Ciao a tutti! Oggi, tanto per cambiare, diamo il
via ad un nuovo blogtour, dedicato, con mia somma gioia, all’uscita di Spada di
Vetro, l’atteso seguito di Regina Rossa di Victoria Aveyard. Avevo apprezzato,
nonostante qualche difettuccio, il primo romanzo della serie, a metà tra
distopico e fantascienza, e ho tirato un sospiro di sollievo quando la
Mondadori ha confermato l’uscita del secondo volume! *credo sia la prima volta che per una serie*. E' il primo blogtour che apro qui sul blog, e di un romanzo comunque di una grande casa editrice, e che dire? E' una grande soddisfazione per me, e spero che voi, come lettori, possiate apprezzarlo!
LA SERIE
Regina
Rossa (Red Queen #1): per maggiori informazioni, qui trovate la recensione
Cruel Crown
(Red Queen #1.5): raccolta di novelle (Queen Song #0.1 e Steel Scars #0.2),
inedita in Italia
Spada di
vetro (Red Queen #2): pubblicato il 12 maggio
TBR
(Red Queen #3): in uscita negli Stati Uniti nel 2017
TBR
(Red Queen #4): in uscita negli Stati Uniti
IL ROMANZO
TITOLO: Spada di Vetro
COLLANA: Mondadori Chrysalide
PREZZO (CARTACEO): 19,90€
PREZZO (EBOOK): 6,99€
TRAMA: Il suo sangue è rosso – come quello della gente comune – ma lo straordinario potere di controllare i fulmini, che nessun Argenteo possiede, rende Mare Barrow un'arma sulla quale il Palazzo vorrebbe riuscire a mettere le mani. Tutta la corte la considera un'eccezione, ma non appena Mare riesce a sfuggire a Maven, il principe – e prima ancora l'amico – che l'ha tradita, scopre una verità sconvolgente: lei non è affatto un'eccezione. Perché di giovani Rossi e Argentei ne esistono molti altri.
Inseguita da Maven, diventato un sovrano crudele e vendicativo, Mare fa di tutto per trovare e reclutare altri guerrieri Novisangue che si uniscano alla lotta dei ribelli contro il re oppressore. Nel farlo, però, entra in un territorio molto pericoloso, dove rischia di diventare proprio come i mostri che sta cercando di sconfiggere.
Riuscirà a sopportare il peso delle vite che dovranno essere spezzate durante la ribellione? O la slealtà e il tradimento subiti l'avranno indurita per sempre?
Inseguita da Maven, diventato un sovrano crudele e vendicativo, Mare fa di tutto per trovare e reclutare altri guerrieri Novisangue che si uniscano alla lotta dei ribelli contro il re oppressore. Nel farlo, però, entra in un territorio molto pericoloso, dove rischia di diventare proprio come i mostri che sta cercando di sconfiggere.
Riuscirà a sopportare il peso delle vite che dovranno essere spezzate durante la ribellione? O la slealtà e il tradimento subiti l'avranno indurita per sempre?
IL CALENDARIO
1 Tappa Hook a Book
16 Maggio
Presentazione in anteprima del libro e
Introduzione Blogtour con incipit e GA
2 Tappa - Petrichor
17 Maggio
Breve riassunto di Regina Rossa ed eventuale
recensione
3 Tappa - La quintessenza dei libri
18 Maggio
Estratti più belli con PlayList
4 Tappa - Bookish Advisor
19 Maggio
Presentazione dei personaggi con Fanart
5
Tappa - Please another book
20
Maggio
Presentazione Ambientazione con immagini ed
eventuali lavori grafici
6 Tappa - Il colore dei
libri
23 Maggio
Recensione
IL GIVEAWAY
Obbligatorio:
-Diventare followers dei blog partecipanti (a meno che non lo
si è già);
-Commentare tutte le tappe;
-Lasciare un commento a questo post con il proprio indirizzo
email
Condividere il blogtour su un social a scelta
Optional:
-Retwettare il giveaway
-Retwettare il giveaway
Edit: Il vincitore è Angelica Bellantoni
L’INCIPIT
Sussulto. Lo
straccio che lei mi passa è pulito, ma odora an-cora di sangue. Non dovrebbe
darmi fastidio, dato che i miei vestiti ne sono già tutti impregnati. Il rosso
è il mio, natural-mente. Quello argenteo, invece, appartiene a molti altri.
