Partiamp allora con la (lunga) recensione di Albion di Bianca Marconero, ovvero la migliore lettura dell'estate 2015 (almeno fino a questo momento). Ringrazio l'autrice per la copia messa a disposizione e per aver creato una storia così avvincente (per una volta le mie aspettative non sono state deluse ma superate, fatto più unico che raro).
TITOLO: Albion
AUTORE: Bianca Marconero
PREZZO (CARTACEO): 14,90 €
PREZZO
(EBOOK): 2,99€
TRAMA: Cresciuto senza madre, e dopo aver perduto il fratello
maggiore – morto in circostanze misteriose –, nel giorno del funerale
dell’amatissimo nonno, Marco Cinquedraghi riceve la notizia che gli cambierà la
vita: deve lasciare Roma e partire per la Svizzera. È infatti giunto il momento
di iscriversi all’Albion College, la scuola in cui, da sempre, si diplomano i
membri della sua famiglia. Ma il blasonato collegio riserva molte sorprese. Tra
duelli di spade e lezioni di filologia romanza, mistici poteri che riaffiorano
e verità sepolte dal tempo che riemergono, Marco scoprirà il valore
dell’amicizia e capirà che l’amore, quello vero, non si ottiene senza
sacrificio. Nelle trame ordite dal più grande dei maghi e nell’eco di un amore
indimenticabile si ridestano legami immortali, scritti nel sangue. Fino
all’epilogo, tra le mura di un’antica abbazia, dove Marco conoscerà la strada
che le stelle hanno in serbo per lui. Il destino di un re il cui nome è
leggenda.
Tra i fantasy
italiani che ho letto di recente, Albion occupa sicuramente un posto di
rilievo. A dire il vero non sapevo esattamente cosa aspettarmi dal romanzo,
nonostante le numerose recensioni positive lette, e così sono riuscita a
sorprendermi ad ogni pagina godendomi tutta la storia, che si è rivelata essere
veramente un'ottima lettura, forse più di quanto immaginassi.
Sono vari gli
elementi che possono appassionare al romanzo: un buon protagonista,
l'ambientazione accademica, e il riferimento al ciclo arturiano, che è la
chiave portante della storia.
Il protagonista del
romanzo è Marco Cinquedraghi, un ricco ragazzo italiano che, alla morte del
nonno, viene costretto dal padre a frequentare l'Albion, tanto prestigioso
quanto particolare collegio svizzero, al posto del fratello, scomparso anni
prima. La scuola non solo presenta un'atmosfera inquietante, ma nasconde anche
numerosi misteri, a partire dai particolari requisiti di ammissione (solo il
primogenito di una famiglia vi può prendere parte) fino alle materie insegnate
(di cui cinque insegnamenti, i cosiddetti obbligati,
sono necessari e tra i quali figura anche storia del combattimento antico!)
L'Albion inoltre al
suo interno presenta una netta spaccatura sociale: essa infatti viene
frequentata da due gruppi di studenti: i regolari, che possono permettersi di
pagare la retta dell'istituto, e i borsisti, che vengono costretti a svolgere
dei servizi in cambio di una borsa di studio.
Inutile dire che,
con una trama del genere, non ci si può annoiare...
Senza inoltre
considerare la vera chicca del romanzo: il riferimento al ciclo arturiano.
Sapevo che era presente -lo si legge tranquillamente nella quarta di copertina-
e, per quasi tutto il romanzo mi sono chiusa come sarebbe stato inserito nella
narrazione e quanto vi avrebbe influito. Mi sono divertita a seguire gli
"indizi" lasciati dall'autrice e, nonostante mi fossi, ahimè,
avvicinata ben poco alla verità, sono stata felice di essere sorpresa da più di
un colpo di scena.
I personaggi sono
veramente ben realizzati: si tratta infatti di individui veri e propri, dotati
di una personalità ben sviluppata, a cui risulta facile affezionarsi. Un
esempio lampante è Marco, il protagonista: nonostante, almeno all'inizio, sia
antipatico a metà scuola, a me è piaciuto subito, perché l'ho trovato credibile,
diviso com'è tra la simpatia che prova nei confronti dei borsisti e la voglia
di affermarsi all'interno dell'Albion, che lo porta spesso a comportamenti da
"stronzetto" (passatemi il termine...) Tra gli altri personaggi
spicca su tutti il gruppo dei borsisti: tra loro, il mio preferito è
sicuramente l'irlandese Deacon Emrys, la cui simpatia è innegabile!
Lo stile
dell'autrice è forse l'elemento migliore del romanzo: scorrevole, ma non per
questo troppo semplicistico e ben curato, permette al lettore di godersi appieno
la storia. I capitoli sono abbastanza brevi e, per quanto mi riguarda, sono
come le ciliegie: uno tira l'altro, ed è difficile, una volta iniziata la
lettura, interromperla, perché in ogni capitolo accade sempre qualcosa che
porta avanti la trama principale. I punti morti della vicenda sono davvero
pochi, e il ritmo narrativo in generale è veloce, fatto che rende il romanzo un
vero "page-turner", che spinge il lettore a continuare a leggere fino
a che non trova una risposta alle proprie domande.
Perché, almeno per
me, il potersi fare delle domande durante la lettura è indice di un romanzo
avvincente e che riesce a coinvolgere il lettore nella storia: fidatevi, mentre
leggevo Albion mi sono chiesta più o meno di tutto, dalle domande più sensate
(chi o cosa si nasconde dietro questo collegio?) a quelle più stupide o
divertenti (chi è il parrucchiere di Deacon?)
Sempre per quanto
riguarda la scrittura, ho apprezzato in particolare la cura dei dettagli, in
particolare nelle scene di combattimento, dove spicca la scelta di vocaboli
specialistici, che personalmente non conoscevo (al punto che ho tirato fuori la
mia copia Kindle di Albion e li ho cercati sul vocabolario). Questa scelta non
solo contribuisce a un maggior realismo, ma mi ha permesso di aggiungere
qualche parole al mio vocabolario
C'è qualcosa che mi
ha fatto storcere il naso in Albion? Generalmente no, ho trovato questo romanzo
una delle migliori letture degli ultimi mesi, tuttavia forse il finale mi ha
lasciato un attimo perplessa. Non per quanto riguarda le scelte narrative, che
al contrario ho trovato il coronamento della trama del romanzo (nonostante la
maggior parte delle mie convintissime previsioni non si siano avverate), ma
semplicemente ho avuto l'impressione che tutto si fosse concluso troppo
bruscamente. Il finale infatti è ben narrato, il ritmo è rapidissimo e gli
eventi si susseguono l'uno dopo l'altro, ma non hai neanche il tempo di
assimilarli che -puf- il romanzo termina e tu ti ritrovi con ancora più
domande. Non che questo sia un difetto vero e proprio, ma forse avrei preferito
un capitolo in più di conclusione.
Per il resto Albion
è stato veramente una sorpresa, tanto più che la mia valutazione è di quattro
stelline e mezzo, con la speranza che il seguito presto in uscita, Albion
-Ombre (il cui titolo non mi ispira niente di buono...) possa ottenere la
valutazione piena!
Sono davvero tanto contenta che ti sia piaciuto :3 non so se Bianca te l'ha detto, ma le avevo consigliato io il tuo blog! Son contenta di aver fatto centro u.u
RispondiEliminaTi ringrazio moltissimo! In effetti l'ho adorato! (credo che si capisca dalla recensione)
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