mercoledì 8 aprile 2015

Recensioni: Con un poco di zucchero - Chiara Parenti

Buongiorno! Oggi sono tornata all'università: ma perché non potevano farci stare a casa proprio il giorno più pesante? Io non capisco... In ogni caso oggi recensione, in tema con l'abbuffata dolce di Pasqua: il dolcissimo e divertentissimo romanzo di Chiara Parenti mi è rimasto proprio dentro!

TITOLO: Con un poco di zucchero
AUTORE: Chiara Parenti
COLLANA: Rizzoli Youfeel
PREZZO (EBOOK): 2,49€

TRAMA: A trent’anni suonati Matteo Gallo, aspirante scrittore senza soldi e senza speranze, è costretto a vivere con la sorella Beatrice e “loro”, Rachele e Gabriele, i due scatenatissimi nipotini. Nessuna delle tate finora ingaggiate è riuscita a domarli. Ma ecco che, come per magia, un pomeriggio di fine settembre, un forte vento che spazza le nubi dal cielo porta tata Katie.
Beatrice e i suoi bambini restano subito incantati da questa ragazza inglese un po’ stravagante e scombinata, che fa yoga, mangia verdure, va pazza per i dolci... e che con le sue storie fantastiche e i suoi giochi incredibili è in grado di cancellare l’amaro della vita. Matteo invece cercherà (o crederà) di sottrarsi al suo influsso: ma sarà tutto inutile, perché Katie compirà su di lui la magia più grande. Quella dell'amore.

"Con un poco di zucchero la pillola va giù... Tutto brillerà di più!" cantava allegramente Mary Poppins più di mezzo secolo fa. Con un poco di zucchero, il romanzo di Chiara Parenti, condivide un po' lo spirito molto colorato del film, dando vita a una storia frizzante e allegra, dove la presenza di momenti più riflessivi dona equilibrio alla trama.
Matteo Gallo, il protagonista (un ragazzo, cosa piuttosto insolita per i libri di questo genere) si trova da diversi mesi senza lavoro, ospite a casa della sorella, alle prese con un romanzo che non riesce nemmeno a iniziare e con due nipoti tanto adorabili quanto pestiferi.
Ed è proprio per badare ai due bimbi, Rachele e Gabriele, arriva a casa Gallo Tata Katie, la simpaticissima e bizzarra protagonista femminile del libro, destinata a sconvolgere le loro vite.
È impossibile non venire travolti da Tata Katie Baker, il personaggi più imprevedibile e pazzo di cui abbia letto nell'ultimo periodo. La prima domanda che il lettore si fa su questa strana ragazza dai giganteschi occhi a palla (vengono descritto così nel romanzo) è "ma ci è o ci fa?"
Tata Baker sembra vivere in un mondo a parte, tutto rosa e fatto di zucchero, è vegetariana e appassionata di yoga, padroncina di cincillà e blogger (il suo fantastico sito si chiama nuvoletta.com): la sua figura, così dolce e sopra alle righe fa subito breccia nel cuore di tutti... Ad eccezione di Matteo!
Sono proprio i battibecchi tra il protagonista e la deliziosa Katie ad animare il romanzo, regalando sorrisi e risate, oltre a divertenti e strampalate avventure.
Matteo infatti accusa la tata di aver portato scompiglio in famiglia, pur riconoscendo alcuni degli effetti positivi che la ragazza ha su Beatrice, sua sorella, e di aver manipolato tutti i suoi famigliari; la Baker, al contrario, gli rimprovera di non lasciarsi andare completamente di fronte alla vita. Ovviamente, di litigio in litigio, vi lascio immaginare come possa concludersi la vicenda...  
Ciò che ho apprezzato tanto del romanzo è il fatto che, a differenza di molte altre letture leggere, tutto, anche certi fatti più assurdi, abbia una spiegazione.
Per esempio, il personaggio di Katie ha un motivo per essere così ottimista e allegra: mentre all'inizio la trovavo troppo colorata e strana per essere credibile, scoprire quello che le era capitato ha contribuito a rendermela più simpatica, per quanto forse un po' troppo sopra le righe per essere realistica.
Invece Matteo mi è piaciuto fin da subito: seguire i suoi pensieri è divertente, il suo essere talvolta brontolone mi è piaciuto molto, così come il suo rapporto con l'amico Stefano, un mito per lui, ricco, che vive a Londra e pieno di donne, mi ha fatto sorridere ogni volta, oltre ovviamente ai tentativi di organizzare un appuntamento con la splendida modella Miranda.  
Lo stile è fluido e veloce: non risulta mai pesante ed è prevalentemente comico e romantico. Tuttavia, nel romanzo sono presenti parti anche più lente e riflessive, che sono state in grado anche di commuovermi. Anche in questo caso, lo stile dell'autrice è adatto al contesto,ed è riuscito a trasmettermi le emozioni dei protagonisti (anche se queste parti sono molto limitate rispetto alla lunghezza, già non eccessiva, del romanzo).
In conclusione la lettura è assolutamente consigliata. Non sarà forse un capolavoro, ma nel suo genere è un valido lavoro che diverte e non annoia il lettore. Inoltre, avendo letto anche il romanzo precedente dall'autrice, Tutta colpa del mare (e un po' di un mojito), mi sembra che Chiara Parenti sia addirittura migliorata da un lavoro all'altro.
Per questo mi sento di assegnare una valutazione estremamente positiva, quattro stelline e mezzo. 

domenica 5 aprile 2015

Happy Easter!


