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giovedì 30 aprile 2015

Recensione: Champion - Marie Lu

Buongiorno! Oggi post mattiniero... e dire che non sono nemmeno all'università  (stamattina). In realtà  avrei dovuto pubblicare ieri ma... mi è  passato di mente! Dunque mi ritrovo a rimandare ad oggi la recensione dell'ultimo libro di una trilogia distopica che può  essere descritta come "fantastica": ovvero Champion di Marie Lu. Nella pagina recensioni trovate i link per le recensioni di Legend e Prodigy i volumi che precedono questo ultimo capitolo! 

TITOLO: Champion
AUTORE: Marie Lu
COLLANA: Piemme
PREZZO (CARTACEO): 16,50
PREZZO (EBOOK): 6,99
TRAMA: Per il bene della Repubblica, June e Day hanno rinunciato all’amore che provano. In cambio, June è tornata nelle grazie dell’élite, mentre Day ha raggiunto i vertici della gerarchia militare. Purtroppo è esattamente per il bene della Repubblica che sono chiamati di nuovo a lavorare fianco a fianco. Ma le richieste del nuovo governo non si limitano a questo. June dovrà convincere l’unica persona che ama a sacrificare tutto quello a cui tiene per salvare migliaia di vite sconosciute. Il che significa usare il proprio fascino, non dire tutto, fingere una convinzione che non ha e, quel che è peggio, sapere che Day non saprà rinunciare a fare la cosa giusta, costi quel che costi. Fra colpi di scena e suspense, la trilogia distopica ambientata in un’America divisa fra Colonie e Repubblica arriva al suo gran finale.

Si potrà dire che questa è una recensione divisa in tre parti, che parla quasi di tre libri distinti tra loro: c'è il primo, che occupa la prima parte del romanzo, che mi era piaciuto, ma senza lasciarmi niente in più, poi c'è il secondo, che arriva quasi alla fine, e che mi ha riempito di adrenalina, coinvolgendomi completamente nella lettura. E poi ci sono gli ultimi tre capitoli, che mi hanno distrutta psicologicamente.
La prima parte non mi ha colpito più di tanto. Ormai è passato un anno da quando avevo freneticamente letto prima Legend e poi Prodigy e la storia aveva cominciato a sbiadire nella mia testa, tanto che ho dato una riletta alle recensioni pubblicate proprio qui, sul blog. Mi ci è voluto un attimo per immergermi di nuovo nella storia, per rientrare in contatto con June e Day, e nei primi capitoli ho proseguito la lettura senza troppe emozioni forti: per quanto la storia fosse ricca di azione, già dalle prime pagine, fino a metà libro non si è discostata troppo dai molto libri dello stesso genere che ho già letto.
A metà libro, però, c'è stato lo scossone: non so come, ma sono passata da una storia che mi stava un poco deludendo rispetto alle aspettative, al finale della trilogia che desideravo. In primo luogo Day, che all'inizio del romanzo soffriva per ciò che aveva scoperto nel finale di Prodigy, e giustamente si lamentava abbastanza, è passato dalla lagna all'azione, e mi è proprio parso di ritrovare il ragazzo che avevo conosciuto all'inizio di Legend, e ho apprezzato questo chiudersi del cerchio. In secondo luogo ho amato June: è sempre stata il mio personaggio preferito, la perfetta protagonista di una trilogia distopica; sebbene anche lei all'inizio sembrasse quasi estranea alla ragazza d'azione dei primi due volumi, forse per la sua carica prettamente politica, ha saputo ritrovarsi e confermarsi, fino al finale. Anden è stato una sorpresa: il suo personaggio, introdotto in Prodigy, viene ulteriormente approfondito, sia nelle difficoltà legate al ruolo di Elector sia nel rapporto con il padre (una delle molte chicche del romanzo), rivelando contraddizioni e dubbi tipici di una persona in carne ed ossa, e questo me lo ha fatto apprezzare ancora di più.
Menzione speciale, al piccolo Eden, comparsa nei primi due romanzi, qui presente nei protagonisti: uno dei personaggi a mio avviso migliori, intelligente e responsabile, nonostante la giovane età.
Inoltre, in Champion si allarga il quadro geopolitico, sempre molto accurato, che era stato solo parzialmente descritto in Prodigy: dalla Repubblica e dalle Colonie si passa direttamente all'Antartide, che a causa dei cambiamenti climatici, si è trasformato in uno stato non solo abitale, ma potente e tecnologicamente sviluppato. Anche l'Africa assume un ruolo determinante nelle politiche militari che sono uno dei perni della trilogia.
Lo stile dell'autrice è come sempre ottimo ed equilibrato: infatti vi è, come già avevo notato nei precedenti volumi, una perfetta alternanza tra parti riflessive e di grande intensità emotiva, come molti dei dialoghi tra June e Day (direttamente evidenziati e salvati nel mio Kindle), e parti dove l'azione e l'adrenalina la fanno da padrone, lasciando il lettore costantemente con il fiato sospeso e l'incertezza di ciò che accadrà.
Ero arrivata dunque quasi alla fine, contentissima per la grande ripresa del romanzo, che non ero pronta per ciò che mi aspettava... Mai dare per scontato un romanzo del genere, se non si è giunti all'ultima pagina. Gli ultimi tre capitoli sono nettamente i migliori del romanzo, inutile dire che ho pianto per tutte le loro pagine, tanto li ho trovati commoventi ed emozionanti. Tra l'altro il finale riprende un tema già presente in Legend e mi è sembrato la conclusione perfetta per quella che, nel complesso, è la mia trilogia distopica preferita.

