Ok, ultimo post per oggi. Chiudo con un libro per cui sono la pecora nera della blogsfera: negli ultimi giorni leggo solo post per cui "dovete leggere Middlegame!", "oh leggetelo tutti ne vale la pena!".
A me Middlegame di Seanan McGuire non è piaciuto. Ho dato tre stelle perché l'autrice scrive bene, la trama è ben ragionata e, sinceramente, sono la prima a dire che due stelline per un libro di questo tipo mi sembrava davvero troppo poco. Tuttavia non posso negarlo: non ho sentito nei confronti di Middlegame tutto ciò che le mie colleghe hanno provato e, nella recensione, cerco di spiegarvi perché.
AUTORE: Seanan McGuire
COLLANA: Oscar Vault
PREZZO
(CARTACEO): 22,00€
PREZZO
(EBOOK): 9,99€
TRAMA: Ecco Roger. Ha un vero dono per le parole, comprende istintivamente ogni linguaggio e sa che è il potere delle storie a regolare i meccanismi dell'universo. Ed ecco Dodger. È la sorella di Roger, la sua gemella per la precisione. Anche lei ha un dono, per i numeri: sono il suo mondo, la sua ossessione, il suo tutto. Qualunque cosa le si presenti alla mente, Dodger la elabora con il potere della matematica. I due fratelli non sono propriamente umani, anche se non lo sanno. Non sono neanche propriamente divini. Non del tutto... non ancora. E poi c'è Reed, esperto alchimista, come la sua progenitrice. È stato lui a dare vita ai gemelli. Non si potrebbe definirlo il loro "padre". Non proprio. Ma come tutti i genitori, per i due ragazzi ha un piano ambizioso: far sì che raggiungano il potere assoluto, e poi reclamarlo per sé. Diventare "dei in Terra" è una cosa possibile. Pregate soltanto che non accada.
Se
dovessi definire Middlegame di Seanan McGuire con un aggettivo, sarebbe
sicuramente "delirante".
Perché
la lettura di questo libro si è rivelata un delirio, e non saprei se nel senso
positivo o spregiativo del termine.
Middlegame
è l'opera di una pluripremiata autrice americana, Seanan McGuire e ha alla base
il tema dell'alchimia. Reed, infatti, è l'ultimo adepto rimasto in vita di
Asphodel Baker, la più grande alchimista americana di sempre, e ha un
obiettivo: ottenere il potere assoluto sfruttando la Dottrina dell'Ethos. Cosa
sia o cosa comporti questa Dottrina, non l'ho ben capito ma fatto sta che Reed
cerca di incarnarla in coppie di bambini, gemelli, creati appositamente per lo
scopo.
Seth
e Beth, Tim e Kim... i bambini sono sempre un maschio e una femmina, con i nomi
in rima, di cui uno incarna il potere del linguaggio e l'altro quello della
matematica.
Anche
Roger e Dodger fanno parte di questo esperimento... Solo che non lo sanno.
I
due non si conoscono nemmeno, dato che Roger è stato adottato da una coppia del
New England e Dodger della California, dall'altra parte del paese. Eppure i due
sentono la presenza l'uno dell'altro, sviluppano un legame psichico particolare
e, pur ignorando, almeno all'inizio, la loro parentela, finiscono sempre per
ritrovarsi, sviluppando un rapporto di fratellanza sempre più profondo.
A
mio avviso Middlegame è una storia con un ottimo potenziale sfruttato nel
peggiore dei modi.
Credo
che il peggiore dei problemi di questo romanzo sia la confusione.
Evidentemente, trattando di alchimia e l'esoterismo, l'autrice deve aver
pensato che sarebbe stata una buona idea mantenere la narrazione su toni foschi
e nebbiosi per tutto il romanzo. E lo è stata?
Secondo
me, no.
La
storia non ha mai ingranato veramente. Le prime cento pagine, poi, sono state,
da questo punto di vista, terribili: l'autrice fa intervenire subito questi
personaggi misteriosi, Asphodel, Reed, Leigh, di cui impareremo a larghe linee
di cosa si occupano solo più avanti, e li fa discutere subito di esperimenti e
principi alchemici, senza dare la minima informazione al lettore. Capisco voler
evitare gli spiegoni a tutti i costi, ma esiste un punto a metà strada tra
cento pagine di infodump (come è accaduto ad esempio in Crescent City) e il non
dare un minimo punto di riferimento al lettore, lasciandolo brancolare nel buio
per quasi cinquecento pagine e senza nemmeno una Mano della Gloria a illuminare
la via.
E
qui cito la Mano della Gloria, il manufatto che vedete raffigurato sulla
copertina del romanzo e che possiamo prendere ad esempio del modus operandi
dell'autrice: la McGuire, infatti, introduce la Mano della Gloria in una scena
cruciale del romanzo, ne parla brevemente in due righe, un lettore curioso si
aspetta più una descrizione più dettagliata delle sue proprietà, o un uso
particolare e invece no, finisce per essere impiegata come una candela
qualsiasi senza più approfondimenti sulla sua creazione o le sue virtù.
Una fan art del libro (con tanto di Mano della Gloria) - trovata su Tumblr |
Il fatto è che anche personaggi e scrittura, sebbene non abbiano particolari problemi, non mi hanno conquistata.
Tra
i personaggi mi è mancato quello divertente, a cui affezionarsi, per cui fare
il tifo. Roger e Dodger non sono male, ma li ho trovati entrambi molto seriosi
e talmente diversi dalle persone normali che è stato difficile simpatizzare con
loro. A un certo punto della storia, credo che non mi sarebbe nemmeno importato
se fossero morti o meno. Lo stesso vale per i comprimari: sono tutti talmente
nebulosi, misteriosi, o appaiono per talmente poche scene, che nessuno mi è
rimasto impresso.
Anche
lo stile non mi ha convinto: non tanto per la scrittura, perché la McGuire ha
uno stile molto personale, evocativo e, oserei dire, adatto a trattare
argomenti misteriosi e complessi. Il fatto è che il romanzo è incredibilmente
lento e, soprattutto nella prima parte, si è rivelato un mattone difficile da
digerire. Con il passare dei capitoli la situazione migliora, ma mai abbastanza
da spiccare il volo.
Nonostante
la storia preveda omicidi, tradimenti e scene d'azione, tutto rimane fortemente
ovattato da questo stile così arzigogolato da risultare caotico, che finisce
per togliere anziché aggiungere pathos alla vicenda.
Per
questo motivo la mia valutazione è di sole tre stelline. Non è un romanzo
scritto male: i personaggi sono caratterizzati in modo discreto, la trama si
vede che stata studiata e l'autrice
conosce la nobile arte della scrittura.
Tuttavia
avevo aspettative molto alte e sono rimasta abbastanza delusa.
Inoltre
il romanzo inizialmente è stato pensato come autoconclusivo ma, proprio qualche
giorno fa, l'autrice ha annunciato un seguito: io non so proprio cosa
aspettarmi e, a dire il vero, non so nemmeno se lo leggerò...
Middlegame è uno di quei romanzi che sto vedendo ovunque, inviati a chiunque ma di cui in realtà non me ne frega proprio niente
RispondiEliminaIn realtà è un libro molto particolare... a me non ha fatto impazzire ma magari potrebbe piacerti
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