Evan-geline, Ptolemus, lord Osanos e tutti coloro che hanno cerca-to di
uccidermi nell’arena. Suppongo che in parte sia anche di Cal. Ha perso molto
sangue sulla sabbia, per i colpi infer-ti dai nostri mancati carnefici. Ora è
seduto di fronte a me e si osserva i piedi, mentre i suoi tagli intraprendono
un lento processo di guarigione naturale. Do un’occhiata a una delle tante
ferite che ho sulle braccia, causate con ogni probabilità da Evangeline. Sono
ancora fresche e così profonde che lasce-ranno senz’altro il segno. Una parte
di me è estasiata all’idea: questo sfregio frastagliato non sarà magicamente
cancellato dalle fredde mani di un guaritore. Io e Cal non siamo più nel mondo
degli argentei, dove certe persone potrebbero elimi-nare con estrema facilità
le cicatrici che ci siamo guadagnati a fatica. Siamo riusciti a fuggire. O,
almeno, io ci sono riuscita. Le manette ai polsi di Cal, invece, sono un chiaro
promemo-ria della sua prigionia.
Farley mi dà un
buffetto sulla mano con fare sorprenden-temente gentile. «Nasconditi il viso,
sparafulmini. Ti stanno cercando.»
Per una volta,
faccio quello che mi viene detto. Gli altri mi imitano e si tirano su le
bandane rosse per coprirsi naso e boc-ca. Cal è l’ultimo a restare a viso
scoperto, ma non per molto.
Non oppone la
minima resistenza quando Farley gli sistema la maschera sul volto per farlo
sembrare uno di noi.
Se solo lo fosse.
Un ronzio elettrico
mi fa ribollire il sangue nelle vene e mi riporta alle oscillazioni e allo
sferragliamento del treno sotter-raneo che procede inesorabile, verso una
città, un tempo rifu-gio sicuro. Il convoglio sfreccia veloce e stride sui
vecchi bina-ri, come un lestopasso argenteo che attraversa in un lampo i campi
aperti. Ascolto il fastidioso rumore metallico, lo sento penetrare in
profondità nelle mie ossa, dove si insinua un do-lore freddo e pungente. La
rabbia e la forza percepite nell’are-na sono ormai un lontano ricordo che si
lascia alle spalle solo paura e sofferenza. Posso a malapena immaginare cosa
Cal stia passando. Ha perso tutto, tutto quello a cui teneva di più. Suo padre,
suo fratello, il proprio regno. Non so come faccia a non crollare, saldo e
immobile se non per l’ondeggiare del treno.
Non c’è bisogno che
qualcuno mi spieghi perché andiamo così di fretta. Per quanto mi riguarda,
vedere Farley e le sue guardie tese come corde di violino è una motivazione più
che sufficiente. Siamo ancora in fuga.
Maven ha già
percorso questa strada prima, e farà ritorno con tutta la furia dei suoi
soldati, di sua madre e del nuovo ti-tolo. Se ieri era un principe, oggi è un
re. Lo credevo mio ami-co, il mio promesso sposo, ma adesso ho capito.
Un tempo mi fidavo
di lui. Ora ho imparato a detestarlo e a temerlo. Ha contribuito all’omicidio
del padre per accaparrar-si la corona e, per un crimine da lui commesso, ha
incastrato il fratello. Sa che le radiazioni che circondano la Città delle
Rovi-ne sono tutte una balla, un trucchetto, e sa dove conduce il tre-no. Il
nascondiglio tranquillo che Farley ha costruito non è più un posto sicuro, non
per noi. Non per te.
Può darsi che ci
stiamo già dirigendo a gran velocità verso una trappola.
Nell’avvertire la
mia preoccupazione, qualcuno mi abbrac-cia. Shade. Non riesco ancora a credere
che mio fratello sia qui, vivo e, cosa perfino più strana, uguale a me. Rosso e
argenteo, e più forte di entrambi.
«Non permetterò che
ti prendano di nuovo» sussurra a voce talmente bassa che faccio fatica a
sentirlo. Suppongo che non sia consentito dimostrare il proprio attaccamento a
qualcuno all’infuori della Guardia Scarlatta, benché si tratti di un
fami-liare. «Te lo prometto.
La sua presenza è
rassicurante e mi riporta indietro nel tem-po. A quando non era ancora stato
chiamato alle armi, nella primavera piovosa in cui potevamo fingere di essere
bambini. Non esisteva altro che il fango, il villaggio e il nostro stupido
vizio di ignorare il futuro. Ora il futuro è l’unica cosa a cui io pensi e mi
chiedo su quale oscuro sentiero ci abbiano condot-to le mie azioni.
«Che facciamo
adesso?» domando a Farley, ma il mio sguar-do incrocia quello di Kilorn. Lui le
sta accanto, da bravo guar-diano, con i denti serrati e le bende insanguinate.
E pensare che, in un’altra stagione, era solo l’apprendista di un pescatore.
Ora sembra un pesce fuor d’acqua, proprio come Shade, il fantasma di un’epoca
passata, precedente a tutto questo.
«C’è sempre un
posto in cui scappare» replica Farley, più con-centrata su Cal che su tutto il
resto. Si aspetta che combatta, che opponga resistenza, ma lui non fa nulla.