In conclusione questo ultimo volume ha una valutazione di quattro stelline e mezzo, non gli do il massimo solo per quella prima parte che mi aveva fatto dubitare dell'intero volume. In ogni caso si tratta di un'ottima serie (tra l'altro tutta disponibile in italiano, cosa non scontata) di cui consiglio a tutti la lettura. Io invece sono proprio curiosa di mettere il naso negli altri lavori di Marie Lu, e devo ammettere che la serie The Young Elites mi intriga parecchio!

venerdì 3 aprile 2015

Recensione: Battle Royale - Koushun Takami

Buonasera! Nonostante le 13 recensioni già scritte, di cui diverse risalenti al 2014, oggi scelgo questa recensione scritta ieri di un romanzo che ho terminato... ieri. Perché? Perché non avrei potuto aspettare più di due giorni per scrivere di Battle Royale e non vedevo l'ora di pubblicare questa lunga recensione, che ho scritto praticamente di getto e di pancia, sull'onda delle "emozioni post-lettura"! Quindi vi lascio al post... 



TITOLO: 
Battle Royale
AUTORE: Koushun Takami
COLLANA:  Mondadori
 PREZZO (CARTACEO): 12,00€

TRAMA: Repubblica della Grande Asia dell'Est, 1997. Ogni anno una classe di quindicenni viene scelta per partecipare al Programma; e questa volta è toccato alla terza B della Scuola media Shiroiwa. Convinti di recarsi in una gita d'istruzione, i quarantadue ragazzi salgono su un pullman, dove vengono narcotizzati. Quando si risvegliano, lo scenario è molto diverso: intrappolati su un'isola deserta, controllati tramite collari radio, i ragazzi vengono costretti a partecipare a un "gioco" il cui scopo è uccidersi a vicenda. Finché non ne rimanga uno solo... Edito nel 1999, "Battle Royale" è un bestseller assoluto in Giappone, il libro più venduto di tutti i tempi; diventato fenomeno di culto, ha ispirato celebri film, manga sceneggiati dallo stesso Takami e videogiochi. Scritto con uno stile insieme freddo e violento, "Battle Royale" è un classico del pulp, un libro controverso e ricco di implicazioni, nel quale molti hanno visto una potente metafora di cosa significhi essere giovani in un mondo dominato dal più feroce darwinismo sociale.