Buona Pasqua a tutti voi, lettori e lettrici!



Avete aperto le uova? Nonostante i miei quasi venti anni, non è Pasqua senza uova anche se è da un po' che compro le uova solo per il cioccolato. E in effetti quella della Lindt era proprio buona... e come sorpresa aveva guarda caso un segnalibro (in metallo con la tavoletta di cioccolato)



E voi? Come passerete questo giorno? Attenzione ovviamente alle indigestioni! 
Un bacio,
Silbi Grace 

venerdì 3 aprile 2015

Recensione: Battle Royale - Koushun Takami

Buonasera! Nonostante le 13 recensioni già scritte, di cui diverse risalenti al 2014, oggi scelgo questa recensione scritta ieri di un romanzo che ho terminato... ieri. Perché? Perché non avrei potuto aspettare più di due giorni per scrivere di Battle Royale e non vedevo l'ora di pubblicare questa lunga recensione, che ho scritto praticamente di getto e di pancia, sull'onda delle "emozioni post-lettura"! Quindi vi lascio al post... 



TITOLO: 
Battle Royale
AUTORE: Koushun Takami
COLLANA:  Mondadori
 PREZZO (CARTACEO): 12,00€

TRAMA: Repubblica della Grande Asia dell'Est, 1997. Ogni anno una classe di quindicenni viene scelta per partecipare al Programma; e questa volta è toccato alla terza B della Scuola media Shiroiwa. Convinti di recarsi in una gita d'istruzione, i quarantadue ragazzi salgono su un pullman, dove vengono narcotizzati. Quando si risvegliano, lo scenario è molto diverso: intrappolati su un'isola deserta, controllati tramite collari radio, i ragazzi vengono costretti a partecipare a un "gioco" il cui scopo è uccidersi a vicenda. Finché non ne rimanga uno solo... Edito nel 1999, "Battle Royale" è un bestseller assoluto in Giappone, il libro più venduto di tutti i tempi; diventato fenomeno di culto, ha ispirato celebri film, manga sceneggiati dallo stesso Takami e videogiochi. Scritto con uno stile insieme freddo e violento, "Battle Royale" è un classico del pulp, un libro controverso e ricco di implicazioni, nel quale molti hanno visto una potente metafora di cosa significhi essere giovani in un mondo dominato dal più feroce darwinismo sociale.


Battle Royale mi ha sconvolto. Non ci sono altri aggettivi per descrivere questa agghiacciante, e al tempo stesso appassionante, esperienza di lettura: quello che so è che ho terminato il romanzo di Koushun Takami, quasi seicento pagine, in meno di tre giorni. Sono rare questo tipo di lettura e mai e poi mai avrei pensato che un libro del genere sarebbe arrivato a piacermi così tanto, a me che sto male se in un film vedo più di una goccia di sangue e che mi nascondo dietro al divano guardando un film particolarmente truculento. 
Infatti, mettiamo subito in chiaro una cosa: bisogna avere uno stomaco forte. Io non sono affatto in grado di guardare film horror splatter, ma quando si tratta di pagine stampate, il mio stomaco è d'acciaio. Tuttavia già nei primi capitoli, sconvolta da tanta violenza, descritta così esplicitamente, avevo un mezzo pensiero di cedere: sarebbe stato un grave errore, visto poi quanto mi abbia appassionato la lettura ma se avete intenzione di iniziare questo libro, preparatevi psicologicamente (un esempio, senza spoiler: l'autore ce l'ha particolarmente con i bulbi oculari delle persone. Non chiedetemi il perché.)

Una delle locandine del film
Ma di che cosa tratta di tanto terribile Battle Royale? Dubito che non lo conosciate, film e romanzo sono molto conosciuti (ma il film non lo guarderò mai, la lettura del romanzo mi è stata sufficiente) ma per quei pochi che ignorano di cosa parla, la trama è piuttosto semplice.
In una sorta di mondo parallelo, nella Repubblica della Grande Asia (un Giappone retto da una dittatura fascista), per ogni provincia, una classe di terza media (che in realtà sarebbe come la seconda superiore italiana) viene estratta a sorte e costretta a partecipare al Program, noto anche come BR Act. Le regole di questo "gioco" sono semplici: ogni studente ha a disposizione un borsone con cibo, acqua e un'arma a caso, il suo scopo è quello di uccidere tutti i suoi compagni di classe. Vince, ovviamente, chi sopravvive. Sono inoltre introdotti numerosi ostacoli, al fine di costringere gli studenti a partecipare: il più importante di tutti è sicuramente il collare esplosivo. Tutti i ragazzi hanno infatti addosso un collare, che esplode se lo studente entra in un'area vietata; inoltre se almeno ogni ventiquattro ore non ci sarà almeno un morto, tutti i collari saranno fatti esplodere, lasciando la partita senza vincitore.
Vi ricorda qualcosa? Di questo però parleremo dopo.
Intanto concentriamoci solo sul romanzo.
Battle Royale mi ha conquistata fin dall'inizio, nonostante sia un libro pieno di difetti e piuttosto complicato. I protagonisti sono infatti i 42 studenti della classe 3B della Scuola Media di Shiroiwa, un'immaginaria città della prefettura di Kagawa, nel sud del Giappone. E quando dico 42 intendo veramente 42! 