«Tienila stretta»
ordina Farley, dopo una lunga pausa, rivolta a Shade. Mio fratello annuisce e
mi posa la mano pesante sul-la spalla. «Non possiamo perderla.»
Non sono un
generale né un’esperta di tattiche militari, ma il suo ragionamento mi è
chiaro. Sono la ragazzina sparafulmini, pura elettricità vivente, una saetta in
forma umana. La gente co-nosce il mio nome, il mio aspetto e le mie abilità.
Sono preziosa, sono potente, e Maven farà qualunque cosa per impedirmi di
contrattaccare. Benché mio fratello sia simile a me, benché sia la cosa più
veloce che io abbia mai visto, non so proprio come potrà proteggermi da questo
nuovo re crudele e corrotto. Ep-pure devo crederci, nonostante sembri
un’illusione. Dopotutto, ho visto accadere così tante cose impossibili...
Riuscire di nuo-vo a farla franca non sarà niente di che a confronto.
Il rumore delle
pistole che vengono caricate rimbomba nel vagone mentre gli uomini della
Guardia si preparano. Kilorn si sposta e mi viene accanto, barcollando
leggermente, mentre tiene il fucile a tracolla stretto sul petto. Abbassa lo
sguardo, ha un’espressione tenera. Abbozza un sorrisetto e prova a far-mi
ridere, ma i suoi occhi verde brillante sono seri e intimoriti.
Cal invece se ne
sta seduto in silenzio, con aria quasi paci-fica. Nonostante sia quello che ha
più da temere – incatenato, circondato da nemici e perseguitato dal suo stesso
fratello –, il suo aspetto è sereno. Il che non mi sorprende. È un soldato
nato; la guerra è qualcosa che comprende bene e ora siamo de-cisamente in guerra.
«Spero non abbiate
intenzione di combattere» esordisce dopo diversi minuti di silenzio. Tiene gli
occhi puntati su di me, ma le sue parole taglienti sono rivolte a Farley.
«Spero vi siate or-ganizzati per scappare.»
«Risparmia il
fiato, argenteo» ribatte lei, raddrizzando le spal-le. «So cosa dobbiamo fare.»
Le parole mi escono
da sole, non riesco a trattenermi: «An-che lui». Farley mi incenerisce con lo
sguardo, ma ho soppor-tato di peggio. Infatti non batto ciglio. «Cal sa come
combatto-no, sa cosa faranno per fermarci. Sfruttalo.»
Come ci si sente a
essere usati? È stato lui a sputarmi addosso quelle parole, nella prigione
sotto il Circo delle ossa, e in quel momento ho desiderato di morire. Ora mi dà
a malapena fastidio.
Lei non dice
niente, il che per Cal è davvero troppo. «Useranno i bocca di leone» commenta
tetro. Kilorn scoppia a ridere. «I fiori?»
«I jet» replica Cal
con occhi scintillanti di disprezzo. «Ali aran-cioni, corpo argentato e un
unico pilota; sono facili da mano-vrare, perfetti per un assalto urbano.
Trasportano fino a quat-tro missili ciascuno. Moltiplicato per il numero di
velivoli che compongono uno squadrone, si parla di sfuggire a quarantot-to
missili, senza contare gli altri tipi di munizioni. Potete farce-la a gestire
tutto questo?»
La sua domanda è
accolta dal silenzio. No che non possiamo. «E i bocca di leone, in realtà, sono
l’ultimo dei nostri proble-mi. Non faranno altro che accerchiarci, difendere il
perimetro, tenerci bloccati qui, finché non arriveranno le truppe di terra.»
Abbassa lo sguardo, pensieroso. Si starà chiedendo cosa fa-rebbe, se si
trovasse dall’altro lato della barricata. Se fosse lui il re, al posto di
Maven. «Ci circonderanno e imporranno le loro condizioni: io e Mare in cambio
della vostra salvezza.»
Un altro
sacrificio. Inspiro lentamente. Stamattina, ieri, prima di tutta questa follia,
sarei stata contenta di dare la mia vita solo per salvare Kilorn e mio
fratello. Ma ora... so di essere speciale. Ora ho altre persone da proteggere.
Ora non possono perdermi.
«Non possiamo
accettarlo» protesto. È la dura verità. Lo sguardo fisso di Kilorn mi pesa
addosso, ma non alzo gli oc-chi. Non potrei sostenere il suo giudizio.
Cal è meno
perentorio. Eppure annuisce, d’accordo con me. «Il re non si aspetta che ci
arrendiamo» commenta. «I jet ci fa-ranno crollare addosso le rovine, mentre il
resto dell’eserci-to spazzerà via i sopravvissuti. In pratica, sarà un
massacro.» Farley è una persona orgogliosa, persino ora che si trova con le
spalle al muro. «Quindi cosa proponi?» domanda, mentre si china su di lui. Le
sue parole trasudano disprezzo. «Una resa incondizionata?»