Battle Royale mi ha sconvolto. Non ci sono altri aggettivi per descrivere questa agghiacciante, e al tempo stesso appassionante, esperienza di lettura: quello che so è che ho terminato il romanzo di Koushun Takami, quasi seicento pagine, in meno di tre giorni. Sono rare questo tipo di lettura e mai e poi mai avrei pensato che un libro del genere sarebbe arrivato a piacermi così tanto, a me che sto male se in un film vedo più di una goccia di sangue e che mi nascondo dietro al divano guardando un film particolarmente truculento. 
Infatti, mettiamo subito in chiaro una cosa: bisogna avere uno stomaco forte. Io non sono affatto in grado di guardare film horror splatter, ma quando si tratta di pagine stampate, il mio stomaco è d'acciaio. Tuttavia già nei primi capitoli, sconvolta da tanta violenza, descritta così esplicitamente, avevo un mezzo pensiero di cedere: sarebbe stato un grave errore, visto poi quanto mi abbia appassionato la lettura ma se avete intenzione di iniziare questo libro, preparatevi psicologicamente (un esempio, senza spoiler: l'autore ce l'ha particolarmente con i bulbi oculari delle persone. Non chiedetemi il perché.)

Una delle locandine del film
Ma di che cosa tratta di tanto terribile Battle Royale? Dubito che non lo conosciate, film e romanzo sono molto conosciuti (ma il film non lo guarderò mai, la lettura del romanzo mi è stata sufficiente) ma per quei pochi che ignorano di cosa parla, la trama è piuttosto semplice.
In una sorta di mondo parallelo, nella Repubblica della Grande Asia (un Giappone retto da una dittatura fascista), per ogni provincia, una classe di terza media (che in realtà sarebbe come la seconda superiore italiana) viene estratta a sorte e costretta a partecipare al Program, noto anche come BR Act. Le regole di questo "gioco" sono semplici: ogni studente ha a disposizione un borsone con cibo, acqua e un'arma a caso, il suo scopo è quello di uccidere tutti i suoi compagni di classe. Vince, ovviamente, chi sopravvive. Sono inoltre introdotti numerosi ostacoli, al fine di costringere gli studenti a partecipare: il più importante di tutti è sicuramente il collare esplosivo. Tutti i ragazzi hanno infatti addosso un collare, che esplode se lo studente entra in un'area vietata; inoltre se almeno ogni ventiquattro ore non ci sarà almeno un morto, tutti i collari saranno fatti esplodere, lasciando la partita senza vincitore.
Vi ricorda qualcosa? Di questo però parleremo dopo.
Intanto concentriamoci solo sul romanzo.
Battle Royale mi ha conquistata fin dall'inizio, nonostante sia un libro pieno di difetti e piuttosto complicato. I protagonisti sono infatti i 42 studenti della classe 3B della Scuola Media di Shiroiwa, un'immaginaria città della prefettura di Kagawa, nel sud del Giappone. E quando dico 42 intendo veramente 42! 