Eccoli, tutti e 42: durante la lettura usavo talvolta questa immagine per orientarmi! 
Tutti vengono citati nel primo capitolo e l'insieme di nomi, tra l'altro molto simili fra loro, crea subito confusione nel lettore: per fortuna alcuni personaggi, i protagonisti, riescono a emergere all'interno del gruppo. L'autore non si dilunga troppo con le descrizioni dei personaggi: la caratterizzazione è piuttosto stereotipata e solo alcuni tra i protagonisti godono di una certa introspezione. Tuttavia Takami dedica almeno un capitoletto a molti dei ragazzi e questa è una cosa che ho apprezzato parecchio, in quanto mi ha resa partecipe alla vicenda, e mi ha fatta soffrire per quasi ogni decesso.
La coppia di protagonisti, Shuya Nanahara e Noriko Nakagawa, l'ho trovata un po' troppo buonista rispetto al contesto della vicenda (senza scendere troppo nei particolari) così come il  cattivo, Kazuo, mi è sembrato un po' piatto, per quanto l'autore cerchi di dare una pur debole motivazione alla sua violenza. 
Ho trovato invece migliori personaggi come Shogo, Shinji (decisamente il mio preferito) e anche la bella e terribile Mitsuko, dotati di una maggiore introspezione, e di motivazioni più salde. Gli altri ragazzi invece vengono caratterizzati solo da un aspetto predominante della loro personalità, o dalle loro passioni, e alla fine la loro utilità è quella di "carne da macello".
Lo stile dell'autore non mi è piaciuto granché. Ho apprezzato tantissimo la scelta della terza persona con l'alternanza dei vari punti di vista, che ha fatto la differenza e secondo me si è rivelata vincente per gestire un numero così elevato di personaggi, tuttavia il modo in cui Battle Royale è scritto, alternando parti quasi infantili, ad altre in cui i ragazzi si esprimono come adulti, non mi ha convinto. Ciò che invece è approfondito, anche troppo, sono le descrizioni delle morti degli studenti: molte sono esplicite, rappresentate nei minimi, raccapriccianti dettagli. Devo ammettere che alcune mi hanno dato anche particolare fastidio, nonostante fossi completamente presa dalla storia.
Uno dei pochi  pregi infatti dello stile dell'autore è che riesce in maniera ineccepibile a creare una tensione continua, che coinvolge totalmente il lettore nella storia. Non cercate spoiler e immergetevi nel gioco: non ve ne pentirete! Il non conoscere chi morirà, come morirà e quando mi aveva messo addosso un tale ansia che avevo preso a leggere il romanzo, persino in autobus, sfidando il mal d'auto che mi opprime, pur di concludere e vedere come finisce. Mi ha soddisfatto il finale? Direi di sì, ma ero anche dispiaciuta perché una delle lettura più belle di questo 2015 era finita... Ed era durata troppo poco (nonostante, ripeto, le seicento pagine).
Infatti, nonostante i difetti e certe scene decisamente esagerate, il mio giudizio è comunque di cinque stelline perché si è trattato veramente di un romanzo che è riuscito ad appassionarmi come pochi, e che rileggerei anche domani, sebbene le scene di violenza abbondino e non mi facciano impazzire. 


Ps: tornando alla trama, immagino che vi abbia ricordato un po' Hunger Games. Ed è vero: inutile negarlo, nonostante le molte differenze (soprattutto per quanto riguarda la scrittura) e il fatto che in confronto al Program gli Hunger Games sembrino una scampagnata in collina, ogni tanto, durante la lettura, pensavo a Katniss e all'arena e a quanto simile sembrasse la sua vicenda. 
Ma in tutto ciò l'autore non c'entra proprio nulla: quello che infatti non ho detto è che Battle Royale è stato pubblicato nel 1999. Dunque leggete senza pregiudizi! Anzi, quasi quasi vi scoprirete, alla fine, come me, a preferire proprio Battle Royale! 

mercoledì 1 aprile 2015

Www Wednesday #8

Buongiorno. Sono in una fase di lettura un po' fiacca... speriamo passi presto. Vi lascio con il post, non ho tanta voglia di sproloquiare prima!




1)Che cosa stai leggendo? (What are you currently reading?)
El mundo amarillo di Albert Espinosa, che sto leggendo in lingua spagnola. Una lettura non troppo complessa e letta nel periodo adatto: per ora mi sta piacendo veramente tanto. 


2)Che cosa hai appena letto? (What did you recently finish reading?)
Fuori piove, dentro pure, passo a prenderti di Antonio Distefano che si è ridotto alla fine ad un grosso nì, senza troppa esaltazione né troppa noia e la Decima Musa di Falconi, che al contrario, tra alti e qualche disappunto, ha saputo catturare la mia attenzione. 




