Ma torniamo al libro di oggi: spettavo Figli di Virtù e Vendetta di Tomi Adeyemi da più di un anno e a volte quando le aspettative sono così alte, il risultato può tradursi in una mezza delusione...
AUTORE: Tomi Adeyemi
COLLANA: Rizzoli
PREZZO (CARTACEO): 18,00€
PREZZO (EBOOK): 9,99€
TRAMA: Dopo aver combattuto contro l'impossibile, Zélie e Amari sono finalmente riuscite a far rivivere la magia a Orïsha. Ma il rituale per risvegliarla si è rivelato più forte di quanto avrebbero potuto immaginare, e ha riportato alla luce non solo i poteri dei maji, ma anche quelli dei nobili che avevano della magia nel loro sangue.
Ora Zélie deve lottare per unire i maji in una terra dove il nemico è potente quanto loro.
Quando reali ed esercito stringono una mortale alleanza, Zélie deve tornare a combattere per assicurare ad Amari il trono e per proteggere i nuovi maji dall'ira della monarchia.
Ma con la minaccia di una guerra civile all'orizzonte, Zélie si trova a un punto critico: dovrà trovare un modo per riunire il regno oppure lasciare che Orïsha venga distrutta da se stessa.
Ora Zélie deve lottare per unire i maji in una terra dove il nemico è potente quanto loro.
Quando reali ed esercito stringono una mortale alleanza, Zélie deve tornare a combattere per assicurare ad Amari il trono e per proteggere i nuovi maji dall'ira della monarchia.
Ma con la minaccia di una guerra civile all'orizzonte, Zélie si trova a un punto critico: dovrà trovare un modo per riunire il regno oppure lasciare che Orïsha venga distrutta da se stessa.
Tra i seguiti delle serie fantasy che ho
iniziato Figli di Virtù e Vendetta era uno dei più attesi.
Già la sua pubblicazione in lingua originale
non è stata una passeggiata: rinviato più volte ha visto la luce solo a
dicembre scorso, mentre la traduzione italiana ha raggiunto gli scaffali a
inizio giugno, dopo tre mesi di quarantena e in un periodo in cui, tra le
manifestazioni negli Stati Uniti e la lotta al razzismo in tutto il mondo, la
lettura di questo libro è ancora più attuale.
Quello che mi era piaciuto di Figli di Sangue
ed Ossa era, infatti, la sua duplice dimensione: da una parte storia di
intrattenimento con un'eroina forte e determinata, un sistema magico ben
definito, animali fantastici ispirati alla fauna della savana e quel pizzico di
romance che non guasta mai; dall'altra la dimensione più profonda dove le
ambientazioni di ispirazione africana sono un richiamo alle radici dell'autrici
e le discriminazioni subite da Zélie e dai maji sono una metafora per il
razzismo che ancora oggi affligge la comunità afroamericana negli Stati Uniti e
molti altri gruppi etnici in tutto il mondo.
Se il primo volume aveva segnato il glorioso
debutto di Tomi Adeyemi nella letteratura young adult, Figli di Virtù e
Vendetta rappresenta la prova del secondo libro e, a mio avviso, l'autrice la
supera con una sufficienza risicata.
Non perché questo sia un brutto romanzo ma,
semplicemente, mi è sembrato completamente diverso rispetto a Figli di Sangue
ed Ossa, come se la Adeyemi non ricordasse le personalità dei personaggi che ha
creato o, peggio, stesse scrivendo una fanfiction della propria storia.
Non si è trattato solo del cambio di
copertina, la quale pur avendo un bel design, non riprende per niente quella
del libro libro: c'è qualcosa in questo romanzo che stona con Figli di Sangue e
Ossa.
Dal punto di vista della trama Figli di Virtù
e Vendetta è un romanzo ricco di eventi, anche traumatici: assassini, rivolte,
morti e morti apparenti... Non manca niente e proprio come era accaduto nel
primo libro, la povera Zélie non conosce un attimo di tregua.
Tuttavia, non critico la gestione degli
eventi da parte della Adeyemi, ma quello che avrei rivisto di questo Figli di
Virtù e Vendetta è la gestione dei personaggi.
Nel primo volume mi ero affezionata
alll'intero quartetto dei protagonisti, ma in questo secondo libro ho stentato
a ritrovare i personaggi che avevo amato, ad eccezione forse di Zélie, che
tormentata era e tormentata rimane.
Zélie e Amari (fanart trovata su Pinterest) |
Mi sono caduti in basso soprattutto Amari e
Inan: capisco che gli eventi del finale di Figli di Sangue ed Ossa possano
averli turbati, soprattutto per quanto riguarda Inan il cui destino era
lasciato in sospeso, ma mi è sembrato di avere a che fare con nuovi personaggi,
con una personalità che in alcune scene sembra completamente diversa da quella
che avevo imparato ad amare.
E no, non sto parlando né di un'evoluzione né
di una regressione caratteriale dovuta alla trama.
Per quanto riguarda la scrittura in sé, invece,
non ho critiche da fare: mi piace come scrive Tomi Adeyemi, tanto che in
passato ho seguito il suo corso di scrittura online e ne ho apprezzato i
consigli. Anche Figli di Virtù e Vendetta non è male: in generale non mi ha
annoiato, e ho continuato ad apprezzare la divisione dei capitoli per punto di
vista del narratore, che mi ha permesso di entrare nella testa dei vari
personaggi ma non ne ha giustificato quei cambiamenti repentini che ho
osservato in precedenza e che mi hanno un po' rovinato le atmosfere generali.
Il finale è stato inaspettato e piuttosto
duro da leggere; la scena finale, tuttavia, mi ha fatto tornare la voglia di
leggere il terzo libro della serie, se non altro perché apre nuovi possibili
sviluppi per la trama che, se ben sfruttati, possono risollevare questa
trilogia.
Dunque la mia valutazione è di tre stelline,
con un più perché comunque Tomi Adeyemi non si è dimenticata di punto in bianco
come scrivere e alcuni aspetti del libro mi sono piaciuti lo stesso.
Ogni tanto capita di inciampare, e questo
Figli di Virtù e Vendetta, sarà stata la lunga attesa, saranno state le
aspettative molto alte, ma si è rivelato una mezza delusione, in ogni caso si
tratta del secondo volume di una serie, e la Adeyemi ha ancora un libro a
disposizione per concludere al meglio la sua trilogia di Orïsha.
Boh tutte queste saghe politically correct e molto pompate dalle blogger USA non mi hanno mai convinto fino in fondo
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