martedì 4 agosto 2020

Review Party: Agnes Grey - Anne Bronte

Ciao a tutti. Oggi ci saranno ben tre post qui sul blog: di nuovo, le mie capacità organizzative stanno perdendo colpi. Il primo è una recensione di un grande classico: Agnes Grey, scritto da Anne Bronte, la più giovane delle sorelle Bronte. 

TITOLO: I capolavori delle impareggiabili penne sororali
AUTORE: Sorelle Bronte
COLLANA: Oscar Draghi
PREZZO (CARTACEO): 28,00€
PREZZO (EBOOK): 10,99€
TRAMA: Da Cime Tempestose, a Jane Eyre, passando per Agnes Grey, fino ai meno noti L'angelo della tempestaLa Signora di Wildfell Hall e Shirley, le tre sorelle Bronte ci hanno lasciato romanzi immortali , capolavori della narrativa ottocentesca pieni di pathos e emozione, ciascuna con la propria voce. 
A questi romanzi si aggiungono i sublimi versi nei quali rivive tutto il fascino della natura selvaggia delle brughiere dello Yorkshire, tra distese d'erica, roccia e foschia. Questo volume offre l'occasione per riscoprire tre voci femminili originalissime nel panorama letterario, tra incanto, disperazione, e il desiderio insopprimibile di affermare la propria identità.




Il bello dei grandi classici è che, anche dopo secoli, risultano sempre attuali.
È così, almeno in parte, anche per Agnes Grey, il primo romanzo di Anne Bronte: all’apparenza, infatti, il romanzo sembra la classica storia vittoriana, con tutti i temi tipici del genere e le concezioni della donna e della famiglia tipici della società dell’epoca.
Eppure, scavando in profondità, si trovano spunti che sono attuali ancora oggi e che ci dimostrano come, dopo duecento anni, nonostante la tecnologia, l’emancipazione e i cambiamenti della società, dopotutto non siamo cambiati così tanto.
La protagonista, Agnes, viene da una famiglia di estrazione sociale non molto elevata ma, dopotutto, felice: sua madre, ricca di nascita, ha rinunciato ai soldi per poter sposare il signor Grey, un povero prelato di provincia, e da lui ha avuto due figlie. Agnes è la più piccola: viene coccolata da tutti, trattata sempre come se fosse la più fragile della famiglia e non ha particolari talenti. Tuttavia, dopo che i risparmi della famiglia vengono bruciati dopo un investimento non andato a buon fine, Agnes decide di rimboccarsi le maniche e di essere assunta in quello che era, per le donne dell’epoca Vittoriana, uno dei pochi lavori rispettabili: l’istitutrice.
Peccato che si trovi di fronte a famiglie di estrazione sociale più alta che a malapena considerano il suo lavoro e che, soprattutto, sono fermamente convinte di avere dei figli intoccabili e ben educati quando in realtà, non sono altro che ragazzini prepotenti e viziati. Agnes si trova così a contatto con una realtà in cui i suoi allievi si prendono continuamente gioco di lei e i loro genitori le addossano tutte le colpe.
Fortunatamente, come in molti romanzi dell’epoca, anche per Agnes Grey sembra esserci un riscatto, ma solo dopo tante sofferenze e traversie varie.
Confesso di aver trovato Agnes Grey meno incisivo rispetto ad altri classici ma, al contempo, è stata una lettura gradevole.
Mi ha colpito soprattutto l’attualità del trattamento riservato ad Agnes: appena leggevo dei genitori che le limitavano il potere con i figli, la criticavano per gli scarsi risultati ma al tempo stesso le impedivano di agire in maniera radicale mi sono venute in mente molte critiche attuali rivolte ai genitori che non sanno educare i propri figli e preferiscono scaricare le colpe sui professori. Evidentemente certe cose non sono cambiate…  
Il personaggio di Agnes in sé, invece, mi è sembrato abbastanza sciapo, ma da questo punto di vista, devo dire che un po’ è sicuramente colpa dell’epoca in cui il libro è stato scritto e ambientato (non dico che Agnes Grey sia una rivoluzionaria, ma sicuramente agli occhi di un lettore dell’Ottocento risultava molto più emancipata che a quelli di un lettore moderno).
Lo stile è abbastanza scorrevole, nonostante alcuni paragrafi sembrassero davvero non avere mai fine, ma c’è da dire che Anne Bronte doveva avere una grandissima passione per le citazioni bibliche, che inserisce, talvolta esatte, talvolta con errori, almeno tre volte a capitolo.
Si tratta di un libro scritto da un’autrice religiosa, con una buona conoscenza della natura ecclesiastica e che tratta di una protagonista figlia di un pastore che si innamora di un altro religioso: non sono una grande amante di questo tipo di riferimenti, ma comprendo anche come l’epoca vittoriana desse molto peso alla religione anglicana e ai suoi sacerdoti e tutto questo si può incontrare in Agnes Grey e, a un lettore moderno, ciò può piacere o non piacere.
Dunque, nonostante Agnes Grey abbia smentito ancora una volta la mia vecchia convinzione che i classici fossero tutti storie pesanti da leggere, devo dire che non mi è piaciuto come altri suoi romanzi contemporanei. Ciò non toglie nulla al valore letterario dell’opera di Anne Bronte e ve ne consiglio comunque la lettura, insieme ai più famosi Jane Eyre e Cime Tempestose. 



2 commenti:

  1. Ciao! Io ho letto questo libro qualche anno fa e l'avevo amato! :)

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    Risposte
    1. Io non sono una fan dei classici... negli ultimi anni ne ho letti davvero pochi e sto rimediando solo di recente, grazie alle edizioni Oscar Draghi e alle Storie senza Tempo. Però Agnes Grey, per quanto mi sia piaciuto, non è proprio tra i miei preferiti

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