3)Cosa pensi leggerai prossimamente? (What do you think you’ll read next?)
Le sette lezioni di fisica di Rovelli: giusto per curiosità, perché se voglio studiare mi aspettano le sette slides di elettromagnetismo del mio professore... Aiuto! 


domenica 29 marzo 2015

Shopping Maniac #2

Buongiorno lettori! Si può essere più depressi di così...? Mi spiego: va bene, a Milano c'è Jennifer Niven, io abito lontano e pazienza, ci sono abituata. Ma a neanche un'ora di treno da casa mia (vabbè un'ora e passa) c'è la fiera del libro per ragazzi di Bologna... e io mi sono ammalata! Volevo farci un giro, visto che in questo primo anno da blogger mi sono molto più interessata agli autori e agli eventi, ma questi malanni invernali non finiscono nemmeno in primavera...
Vi lascio con qualcosa di più allegro: i miei ultimi acquisti! 


Eccoli i miei nuovi inviati (scusate ma la foto si rifiuta di ruotare,,, mannaggia)


-Il libro di meccanica razionale: acquisto obbligato, su Amazon, ma dato che è coloratissimo l'ho fatto entrare anche lui nella foto. Dopotutto si tratta sempre di un libro!
-Fuori piove, dentro pure, passo a prenderti? di Antonio Dikele Distefano, comprato alla Feltrinelli per la presentazione del libro nella mia città... piuttosto breve, me lo immaginavo più corposo. 
-Il mio splendido migliore amico di A.G. Howard, ebbene si, ho ceduto anch'io al fascino dell'amico (scherzo, sono state le numerosissime recensioni positive e la splendida cover a spingermi ad acquistare Splintered, non certo l'orrendo titolo italiano!)
-Percy Jackson e gli dei dell'Olimpo - La Battaglia del Labirinto di Rick Riordan: dai che ce la faccio a finire la pentalogia in questa edizione a 5 euro. Mi sono accorta troppo tardi che ormai era andata fuori stampa... questo per esempio era un volume avanzato ad una libreria in centro. 


giovedì 26 marzo 2015

Recensione: Per dieci minuti - Chiara Gamberale

Buongiorno! Il giovedì è una giornata non delle migliori, soprattutto per un orario del cavolo all'università: tre ore di lezione nel bel mezzo del pomeriggio, con delle coincidenze orrende per i pendolari come me. Aiuto!
Oggi giornata di recensioni (è da un po' che non ne pubblico) di un libro letto un po' di tempo fa che mi ha deluso, e non poco. Un vero peccato, perché le premesse promettevano bene. 


TITOLO: Per dieci minuti
AUTORE: Chiara Gamberale
COLLANA: Feltrinelli
PREZZO (RILEGATO): 13,60
PREZZO (EBOOK): 3,99
TRAMA: Dieci minuti al giorno. Tutti i giorni. Per un mese. Dieci minuti per fare una cosa nuova, mai fatta prima. Dieci minuti fuori dai soliti schemi. Per smettere di avere paura. E tornare a vivere. Tutto quello con cui Chiara era abituata a identificare la sua vita non esiste più. Perché, a volte, capita. Capita che il tuo compagno di sempre ti abbandoni. Che tu debba lasciare la casa in cui sei cresciuto. Che il tuo lavoro venga affidato a un altro. Che cosa si fa, allora? Rudolf Steiner non ha dubbi: si gioca. Chiara non ha niente da perdere, e ci prova. Per un mese intero, ogni giorno, per almeno dieci minuti, decide di fare una cosa nuova, mai fatta prima. Lei che è incapace anche solo di avvicinarsi ai fornelli, cucina dei pancake, cammina di spalle per la città, balla l'hip-hop, ascolta i problemi di sua madre, consegna il cellulare a uno sconosciuto. Di dieci minuti in dieci minuti, arriva così ad accogliere realtà che non avrebbe mai immaginato e che la porteranno a scelte sorprendenti. Da cui ricominciare. Chiara Gamberale racconta quanto il cambiamento sia spaventoso, ma necessario. E dimostra come, un minuto per volta, sia possibile tornare a vivere.

