mercoledì 23 gennaio 2019

Author Week #2. Intervista a Margherita Fray

Buondì. In questi giorni abbiamo abbondantemente parlato dei romanzi di Margherita Fray... ma non dell'autrice. Chi è Margherita Fray? Il sito della casa editrice riporta questa breve biografia:
Nata e cresciuta in un paese della provincia laziale, ha studiato Lingue e Letterature Moderne laureandosi in Letteratura Inglese. Ha trascorsi da ficwriter sotto l’accattivante pseudonimo di 'Fragolottina'. Vive in campagna con sua madre e le sue due sorelle, una delle quali ha quattro zampe ed è pelosa. Alterna la sua vita da scrittrice a un’occupazione da segretaria. Ritiene che questa biografia sarebbe stata molto più divertente se sua sorella, quella non pelosa, non si fosse impicciata
Tuttavia io credo che non ci sia modo migliore di conoscere colui (anzi colei in questo caso) che sta ddietro un romanzo se non... intervistandolo. Quindi ringrazio di nuovo Margherita che ha risposto alle mie (forse lo ammetto, stavolta sono stata un po' banale) domande. 


1) Ciao Margherita, grazie per l'intervista.
Partiamo da Teach  Me: come è nato Cameron Wilde, il professore che tutte vorrebbero avere (o perlomeno, che io avrei voluto avere, ma credo proprio di non essere l'unica)?
Credo di aver risposto a questa domanda molte volte. Credo di non aver mai dato la stessa versione. Sono sicura che comunque siano tutte vere. Il fatto è che è difficile da spiegare, perché per me Cameron Wilde significa libertà.
Cameron Wilde è nato da infiniti “non puoi”: non puoi passare le giornate a scrivere e leggere; non puoi davvero alzarti la mattina e non vedere l’ora di ascoltare per due ore un uomo che ti parla di Shakespeare; non puoi pretendere che mi piacciano i libri che piacciono a te; non puoi credere che certe cose esistano.
Ma forse più di tutti c’è una frase, è il mio mantra, quando perde la mia ragione d’essere me la ripeto. Condividiamo, mie care, siamo nel mondo della condivisione dopo tutto: “vedi – pausa, sguardo conciliante, espressione seria e concentrata da persona che ti prende sul serio – io accetto che tu legga e scriva, ma non puoi pretendere che lo condivida.”
Cameron Wilde è nato da un milione di “e se”: e se potessi? E se magari ora non potessi passare le giornate a leggere e scrivere, ma se fossi ben determinata ad arrivarci? E se ascoltare un uomo che parla per due ore di Shakespeare fosse tutto quello che mi rende felice?
Ridicolo.
E se potessi dimostrare che nonostante le chiacchiere, nonostante la cultura da paesetto, l’attitudine di noi ragazze a cercare sempre il più disperato tra gli uomini, le buone abitudini, i modi garbati, la cultura, l’educazione, Shakespeare possano ancora far capitolare tante ragazze.
Se ci riesco posso liberarmi di te?
Vedi, non posso proprio accettare che tu non condivida che io legga e scriva.


2) Il suo rapporto con Morgan è sempre stato così altalenante (ma divertente) o nelle prime stesure era diverso?
No, non poteva. Volevo scrivere un personaggio credibile e per farlo dovevo necessariamente renderlo consapevole del suo ruolo. Doveva pensarci, doveva cercare di tenersi alla larga, doveva starle lontano finché poteva. Solo che, bè, lo sapete meglio di me, quando ti imponi di non grattare un prurito, quello finisce per prudere di più.

3) Il personaggio di Michelle è forse il mio preferito dell'intera serie: cosa ci racconti di lei?
Credo che sia quella che mi somiglia di più. L’ho sempre immaginata malinconica, una copertina fantastica che male si abbinava alle sue pagine sgualcite. Perché Michelle è esattamente questo, un libro dalle pagine sgualcite, rovinate, strappate, devi costringerti a leggerlo, devi guardare oltre le scritte rovinate, devi ricostruire le parole che mancano, i pezzi che non ci sono più.
Mi piace che sia buona e mi piace che Cameron sia l’unica che non lo mette mai in discussione.
Lui non penserà mai che lei sia cattiva o facile, non darà certo importanza al numero di ragazzi che si è portata a letto, sarebbe molto ipocrita da parte sua, no?
Quando ho costruito Alex ho pensato che dovesse essere un ragazzo speciale, perché sarebbe stato facile spaventarsi e lasciar stare.
Ci voleva per forza un testone come Alex.