Eccoli, tutti e 42: durante la lettura usavo talvolta questa immagine per orientarmi! 
Tutti vengono citati nel primo capitolo e l'insieme di nomi, tra l'altro molto simili fra loro, crea subito confusione nel lettore: per fortuna alcuni personaggi, i protagonisti, riescono a emergere all'interno del gruppo. L'autore non si dilunga troppo con le descrizioni dei personaggi: la caratterizzazione è piuttosto stereotipata e solo alcuni tra i protagonisti godono di una certa introspezione. Tuttavia Takami dedica almeno un capitoletto a molti dei ragazzi e questa è una cosa che ho apprezzato parecchio, in quanto mi ha resa partecipe alla vicenda, e mi ha fatta soffrire per quasi ogni decesso.
La coppia di protagonisti, Shuya Nanahara e Noriko Nakagawa, l'ho trovata un po' troppo buonista rispetto al contesto della vicenda (senza scendere troppo nei particolari) così come il  cattivo, Kazuo, mi è sembrato un po' piatto, per quanto l'autore cerchi di dare una pur debole motivazione alla sua violenza. 
Ho trovato invece migliori personaggi come Shogo, Shinji (decisamente il mio preferito) e anche la bella e terribile Mitsuko, dotati di una maggiore introspezione, e di motivazioni più salde. Gli altri ragazzi invece vengono caratterizzati solo da un aspetto predominante della loro personalità, o dalle loro passioni, e alla fine la loro utilità è quella di "carne da macello".
Lo stile dell'autore non mi è piaciuto granché. Ho apprezzato tantissimo la scelta della terza persona con l'alternanza dei vari punti di vista, che ha fatto la differenza e secondo me si è rivelata vincente per gestire un numero così elevato di personaggi, tuttavia il modo in cui Battle Royale è scritto, alternando parti quasi infantili, ad altre in cui i ragazzi si esprimono come adulti, non mi ha convinto. Ciò che invece è approfondito, anche troppo, sono le descrizioni delle morti degli studenti: molte sono esplicite, rappresentate nei minimi, raccapriccianti dettagli. Devo ammettere che alcune mi hanno dato anche particolare fastidio, nonostante fossi completamente presa dalla storia.
Uno dei pochi  pregi infatti dello stile dell'autore è che riesce in maniera ineccepibile a creare una tensione continua, che coinvolge totalmente il lettore nella storia. Non cercate spoiler e immergetevi nel gioco: non ve ne pentirete! Il non conoscere chi morirà, come morirà e quando mi aveva messo addosso un tale ansia che avevo preso a leggere il romanzo, persino in autobus, sfidando il mal d'auto che mi opprime, pur di concludere e vedere come finisce. Mi ha soddisfatto il finale? Direi di sì, ma ero anche dispiaciuta perché una delle lettura più belle di questo 2015 era finita... Ed era durata troppo poco (nonostante, ripeto, le seicento pagine).
Infatti, nonostante i difetti e certe scene decisamente esagerate, il mio giudizio è comunque di cinque stelline perché si è trattato veramente di un romanzo che è riuscito ad appassionarmi come pochi, e che rileggerei anche domani, sebbene le scene di violenza abbondino e non mi facciano impazzire. 


Ps: tornando alla trama, immagino che vi abbia ricordato un po' Hunger Games. Ed è vero: inutile negarlo, nonostante le molte differenze (soprattutto per quanto riguarda la scrittura) e il fatto che in confronto al Program gli Hunger Games sembrino una scampagnata in collina, ogni tanto, durante la lettura, pensavo a Katniss e all'arena e a quanto simile sembrasse la sua vicenda. 
Ma in tutto ciò l'autore non c'entra proprio nulla: quello che infatti non ho detto è che Battle Royale è stato pubblicato nel 1999. Dunque leggete senza pregiudizi! Anzi, quasi quasi vi scoprirete, alla fine, come me, a preferire proprio Battle Royale! 

martedì 3 marzo 2015

Recensione: Perfetto - Alessia Esse

Buongiorno! Oggi recensione di un romanzo che ho adorato e che consiglio a tutti di leggere. Secondo me è uno dei migliori:
-distopici
-distopici italiani
-libri autopubblicati
-libri conosciuti attraverso il blog
Insomma... dite che basta per convincervi a dargli una possibilità?

TITOLO: Perfetto
AUTORE: Alessia Esse
COLLANA: Amazon
PREZZO (CARTACEO): 10,72
PREZZO (EBOOK): 2,99

