Ciao a tutti! E' il turno oggi di una recensione trash di un libro trash di un personaggio socail/televisivo che ho conosciuto solo di recente. Stiamo parlando di Siamo tutti bravi con i fidanzati degli altri, opera prima di Tommaso Zorzi, noto per la sua partecipazione a Riccanza, Pechino Express, Cortesie per gli Ospiti e per la sua presenza sui social.
AUTORE: Tommaso Zorzi
COLLANA: Libri Mondadori
PREZZO (CARTACEO): 18,00€
PREZZO (EBOOK): 9,99€
TRAMA: "Questo sarà l'anno del mio fidanzamento, l'ho deciso. Sì, Filippo Villa, ventiquattro anni, milanese da generazioni, giornalista sportivo e party-boy, quest'anno si fidanzerà. E adesso ho qualcosa come tredici chat attive su Grindr, che è tutto un pullulare di messaggi." Fortunatamente nella sua ricerca Filippo non è solo. Accanto a lui c'è Bea, l'amica di una vita e coinquilina da sempre che, tra stronzi fedifraghi, sfigati colossali e spiantati totali, a ragazzi non è messa poi tanto meglio. Ma si sa, la speranza è l'ultima a morire, almeno finché viene alimentata dal vino bianco di pessima qualità che ogni sera Alice porta a Bea e Filippo in cambio di un posto sul divano del loro appartamento di Porta Venezia, nel cuore del quartiere della festa milanese. La malasorte sentimentale sembra invertire la sua rotta quando Filippo, grazie all'inseparabile Gilda, il suo bellissimo esemplare di bassotto a pelo ruvido, incrocia il proprio destino con quello di Diego: dog sitter, uno e novanta, moro, occhi neri. Un bòno, insomma. Diego ha solo un piccolo, trascurabile difetto: ha una fidanzata che lo aspetta a Monopoli, in Puglia. Dettagli. Diego è perfetto, è dolce, passionale, insomma è quello giusto. Ma non è tutto oro quel che luccica. Magari è solo bigiotteria fatta bene. Tra aperitivi troppo alcolici, poke al salmone e maratone di serie tv, in questo romanzo Tommaso Zorzi racconta con leggerezza e ironia l'amore, l'amicizia, il sesso e le relazioni ai tempi di Grindr. Perché sì, Siamo tutti bravi con i fidanzati degli altri, ma poi, quando tocca a noi, è un vero casino.
L'autore |
Siamo tutti bravi coi fidanzati degli altri è
un libro trash e non di quelli involontari: lo scopo dell'autore era infatti,
secondo me, quello di creare una storia breve e divertente, senza cercare di
impegnarsi a trattare temi con più spessore di un foglio di carta.
Il protagonista, Filippo Villa, lavora come giornalista
sportivo, ha per coinquilina la sua migliore amica Bea e, al primo posto nella
lista dei buoni propositi del nuovo anno, ha la ricerca di un nuovo fidanzato.
I primi appuntamenti di Filippo con
sconosciuti rimorchiati su Grindr falliscono miseramente, ma, proprio quando
tutto sembra essere perduto, il nostro protagonista incontra Diego: bello,
amante dei cani (è un dog sitter) e bisessuale. L’attrazione tra i due è alle
stelle, ma quando Filippo inizia a sentire i sintomi inequivocabili di una
malattia piuttosto imbarazzante, la vera natura di Diego verrà alla luce, con
tanto di imprevedibili colpi di scena e vendette ben organizzate, che rappresentano
il punto più alto del libro.
Non c’è molta originalità in Siamo tutti
bravi coi fidanzati degli altri: il protagonista è la variante milanese del
protagonista di una commedia romantica, le sue amiche sono le classiche
comprimarie che lo supportano e lo sopportano (con litigate annesse e
connesse), i suoi love interest ricadono nei vari cliché del genere e persino
lo sviluppo finale della trama ha un che di visto e rivisto.
Non che questo sia un grave problema: Siamo
tutti bravi con i fidanzati degli altri vuole solo far sorridere il lettore,
con la natura, divertente e divertita, che condivide con il suo autore.
Il fatto però è che questo, spesso, avviene a
scapito del contenuto.
E’ vero, mi sono fatta delle risate leggendo
Siamo tutti bravi con i fidanzati degli altri, ma a volte ho avuto
l'impressione che l'autore prendesse sottobanco temi che avrebbero potuto
essere spunto per una riflessione intelligente e che invece vengono usati solo
come un pretesto per dare vita a situazioni paradossali.
Uno su tutti: le malattie sessualmente
trasmissibili. Il punto cardine della trama, infatti, è un'epidemia di gonorrea
che lega i vari personaggi e permette non solo di far prendere un mezzo infarto
al protagonista, ma anche di scoprire intrecci nascosti e tradimenti
inaspettati. Per quanto il protagonista ci tiene a rimarcare che lui ci tiene a
farlo protetto, e che monitora costantemente la sua salute (con tanto di scena ambientata
al centro di prevenzione), il fatto è che tutta questa questione viene
affrontata in maniera fin troppo ridanciana: insomma capisco che la reazione
del protagonista possa essere comica, ma il modo in cui lui e Bea si comportano
nei confronti i una povera comparsa secondaria di nome Sandro, ridendo del
fatto che avrebbe potuto prendersela anche lui, senza avvisarlo nemmeno, non mi
ha fatto ridere per niente.
Anche l’accenno all’omofobia l’ho trovato un
po’ superficiale, inserito non tanto per ragioni di narrazione quanto perché è
un tema attuale: il protagonista ci parla di aver subito attacchi omofobi e a
un certo punto della storia incontra anche un personaggio esplicitamente
omofobo, ma, entrambe le volte, questo argomento viene soltanto sfiorato.
Non è che perché stai scrivendo una commedia
trash devi avere un livello di contenuti pari a zero, anzi. Anzi, proprio l’autore,
visti i suoi trascorsi personali, avrebbe potuto sfruttare questa chance per
lanciare messaggi positivi.
In conclusione la mia valutazione è di tre
stelline. Siamo tutti bravi coi fidanzati degli altri mi ha divertito, e
sicuramente l’ho trovato meglio del libro di Giulia de Lellis, ma se devo
andare oltre alle risate grossolane e al trash che regna sovrano, sotto sotto
non rimane molto.
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