Scorgo una smorfia
di disgusto sul viso di Cal. «Maven vi uc-ciderebbe comunque. Che sia dentro
una prigione o sul campo di battaglia, non lascerà in vita nessuno di noi.»
«Allora tanto vale
che moriamo combattendo.» La voce di Ki-lorn risuona più forte del previsto,
tuttavia gli tremano le mani. Come il resto dei ribelli, il mio amico è
disposto a fare qualun-que cosa per la causa, ma ha pur sempre paura. È ancora
un ra-gazzo, ha appena compiuto diciotto anni e ha così tante ragio-ni per vivere
e così poche per morire.
Alla dichiarazione
forzata e audace di Kilorn, Cal scoppia a ridere, eppure non aggiunge altro. Sa
bene che una descrizio-ne più dettagliata della nostra morte imminente non
giovereb-be a nessuno.
Farley non
condivide la sua opinione e li congeda entrambi con un cenno della mano. Dietro
di me, mio fratello emana la sua stessa determinazione.
Sanno qualcosa che
noi non sappiamo, qualcosa che non han-no intenzione di dirci, per il momento.
Maven ci ha impartito una dura lezione sulla fiducia mal riposta.
«Non saremo noi a
morire, oggi.» Farley non dice altro, pri-ma di marciare in testa al convoglio.
I suoi passi risuonano come colpi di martello sul pavimento metallico e
trasmettono una cocciuta risolutezza.
Prima ancora che
accada, percepisco che il treno sta per ral-lentare. L’energia elettrica si
affievolisce fino a scomparire, men-tre scivoliamo nella stazione sotterranea.
Non so cosa potremmo scorgere nel cielo sopra di noi, se una nebbia bianca o i
jet dalle ali arancioni. Gli altri non paiono troppo interessati, men-tre
scendono dal treno con decisione. Così in silenzio, gli uo-mini armati e
mascherati della Guardia Scarlatta sembrano dei veri soldati, ma non mi lascio
incantare: non possono competere con quello che li aspetta.
«Preparati» mi
sussurra Cal all’orecchio, facendomi venire i brividi. Mi tornano in mente i
bei tempi andati, quando balla-vamo al chiaro di luna. «Ricordati quanto sei
forte.»
Kilorn si fa largo
con una spallata e mi viene accanto, per se-pararci prima che io possa dire a
Cal che la mia forza e la mia abilità sono le uniche cose di cui io sia sicura
in questo momen-to. Non mi fido di nient’altro, al di là dell’energia elettrica
che mi scorre nelle vene.
Vorrei davvero
credere alla Guardia Scarlatta e di certo an-che a Shade e a Kilorn, ma non
posso concedermelo, non dopo i guai che la mia fiducia e la cecità nei
confronti di Maven ci han-no causato. E Cal non è nemmeno da prendere in
considerazio-ne. È un prigioniero, un argenteo, il nemico che ci tradirebbe
su-bito, se solo potesse... se avesse un altro posto in cui scappare.
Eppure, in qualche
modo, mi sento attratta da lui. Il ragazzo benestante che mi ha regalato una
moneta d’argento quando non ero nulla. Con quel singolo gesto, ha cambiato il
mio futu-ro e ha distrutto il suo.
Tra l’altro,
condividiamo un’alleanza disdicevole, sancita dal sangue e dal tradimento.
Siamo legati, uniti contro Maven, con-tro tutti quelli che ci hanno ingannato e
contro questo mondo che sta per sgretolarsi.
Il silenzio ci
accoglie. Una nebbia umida e color cenere aleg-gia sulle rovine di Naercey e il
cielo sembra così vicino da po-terlo quasi toccare. Fa freddo per via del vento
gelido tipico dell’autunno, stagione di cambiamento e di morte. Non c’è an-cora
nulla che abbia invaso la volta celeste, nessun jet che fac-cia piovere
distruzione su una città già distrutta. Farley si in-cammina a passo svelto e
ci guida dai binari all’ampio viale abbandonato. Le macerie si spalancano
davanti a noi come un canyon, più grigie e desolate di quanto ricordassi.
Procediamo verso
est, lungo la strada, in direzione della co-sta avvolta dalla foschia. Gli alti
edifici mezzo diroccati ci sovrastano e sembra che ci vengano addosso; le loro
finestre sono come occhi che ci osservano mentre passiamo. Chissà se gli
ar-gentei ci stanno tendendo un’imboscata, nascosti nelle nicchie sgretolate e
nelle ombre dei portici, pronti a far fuori la Guar-dia Scarlatta. Maven
potrebbe addirittura costringermi a guar-darlo mentre uccide i ribelli a uno a
uno. Non mi concederebbe il lusso di una morte rapida e indolore. “O forse
peggio” pen-so. “Non mi lascerebbe proprio morire.”