TRAMA: La Sindrome ha ucciso tutti gli individui di sesso maschile, e la riproduzione è possibile solo grazie al midollo osseo. Gli effetti della Sindrome sono stati talmente devastanti per le donne sopravvissute che ricordare quei giorni è proibito, così come è proibito parlare degli uomini. Musica, film, libri, arte: tutto quello che riguarda il genere maschile è sepolto sotto il dolore.
Nel paesino francese di Malorai, un angolo di paradiso ai piedi di una cascata, Lilac Zinna si prepara al diploma. Diciassette anni, un amore sconfinato per la Storia Moderna e per le regole, Lilac sta per diventare un'insegnante, coronando il suo sogno e quello della nonna Francesca, che si occupa di lei da quando è nata. Lilac è al settimo cielo, e non solo perché sta per diplomarsi: alla cerimonia solenne parteciperà anche Vega G, la donna a capo del governo femminile che regola il mondo. E quando Vega G si mostra eccezionalmente interessata alla vita di Lilac, arrivando perfino ad offrirle un lavoro per il governo, Francesca - che nasconde un segreto tanto importante quanto pericoloso - decide di affidare sua nipote a qualcuno che avrà il compito proteggerla: due uomini.
Nel viaggio che la porterà lontano da Malorai e da tutto ciò in cui ha finora creduto, Lilac conoscerà un mondo nascosto, imparerà che il cuore può battere forte, e non solo per paura, e scoprirà chi è davvero Vega G.
Primo di una trilogia, Perfetto è il romanzo d'esordio dell'autrice italiana Alessia Esse.


Perfetto è stata la migliore scoperta da quando sono entrata nella blogsfera. Per quanto, da quando mi sono iscritta a Blogger, ho conosciuto molte serie e autori di cui, prima di aprire Hook a Book non mi era mai importato più di tanto, in questo caso, se non avessi mai  letto le recensioni più che entusiaste su Goodreads o sugli altri blog, non mi sarei mai interessata alla Trilogia di Lilac (assolutamente a torto), anzi forse, da lettrice legata solamente alle librerie, come ero prima, non sarei mai nemmeno venuta a conoscenza dell'esistenza di questa serie.
Così quando mi sono ritrovata ad iniziare Perfetto avevo aspettative altissime, e sono stata felicissima di scoprire, dopo i primi capitoli, che il romanzo rispecchiava perfettamente quelle bellissime parole scritte da altre lettrici. Così la lettura si è rivelata un'esperienza piacevole e scorrevole, tanto che ero arrivata in un paio d'ore già alla metà del romanzo.
L'aspetto che più mi ha colpito di Perfetto è stato, senza dubbio, il mondo in cui è ambientato. Alessia Esse ha definito la vita di Lilac in ogni minimo particolare: mi ha colpito particolarmente lo sviluppo della tecnologia, che è diventata parte integrante della vita quotidiana (come credo sarà inevitabile), sia la censura imperante per tutto ciò che è proibito, ovvero qualsiasi cosa riguardi gli uomini.
Infatti ciò che colpisce subito del romanzo, nonché quello che, a mio avviso, lo rende molto originale, è la completa mancanza del genere maschile.
Nel mondo di Lilac, gli uomini sono estinti: una Sindrome misteriosa, infatti, ne ha causato la morte, eliminando dalla faccia della terra. Su quest'idea così particolare si regge quello che è un bel distopico, scritto bene e con il difetto che finisce troppo presto.
I personaggi sono ben caratterizzati: quello che mi è piaciuto di Lilac è che, all'inizio, è parte integrante del mondo in cui vive: non è come le protagoniste di molti altri libri appartenenti allo stesso genere che fin dalla prima pagina bruciano di rabbia e di spirito rivoluzionario spesso senza un motivo ben preciso. Lilac è coerente e la sua rabbia verso il mondo in cui vive nasce e cresce a fronte di motivazioni che avrebbero scatenato una reazione simile, se non peggiore, in chiunque.
A farle da contraltare è la sua migliore amica, Baguette, uno dei miei personaggi preferiti in assoluto. Nonostante non condivida per niente l'ammirazione che Lilac nutre per la presidentessa di questo mondo al femminile, Vega G, Baguette resta un'amica fedele e una compagna di avventure formidabile: insomma, l'amica che tutti vorremmo avere, spiritosa, interessante e ribelle senza però risultare eccessiva.
Accanto alle protagoniste si muovono molti altri personaggi, tra cui spicca Vega G, il personaggio che imparerete presto ad odiare.
La trama di Perfetto si svolge tra la Francia, dove le protagoniste vivono, e l'Italia, un paese molto cambiato rispetto allo stato che tutti conosciamo. Tra le ambientazioni molto  ben descritti (oltre che bei posti, immagino) sono il paese di Malorai, dove abitano Lilac e Baguette e da dove parte la storia, e Pontenero, un villaggio dell'Italia meridionale che assume una grande importanza nel finale del romanzo e dove Perfetto termina con un evento che lascia i lettori con il fiato sospeso, spingendoli a iniziare subito il seguito, Segreto. 


