Buongiorno. Oggi sul blog troverete due post relativi a due romanzi completamente diversi fra loro: il grimdark di Joe Abercrombie e il teen romance di Isabelle Ronin.
Entrambi hanno strappato la sufficienza ma devo dire che mi aspettavo qualcosa di più.
Quello di Abercrombie è comunque un inizio molto intrigante per la sua nuova serie (nonostante abbia riscontrato ne Un piccolo odio un po' gli stessi difetti de Il richiamo delle spade).
TITOLO: Un piccolo odio
COLLANA: Mondadori
PREZZO
(CARTACEO): 22,00€
PREZZO
(EBOOK): 11,99€
TRAMA: Savine dan Glokta è la figlia dell'uomo più odiato del regno, l'Arcilettore, a sua volta pronta a diventare la serpe più velenosa degli affari e delle industrie, se questo le garantirà un primato in un mondo in cui sembrano comandare solo gli uomini. Leo dan Brock, il Giovane Leone, attende di essere nominato Lord Governatore per respingere le aggressioni di Crepuscolo il Possente e dei suoi uomini del Nord, ma imparerà che le leggende degli eroi nascondono molte zone oscure, fatte di tradimenti e compromessi. Vick si è unita agli Spezzatori che intendono difendere i lavoratori dalle misure rapaci dei padroni, ma nasconde una decisione presa anni fa, nei gelidi campi di prigionia. Grosso è un veterano di guerra che vorrebbe dimenticare gli orrori degli assedi e la forza micidiale che si annida nelle sue mani tatuate, ma passato e violenza non sono mai troppo lontani. Il vecchio Trifoglio vorrebbe solo starsene seduto a insegnare un po' di arte della spada, ma sarà costretto ad accompagnare e consigliare un manipolo di giovani che lo irridono, e non conoscono la belva che è stato e può ancora essere. Il Principe Coronato Orso deve decidere se sprofondare definitivamente sotto le droghe, le cortigiane e il vino, oppure se mettere la sua intelligenza a servizio d'un sogno più grande, per sé e tutto il reame. I loro cammini si incroceranno e affronteranno una nuova età di tecnologia, potere economico, barbarie e follia, insurrezioni popolari e congiure di palazzo, duelli brutali nel Cerchio di scudi e il ritorno della magia. Sì, perché, se antichi stregoni decidono di allearsi con banchieri e ingegneri, al Nord invece la giovane Rikke scopre di possedere un dono invidiato e maledetto, la Vista Profonda, la capacità di vedere le ombre del passato e gli spettri del futuro. E come deciderà di impiegarla determinerà il destino di tutti. Joe Abercrombie torna al mondo della "Prima Legge" con una saga ambientata alcuni decenni dopo la prima. Vecchi protagonisti cedono il passo a una nuova generazione che si addentra in un mondo ancora più realistico, ironico, brutale e commovente, che riflette e amplifica i drammi della politica attuale.
Il
mondo della Prima Legge di Joe Abercrombie comprende molto più della trilogia
omonima: nelle stesse terre che hanno assistito alle avventure di Sand dan
Glotka, Jezal dan Luthar e di Bayaz il primo dei Magi sono ambientati anche tre
romanzi spin off e diversi racconti brevi.
Tuttavia,
nessuno di essi ha risposto direttamente alle domande dei lettori che
chiedevano che fine avessero fatto i personaggi sopravvissuti a L'ultima
ragione dei re.
Cover UK |
Un
piccolo odio è il primo libro di questa nuova serie e, come anche Il richiamo
delle spade, è dedicato soprattutto alla presentazione dei nuovi personaggi,
che, neanche a dirlo, sono parecchi e distribuiti fra il Nord e le terre
dell'Unione.
Fra
questi splende la figura di Savine dan Glokta, una delle migliori eroine
femminili nate dalla penna di Abercrombie, figlia di Sand, donna di mondo, che
fonde la bellezza della madre al carattere freddo e all'intelligenza del padre,
pronta a investire in un mondo che sta, fin troppo rapidamente, cambiando.
Il
cambiamento è infatti uno dei punti cruciali di Un piccolo odio: se la maggior
parte dei fantasy di stampo tradizionale sono ambientati in un mondo
pseudo-medioevale, questo romanzo trae ispirazione da un contesto estremamente
dinamico, in un l'invenzione del motore sta drasticamente cambiando l'economia
dell'Unione e, con essa, la vita della popolazione, specialmente nei ceti più
bassi.
Certo,
non si tratta di un contesto storico accurato: la polvere da sparo è ancora una
diceria e la vita al Nord non è cambiata più di tanto, ma l'evoluzione,
rispetto alla trilogia de La prima legge, è tanta e secondo me anche fin troppo
rapida, considerato che il gap temporale fra le due serie si attesta sui
trent'anni circa.
Un
avvertimento, anzi tre, per il lettore che desidera approcciarsi a questa nuova
trilogia:
- La
serie è autonoma rispetto alla Prima Legge: i protagonisti sono diversi e le
vicende sono diverse, seppur personaggi, situazioni ed avvenimenti dei primi
tre libri vengono spesso riportati alla memoria del lettore. Per questo si può
leggere Un piccolo odio prima di
iniziare La prima legge, considerandola alla stregua di prequel: tuttavia, in
questo modo, ci si spoilera il finale de L'ultimo argomento dei re.
- Un
piccolo odio è un fantasy molto diverso da quello tradizionale: la magia
praticamente non c'è, ad eccezione di un personaggio che ha capacità
soprannaturali (ma non "magiche" in senso stretto) e di alcuni
richiami ai precedenti romanzi di Abercrombie. Ciò può piacere o non piacere:
secondo me, nei romanzi successivi la situazione potrebbe cambiare, ma se un
lettore cerca un romanzo ricco di incantesimi e creature magiche beh, questa
lettura non è consigliata.
- Questa
serie appartiene al genere grimdark, ossia al fantasy più crudo e violento.
Nonostante, in verità, abbia trovato Un piccolo odio più smorzato, sia nella
violenza gratuita che nel turpiloquio, rispetto ai primi romanzi di
Abercrombie, rimane comunque una lettura con scene piuttosto esplicite che
potrebbero non piacere ai lettori più sensibili.
Inoltre,
ma questo è un mio parere, come anche Il richiamo delle spade, in questo
romanzo accade di tutto, ma non accade nulla: molto cose succedono al nord e
nell'Unione, coinvolgendo personaggi su personaggi, ma, se mi chiedete qual è
la trama principale di questa serie, non ve la saprei dire. È un po' un difetto
di Abercrombie: prima della metà del secondo volume si fa davvero fatica a
capire dove voglia andare a parare e, secondo me, per uno scrittore della sua
caratura questo è un po' un limite. Capisco il voler evitare gli spiegoni a
tutti i costi, ma, in questo modo, si corre il rischio di annoiare il lettore.
Per
questo motivo la mia valutazione è di tre stelline e mezzo. Come anche Il
richiamo delle spade, Un piccolo odio non è altro che una lunga introduzione
per una serie che spero riesca a prendere il volo nei romanzi successivi.
Peccato che, a differenza de La prima legge, bisogna aspettare un anno per
leggerne il seguito...
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