Quest’ipotesi mi fa
gelare il sangue nelle vene, come se un agghiacciante mi avesse sfiorato. Per
quanto Maven mi abbia mentito, un pochino lo conosco. Ricordo quando mi ha
affer-rato attraverso le sbarre della prigione e gli tremava la mano mentre mi
stringeva il polso. E ricordo il nome che si porta den-tro, quello che mi
rammenta che in lui batte ancora un cuore.
Si chiamava Thomas
e l’ho guardato morire. Non ha potuto salva-re quel ragazzo. Ma può salvare me,
nel suo modo perverso.
No. Non gli darò
mai una soddisfazione del genere. Preferi-sco morire anch’io, piuttosto.
Ma per quanto mi
sforzi, non riesco a scordare l’ombra che credevo che fosse, ovvero il principe
smarrito e dimenticato da tutti. Come vorrei che quella persona fosse reale,
che esistesse davvero, non solo nella mia memoria. C’è una strana eco tra le
rovine di Naercey, più silenziose del previsto. Quando ne ca-pisco il motivo,
resto di stucco. I profughi se ne sono andati. La donna che spazzava cumuli di
cenere, i bambini che si nascon-devano nei tombini, le ombre dei miei fratelli
e sorelle rossi... sono tutti fuggiti. Non è rimasto nessuno, a parte noi.
«Pensa quello che
vuoi di Farley, ma sappi che non è stupi-da» afferma Shade per rispondere alla
mia domanda, prima an-cora che io abbia modo di formularla. «Ha dato l’ordine
di eva-cuazione la scorsa notte, dopo essere scappata da Archeon. Era convinta che
tu o Maven avreste parlato sotto tortura.»
Si sbagliava. Non
c’è stato bisogno di torturare Maven. Ha ceduto informazioni e pensieri di sua
spontanea volontà. Ha aperto la mente alla madre, permettendole di sbirciare
qualsia-si cosa: il treno sotterraneo, la città segreta, la lista. È tutto suo
ora, proprio com’è sempre stato anche lui.
I soldati della
Guardia Scarlatta, una marmaglia disordina-ta di uomini e donne armati,
marciano in fila alle nostre spalle.
Kilorn mi segue a
ruota e si guarda intorno con espressione vi-gile, mentre Farley è a capo della
fila. Subito dietro di lei, due soldati robusti tengono Cal per le braccia, con
fare nervoso, e lo costringono a stare al passo. Con le loro sciarpe rosse
sem-brano i personaggi di un incubo. Eppure siamo sopravvissuti così in pochi;
forse una trentina, tutti feriti.
«Anche se
riuscissimo di nuovo a farla franca, non siamo ab-bastanza per portare avanti
la rivolta» sussurro a mio fratello. La nebbiolina bassa attutisce il suono
della mia voce, ma lui mi sente lo stesso.
Contrae le labbra
in un sorrisetto stentato. «Tu non preoc-cuparti.»
Prima che io possa
insistere, il soldato davanti a noi si ferma di colpo. E non è l’unico. In
testa alla fila, Farley ha il pugno al-zato e scruta il cielo grigio ardesia.
Il resto del gruppo la imi-ta e si guarda intorno, in cerca di ciò che non
possiamo vedere. Solo Cal tiene gli occhi puntati a terra. Lui sa già che
aspetto ha il nostro tragico destino.
Un urlo distante e
inumano fende la nebbia e giunge fino a noi. È un suono meccanico e incessante
che volteggia sulle nostre teste. Ed è in buona compagnia. Dodici ombre a forma
di freccia squarciano il cielo e le loro ali arancioni serpeggia-no dentro e
fuori dalle nuvole. Non ho mai visto un jet come si deve, non così da vicino e
alla luce del giorno, per cui non posso fare a meno di spalancare la bocca,
quando quei bolidi si fanno avanti. Farley abbaia ordini alle guardie, ma io
non la sento. Sono troppo impegnata a guardare in alto e osservare la morte
alata che si inarca sopra di noi. Sono veicoli affascinanti, come la supercycle
di Cal, fatti di acciaio e vetro arcuati all’in-verosimile. Scommetto che nella
loro realizzazione c’è lo zam-pino dei magnetron... Com’è possibile che il
metallo voli, altri-menti? Le venature blu dei motori scintillano sotto le ali,
segno dell’elettricità che sprigionano. Quell’energia mi provoca una fitta
lievissima, come un soffio sulla pelle, ma sono troppo lon-tani perché io possa
interferire con loro. Non mi resta altro da fare che guardare, in preda
all’orrore.
