan il protagonista maschile, invece, incarna gli stereotipi del ragazzo del banco accanto e del saputello esperto in maniera del paranormale. Fortunatamente la storia d'amore, o presunta tale, tra loro è tratteggiata in maniera molto leggera senza scadere nei cliché del genere: in questo modo, secondo me, la parte mistery del romanzo ci guadagna parecchio!
Per quanto riguarda lo stile, nel complesso non è malvagio. Alcune scene con i fantasmi sono scritte molto bene, al punto che, leggendolo la sera, riuscivo ad avvertire leggeri brividi lungo la schiena, ma altre, come le scene d'azione o il finale, sono un po' tirate via, quasi confusionarie, come se chi ha scritto il romanzo non volesse complicarsi troppo la vita con vicende troppo difficili per essere descritte.

In conclusione la mia valutazione è di tre stelline. Si tratta di un romanzo senza infamia e senza lode, forse adatto ad un pubblico di giovani lettori capaci di apprezzare sia il lato misterioso che quello più romantico della vicenda, senza stare troppo a guardare i difetti del romanzo.





2 commenti:

  1. Sono d'accordo con il tuo parere. Mi aspettavo un grande romanzo horror, da come viene presentato, invece sono rimasta delusa. Però almeno il secondo mi è piaciuto un po' di più!

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    1. Io il secondo ce l'ho in libreria ma devo ancora leggerlo... quello che mi dici mi conforta cd

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