Buongiorno a tutti. Si apre una settimana intensa: grazie alle mie infallibili abilità di programmazione, solo domani avremo ben tre post (si, mi dimentico che prendo impegni e poi mi ritrovo tre post in un giorno).
Oggi per fortuna ce n'è solo uno ed è dedicato ad un libro su cui ho molto da dire: I giorni del ferro e del sangue di Santi Laganà, edito Mondadori.
AUTORE: Santi Laganà
COLLANA: Libri Mondadori
PREZZO (CARTACEO): 19,50€
PREZZO (EBOOK): 9,99€
TRAMA: Patrimonio di San Pietro, 960 d.C. Sul trono papale siede un adolescente perverso e corrotto, ciò che resta dell'Italia indipendente è allo sbando dilaniata da lotte intestine e le campagne sono una terra di nessuno dove la violenza e il sopruso la fanno da padroni. Anna è una contadina di quindici anni che conduce un'esistenza misera e asservita. Quando la sua famiglia viene trucidata e l'ultimo fratello rapito per essere ridotto in schiavitù, decide di continuare a vivere per inseguire quell'ultimo brandello di affetti e, sorretta da una volontà indomita, inizia una dolorosa peregrinazione per terre sconosciute e ostili, tra aiuti misericordiosi e feroci violenze. Nel suo tormentato cammino incontrerà un cavaliere dall'oscuro passato e un improbabile presente, un vecchio dall'aria mansueta che nasconde insospettabili risorse e un giovane vagabondo sfrontato e generoso: una strana compagnia con cui cercherà di farsi giustizia fin dentro i palazzi più segreti di Roma. Ambientato in uno dei periodi meno conosciuti e più bui della nostra storia, "I giorni del ferro e del sangue" è un affresco senza filtri né retorica di un'epoca brutale quanto affascinante, ma anche la parabola di una protagonista: una giovane donna che nel più maschilista dei mondi non si rassegna a un destino già scritto e tenacemente lotta per conquistarsi il diritto a una vita migliore.
Tra i nuovi romanzi editi Mondadori I giorni
del ferro e del sangue è uno di quelli che più ha attirato la mia attenzione.
Già il titolo riassume alla perfezione il contenuto dell'opera: l'accento,
infatti, viene posto sul ferro, in quanto il libro è ambientato nel cosiddetto
secolo di ferro (X secolo d.C) e sul sangue, che, nei vari capitoli, scorre a
fiumi.
Quest'opera infatti appartiene al genere
storico e si svolge nel Medioevo, ma non, come il 90% dei libri ambientati in
quest'epoca, nel Basso Medioevo (dall'anno Mille in poi, con cavalieri,
principesse e castelli) bensì nell'Alto Medioevo che, come afferma anche
l'autore nella nota al termine del romanzo, è un periodo storico di degrado ed
ignoranza di cui, ancora oggi, si sa poco o nulla.
Protagonista del libro è una ragazza di
sedici anni, Anna, che assiste suo malgrado allo sterminio di tutta la sua
famiglia, ad eccezione di suo fratello Martello, un giovinetto di bell'aspetto
che viene venduto a un mercante di schiavi con l'intento di portarlo a Roma
alla corte di Papa Giovanni, passato alla storia proprio per la sua lussuria e
incompetenza.
Anna vuole ritrovare a tutti i costi suo
fratello e per farlo deve intraprendere un viaggio pericoloso fino alla
Capitale, in compagnia di individui all'apparenza poco raccomandabili: Arnolfo,
dal passato misterioso, Ezio, un vecchio dalla lingua tagliente, e Furio un
ragazzo che ignora che il fratello è stato ucciso proprio dalla
protagonista.
Da un certo punto di vista ho adorato il
personaggio di Anna: ella infatti è un'eroina che va contro ai pregiudizi di
un'epoca in cui le donne erano considerati solo oggetti con lo scopo di riprodursi,
ma lo fa in un modo piuttosto realistico, al contrario di altre sue omologhe
che scoprono da un giorno all'altro di possedere incredibili doti da guerriere.
Le gesta di Anna invece, si dimostrano
abbastanza coerenti con l'epoca in cui il romanzo è ambientato: ad eccezione
forse di qualche licenza poetica, la ragazza si occupa principalmente di
provvedere alla sopravvivenza del gruppo grazie alla sua grande conoscenza di
piante commestibili ed erbe officinali, e anche quando si trova costretta ad uccidere
qualcuno non lo fa maneggiando spadoni o combattendo duelli (come ho invece
visto in altri libri di cappa e spada) ma utilizzando armi leggere e cogliendo
alla sprovvista il suo avversario. Per di più la povera Anna è costretta a
subire, come spesso capitava alle donne dell'epoca, i peggio soprusi e
angherie: nonostante lo stile dell'autore non indugi nei particolari devo dire
che alcuni paragrafi sono stati piuttosto difficili da digerire e che la
resilienza di questo personaggio ha accresciuto la mia stima nei suoi
confronti.
Ma se Anna è stata sicuramente il punto di
forza de I giorni del ferro e del sangue non posso non parlarvi anche dei suoi
difetti.
Il primo riguarda i personaggi secondari:
sono troppi, dai nomi veramente troppo simili, alcuni risultano addirittura
superflui e, come se non bastasse, manca a fine romanzo un appendice che
permetta al povero lettore di districarsi fra questa schiera di comparse. Il
risultato? Ho terminato il romanzo da pochi giorni e già faccio fatica a
ricordarmi i personaggi secondari più importanti (figurarsi quelli che appaiono
una volta in cinquecento e oltre pagine...).
Un altro punto che avrebbe potuto essere
migliorato riguarda sicuramente lo stile: l'autore, seppur sia un esordiente,
non scrive affatto male, e ho apprezzato il fatto che la scelta di utilizzare
un linguaggio più moderno rispetto al periodo in cui il libro è ambientato sia
stata il frutto di un'attenta riflessione e non sia stata lasciata al caso.
Tuttavia la storia è troppo, troppo prolissa:
alcune parti del viaggio di Anna avrebbero potuto essere sfoltite, se non
addirittura tagliate e molti personaggi ed episodi secondari, come già ho detto
in precedenza, avrebbero potuto essere eliminati senza che l'opera ne perdesse
in contenuti.
Ed è un peccato perché ho trovato azzeccata
la scelta di dividere i capitoli, di per sé piuttosto lunghi, in sottocapitoli
più snelli ed agili e, con un taglio diverso, questo romanzo avrebbe potuto
essere davvero una delle uscite più interessanti dell'anno.
Un ultimo appunto: nonostante l'attenzione
dell'autore per il contesto storico ed il lavoro dell'editor, alcuni dettagli
anacronistici hanno raggiunto l'edizione finale del libro. Va bene la fame, ma
le nutrie sono arrivate in Italia solo negli ultimi anni!
Quindi? In conclusione la mia valutazione è
di tre stelle. I giorni del ferro e del sangue è un libro con tanto potenziale,
ma non sfruttato al meglio: alcuni aspetti avrebbero potuto essere migliorati
ma ciò non toglie che il nostro paese sia ancora lo sfondo ideale per una
moltitudine di storie!
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