venerdì 31 agosto 2018

Recensione: La scomparsa di Stephanie Mailer - Joel Dicker

Ciao a tutti: la recensione di oggi è di un romanzo del mio amatissimo Joel Dicker: ho amato La verità sul caso Harry Quebert, ho saltato a piè pari Il libro dei Baltimore (tutti me ne parlano malissimo) e mi sono gettata sul suo ultimo lavoro. Quindi? Direi che ho fatto bene (ma l'appuntamento coi Baltimore è solo rimandato)


TITOLO: La scomparsa di Stephanie Mailer
AUTORE: Joel Dicker
COLLANA: La Nave di Teseo
PREZZO (CARTACEO): 22,00€
PREZZO (EBOOK): 9,99€
TRAMA: 30 luglio 1994. La cittadina di Orphea, stato di New York, si prepara a inaugurare la prima edizione del locale festival teatrale, quando un terribile omicidio sconvolge l'intera comunità: il sindaco viene ucciso in casa insieme a sua moglie e suo figlio. Nei pressi viene ritrovato anche il cadavere di una ragazza, Meghan, uscita di casa per fare jogging. Il caso viene affidato e risolto da due giovani, promettenti, ambiziosi agenti, giunti per primi sulla scena del crimine: Jesse Rosenberg e Derek Scott. 23 giugno 2014. Jesse Rosenberg, ora capitano di polizia, a una settimana dalla pensione viene avvicinato da una giornalista, Stephanie Mailer, la quale gli annuncia che il caso del 1994 non è stato risolto, che la persona a suo tempo incriminata è innocente. Ma la donna non ha il tempo per fornire le prove, perché pochi giorni dopo viene denunciata la sua scomparsa. Che cosa è successo a Stephanie Mailer? Che cosa aveva scoperto? Se Jesse e Derek si sono sbagliati sul colpevole vent'anni prima, chi è l'autore di quegli omicidi? E cosa è davvero successo la sera del 30 luglio 1994 a Orphea? Derek, Jesse e una nuova collega, la vicecomandante Anna Kanner, dovranno riaprire l'indagine, immergersi nei fantasmi di Orphea. E anche nei propri.




Ho avuto l'occasione di partecipare alla presentazione dell'ultimo romanzo di Joël Dicker, La scomparsa di Stephanie Mailer, pubblicato il mese scorso da La Nave di Teseo. All'inizio il romanzo non mi diceva granché, a partire addirittura dal titolo, che più di una volta mi aveva ricordato quello del più famoso La verità sul caso Harry Quebert, al punto che più volte l'ho chiamato "La verità sul caso Stephanie Mailer".
In realtà, col senno di poi, anche "La verità sul caso Stephanie Mailer" non sarebbe stato un titolo azzardato, anzi, tuttavia, credo che il titolo sia solo un minuscolo tassello del grande mosaico di eventi e personaggi, gestito al limite della perfezione da Dicker, che si sviluppa attorno a un quadruplice omicidio avvenuto nel 1994 ad Orphea, fittizia cittadina balneare con qualche punto in comune con l'Aurora che chi ha letto Harry Quebert conosce bene.
Joel Dicker 
Quattro vittime e un colpevole: tutti ad Orphea sembravano essersi lasciati alle spalle la vicenda, tranne Stephanie Mailer, il classico esempio di giornalista ficcanaso, convinta che il vero assassino sia ancora in libertà. Così quando scompare in circostanze misteriose, l'agente Jesse Rosemberg e il suo collega Derek, che si occuparono del caso nel 1994, si vedono costretti a tornare in pista.
La scomparsa di Stephanie Mailer ha il pregio di essere un romanzo consistente, non solo nel numero di pagine, circa settecento, ma proprio nella storia narrata. Solitamente in libri così lunghi vi è una parte meno densa di accadimenti, più lenta, che, in genere è posizionata a tre quarti del romanzo e permette di riprendere fiato prima del finale; in questo caso invece il ritmo è altissimo dalla prima all'ultima pagina.
Non esiste capitolo che sia piatto o vuoto rispetto agli altri; la trama è ricchissima e si svolge su numerosi piani temporali, con tanto di flashback; i personaggi sono dozzine e, all'inizio, appaiono tutti scollegati fra loro. Non a caso sconsiglierei questo libro a chi fa fatica a leggere storie con più di una dozzina di personaggi: nonostante una comoda appendice alla fine, infatti, destreggiarsi tra un nome e l'altro, almeno all'inizio, è un'impresa ardua.
Inoltre Joël Dicker, per scelta, non descrive i personaggi: per questo motivo ho fatto fatica a farmeli entrare in testa e a piacere, nonostante alla fine del libro, e una volta imparato a ricordare chi è chi, ero riuscita a farmi un personalissimo dreamcast. Spesso infatti per un personaggio, la personalità, se ben descritta, è più indicativa dell'aspetto fisico!
Anche la scrittura è complessa e non lineare: Joël Dicker impiega infatti più narratori e più piani temporali. I capitoli sono molto lunghi e in ciascuno di essi si passa dalla prima alla terza persona, dal presente al passato, da una narrazione standard a stralci di diari o scene teatrali. Insomma: si tratta di un romanzo davvero pieno e, oserei dire, multiforme.
L'unica cosa che forse mi ha un tantino delusa è il finale: dopo un intreccio così complesso e ricco di colpi di scena, la conclusione mi è sembrata affrettata (il che, dopo settecento pagine, è quasi un ossimoro) e anche già vista. Tuttavia, in questi casi, non conta più di tanto la destinazione, ma il viaggio, e il viaggio intrapreso durante la lettura de La scomparsa di Stephanie Mailer è stato appassionante dalla prima all'ultima pagina.
In conclusione la mia valutazione è di cinque stelline. Alla presentazione Joël Dicker ha affermato che stava pensando a un terzo romanzo su Marcus Goldman, quando ho avuto l'intuizione per questa storia e ha deciso di scriverla: col senno di poi posso solo dire che ha fatto bene, e che la Scomparsa di Stephanie Mailer può reggere il confronto persino con Harry Quebert. Questo è un anno fortunato per le mie letture poliziesche: tra il romanzo di Clare Mackintosh, recensito ancora a gennaio, e questo di Joël Dicker, appena terminato, posso solo dire: leggete tanti gialli! 

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