Buongiorno! Siamo arrivati all'ultima tappa del blogtour organizzato dalla Harlequin Mondadori per l'uscita del romanzo L'ultima volta che ti ho detto addio di Cynthia Hand.
E' stato il primo blogtour ospitato da Hook a Book e ringrazio la casa editrice per avermi dato questa possibilità. Procediamo dunque con l'intervista all'autrice
E' stato il primo blogtour ospitato da Hook a Book e ringrazio la casa editrice per avermi dato questa possibilità. Procediamo dunque con l'intervista all'autrice
10a tappa: Intervista all'autrice
1. Il
pubblico americano ha imparato a conoscerti e apprezzarti come scrittrice Young
Adult/Paranormal, grazie al successo della serie Unearthly. L’ultima volta che
ti ho detto addio, invece, è un romanzo Young Adult con un’impronta molto
differente, per tematiche e ambientazione. Da cosa è nata l’urgenza di scrivere
questo romanzo?
In tutti i miei libri ricorrono temi simili: il rapporto tra
fratelli, t
ra madre e figli, padri assenti e la perdita inevitabile delle
persone che amiamo. Queste riflessioni ricorrono nei miei romanzi così come in
L’ultima volta che ti ho detto addio,
tuttavia questo romanzo è incentrato sul processo del lutto, su come viene
affrontato da chi si trova a confrontarsi col tema del suicidio di una persona
cara.
Mio fratello è morto proprio in una circostanza analoga,
quando avevo vent'anni e lui diciassette: ho pensato che potesse essere
importante condividere questa esperienza con gli altri, per provare a capire.
2. L’ultima
volta che ti ho detto addio è un romanzo emozionale, che tocca il cuore dei
lettori ma soprattutto ti coinvolge in modo molto intimo e personale. Come hai
trovato la forza di raccontare questa vicenda? La scrittura è stata in qualche
modo catartica?
È stato un romanzo difficile e molto doloroso, per molti aspetti.
Verso la fine, ci sono state intere settimane in cui mi sono ritrovata a
piangere guardando queste pagine. Ma sì, penso che in fondo che sia stato
catartico, mi ha aiutato a lavorare sulle mie emozioni e sui sentimenti che
ancora mi tormentano dopo la morte di mio fratello.
3. In che
modo si riesce a conciliare una scrittura dedicata ad un pubblico di
giovanissimi a tematiche così delicate, come il dolore, la perdita e il
suicidio?
Gli adolescenti hanno a volte una visione molto “romantica”
del suicidio, il che mi preoccupa, perché nella mia esperienza, non c'è nulla
di tutto questo in un atto di morte. Oltre il 50% degli adolescenti americani
hanno pensato al suicidio durante l'adolescenza, è tremendo. Ecco perché ho
voluto parlarne: volevo condividere quello che si prova, la rabbia, il dolore
di chi resta, senza quella patina eroica che si percepisce nell’immaginario
comune. Ho raccontato la realtà, nel modo più crudo possibile, così com’è.
4. L’ultima
volta che ti ho detto addio racconta un equilibrio quasi straniante tra prima e
dopo, assenza e presenza, routine quotidiana ed eventi che ne turbano il
normale flusso. In che modo Lexie trova
il coraggio di andare avanti, superando il senso di colpa che sembra
opprimerla?
Arriva a un punto in cui Lexie deve andare avanti, ad ogni
costo. Ma ci sono diverse cose che l’aiutano: i suoi amici, che non rinunciano
a credere in lei, il suo terapeuta, sfidandola ad essere onesta con se stessa,
e infine la madre, e il reciproco aiuto nel tentare di superare il dolore.
Credo che Lexie debba trovare la forza di mantenere i buoni ricordi, qualcosa
di bello della sua vita “prima”, oltre la tragedia.
5. Qual è il
ruolo di Sadie, la vicina di casa e coetanea, in tutta la narrazione? Pensi che
per un adolescente sia più semplice confidare le proprie paure ad un estraneo
piuttosto che cercare rifugio all’interno del nucleo familiare?
Sadie è uno dei miei personaggi preferiti. Svolge il ruolo
di un’estranea simpatica (anche se lei e Lexie sono state amiche da bambine) e
sì, credo gli adolescenti a volte trovino più facile parlare con persone che
nutrono meno aspettative nei loro confronti, rispetto a genitori e amici. Sadie
offre una prospettiva diversa a Lexie, sia dal punto di vista del lutto (il
papà di Sadie è morto qualche anno prima), sia perché crede in una vita oltre
la morte, a differenza della protagonista.
6. Quanto
c’è di te in Lexie, la protagonista del romanzo? In che modo la personalità
lucida e razionale della
protagonista riesce a convivere con la “presenza” di
Tyler?
Cover italiana |
Quando ho iniziato a scrivere il libro è stato difficile,
stavo cercando far raccontare alla protagonista un dolore che io stessa non ero
riuscita ancora ad esprimere. Ma poi il personaggio di Lexie ha iniziato a
prendere vita: io non ero più lei, e la storia di suo fratello non era la mia.
Oltretutto, io sono terribile in matematica e probabilmente non sono nemmeno la
persona più razionale del mondo. Ma c’è una cosa: dopo la morte di mio fratello
ci è capitato di sentire il suo profumo in giro per casa, in modo inaspettato.
Mia madre era convinta che lui fosse ancora con noi, mentre io odiavo questa
reazione. Non volevo più sentirlo, mi rifiutavo di crederci. Quindi, a quel
livello, la mia reazione è stata molto simile a quella di Lexie.
7. Qual è il
messaggio che vorresti trasmettere ai lettori con L’ultima volta che ti ho
detto addio?
Le persone che amiamo non se ne vanno mai veramente.
Ma non è finita qui! Se guardate a sinistra nella HomePage infatti ci sarà per voi un buono sconto da usare sul sito della Harlequin Mondadori. Approfittatene!
Vi allego dunque le istruzioni per utilizzare il coupon:
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Cosa state aspettando?
Non ci resta che augurarvi buona lettura!
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