Concludendo, mi sento di dire che Perfetto è un ottimo romanzo d'esordio e che merita ogni singola stellina che gli viene assegnata. Certo, Perfetto non è libro senza alcun difetto: al contrario, molti aspetti legati alla Sindrome e alla trama in generale sono stati trattati in maniera solo superficiale, rimanendo ancora oscuri e misteriosi, ma sono sicura che questi misteri verranno approfonditi nei romanzi successivi. 



domenica 24 agosto 2014

Recensione: Legend - Marie Lu

Buonasera lettori!!! Passata una bella giornata? Oggi da noi il tempo è stato un po' pazzerello, ma sono andata al mare lo stesso (beccando anche un po' di pioggia...)
Il post di oggi è una recensione di un gran bel distopico, Legend di Marie Lu, che ho veramente apprezzato. 
Quindi, buona lettura! 

TITOLO: Legend
AUTORE: Marie Lu
COLLANA: Piemme Freeway
PREZZO (RILEGATO): 16,50
PREZZO (EBOOK): 6,99


TRAMA: Los Angeles, Stati Uniti. Il Nord America è spaccato in due parti, la Repubblica e le Colonie, e la guerra sembra destinata a non finire mai. A quindici anni, June è già una promessa della Repubblica. Nata in una famiglia ricca e prestigiosa, oltre a una bella casa, un mucchio di soldi e la possibilità di frequentare le scuole migliori, possiede anche un vero talento nel cacciarsi nei guai e senza l’intervento di Metias, il fratello maggiore, probabilmente qualcuna delle sue bravate all’accademia militare sarebbe già finita male. Dalla morte dei genitori, Metias è l’unico su cui può contare, almeno fino al giorno in cui viene ucciso in circostanze misteriose. Il primo sospettato è Day, un ragazzo della stessa età di June, ma nato e cresciuto nei bassifondi della Repubblica. Ed è anche il criminale più ricercato del paese. Da quel giorno, June ha un unico desiderio: vendicare Metias. Ma per lei e Day il destino ha altri piani.

