Buongiorno! Si sono conclusi da pochi giorni i Mondiali di nuoto e dispipline acquatiche in quel di Singapore, e quale occasione migliore per proporvi un romanzo che parla di tuffi? In realtà, non ho amato Deep End come il 99% delle lettrici, ma mi sono divertita comunque parecchio a scrivere questa recensione.
AUTORE: Ali Hazelwood
COLLANA: Sperling & Kupfer
PREZZO (CARTACEO): 17,90€
PREZZO (EBOOK): 9,99€
TRAMA: Scarlett Vandermeer ha sempre nuotato controcorrente. Studentessa del terzo anno a Stanford, si sta concentrando sull'ammissione alla facoltà di Medicina mentre si riprende dall'infortunio che ha quasi messo fine alla sua carriera di tuffatrice dalla piattaforma. Non ha tempo per le relazioni - o almeno questo è quello che ripete a sé stessa. Anche Lukas Blomqvist vive di disciplina. Campione del mondo e capitano della squadra di nuoto, è così che vince medaglie d'oro e batte ogni record: massima concentrazione, a ogni bracciata. A prima vista, fuori dalla piscina, Lukas e Scarlett non hanno nulla in comune, se non la passione per l'acqua. Ma per pura combinazione, i due vengono a conoscenza di un «segreto» che condividono e che è difficile da ignorare quando finiscono a lavorare insieme allo stesso progetto di biologia. E così, mentre la pressione per le Olimpiadi cresce, anche l'attrazione tra loro aumenta. Stare lontana da Lukas diventa impossibile e Scarlett si rende conto che il suo cuore potrebbe affondare in acque pericolose...
Deep End prometteva di essere uno dei romanzi più interessanti di Ali Hazelwood: le recensioni che ho letto erano tutte positive, di gente che ha terminato la lettura in lacrime e che ha amato il modo in cui l'autrice ha gestito alcune tematiche delicate all'interno della storia. Insomma le mie aspettative erano alle stelle.
Invece, o io ho letto una copia difettosa del romanzo, o (e per fortuna) non siamo tutti uguali, perché a me è sembrato uno dei romanzi più blandi della Hazelwood.
Deep End è classificato come New Adult (i protagonisti sono più giovani rispetto a quelli della serie STEMinist, ma non così tanto come in Check & Mate) ed è ambientato all'università del Texas.
Scarlett Vandermeer, detta Vandy, (Ali, perché ti ostini a dare questi nomi improbabili alle tue protagoniste?) è una tuffatrice di talento reduce da un grave infortunio che le ha causato un blocco mentale che le impedisce di eseguire i tuffi ritornati. Mentre cerca, grazie all'aiuto di una psicoterapeuta, di superare il suo trauma, Scarlett grazie all'amica Penelope, scopre di condividere gli stessi kink sessuali con l'ex di quest'ultima, tale Lukas Blomqvist. Inutile che ve lo dica: chi sarà mai questo Lukas? Ma ovviamente è un altissimo, levissimo, fighissimo campionissimo del nuoto, oro olimpico per la Svezia in svariate specialità nonché dotato studente e aspirante medico (sì, le ha tutte lui) iscritto proprio alla stessa università della protagonista. Con un ragazzo del genere, Scarlett, nonostante qualche dubbio iniziale, decide di intraprendere una relazione sul piano puramente fisico, regolata addirittura da un contratto. Vi lascio intuire in realtà come andrà a finire fra loro...Considerati i trigger warning e l'iniziale situazione psicologica della protagonista, mi aspettavo un romanzo molto più intenso, sia a livello emotivo che di "spice", invece mi sono trovata di fronte al "solito" romanzo di Ali Hazelwood, senza quel quid in più che credevo caratterizzasse questa opera. Nonostante infatti gli avvisi iniziali non ho trovato infatti il romanzo tanto più esplicito o sconvolgente rispetto alle altre opere della stessa autrice. Anzi, devo ammettere che il suo esordio letterario, The Love Hypotesis, nonostante sulla carta più "tranquillo", mi aveva emozionata di più.
La protagonista, Scarlett, non mi è dispiaciuta, nonostante i molti punti in comune con tutte le altre protagoniste della Hazelwood che hanno tolto un po' di originalità alla sua figura. Da appassionata della disciplina, ho apprezzato molto lo spazio che viene dato ai tuffi e agli allenamenti della protagonista e il lato sportivo è di sicuro l'aspetto che ho preferito sia del percorso di Scarlett che del romanzo in generale.
Per quanto riguarda Lukas, capisco che i romance presentino dei protagonisti ideali e che spesso rispecchino i gusti in fatto di uomini delle autrici, ma diamine in questo caso i love interest dei romanzi di Chuck Tingle (*) sono più realistici e forse anche meglio caratterizzati. No, Ali non basta usare la giustificazione che "è svedese, quindi riservato" per dare al protagonista maschile la stessa profondità caratteriale (oltre che la stessa prestanza estetica) di un armadio IKEA (tanto per rimanere in tema).
Anche i conflitti non mi hanno convinta appieno. Ho apprezzato la cura che viene data al percorso psicologico intrapreso da Vandy per superare il blocco causatele dall'infortunio, che permette non solo di dare maggiore profondità alla protagonista, ma anche di dare importanza a una tematica non così banale al giorno d'oggi. Tuttavia, la seconda metà conflitto finale del libro è così campato per aria che a momenti mi sono chiesta se l'autrice avesse davvero deciso di gestire in quel modo la vicenda o se non sapesse cosa inventarsi per fare in modo che la storia fra i protagonisti diventasse un'autostrada verso un inevitabile happy ending (**).
