TITOLO: La città del terrore
COLLANA: First Newton Compton
PREZZO (CARTACEO): 7,42 €
PREZZO
(EBOOK): 2,99€
TRAMA: E ast River Park, New York. È mattina presto e la gente fa jogging ignara di un corpo che giace dietro la rete metallica di un capannone in disuso. È il cadavere di Chelsea Hart, una bellissima studentessa in vacanza a New York: strangolata, il volto sfregiato, i lunghi capelli biondi tagliati. L’ultima volta è stata vista nel privé di un club esclusivo di Manhattan. Ed è qui che si concentrano le indagini, no a restringersi intorno all’ambigua gura di un broker della City che era in compagnia della vittima la sera prima. Ma Ellie Hatcher, giovane e a ascinante detective della Omicidi, sa che il caso è più complicato di quello che sembra. Mentre indaga nei locali patinati della notte newyorkese, tra luci psichedeliche e ombre inquietanti, Ellie trova nuovi elementi e coincidenze sempre più strane. Fino a una scioccante scoperta: anni prima a New York sono stati rinvenuti altri tre cadaveri di giovani donne con alcune ciocche di capelli tagliate. I colleghi della squadra investigativa non vogliono saperne delle stravaganti ipotesi di Ellie, e lei si ritrova da sola a fronteggiare un serial killer astuto e spietato. Che le ha già recapitato un messaggio inequivocabile: la prossima vittima sarà lei.
Non sempre
l'originalità risulta un pregio per una storia: talvolta infatti, chi troppo
osa, esagera, mentre chi rimane nei binari segnati di un genere letterario può
tirare fuori un libro degno di nota da premesse trite e ritrite. La città del
terrore di Alafair Burke è un romanzo del genere: non c'è niente fra le sue
pagine, che faccia gridare alla novità, alla creatività assoluta, ma la storia
che l'autrice riesce a creare è solida ed intrigante, e si rivela un'ottima
lettura, dove la mancanza di originalità non viene nemmeno percepita. Avevo già
letto La ragazza nel parco, e già in quell'occasione mi era saltata all'occhio
l'abilità della Burke di creare storie credibili e appassionanti, e anche in
questo caso non si è smentita. Il più grande pregio di Alafair Burke è quello,
infatti, di essere esperta del settore: figlia di un luminare della
giurisprudenza, ha lavorato tanti anni come procuratore, a stretto contatto con
la polizia, e credetemi se vi dico che ciò emerge nei suoi romanzi. Anche in La
città del terrore l'atmosfera brulicante che si crea nelle ore immediatamente
successive all'omicidio di Chelsea Hart, giovane studentessa dell'Indiana
uccisa dopo una serata di baldoria a New York, è descritta nei minimi
particolari, rendendo il lettore partecipe della vicenda.
La protagonista, la
giovane agente della squadra omicidi Ellie Hatcher, dopo aver risolto con
successo il suo primo caso nella omicidi, si trova suo malgrado coinvolta in
una torbida storia di movida e locali, di conquiste di una notte e ragazza
bionde sole a New York.
Unica pecca del
romanzo? Purtroppo si tratta del secondo di una serie, ma questa indicazione
non viene riportata da nessuna parte, al punto che non so nemmeno se il primo è
stato mai tradotto in Italia. Ciò significa che per tutto il racconto si fa
riferimento a un caso che il lettore non conosce, la caratterizzazione di Ellie
Hatcher non approfondisce aspetti già trattati nel romanzo precedente, e, per
tutta la lettura, ho avvertito questo senso di incompletezza che, nonostante la
storia sia perfettamente autoconclusiva, mi ha dato un po' fastidio.
Ciò si riflette
anche nella descrizione dei colleghi di Ellie: tutti sono già stati presentati
per la prima volta, e sebbene l'autrice ne dia comunque una sommaria
descrizione, la sensazione che qualcosa sfugga è evidente.
Per quanto riguarda
la scrittura, Alafair Burke si distingue per la cura dei dettagli. Non che
abusi di descrizioni ricche di dettagli, ma la sua penna, pratica e scientifica,
conosce il settore ne dona al lettore un quadro realistico e coinvolgente. Le
procedure del caso vengono analizzate in modo da dare un'idea al lettore di
come si svolgono realmente le indagini in un distretto della polizia
statunitense, ma la narrazione è sufficientemente romanzata in modo da non
scendere nella saggistica e soprattutto da non annoiare il lettore. Anche il
lato umano dei personaggi è approfondito in modo da permettere al lettore di
affezionarsi a loro, nonostante l'autrice utilizzi la terza persona che,
soprattutto nel genere giallo, tende a risultare un po' fredda.
La soluzione del
caso, per quanto abbastanza classica nel suo svolgimento, è comunque, a mio
avviso, inaspettata, senza risultare tuttavia artificiosa: ho trovato dunque il
finale, un vero colpo di scena, la ciliegina sulla torta di un romanzo
convincente.
Perciò la mia
valutazione è di quattro stelline, con un meno dovuto al fatto che mancano
alcuni aspetti, come una caratterizzazione esaustiva dei personaggi, che non sono
dovuti totalmente all'autrice, ma al fatto che il romanzo sia comunque il
secondo di una serie. In ogni caso Alafair Burke si rivela sempre più una
garanzia, e spero di vedere presto tradotti in Italia anche gli altri libri
della serie dedicata ad Ellie Hatcher.
Ho adocchiato questo titolo qualche giorno fa ed ero proprio curiosa di leggerne la recensione! La trama mi incuriosisce molto, ma se è il secondo della serie mi dispiacerebbe un po' iniziare una storia a metà...
RispondiEliminaAlla fine secondo me merita più di altri gialli... magari durante una delle iniziative Newton ti consiglio di farci un pensierino (io l'ho preso a 99cent) Comunque siccome amo la Burke spero che arrivino in Italia anche gli altri!
EliminaNon sembra affatto male!
RispondiEliminaNon lo è, anzi si è rivelato addirittura migliore rispetto alle mie aspettative
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