venerdì 30 marzo 2018

Recensione: RoseBlood - A.G. Howard

Ciao a tutti! La recensione di oggi riguarda un romanzo che ho atteso con tanta ansia da quando ne avevano annunciato la traduzione in italiano, che ho consigliato alle mie amiche fuori dalla blogsfera, e che non ha deluso le mie aspettative.
Stiamo parlando di RoseBlood di A.G. Howard. 
Ps: so che stavate aspettando la recensione di Uno di noi sta mentendo di Karen McManus, ma è meglio rimandarla alla prossima settimana. Tra impegni universitari, pasquali eccetera, sono arrivata alle vacanze davvero stanca e, per questo, ho preferito tirare fuori dal cilindro questa recensione che non avevo pubblicato una volta terminato il blogtour. 

TITOLO: RoseBlood
AUTORE: A.G. Howard
COLLANA: Newton Compton Editore
PREZZO (CARTACEO): 12,90€
PREZZO (EBOOK): 4,99€
TRAMA: Rune Germaine ha una splendida voce, paragonabile a quella di un angelo, ma è afflitta da una terribile maledizione: quando si esibisce, infatti, si sente malata e stanca, come se la bellezza del suo canto le rubasse ogni volta un po’ di vita. Sua madre, nel tentativo di aiutarla, decide di iscriverla a un conservatorio poco fuori Parigi, convinta che l’arte potrà curare la strana spossatezza di Rune. Poco dopo il suo arrivo nel collegio di RoseBlood, la ragazza si rende conto che c’è qualcosa di soprannaturale nell’aria. Il misterioso ragazzo che vede spesso in cortile, infatti, non frequenta nessuna delle classi a scuola e scompare rapidamente come è apparso, non appena Rune distoglie lo sguardo. Non ci vuole molto perché tra i due nasca un’amicizia segreta. Thorn, è questo il nome del ragazzo, indossa abiti che sembrano provenire da un altro secolo e in sua presenza Rune si sente meglio, quasi cominciasse davvero a guarire. Ma tra i corridoi di RoseBlood c’è una terribile minaccia in agguato, e l’amore tra Rune e Thorn, che sta sbocciando, verrà messo a dura prova. Dalla scelta di Thorn, infatti, potrebbe dipendere la salvezza di Rune o la sua completa distruzione.


Aspettavo questa pubblicazione con ansia, fin da quando, subito dopo la fine della serie di Splintered, un retelling gotico dedicato ad Alice nel Paese delle Meraviglie che mi aveva colpito in maniera molto positiva, Anita Grace Howard ha annunciato la stesura di un nuovo libro, anch'esso un retelling anche se autoconclusivo, dedicato al Fantasma dell'Opera.
Innanzitutto due parole per la cover: A.G. Howard è un'autrice fortunata. Le designer incaricate di occuparsi dei suoi libri sono bravissime: non solo quest'opera è stata realizzata dalla stessa illustratrice che si è occupata delle meravigliose copertine della serie Splintered, ma rispecchia alla perfezione le caratteristiche fisiche della protagonista e l'atmosfera del romanzo. E se il buongiorno si vede dalla cover...
RoseBlood è una storia che mischia elementi al limite del cliché ed altri originalissimi per ottenere una miscela esplosiva: c'è la solita studentessa costretta a passare un anno accademico in un paese straniero (in questo come nel 99% dei casi, la Francia), una scuola in un palazzo d'epoca dal passato oscuro, piani inaccessibili e vietati, ed ogni tipo di studente frequentate, dalla primadonna simpatica quanto una lastra di ghiaccio sul parabrezza la mattina, alla tizia che dopo cinque secondi ti è amica come se ti conoscesse da una vita, fino alla comparsa di un tipo misterioso a cui la protagonista è legata da un amore al limite del soprannaturale che supera ogni cosa.
Tutto nella norma insomma.
La parte che differenza questo romanzo da una semplice rielaborazione de Il fantasma dell'Opera riguarda la narrazione, dove la musica, e il canto in particolare, svolgono un ruolo da protagonisti. La storia infatti parte dalla relazione tra Christine ed Erik, descritta nell'opera di Leroux, ma si concentra soprattutto su Rune, protagonista assoluta, nonché creazione originale della Howard, e sul suo dono: una voce eccezionale, capace di intonare come una diva le arie delle opere più famose, ma che la prosciuga di ogni energia ogni volta che canta. I riferimenti al mondo musicale e della lirica sono diversi, e ho apprezzato la cura che l'autrice ha messo nelle descrizioni, in modo da far sentire il lettore sempre immerso nella vicenda.


Il fantasma dell'opera

Il romanzo è un paranormal romance, ma oltre al retelling introduce anche elementi horror e fantascientifici, per una storia veramente ricca, in tutti i sensi: anche se alcune cose mi hanno fatto storcere il naso, tipo il modo in cui la storia di Rune e Thorn, il tipo di cui parlavo sopra, viene sviluppata, il risultato finale è comunque avvincente e superiore alla media.
L'unico difetto, infatti, di questo romanzo è che mi è sembrato un po' troppo pieno, un po' troppo ricco di tutto: gli eventi sono tanti e si susseguono abbastanza rapidamente, i personaggi, tra studenti, professori, fantasmi e affini, sono parecchi; le descrizioni risultano lunghe e accurate, lo stile raffinato e talvolta orpelloso... Insomma talvolta ho avuto la sensazione che ci fosse tanta carne al fuoco e che il risultato sembrasse un po' pesante. Anche il ritmo del romanzo, sempre per restare in ambito musicale, non è uniforme: la prima parte risulta un po' lenta, il finale veloce e caotico, dove gli eventi si susseguono senza un attimo di respiro per il lettore... e dire che si tratta comunque di un volume corposo con più di quattrocento pagine!
In conclusione la mia valutazione è di quattro stelline con un più. Sono soddisfatta di questa lettura: nonostante al uni piccoli difetti, la Howard non tradisce e regala un romanzo autoconclusivo che non può non piacere agli amanti del genere e a chi ha apprezzato la precedente serie dell'autrice. Adesso, per i fan dell'autrice non rimane altro che aspettare Stain, il prossimo retelling dedicato alla Principessa sul Pisello, in uscita nel 2019, sperando che Newton Compton lo porti presto in Italia.

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