Dunque la mia valutazione è di tre stelline risicate. Ho letto di peggio, è vero, ma mi aspettavo qualcosa di più da questo libro, se non altro per le premesse che a mio avviso non sono state realizzate al meglio. Adesso, nonostante l'uscita di Problematic Summer Romance e la prossima pubblicazione di Mate, mi prenderò una pausa da Ali Hazelwood, al fine di ritrovare un po' l'amore per questa autrice che con gli ultimi romanzi è venuto un po' meno.
Invece, o io ho letto una copia difettosa del romanzo, o (e per fortuna) non siamo tutti uguali, perché a me è sembrato uno dei romanzi più blandi della Hazelwood.
Deep End è classificato come New Adult (i protagonisti sono più giovani rispetto a quelli della serie STEMinist, ma non così tanto come in Check & Mate) ed è ambientato all'università del Texas.
Scarlett Vandermeer, detta Vandy, (Ali, perché ti ostini a dare questi nomi improbabili alle tue protagoniste?) è una tuffatrice di talento reduce da un grave infortunio che le ha causato un blocco mentale che le impedisce di eseguire i tuffi ritornati. Mentre cerca, grazie all'aiuto di una psicoterapeuta, di superare il suo trauma, Scarlett grazie all'amica Penelope, scopre di condividere gli stessi kink sessuali con l'ex di quest'ultima, tale Lukas Blomqvist. Inutile che ve lo dica: chi sarà mai questo Lukas? Ma ovviamente è un altissimo, levissimo, fighissimo campionissimo del nuoto, oro olimpico per la Svezia in svariate specialità nonché dotato studente e aspirante medico (sì, le ha tutte lui) iscritto proprio alla stessa università della protagonista. Con un ragazzo del genere, Scarlett, nonostante qualche dubbio iniziale, decide di intraprendere una relazione sul piano puramente fisico, regolata addirittura da un contratto. Vi lascio intuire in realtà come andrà a finire fra loro...Considerati i trigger warning e l'iniziale situazione psicologica della protagonista, mi aspettavo un romanzo molto più intenso, sia a livello emotivo che di "spice", invece mi sono trovata di fronte al "solito" romanzo di Ali Hazelwood, senza quel quid in più che credevo caratterizzasse questa opera. Nonostante infatti gli avvisi iniziali non ho trovato infatti il romanzo tanto più esplicito o sconvolgente rispetto alle altre opere della stessa autrice. Anzi, devo ammettere che il suo esordio letterario, The Love Hypotesis, nonostante sulla carta più "tranquillo", mi aveva emozionata di più.
La protagonista, Scarlett, non mi è dispiaciuta, nonostante i molti punti in comune con tutte le altre protagoniste della Hazelwood che hanno tolto un po' di originalità alla sua figura. Da appassionata della disciplina, ho apprezzato molto lo spazio che viene dato ai tuffi e agli allenamenti della protagonista e il lato sportivo è di sicuro l'aspetto che ho preferito sia del percorso di Scarlett che del romanzo in generale.
Per quanto riguarda Lukas, capisco che i romance presentino dei protagonisti ideali e che spesso rispecchino i gusti in fatto di uomini delle autrici, ma diamine in questo caso i love interest dei romanzi di Chuck Tingle (*) sono più realistici e forse anche meglio caratterizzati. No, Ali non basta usare la giustificazione che "è svedese, quindi riservato" per dare al protagonista maschile la stessa profondità caratteriale (oltre che la stessa prestanza estetica) di un armadio IKEA (tanto per rimanere in tema).
Anche i conflitti non mi hanno convinta appieno. Ho apprezzato la cura che viene data al percorso psicologico intrapreso da Vandy per superare il blocco causatele dall'infortunio, che permette non solo di dare maggiore profondità alla protagonista, ma anche di dare importanza a una tematica non così banale al giorno d'oggi. Tuttavia, la seconda metà conflitto finale del libro è così campato per aria che a momenti mi sono chiesta se l'autrice avesse davvero deciso di gestire in quel modo la vicenda o se non sapesse cosa inventarsi per fare in modo che la storia fra i protagonisti diventasse un'autostrada verso un inevitabile happy ending (**).
Dunque la mia valutazione è di tre stelline risicate. Ho letto di peggio, è vero, ma mi aspettavo qualcosa di più da questo libro, se non altro per le premesse che a mio avviso non sono state realizzate al meglio. Adesso, nonostante l'uscita di Problematic Summer Romance e la prossima pubblicazione di Mate, mi prenderò una pausa da Ali Hazelwood, al fine di ritrovare un po' l'amore per questa autrice che con gli ultimi romanzi è venuto un po' meno.
(*) Autore statunitense conosciuto per i suoi romanzi erotici in cui spesso uno dei personaggi principali è un oggetto (o talvolta un concetto astratto) antropomorfizzato.
(**) Sul serio, l'intera vicenda di Penelope, che prima spinge insieme Vandy e Lukas, poi rivuole quest'ultimo indietro senza una motivazione logica, per poi tornare in ginocchio da Vandy chiedendo perdono, beh, è stata scritta non solo in modo frettoloso, ma pure sconclusionato.
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