Sarà anche un romanzo non eccessivamente lungo (anzi, direi corto, visto che non arriva nemmeno a duecento pagine), ma, Per Dieci Minuti di Chiara Gamberale è stato comunque, a tratti, una lettura non proprio leggerissima.
Infatti, le premesse per essere un buon romanzo c'erano tutte: è il diario dell'autrice in un periodo non proprio facile della sua vita e per di più si basa anche su un'idea originale, provare ogni giorno, per un mese, per dieci minuti, qualcosa di diverso, che non si è mai provato prima. In effetti, la parte legata a questo esperimento è stata sicuramente la migliore del romanzo: si va dal divertimento, vedendo quanto Chiara sia imbranata in cose che magari al lettore risultano naturali, all'immedesimazione nella protagonista e ci si chiede "cosa farei io se fossi nella stessa situazione?" Mi sono sentita coinvolta e questo è sicuramente il miglior pregio del romanzo.
Tuttavia, un grosso difetto mi ha impedito di apprezzare al meglio questo libro, e sto parlando di qualcosa di veramente rilevante all'interno della struttura del romanzo: lo stile dell'autrice. È il primo libro che leggo della Gamberale, quindi lo metto in chiaro subito: non so se quello con cui è stato scritto Per Dieci Minuti sia il suo modo di scrivere oppure uno stile adattato al particolare contesto dell'opera. 
Fatto sta, che certe ripetizioni, certe espressioni, anche certe scelte hanno reso particolarmente pesante una lettura che, in partenza, si prospettava leggera e divertente.
Difatti lo stile è semplice, troppo semplice, composto in maggioranza da dialoghi botta e risposta, senza neanche un'introduzione, un avverbio, un qualcosa, intervallati dalle riflessioni della protagonista, che, per tutto il romanzo, ripete sempre le stesse cose fino alla nausea (del lettore). Per quanto non impazzisca per gli stili troppo prolissi (quelli stile classico dell'Ottocento, per intenderci) non vado neanche matta per quegli stili telegramma che, nonostante la loro immediatezza, alla lunga finiscono per stancare e rilevarsi più pesanti di quelli più elaborati.
Tuttavia, non si tratta complessivamente di un pessimo romanzo. Al contrario, per quanto riguarda la storia, devo ammettere che mi è piaciuta. Generalmente ho apprezzato l'evoluzione di Chiara, dalle ingenuità iniziali all'evoluzione finale, le sue disavventure e tutte le cose nuove che sperimenta, ma il modo con cui questi avvenimenti vengono raccontati, in cui la protagonista ripetutamente lamenta la sua condizione, secondo me rovinano un libro che poteva essere molto più di così.
Per esempio, posso capire che la protagonista sta vivendo un momento difficile e che soffre per questo, ma il lettore non è il terapeuta (tra l'altro anch'esso personaggio del romanzo) e pertanto un eccessiva lagna del tono non fa altro che annoiare il povero lettore, costretto a subire in un certo senso, l'egoismo di cui Chiara parla nei primi capitoli.
Magari una maggiore attenzione alla narrazione, ricordandosi che quello pubblicato non è il semplice il diario di una terapia ma un romanzo destinato ad un pubblico ampio (e non escludo che in realtà il libro possa essere nato da una elaborazione del primo), non avrebbe guastato.

Per questo la mia valutazione si aggira sulle due stelline e mezzo: della serie, buone potenzialità, ma si sarebbe potuto fare molto meglio. 

    

lunedì 23 marzo 2015

Liebster Award 2015

Sono stata nominataaaa!!!  Sono contenta di aver ricevuto questo premio! 
Ringrazio tantissimo per la nomination Lily di Lily's Bookmark, Frency di Camminando tra le pagine e Nolwenn di Uno Scaffale di libri.
E ora il momento del regolamento:
1) Ringraziare il blog che ti ha nominato
2) Rispondere alle 10 domande
3) Nominare altri 10 blog
4) Porre 10 domande
5) Comunicare la nomina ai 10 blog scelti.

Domande di Lily:


1) Hai mai acquistato/scambiato libri usati?
Fatto. Anzi vicino a casa mia c'è un mercatino dell'usato con un settore libri molto fornito: qualche anno fa lo frequentavo moltissimo, ora che la mia lista di libri da leggere si è allungata troppo molto meno, ma quando ci faccio un salto sono sempre felice (e chissà perché torno sempre con delle sporte belle piene...)

2) Preferisci leggere con la musica o preferisci il silenzio assoluto?
Dipende. Generalmente preferisco il silenzio, capita che la musica mi distrugga. Ma in certi casi, ovvero quando leggo in luoghi affollati e caotici, o libri che citano canzoni e parlano di musica, trovo che un sottofondo musicale amplifichi il mio coinvolgimento nella storia. Quindi direi che dipende dai casi. 


3) Un libro che ti ha spiazzato (o in positivo o negativo).
In positivo c'è una lista lunghissima... cito l'Eleganza del Riccio (immedesimazione totale nella protagonista), il Trono di Ghiaccio (credevo fosse il solito fantasy e invece è molto di più) e il Trono di Spade (quando l'ho letto per la prima volta la serie tv era solo pianificata, quindi immaginatevi la mia sorpresa nel leggere un romanzo tanto articolato)  


4) Un libro legato ad un ricordo particolare.
Pasta di Drago di Silvana Gandolfi. E' uno dei primissimi libri che abbia letto ed è di sicuro l'unico che si è impresso in maniera indelebile nella mia memoria


5) Un libro e una canzone.
Inheritance (Christopher Paolini) - Resta con me (Lunapop)


6) Una “strana” abitudine da lettore.
Leggere durante le pause all'università, fermandomi alla fine di ogni capitolo. Non so quanto possa essere definita strana... ma vedo che suscita curiosità nei miei amici. 

7) Quale genere preferisci leggere?
Generalmente new e young adult, romance e fantasy. Ma il mio preferito resta sempre il giallo all'inglese. Lo adoro! 


8) Con quale personaggio letterario vorresti poter passare un pomeriggio?
Con Will il protagonista di Tutto ciò che sappiamo dell'amore, uno dei miei book boyfriend preferiti. Lo so che esisti anche nel mondo reale Will... devo solo trovarti! 


9) Hai amici (anche virtuali!) con cui parlare di libri?
Non molti, ma ci sono e parlare di libri con loro è sempre un piacere, nonostante abbiamo tutti gusti molto variegati. E anche mamma e papà, dal canto loro, sono avidi lettori e in famiglia ci prestiamo i libri. 


