Ciao a tutti! Continuano le recensioni: questa riguarda uno dei romanzi più chiacchierati del 2018, che avevo iniziato a leggere dopo l'uscita ma di cui, per motivi che vanno al di là del blog, ho dovuto interrompere la lettura. Ora l'ho ripresa, l'ho conclusa e ho scritto la recensione.
Cosa ne penso? Preparatevi: è lunghetta!
AUTORE: Tomi Adeyemi
COLLANA: Rizzoli
PREZZO (CARTACEO): 18,00€
PREZZO (EBOOK): 4,99€
TRAMA: Un tempo i maji, dalla pelle d'ebano e i capelli candidi, erano una stirpe venerata nelle lussureggianti terre di Orïsha. Ma non appena il loro legame con gli dei si spezzò e la magia scomparve, lo spietato re Saran ne approfittò per trucidarli. Zélie, che non dimentica la notte in cui vide le guardie di palazzo impiccare sua madre a un albero del giardino, ora sente giunto il momento di rivendicare l'eredità degli antenati. Al suo fianco c'è il fratello Tzain, pronto a tutto pur di proteggerla, e quando la loro strada incrocia quella dei figli del re si produce una strana alchimia tra loro. Ha inizio così un viaggio epico per cercare di riconquistare la magia, attraverso una terra stupefacente e pericolosa, dove si aggirano le leopardere delle nevi e dove gli spiriti vendicatori sono in agguato nell'acqua. Un'esperienza umana che non risparmia nessuno, in un turbine di amore e tradimento, violenza e coraggio. Nella speranza di ridare voce a un popolo che era stato messo a tacere.
Siamo tutti figli di sangue e ossa. Strumenti di vendetta e virtù
Lo scorso ottobre,
data della sua pubblicazione italiana, Figli di Sangue e Ossa di Tomi Adeyemi
era sulla bocca di tutti: la sua fama di caso letterario dell'anno lo
precedeva.
Miglior esordio,
uno dei fantasy più venduti negli Stati Uniti, una trasposizione
cinematografica già in preparazione, recensioni sia di critica che di pubblico
entusiaste: inutile dire che le mie aspettative nei confronti di questo romanzo
non erano alte, ma altissime.
La mia sensazione
al termine della lettura è soddisfazione, certo, ma non quell'esaltazione che
ho avvertito in altre recensioni. A mio avviso questo romanzo soffre un po'
della sindrome di Black Panther, il film della Marvel che negli Stati Uniti ha
raggiunto un successo mostruoso: è sì un buon romanzo fantasy, ma la chiave per
poterlo apprezzare sta più nel significato della storia (la nota finale
dell'autrice lo spiega benissimo) che nella trama in sé, che, per quanto
avvincente, non è troppo originale. Forse la vera innovazione di Figli di
Sangue e Ossa sta nell'ispirazione, legata alla mitologia africana su cui, a
dire il vero, non avevo mai letto niente. Luoghi dai nomi strani ed esotici,
giungle impervie, isole e mercenari: l'effetto meraviglia è garantito.
Certo,
l'ambientazione per questo romanzo risulta un po' un'arma a doppio taglio: ho
apprezzato davvero tanto il lavoro che l'autrice ha svolto nella creazione, da
zero, del mondo di Orïsha, con le sue piante e i suoi animali caratteristici, e
nel delineare un folklore tanto complesso quanto credibile. È difficile da
spiegare se non si è letto il romanzo, ma Tomi Adeyemi ha curato a tal punto la
mitologia, le tradizioni, addirittura la cucina dei popoli che abitano Orïsha
che a un certo punto non mi sembrava più di leggere un fantasy, ma una storia, seppur
con elementi magici, ambientata in un parse lontano, ma comunque esistente.
Ma tutta questa
accuratezza da pregio diventa difetto quando risulta eccessiva: purtroppo Figli
di Sangue ed Ossa non è dotato né di appendici, né di glossari né tantomeno di
un vocabolario. Pertanto è semplice confondersi tra i tanti termini dal sapore
esotico inventati dall'autrice e, soprattutto, tra la lingua in cui Zélie, la
protagonista, recita gli incantesimi che, senza una nota che possa illuminare
il lettore su come l'autrice l'abbia pensata, è evocativa come lo sono lettere
scritte a caso sulla tastiera.
Per quanto riguarda
i personaggi, le donne fanno sicuramente bella figura. Zélie, la protagonista,
affronta ogni avversità, pur di riportare la magia nel suo paese. È un
personaggio estremamente umano, temprata dalle sofferenze subite, trattata alla
stregua di un insetto per la sua condizione di "maji", eppure capace
ogni volta di rialzarsi ogni volta e tornare a combattere, nonostante viva i
suoi intensi momenti di crisi interiore. Anche Amari, principessa di Orïsha e
coprotagonista della storia, non è da meno: da nobile delicata e un po' viziata
come appare nei primi capitoli, cresce irrobustendosi nel fisico e nella mente
fino a diventare una vera e propria guerriera.
Mi ha lasciato un
po' perplessa la gestione delle coppie da parte dell'autrice, nonché l'amore un
po' istantaneo, seppur giustificato dalle circostanze, che nasce tra Inan e
Zélie. Tuttavia questo è solo il primo volume di una serie, e sono abituata a
non dare niente per scontato...
Lo stile
dell'autrice è, in generale, oltre la media. Confesso: sono tra quelli che
hanno seguito il corso online di scrittura di Tomi Adeyemi e hanno trovato
utili i suoi consigli, ma vederli applicati è tutt'altra cosa.
Nonostante la
lunghezza, di oltre cinquecento pagine, i capitoli rimangono comunque brevi, e
si leggono in fretta. Non ci sono grandi momenti morti, per fortuna, e la
storia è ricca di cambi di ambientazione e svolte inaspettate; certo, alcune
parti risultano più lente e pesanti di altre, ma una volta che storia e
personaggi riescono a catturarti non li lasceresti più andare.
Ho apprezzato anche
la scelta dell'autrice di utilizzare più narratori: in particolare ho preferito
Inan come voce narrante, ma anche quelle di Zélie e Amari risultavano ben
caratterizzate, anzi, forse mi sarebbe piaciuto leggere dei capitoli anche
dalla prospettiva di Tzain, fratello di Zélie, e unico dei personaggi
principali a non avere un proprio punto di vista.
Il finale, per quanto
evocativo e perfetto la storia, è molto aperto... Spero che l'attesa per il
secondo volume della serie, e per la sua traduzione italiana, non sia troppo
lunga.
Quindi la mia
valutazione è di quattro stelline. Forse non sarò una fan sfegatata di Figli di
Sangue e Ossa, ma comunque si è rivelata una lettura valida e originale nelle
sue ambientazioni, ma soprattutto densa di significato se si guarda oltre il
piano stesso della storia.
Già mi ispirava leggendo la sinossi, con la tua recensione mi ispira ancora di più :)
RispondiEliminaL'unica cosa che a me ha dato fastidio è l'instalove. Non ce n'era proprio bisogno!
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