Stridono e
volteggiano sull’isola di Naercey, senza mai inter-rompere il macabro
girotondo. Posso quasi fingere che siano in-nocui, semplici volatili curiosi, venuti
a sbirciare i resti di una rivolta ormai sedata. Poi un lampo di metallo grigio
ci sfrec-cia sulla testa e lascia dietro di sé una scia di fumo, muovendosi
così velocemente che è quasi impossibile vederlo. Si diri-ge in picchiata verso
un edificio sul viale e scompare dentro una finestra rotta. Dopo una frazione
di secondo, un’esplosio-ne di rossi e arancioni distrugge l’intero piano del
palazzo, già piuttosto pericolante. I suoi pilastri millenari si spezzano come
stuzzicadenti e l’edificio implode su se stesso. Tutta la struttu-ra si inclina
e viene giù così lentamente da rendere la scena ir-reale. Quando si sfracella
al suolo, ostruendo la via davanti a noi, il frastuono mi rimbomba nel petto.
Una nuvola di fumo e polvere ci arriva dritta addosso, ma non indietreggio.
Ormai ci vuole ben altro per spaventarmi.
In quella foschia
grigio-marrone, Cal resta in piedi insieme a me, mentre anche i suoi gorilla si
accovacciano. Per un attimo, incrociamo i nostri sguardi e lui incurva le
spalle, abbattuto. È l’unico segno di sconfitta che si lascia sfuggire.
Farley afferra la
guardia a lei più vicina e l’aiuta a rialzarsi. «Sparpagliatevi!» grida, e
indica le viuzze laterali nei dintorni. «Andate a nord, verso i tunnel!» Mentre
parla, fa cenno ai suoi luogotenenti e dice loro dove dirigersi. «Shade, verso
il parco!» Mio fratello capisce al volo ciò che intende e annuisce. Un al-tro
missile si schianta contro una costruzione poco distante e copre la voce di
Farley, ma è facile intuire cosa stia strillando.
Scappate.
Una parte di me
vorrebbe tener duro, restare e combattere. Di certo, i miei fulmini viola e
bianchi distoglierebbero l’attenzio-ne dei jet dalle guardie in fuga e
l’attirerebbero su di me. Forse riuscirei a far allontanare addirittura un paio
di aerei. Ma non posso. Io valgo più di loro, più delle maschere e delle
bandane rosse. Io e Shade dobbiamo sopravvivere, se non per la causa, almeno
per gli altri. Per le centinaia di persone come noi con-tenute nella lista;
ibridi, anomalie, scherzi della natura, assur-dità rosse e argentee che moriranno
di certo, se noi falliamo.
Shade ne è
consapevole tanto quanto me. Mi prende a brac-cetto e mi stringe così forte da
farmi quasi male. È fin troppo facile correre insieme a lui e lasciarmi guidare
lontano dall’am-pio viale per poi finire in un groviglio verde-grigiastro di
al-beri incolti che riversano le proprie fronde sulla strada. Più ci addentriamo
in quella boscaglia, più i rami bitorzoluti si infit-tiscono e si protendono
come dita deformi.
Un migliaio d’anni
di incuria hanno trasformato questa pic-cola zona in una giungla morta, che ci
offre riparo, mentre i jet si avvicinano sempre di più e provano ad
accerchiarci. Kilorn non resta mai troppo indietro. Per un attimo, posso quasi
fin-gere di essere di nuovo a casa e di gironzolare insieme a lui per
Palafitte, a caccia di guai e divertimento. Ma, a quanto pare, tro-viamo solo
guai.
Quando Shade
finalmente frena di colpo, tanto da lasciare un segno a terra con gli stivali,
mi azzardo a dare un’occhiata in-torno. Kilorn si ferma subito accanto a noi,
con il fucile punta-to inutilmente verso l’alto, ma nessuno ci ha seguito. Non
rie-sco più nemmeno a scorgere la strada né le bandane rosse delle guardie che
si danno alla fuga tra le macerie.
Mio fratello lancia
uno sguardo torvo tra i rami spessi degli alberi e scruta il cielo nella
speranza che i jet volino via.
«Dove stiamo
andando?» gli chiedo, senza fiato.
Kilorn mi risponde
al posto suo. «Al fiume. E poi verso l’o-ceano. Pensi di riuscire a portarci?»
Scruta le mani di Shade, quasi la sua abilità fosse esposta sulla pelle. Ma la
forza di mio fratello è ben nascosta, proprio come la mia, invisibile finché
lui non decide di rivelarla.
Shade scuote la
testa. «Non con un solo balzo, è troppo lon-tano. Preferisco correre e
risparmiare le forze.» Poi si incupisce. «Finché non ne avremo davvero
bisogno.»
Annuisco concorde.
Ho sperimentato in prima persona cosa significhi avere prosciugato la propria
energia, essere sfiniti den-tro, a malapena capaci di muoversi, figuriamoci di
combattere.
«Dove porteranno
Cal?»
La mia domanda
mette Kilorn a disagio. «Cosa vuoi che me ne freghi?»
«Be’, dovrebbe
importarti, invece» ribatto stizzita, benché mi tremi la voce per l’imbarazzo.