10) Se potessi scegliere un super-potere da un libro, quale sarebbe? Perché?
Sceglierei i poteri di Dolores Evans, la Musa della Scrittura di Muses di Francesco Falconi. Perché? Sono troppo belli: influenzare le persone con la scrittura (lo userei in modo positivo però) e riuscire a vedere stralci di futuro.


Domande di Frency:

1. Perchè hai deciso di aprire un blog?
Perché oltre a leggere l'opinione degli altri su certe letture volevo dare anche la mia :)

2. Qual'è stata la prima recensione che hai pubblicato?
Firelight di Sophie Jordan. Un libro carino, un inizio positivo ma non con il botto!


3. Perché le persone devono seguire il tuo blog?

4. Quanto tempo dedichi al tuo blog?
Dipende dal giorno. Non tantissimo in realtà, per fortuna sono abbastanza veloce a scrivere, ma diciamo che la domenica due orette gliele dedico, così mi organizzo per la settimana. 


5. Qual'è il tuo libro preferito?
Domanda di riserva? Sono tanti libri preferiti: Il tuo meraviglioso silenzio della Millay, l'Eleganza del Riccio della Barbery, Il Trono di Spade di Martin e molti altri, che adesso magari non mi vengono in mente, ma ho un cuore grande e c'è spazio per tutti!  


6. Preferisci serie o libri singoli? E perché ?
Preferisco la cosiddetta "via di mezzo" ovvero le serie brevi, due o tre volumi al massimo. I volumi autoconclusivi mi piacciono molto, ma spesso mi lasciano con la voglia di leggere altro sui protagonisti, le serie troppo lunghe uccidono me (con l'attesa di un finale) e il mio portafoglio. 


7. Presti i tuoi libri agli amici? 
NO. Scherzo, in realtà non li presto perché non me li chiedono, altrimenti lo farei. Ai familiari non li presto: anni fa prestai dei Geronimo Stilton ai miei cugini che ovviamente non tornarono mai indietro, con mia madre che se le chiedevo di dire di ridarmeli diceva "ma tanto non li leggi più. " Ma chissenefrega, erano i miei libri! 


8. Preferisci cartaceo o e-book?
Forse cartaceo, ma l'ebook mi salva molto spesso, specialmente quando vado in università, perché nella mia borsa spazio anche per un cartaceo non ce n'è (o meglio, ce ne sarebbe, ma la mia schiena ne risentirebbe moltissimo). 


9. Secondo te cosa non deve mancare in un buon romanzo?
La storia d'ammmore, con tre m, romantica ma non sdolcinata, naturale ma non forzata. E il mistero, anche se non è un elemento imprescindibile, ma molto gradito!

10. Di quale autrice/autore non ti perdi neanche un romanzo?

Un tempo Licia Troisi, ma ora seleziono di più ciò che compro (e sto imparando che anche le edizioni in brossura hanno i loro pregi)

Domande di Nolwenn:


1 ) Perché hai aperto un lit-blog? Perché la lettura è la mia più grande passione e volevo anch'io dare consigli come altre blogger che leggevo all'epoca. 

2) Perché hai scelto proprio questo nome per il tuo blog?

Perché avevo letto sul sito di Cassandra Clare una frase pubblicitaria del New York Times che diceva, su Città del Fuoco Celeste, "Prepared to be hooked" e, rielaborandola, ho trovato che "Hook a Book" sarebbe stato un ottimo nome per un sito, breve e musicale. Tra l'altro, l'indirizzo, hookingbooks, non era nemmeno usato! 

3) Qual'è il tuo genere preferito e quello che invece non puoi leggere?

Genere preferito il giallo all'inglese, quello che non posso sopportare i romanzi storici di sette-ottocento... 

4) Leggi in lingua originale? Perché?

Si li leggo talvolta in inglese, talvolta in spagnolo. A volte perché non sono ancora stati pubblicati in italiano, talvolta perché si tratta di libri talmente brevi o semplici che vale la pena un po' più di sforzo per immergersi nello stile originale dell'autore. 

5) Collabori con case editrici?
No, perché 1) mi sento ancora troppo piccola come blog e 2) non saprei nemmeno da dove iniziare per cominciare una collaborazione. Ogni tanto collaboro con qualche singolo autore però :) 



6) Qual'è un libro che avresti voluto scrivere tu? 
Confesso, potessi inventare la macchina del tempo, tornerei indietro e scriverei Harry Potter. La Rowling è un genio, questo è poco ma sicuro.

7) Le recensioni le scrivi di pancia o prendi appunti mentre leggi?
Di solito le scrivo abbastanza di pancia. Solitamente infatti prendo appunti quando leggo libri di scuola (anzi leggevo... devo abituarmi a usare l'imperfetto) ma coi libri "di piacere" questo non succede, tanto che capita che mi tocchi rileggere certe parti perché cito un tal personaggio, ma non me ne ricordo né il nome né il cognome, oppure un tale avvenimento, ma non ricordo dove accade e così via. 


8) Qual'è uno dei libri più belli che tu abbia mai letto? L'Amore Bugiardo di Gillian Flynn, che finora non avevo ancora citato, ma ha monopolizzato i miei primi giorni in Thailandia a Natale. Una tale foga nel leggere non l'avevo da tempo, quella storia mi ha letteralmente ipnotizzato.

