giovedì 16 maggio 2019

Recensione: La leggenda del libro sacro. L'Ondembrah - Teresa M. Desiderio

Ciao a tutti. E' inutile: complice GoT sono in fase fantasy. DEVO leggere fantasy, in tutte le salse. Attualmente sono alle prese con quella belva che è Giuramento di Brandon Sanderson ma vi lascio comunque la recensione di questo esordio, interessante anche se ci sono cose da migliorare, che ho letto qualche tempo fa. Ringrazio la Fanucci per la copia offerta in occasione del blogtour. 

TITOLO: L'Ondembrah
AUTORE: Teresa M. Desiderio 
COLLANA: Fanucci Editore
PREZZO (CARTACEO): 22,00€
PREZZO (EBOOK): 4,99€
TRAMA: A Sannoth, mondo incantato abitato da ben nove razze differenti, ogni abitante possiede una scintilla magica chiamata Shinpha. Gli Shannobrah cominciano a usarla solo dopo il compimento del decimo anno di età, nel giorno in cui si celebra il Phatiobrah, la festa che consacra questa iniziazione. Goshda e Fadfra sono gemelli e si accingono a rompere il Grongo, il ‘sigillo blocca magia’, nello stesso giorno. Eppure fatti inaspettati e terribili segneranno una giornata che sarebbe dovuta essere meravigliosa. L’apparizione di una piccola e candida piuma porterà scompiglio tra i presenti e farà sì che i due fratelli seguano destini diversi. Fadfra verrà rapita da Yonah, il sovrano degli Elfi custode di una verità inimmaginabile, mentre a Goshda spetteranno compiti ben più gravosi... Su chi ricadrà la sorte di essere il leggendario Ondembrah, il tanto atteso ‘nono dono’? Solo lui sarà in grado di affrontare la missione più importante: risvegliare i dormienti.
Il primo capitolo di una potente saga fantasy, un mondo magico popolato da creature strabilianti e governato da forze indomabili.



L'Ondembrah è il primo libro di una nuova serie fantasy italiana, nonché romanzo d'esordio di Teresa M. Desiderio edito da Fanucci. Si tratta di un libro corposo, quasi cinquecento pagine, e con una storia che faccio molta fatica a descrivere in poche parole e, in questo caso, non è colpa della complessità della trama.

Infatti L'Ondembrah è un romanzo di contrasti: da una parte abbiamo un world-building davvero originale, e curato in ogni minimo dettaglio, dall'altra una trama fin troppo classica, in cui sono presenti tutti, e dico tutti, gli elementi tipici del genere fantasy, con il rischio di cadere in continuazione nello stereotipo o nel banale.
La coppia di protagonisti destinata fin dalla nascita ad un destino radioso e con tanto di poteri fuori dal comune? C'è. Il maestro a metà strada tra Gandalf e Silente? C'è. Gli elfi perfettini? I nani brontoloni? Il prescelto eletto dall'antica profezia di un'entità superiore?
Ci sono. Ci sono. Ci sono.
Fortunatamente, come già detto in precedenza, è il world-building a salvare la situazione.
Il continente di Sannoth in cui è ambientata la storia, viene descritto in ogni minimo particolare, e non parlo solo delle città presente e dei suoi abitanti: stagioni, mesi, calendario, persino la sua astronomia sono creati ex-novo. Infatti, tutta l'ambientazione è frutto della creatività della Desiderio, che riesce, con una certa inventiva, a dare vita dal nulla a un mondo fantasy originale, complesso eppure credibile.
Questo riesce solo in parte a compensare la trama, che un po' riunisce in sé molti, forse troppi, capisaldi del fantasy classico, e un po' parte con un ritmo lento, veramente lento.
L'Ondembrah è infatti un romanzo lungo, quasi cinquecento pagine contando anche le appendici, e le prime cento pagine le ho trovate un po' lente, ricche di paragrafi informativi e un po' piatte, al punto che non riuscivo ad appassionarmi alle vicende. Tuttavia, andando avanti, il ritmo narrativo  inizia ad accelerare e la storia ha cominciato finalmente ad interessarmi anche se, devo avvertirvi, non aspettatevi chissà quali colpi di scena: L'Ondembrah è solo il primo volume di una serie e funge principalmente da introduzione a una vicenda complessa che viene solo in parte approfondita.
Per quanto riguarda i personaggi la prima cosa che salta subito all'occhio sono... i nomi impronunciabili. Giuro, ho fatto fatica a ricordarmi i nomi dei protagonisti e dei loro amici, per colpa della quantità di acca impiegate dall'autrice. Io non sono una sostenitrice della teoria che "le acca fanno fantasy" e in generale preferisco nomi più corti e più immediati, ma, fortunatamente, un personaggio può essere caratterizzato in maniera impeccabile anche a dispetto del nome.
Con i personaggi dell'Ondembrah, però, non è esattamente così: per ora, infatti, i protagonisti viaggiano tutti su binari abbastanza standard. Goshda, il protagonista, è il classico prescelto che non crede di essere all'altezza del suo ruolo ma che, in realtà, ha poteri che i suoi coetanei possono solo sognare, Vassdalk è il classico maestro saggio che sa sempre qual è la cosa giusta da fare, e funge da guida per l'eroe, gli amici di Goshda si dividono in quello simpatico, la secchiona, e il presuntuoso. Niente di nuovo sotto al sole, certo, c'è da dire che essendo comunque il primo libro di una saga il percorso di crescita dei personaggi è ancora all'inizio e hanno ancora tempo per allontanarsi dai binari.
Anche lo stile dell'autrice mi è sembrato ancora acerbo. Uno dei primi consigli che viene dato agli scrittori, e soprattutto a quelli di fantasy, è di evitare il cosiddetto "infodump", cioè la pratica di presentare al lettore troppe informazioni, tutte insieme, e nei momenti meno opportuni. L'Ondembrah è, soprattutto nelle prime pagine, ricco di infodump: ciò rende la lettura un po' farraginosa e pesante. Capisco la complessità del world-building, ma a mio avviso le appendici, complete e dettagliate, avrebbero potuto essere usate proprio per evitare l'abuso di questi paragrafi informativi.
Tuttavia, una volta entrata nella storia e nel mondo di Sannoth, ho iniziato ad appassionarmi alle vicende di Goshda e della sua gemella Fadfra, al punto che sono arrivata all'ultimo capitolo senza neanche accorgermene e, dato anche il finale aperto, spero che venga presto pubblicato anche il secondo volume.
Quindi? La mia valutazione è di tre stelline piene, che, per quanto possano sembrare poche, è in realtà un giudizio comunque positivo. L'Ondembrah è un romanzo che ha sia pregi che difetti ma spero che, come Goshda è un personaggio in crescita verso un futuro da eroe della propria storia, anche l'autrice possa crescere in esperienza e regalarci dei seguiti mozzafiato.

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