Da quando Hunger Games è uscito, sarà una mia impressione, ma sono aumentati sugli scaffali delle librerie i cosiddetti distopici destinati ad un pubblico giovane (chissà, magari ero io a non averli mai notati prima...)
In ogni caso non larlo di "cloni di Hunger Games" perchétutti trattano storie diverse tra loro. Tuttavia, come per ogni genere, esistono distopici fatti bene e distopici fatti male. Sono diversi gli elementi che distinguono gli uni dagli altri, anche se un background realizzato per il verso può già fare la differenza, insieme a un protagonista convincente.
In Legend, con somma soddisfazione, ho trovato tutti questi elementi e anche qualcosa in più... ed è sempre piacevole scrivere recensioni positive, come in questo caso, specialmente perché, nonostante le recensioni positive, nutrivo ancora qualche riserva su questa serie.
Al contrario, molti degli elementi che compongono questo libro mi hanno convinta in maniera particolare: innanzitutto lo Stato Distopico in cui la storia è ambientata, in questo caso chiamato semplicemente la Repubblica.
Questa Repubblica appare come uno stato vivido e realistico, molto forte militarmente e ben organizzato, in guerra perenne con le cosiddette Colonie. Però, nonostante tutto, l'autrice non rivela molto sulla storia e le origini del paese e sulle Colonie e questo un po' mi è dispiaciuto. Spero che sia perché questo è il primo volume di una serie... Infatti,  devo ancora iniziare a leggere Prodigy e mi aspetto qualche spiegazione in più.
Tuttavia, la Repubblica è una distopia completa, che assorbe le vite dei cittadini, cambiando profondamente il loro modo di pensare, in particolare di quelli che appartengono alle classi superiori e ricoprono ruoli di prestigio.
June, la protagonista, appartiene a questa categoria: è cresciuta nella Repubblica, è stata addestrata dalla Repubblica: in altre parole, la sua forma mentis è quella della Repubblica. Nonostante questo, tuttavia, June non è schiava dello stato in cui vive: è una ragazza dotata di una grande intelligenza, che le ha permesso di superare con il punteggio massimo la "Prova", una sorta di esame a cui tutti i bambini della Repubblica vengono sottoposti al compimento del decimo anno d'età.
Inoltre, June gode di capacità deduttive paragonabili a quelle di Sherlock Holmes (o di Hercule Poirot, perché sono una grandissima fan di Agatha Christie), ed è anche simpatica. Insomma, questa protagonista mi è piaciuta fin dalla prima pagina, e questo è importante perché molte volte più il personaggio principale è "sopportabile", più il romanzo risulta "godibile"; ovviamente non si tratta di una regola assoluta, ma di un giudizio personale.
Tuttavia, June non è l'unica protagonista. Difatti la particolarità di Legend (che lo distingue da diversi distopici che ho letto) è il fatto che i narratori siano due, che raccontano le vicende in prima persona, alternando il loro punto di vista.
Così, mentre June è la protagonista femminile, Day è il protagonista maschile.  
Mentre June lavora per la Repubblica, Day è uno dei criminali più ricercati. I suoi crimini non sono mai efferati, ma è il suo modo di umiliare lo stato che irrita i piani alti.
Così, dopo l'evento che si incontra nei primi capitoli, June viene messa sulle tracce di Day. L'autrice afferma di essersi ispirata alla "relazione" tra Jean Valjean e l'ispettore Javert nei Miserabili, ma in realtà il loro rapporto andrà ben oltre... Vi lascio immaginare!
In ogni caso, la caratterizzazione di entrambi i protagonisti mi ha colpito: era talmente ben fatta che mi è sembrato di conoscerli da sempre!
Accanto a loro si muovono diversi comprimari: dal Comandante Jameson, che per metà libro credevo fosse un uomo e invece era una donna, all'inquietante Thomas, che ancora non sono riuscita ad inquadrare, a Tess, grande amica ed aiutante di Day.
In particolare, è molto importante il ruolo che la famiglia svolge per entrambi i protagonisti, sia per June, il cui fratello, Metias, anche da morto, funge sempre da punto di riferimento, sia per Day che cerca in tutti i modi di proteggere la propria madre e i propri fratelli.
Se poi non bastassero una buona ambientazione e degli ottimi personaggi a convincere alla lettura... Non mancano certo i misteri, che intrigano il lettore e lo  inducono a comprare anche il volume successivo.
Chi sono i patrioti? Cosa sono le Colonie? Cos'è il misterioso morbo che colpisce il paese? Marie Lu è avara di risposte, nonostante già in questo volume riceviamo le prime rivelazioni. Tuttavia una volta innescata la miccia, la mia curiosità diventa insaziabile e, da questo punto di vista, Legend è stata una lettura molto intrigante!
In conclusione Legend è un'ottimo inizio per una serie che promette molto. Ci sono tutti gli elementi per una lettura coinvolgente e anche divertente (nonostante il libro non sia comico... Quello che voglio dire è che può essere un ottimo passatempo).

Non sarà ancora un libro perfetto in tutti i sensi, ma riconosco le sue ottime capacita e quindi le sue quattro stelline e mezza se le merita. Continuando così, spero di poter dare il massimo con Prodigy, che leggerò a breve (dopo aver terminato la pausa che di solito mi auto-impongo tra un libro e l'altro di una stessa serie).