9) Associa una parola al libro della domanda precedente. 

Twisted (oppure in italiano contorto, ma preferisco la parola inglese, rende meglio)

10) Cosa ti aspetti per il tuo blog?
Di continuare ad esistere. Poi di continuare a crescere. Ma prima di tutto, ed è una cosa che posso imputare solo a me stessa, di essere attivo almeno per qualche altro anno! 


I miei nominati (non vi preoccupate se lo avete già fatto, quello che conta per me è il pensiero!)

1) Eliza Wing di Me&Pru
2) Clarke e Nora di Honey, there are never enough books
3) Vercy di I libri di Vercy
4) Layla di Ossessione per i Libri
5) Arya di The Paradise of Books
6) Valy di Sparkle from Books
7) Sophie e Firefly di Books are infinity
8) Anna e Valentina di Booklist di due Sognatrici Distratte
9) Lara di Stelle nell'Iperuranio
10) Nicky di Passione per le righe.

E queste sono le mie dieci domande:

1) Qual è un libro che non avresti mai voluto leggere?
2) Devi partire per un viaggio su un'isola deserta: quali sono i tre libri che ti porti dietro?
3) Quale libro ti è piaciuto molto nonostante una cover orrenda?
4) Di quale libro ti ha convinto di più la trasposizione cinematografica/televisiva che il libro stesso?
5) Un tuo pregiudizio sui libri che non riesci proprio  eliminare.
6) Chi è il tuo autore italiano preferito?
7) Hai qualche autografo in un libro? Se si, qual è il tuo preferito?
8) Usi dei segnalibri? Se si come sono fatti?
9) Hai mai perso un libro?
10) Hai un ebook reader? 


sabato 21 marzo 2015

Giveaway dell'8 marzo: risultati

Buongiorno a tutti lettori. Si è finalmente conclusa una settimana fantastica: coronata finalmente dalla conquista della patente, e da un sacco di shopping libresco, complice la festa di primavera al mercatino dell'usato.
Vi ringrazio per la vostra partecipazione al giveaway: sono contenta che in fondo abbia avuto successo (è risultato il post con più visite dall'apertura del blog!). 


Vi avevo promesso giovedì i risultati: in realtà giovedì ho estratto le vincitrici e le ho contattate, ma non sono riuscita a mettere per iscritto il post... chiedo venia. In ogni caso, rimedio subito.
Questi sono i risultati della prima estrazione, riguardante Verso l'Infinito di Jane Hawking.


Complimenti a Clary, la vincitrice!
Questi invece sono quelli della seconda. Ho visto che avete molto apprezzato Never Never!
Complimenti a Valy.
Le estrazioni sono state effettuate su Random.org all'ora indicata nell'immagine, che è stata realizzata utilizzando lo strumento di cattura di Windows. 
Arrivederci allora al prossimo giveaway... e next time, metterò in palio anche i cartacei! 

martedì 17 marzo 2015

Recensione: Ti prego lasciati odiare - Anna Premoli

Buongiorno.... ho tantissime recensioni da smaltire. Aiuto! Questa per esempio stava marcendo nella sua cartella e l'ho riesumata. Si tratta di una lettura più estiva che invernale... non a caso l'ho letta proprio in quel periodo!

TITOLO: Ti prego lasciati odiare
AUTORE: Anna Premoli
COLLANA: Newton Compton
PREZZO (RILEGATO): 5,90
PREZZO (EBOOK): 3,99 
TRAMA: Jennifer e Ian si conoscono da sette anni e gli ultimi cinque li hanno passati a farsi la guerra. A capo di due team nella stessa banca d’affari londinese, tra di loro è da sempre scontro aperto e dichiarato. Si detestano, non si sopportano, e non fanno altro che mettersi i bastoni fra le ruote. Finché un giorno, per caso, sono costretti a lavorare a uno stesso progetto: gestire i capitali di un nobile e facoltoso cliente.
E così si ritrovano a dover passare molto del loro tempo insieme, anche oltre l’orario d’ufficio. Ma Ian è lo scapolo più affascinante, ricco e ambito di Londra e le sue “frequentazioni” non passano mai inosservate: basta un’innocente serata trascorsa in un ristorante, per farli finire sulla pagina gossip di un noto quotidiano inglese. Lei è furiosa: come possono averla associata a un borioso, classista e pallone gonfiato come Ian? Lui è divertito, ma soprattutto sorpreso: le foto con la collega hanno scoraggiato tutte le sue assillanti corteggiatrici. E allora si lancia in una proposta indecente: le darà carta bianca con il facoltoso cliente se lei accetterà di fingersi la sua fidanzata. Sfida accettata e inizio del gioco! Ben presto però, quello che per Jennifer sembrava uno scherzo, si rivela più complicato del previsto e un bacio, che dovrebbe far parte della messa in scena, scatena brividi e reazioni del tutto inattesi…