No che non dovrebbe. E non dovreb-be importare neanche a te. Se il principe è
andato, devi lasciarlo sta-re. «Può aiutarci a uscire da tutto questo. Può
lottare con noi.» «Fuggirà o ci ucciderà non appena gliene daremo occasio-ne»
sbotta lui bruscamente, togliendosi la sciarpa per mostrarmi l’espressione
arrabbiata nascosta sotto la stoffa.
Nella mia testa,
vedo il fuoco di Cal. Brucia tutto ciò che incon-tra sul suo cammino, dal
metallo alla carne. «Avrebbe già potuto uccidervi» gli rinfaccio. Non è
un’esagerazione, e Kilorn lo sa.
«Credevo che prima
o poi voi due avreste smesso di bisticcia-re» interviene Shade mettendosi tra
noi. «Che sciocco sono stato.» Kilorn si sforza e mi chiede scusa, a denti
stretti, ma io non ricambio. Sono troppo concentrata sui jet, mentre lascio che
i loro cuori elettrici battano insieme al mio. Il segnale si indeboli-sce ogni
secondo che passa, a mano a mano che volano via. «Si stanno allontanando. Se
vogliamo andare, dobbiamo farlo ora.» Sia mio fratello sia Kilorn mi guardano
straniti, ma non di-scutono. «Per di là!» esclama Shade e indica un punto in
mez-zo agli alberi. Uno stretto sentiero quasi invisibile si snoda at-traverso
la vegetazione, dove la terra è stata spazzata via per rivelare la pietra e
l’asfalto sottostanti. Shade mi prende di nuo-vo a braccetto, mentre Kilorn scatta
in avanti e ci impone un ritmo sostenuto.
I rami ricurvi sul
sentiero sempre più angusto continuano a graffiarci la pelle, finché non
diventa impossibile correre fian-co a fianco. Ma, invece di lasciarmi andare,
Shade mi tiene an-cora più stretta. Poi mi rendo conto che non è lui a
serrarmi. È l’aria, il mondo. Ogni singola cosa si comprime in un violen-to
attimo di oscurità. Dopodiché, in un batter d’occhio, ci ritro-viamo dall’altro
lato della boscaglia e ci guardiamo alle spalle per vedere Kilorn che emerge
dalla selva bigia.
«Ma era davanti a
noi un attimo fa» borbotto continuando a spostare lo sguardo tra Shade e il
sentiero. Ci dirigiamo ver-so il centro della strada, mentre il cielo e il fumo
aleggiano su di noi. «Hai...»
Shade sfoggia un
sorriso a trentadue denti, il che risulta fuo-ri luogo, visto il ruggito dei
jet in sottofondo. «Diciamo che...ho fatto un salto. Se ti tieni stretta a me,
possiamo saltare insie-me» mi spiega, per poi esortarci a imboccare alla svelta
un al-tro vicolo.
Mi batte forte il
cuore all’idea di essermi appena teletraspor-tata, al punto che riesco quasi a
scordarmi il frangente in cui ci troviamo.
Ma i jet fanno
presto a rammentarmelo. Un altro missile esplo-de verso nord e fa crollare un
edificio con il boato di un terre-
moto. La polvere si
riversa nel vicolo simile a un’onda e ci pas-sa sopra un’altra mano di grigio.
Il fumo e le fiamme mi sono talmente familiari, ormai, che quasi non li noto,
anche quando la cenere comincia a cadere come neve. Lasciamo le nostre
im-pronte su quel tappeto funereo; può darsi che siano gli ultimi segni che
resteranno di noi.
Shade sa dove
andare e corre veloce. Kilorn non ha proble-mi a stargli dietro, nonostante il
peso del fucile. Ormai abbia-mo fatto il giro dell’isola e siamo tornati sul
viale principale. A est, un raggio di luce fa capolino tra il fango e la
polvere e porta con sé una boccata d’aria salmastra. A ovest, l’edificio
crollato per primo sembra un gigante defunto e blocca ogni via di fuga verso il
treno. Siamo circondati da vetri rotti, carcasse di metal-lo e strane lastre di
un bianco sbiadito: un tempio di macerie.
“Che luogo sarà mai
stato?” mi chiedo confusa. “Julian me lo saprebbe dire.” Fa male anche solo
pensare il suo nome, così reprimo subito il ricordo.
Qualche altra
bandana rossa mi sfreccia davanti nell’aria li-vida e cerco una figura
familiare. Ma non vedo Cal da nessuna parte, sono terrorizzata.
«Non me ne vado
senza di lui.»
Shade non ha
bisogno di chiedere a chi mi riferisca. Lo sa già. «Il principe verrà con noi.
Hai la mia parola.»
La mia risposta mi
lacera dentro: «Non ti credo».
Shade è un soldato.