4) Teach Me racconta di Morgan e Cameron e Just a Crush di Alex e Michelle, ma nei romanzi si intravedono altre coppie, da July e Tom, a Mrs Tutcher e Tovey, a Seline e i suoi fidanzati.
Ci sono altre coppie nell'universo di Rosemall di cui vorresti raccontarci qualcosa?
No. O quasi almeno, ho scritto qualcosa a proposito di Tovey e la Tutcher su Frammenti – andate a recuperare Frammenti, odio aver scritto una cosa tanto bella e che voi la ignorate! Mi spiegate con chi fangirlo io??
Credo che ci siano alcune storie che vadano soltanto suggerite, non tutto deve essere messo in mostra, non tutte deve essere venduto.
Ho imparato molto tempo fa che ci sono storie che non vanno raccontate.

5) Ma, soprattutto: ci sarà un terzo volume della serie?
Ma sì, certo. Non potrei mai lasciare tutto in sospeso così.
Solo… mi serve tempo, me ne serve un po’ perché voglio che sia qualcosa di magico.
Ho in mente il finale, in una scala da uno a dieci in cui uno è equivale a me accartocciata davanti al picci che rispondo a queste domande e dieci è la zucca di Cenerentola che diventa carrozza, il finale del #sequeldelsequel è magico mille: la Bestia che si trasforma in principe.
Per dire.

6) Hai in mente altri progetti al di fuori di questa serie?
La mia mente è un casino.
Ho in mente un milione di progetti e me li immagino tutti in fila con il numeretto come alla Posta.
Ho un pasticcere scorbutico, un mutaforma con una strana percezione temporale, una città grigia di smog e verde di veleno.
Ne ho ancora tante di storie da raccontare.

7) Teach Me è stato uno dei primi romanzi che ho associato alla Delrai Edizioni, una delle case editrici che ultimamente leggo di più. Come sei arrivata alla pubblicazione del tuo romanzo? Cosa consiglieresti ad un aspirante scrittore?
Smettete.
Non sto scherzando, a uno scrittore consiglierei di smettere.
Io l’ho fatto per due anni, le mie lettrici lo sanno e forse mi odiano per questo.
Datevi la possibilità di fare altro, di costruirvi una carriera, di studiare, trovare un lavoro soddisfacente, pensate alla vostra famiglia.
Dovete provarci.
Se ci riuscite, non dovreste scrivere.
Se non ce la fate, scrivete.
E non vi fermate mai. Sacrificate tutto, dormite poco, preparatevi alla guerra più estenuante che la vostra determinazione sarà in grado di portare avanti. Niente più giorni di riposo, niente notti brave perché la mattina dovrete alzarvi e scrivere. E intanto lavorare, perché purtroppo avrete tanta strada da fare davanti a voi e a meno che non siate davvero benestanti in qualche modo dovrete campare; e trovare il modo di non trascurare troppo le amicizie perché ne avrete bisogno, vi serviranno porti sicuri durante le tempeste; e trovare qualcuno a fianco che vi tenga per mano, vi metta a letto e non se la prenda se vi addormentate. Qualcuno a cui potrete dire quanta paura avete, quanto siete stanche, qualcuno a cui potrete chiedere un abbraccio.
Non è qualcosa che potete fare senza ripetervi ogni giorno che ci avete provato, voi avete smesso ma non ci siete riuscite, quindi non potete fare nient’altro che continuare a scrivere.
Sono le sette, avete dormito cinque ore, ma non importa: adesso staccate la sveglia, fate il caffè e vi mettete a scrivere.
Non lo avete scelto, ma è tutto quello che avete.

8) Infine, dulcis in fundo... Se Teach Me dovesse essere adattato sul piccolo o grande schermo, chi scrittureresti per la parte di Cameron Wilde?
Jake Gyllenhaal da giovane. Dovreste guardare “Amore e altri rimedi”, gli somiglia davvero tantissimo.

Eccolo... e niente, effettivamente è perfetto! 

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