Ne hanno parlato tutti per diversi mesi, etichettandolo come il primo vero caso fortunato di self publishing in Italia (o almeno questo era scritto in caratteri cubitali nella fascetta). Io lo avevo acquistato a Natale come regalo per mia madre, appassionata, come me, di romanzi rosa leggeri, ma alla fine abbiamo finito per lasciarlo nello scaffale più alto della libreria a prendere la polvere. Tuttavia, molti mesi dopo, complice la mia entusiasta lettura di un altro libro della stessa autrice, l'ho ripreso in mano e ho scrollato la polvere.
In due giorni l'avevo già terminato, rimanendo più o meno soddisfatta della lettura.
Sto parlando di Ti prego lasciati odiare, il bel romanzo di esordio di Anna Premoli, nonché vincitore del premio Bancarella 2013.
Come l'altro suo libro, Come Inciampare nel principe azzurro, i due protagonisti sembrano proprio non riuscire ad andare d'accordo e i loro esilaranti battibecchi animano un capitolo sì, e l'altro anche.  
Jennifer, la protagonista, è una ragazza che rispecchia l'ideale del "self-made man". È riuscita ad ottenere un ottimo lavoro nella finanza nonostante l'ingombrante presenza della sua famiglia, composta da attivisti-hippy-vegetariani molto pittoreschi (suppongo sia l'aggettivo adatto per definirli).
Ian St. John ha anche lui una famiglia ingombrante. Ma a differenza di Jenny proviene da una delle più importanti famiglie della nobiltà inglese. Inoltre, Madre Natura è stata decisamente generosa con lui, dotandolo di un aspetto da modello che getta ai suoi piedi l'intera popolazione femminile della City. Ma non Jenny.
I due si odiano da anni e cercano in tutti i modi di evitarsi, ma quando un loro cliente piuttosto facoltoso, Lord Beverly, chiede il loro lavoro congiunto sul suo caso, cominciano i guai.
Non sto a riassumere tutte le peripezie vissute dalla coppia protagonista, ma, fidatevi della mia parola, sono divertentissime. Certo, per chi cerca una storia all'insegna dell'originalità e dell'imprevedibilità consiglio vivamente di cambiare romanzo, ma, al contrario, se volete una storia divertente e leggera questo libro fa per voi.
Ammiro in cui Anna Premoli riesce a creare storie che non hanno niente da invidiare al genere chick-lit anglosassone, anche se, dopo due letture della stessa autrice, vedo che lo schema si ripete quasi ogni volta, con solo poche differenze. Ora come ora, avendo letto solo due romanzi dell'autrice, trovo che questo attenersi al genere "commedia romantica" non risulti particolarmente fastidioso, tuttavia non vorrei che alla lunga questa ripetitività potesse stancare (ovviamente potrei anche esagerare la cosa, ma annuncio che ho intenzione di leggere, e recensire, anche i prossimi romanzi della Premoli).
Rimanendo su Ti Prego Lasciati Odiare devo dire che è tuttavia una buona lettura, non certo priva di difetti, ma sicuramente migliore di tanti altri. Infatti anche fare ridere il lettore è una missione ardua, al lari di farlo commuovere, e l'autrice regala tanti sorrisi, e anche qualche risata. Per questo la valutazione si aggira sulle quattro stelline, simile, ma leggermente inferiore, a quella di Come inciampare nel principe azzurro.
Cosa aveva in più questo romanzo? Semplice, l'elemento esotico che aggiungeva un dettaglio originale alla storia.

In ogni caso, entrambi i romanzi sono vivamente consigliati se cercate letture non troppo pesanti, ma in grado di riportarvi il buonumore. 


sabato 14 marzo 2015

The Great Book Tag #9: Name Book Tag

Buongiorno  lettori! Come state? Io sono ridotta ad un calzino... fortuna che la primavera -che tra parentesi qui è scoppiata tutto d'un tratto- dovrebbe risvegliare dal letargo... io ci tornerei volentieri seduta stante...
In ogni caso:


Oggi è tempo di tag! Era da un po' che non ne facevo, giusto? E poi, troppe recensioni nuocciono al blog (oddio ecco la cavolata del secolo... però non si possono postare solo di quelle, vero?)
Oggi è il turno di un bellissimo tag, trovato nel blog di Ilenia, Libri di Cristallo. 



 Shatter Me, ovvero l'occhio in copertina che sembra dirmi, ogni santissima volta: vuoi smettere di tenermi in wishlist e ti decidi a comprarmi?



Inferno, ribattezzato da mio padre Inforno. Ce lo siamo portati anche in vacanza: praticamente metà dei chili disponibili nel bagaglio da stiva li occupava lui (ho la prima edizione, quella che pesa tre quintali per intenderci)



Legend, saga stupenda di cui a giorni uscirà l'ultimo volume, cosa che mi ha resa contentissima perché mi era passata per l'anticamera del cervello il fatto che la Piemme volesse interrompere la serie... fortunatamente non è andata così. 



Vita di Pi... ovvero "ma quanto è stato difficile trovare un romanzo letto che iniziasse con questa lettera!" Tuttavia mi è anche piaciuto tantissimo, in quanto sono un'amante del genere psicologico-orientaleggiante-avventura.


Il tuo meraviglioso silenzio... e di fronte a questo romanzo sto appunto zitta perché tutto quello che avevo da dire l'ho già detto in numerosi altri post!


Ultimo romanzo, Albion, che aspetta paziente il suo momento sul mio Kindle. Arriverà presto la tua ora... sembra una minaccia, ma assicuro che non lo è! 


Indovinato qual è il mio nome?