Non ha avuto certo una vita facile e non è estraneo al dolore. Eppure, la mia
affermazione lo ferisce pro-fondamente. Glielo leggo negli occhi.
“Dopo gli chiederò
scusa” dico a me stessa. Sempre se ci sarà un dopo.
Un altro missile ci
sorvola e va a finire qualche strada più in là. Il fragore dell’esplosione in
lontananza non copre il rumore penetrante e spaventoso che si leva intorno a
noi.
È il passo
cadenzato di migliaia di soldati in marcia.
Awwwwww questo libro dovrà essere mio prima o poi!!! Mi era piaciuto moltissimo “Regina rossa” e ora voglio proprio scoprire cosa mi aspetta in questo secondo volume. Grazie mille per aver condiviso con noi l'incipit, l'ho letto tutto d'un fiato ^_______^
RispondiEliminaNon sapevo di questo BT! Lo seguirò con estremo piacere. L'incipit è meraviglioso *__* la mia mail è romano.marco86@gmail.com
RispondiEliminaPartecipo al bt perchè non vedo l'ora che esca!!! *-* L'incipit è meraviglioso! :3
RispondiEliminaIl mio indirizzo email è: valentina.panzetta@gmail.com
Io ero sempre stata nel dubbio, ma qualche settimana fa ho ceduto quando nella libreria vicino a casa ho visto "Red Queen" e "Cruel Crown" in lingua - inutile dire che sono uscita con i volumi sottobraccio.
RispondiEliminaE che incipit che è questo! O_O
La mia email è lonely_dreamer@hotmail.it
Lessi il primo volume spinta dalla curiosità. Me ne innamorai dal primo capitolo ! :) Trovo questa serie di libri molto interessante e questo genere letterario rimane indubbiamente uno dei miei preferiti. Partecipo con entusiasmo a questo Blog tour ! :D
RispondiEliminaLa mia mail è : clauz.montagna@gmail.com
Questo blogtour mi interessa assai! "Regina Rossa" mi era piaciuto molto e non vedo l'ora di leggere questo!! *__* Poi, l'incipit mi ha messo ancora più voglia di prenderlo!
RispondiEliminaLa mia mail è valemau99@hotmail e adesso vado a compilare il form :3
Partecipo volentieri questa serie mi intriga molto..la mia email è bebatag@gmail.com
RispondiEliminaPartecipo volentieri questa serie mi intriga molto..la mia email è bebatag@gmail.com
RispondiEliminaGrazie a questo nuovo blog tour ho scoperto questa serie che non so per quale motivo mi era sfuggita!
RispondiElimina;)
partecipo, la mia mail è : eleonora.ci92@gmail.com
Wowww che incipit!! Confesso di non conoscere questa serie,ma non è mai tardi per rimediare. Grazie mille partecipo con piacere
RispondiEliminamila.mali@hotmail.it
mi ispira davvero tantissimo! e che copertina!
RispondiEliminapartecipo e condivido!
Luigi Dinardo
luigi8421@yahoo.it
Bello l'incipit e molto particolare la cover!partecipo, incrocio le dita!
RispondiEliminaGFC/FB: Chicca Tamburrino
e-mail: pleadi@inwind.it
Ciao (:
RispondiEliminaHo letto Regina Rossa giusto una settimana fa, quindi siccome sono impaziente di sapere come continua partecipo molto volentieri! Speriamo in un po' di fortuna :3
La mia mail: angelica.bellantoni@hotmail.it
Lo aspetto da troppo tempo *-* Sono super curiosa, dicono sia migliore del primo volume <3
RispondiEliminaEcco la mia email: perla.arcobaleno@live.com
Io sono innamorata di Cal e Mare è fortissima, quel 'Non ti credo' a Shade è una pugnalata! Devo leggere il seguito! *-*
RispondiEliminaNon vedo l'ora di poter leggere questo libro, mi piace moltissimo!
RispondiEliminaNon vedo l'ora di leggerlo! Nel frattempo provo a partecipare al blogtour (anche se non ho mai partecipato a un blogtour!!!) :D
RispondiEliminaLa mail: angela.luciani87@gmail.com
Mi ispira tantissimo e mi piacerebbe molto poter avere il cartaceo. La mia mail è celelele95@gmail.com
RispondiEliminaEccomi!! Sono un po' in ritardo, ma ho appena scoperto questo giveaway e, visto e considerando che sono appena uscita da un altro, sono felicissima di partecipare anche a questo :D
RispondiEliminaHo amato alla follia Regina Rossa, aspettavo il seguito da mesi *-* ♥
La mia mail: cosmicpegasus98@gmail.com
Mi interessa parecchio questo blogtour. La mia mail è lalie.fox@gmail.com voglio questo seguito!
RispondiEliminaQuesto è un altro libro che finisce nella mia lunghissima lista...
RispondiEliminaLa mia mail è saia.88@hotmail.it
ma poi chi ha vinto? ;)
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