Ciao a tutti! Oggi vi parlo di una rarità: un fantasy autoconclusivo, pubblicato tra l'altro da una delle autrici più conosciute degli ultimi tempi, Leigh Bardugo, famosa per il Grishaverse. Parlo de Il Famiglio, un fantasy di stampo storico ambientato nella Spagna del XVI secolo? Sarà riuscita la Bardugo a non cadere negli errori che le autrici americane compiono quando scrivono libri ambientati in Europa? Staremo a vederr, pardon, a leggere.
Un cambio di scena, un cambio di fortuna.
Ho iniziato Il famiglio, l'ultimo romanzo di Leigh Bardugo, autrice conosciuta soprattutto per la vasta serie Grishaverse (Tenebre e Ossa, Sei di Corvi, e relativi seguiti e spin off), con aspettative pari a zero.
Questo perché gli ultimi libri della scrittrice, dal secondo volume di Ninth House fino alla dilogia di Nikolai, mi avevano deluso profondamente: da premesse accattivanti infatti veniva spesso sviluppata una narrazione senza capo né coda in cui i personaggi apparivano snaturati, apparendo quasi come delle caricature di loro stessi.
Inoltre nutrivo dubbi anche verso la scelta di ambientare il romanzo nella Spagna del Millecinquecento: nonostante l'autrice dichiari che la sua famiglia abbia lontane origini spagnole, questo non è garanzia di un'ambientazione se non storicamente accurata, quantomeno credibile.
Per mia fortuna, però, Il famiglio si è dimostrato un romanzo superiore alle mie aspettative, e forse uno dei migliori dalla pubblicazione di Ninth House.
Non è un libro perfetto, ci sono comunque dei difetti che non mi sarei aspettata da un'autrice come Leigh Bardugo (o forse sì, considerate le sue ultime pubblicazioni), ma in ogni caso la storia de Il famiglio mi ha coinvolto ed affascinato.
Il merito è anche della bravissima Chiara Leoncini, che ha narrato l'audiolibro italiano, riuscendo a dare vita ai personaggi e a rendere la storia ancora più magica di quello che già è, al punto che non sono sicura che avrei apprezzato allo stesso modo il romanzo se lo avessi letto nel senso tradizionale del termine.
Ma iniziamo con ordine.
Luzia Cotado è una serva in casa Ordoño, discende da una famiglia di conversi (ebrei costretti a convertirsi al cristianesimo a causa delle persecuzioni) ed è capace di compiere piccole magie, i cosiddetti milagritos “piccoli miracoli”, utilizzando dei refran, formule scritte in una commistione di lingue da persone esiliate a causa della loro fede.
Le sue piccole magie attirano l'attenzione della sua padrona, Doña Valentina, che vede nelle capacità della ragazza un modo per sfuggire a una vita mediocre. La giovane serva e gli Ordoño entrano così nell'orbita del ricco Victor de Paredes, amante della zia di Luzia, che vuole fare della ragazza la nuova paladina del re di Spagna. Per diventarlo, però, Luzia non solo deve vincere un torneo magico contro altri tre paladini e ma deve anche convincere l'inquisizione che le sue magie sono opera di Dio.
Il worldbuilding non è certo la caratteristica migliore di questo libro.
È vero, l'autrice ha svolto delle ricerche e non ci sono cantonate da far rizzare i capelli (ho ancora memoria del mitico venditore di arancini ne Il regno dei malvagi di Kerri Maniscalco), ma ci sono aspetti del romanzo che non mi hanno convinto, prima fra tutti la facilità con cui Luzia compie magie in pubblico. Siamo nella Spagna di Filippo II, l'inquisizione è al massimo del suo potere e ti accusa di eresia persino se starnutisci per strada e invece la gente per tre quarti della storia se ne va in giro per Madrid a fare magie senza preoccuparsi troppo delle conseguenze. È vero: l'autrice non si dimentica mai del tutto della presenza dell'inquisizione, ma, a mio avviso, il rigido tribunale spagnolo fa la sua comparsa in scena troppo tardi e in modo troppo superficiale.
Lo stesso sistema magico de Il famiglio è inesistente: Luzia trova la magia nei suoi refran, ma non ci viene data alcuna spiegazione su come faccia o quali siano i limiti del suo potere (a parte il fatto che, per ovvie ragioni di trama, non possa moltiplicare oro o argento). Non solo: ci vengono presentati altri esempi di soprannaturale nel libro, ma anche qui senza alcuna regola o spiegazione, come se l'autrice non si fosse nemmeno preoccupata di dare una coerenza interna al suo mondo narrativo.
A questo punto, penserete che il Famiglio sia un disastro. Invece no. I pregi, per fortuna, riescono a bilanciare i difetti e a farli passare, almeno per quanto mi riguarda, in secondo piano.
Ho adorato i personaggi. Nessuno ne Il Famiglio è veramente buono o cattivo: sono tutti grigi, ognuno con i suoi lati positivi o negativi. Ad esempio, Luzia a prima vista è la classica orfana con poteri (come lo era Alina di Tenebre e Ossa), destinata a un percorso di riscatto, ma con la progressione della storia dimostra non solo una grande forza di volontà, ma anche un'ambizione spesso più tipica dei villain che degli eroi. Il protagonista maschile, Santangel, invece, incarna proprio la definizione di "morally grey": complotta, spia e uccide per conto di Victor, ma, al tempo stesso, è in grado di provare sentimenti profondi e sinceri per Luzia.
Il romance è molto importante, più che in ogni altro libro della Bardugo, ma non prende mai il sopravvento sulla trama. Le scene d'amore sono descritte in modo piuttosto superficiale (come se l'autrice volesse inserire dello smut ma non riuscisse a scriverlo in modo esplicito) e l'azione ha sempre priorità sulla parte romantica della trama.
La scrittura è, se possibile, l'aspetto migliore del romanzo. Nonostante i difetti del worldbuilding, Leigh Bardugo sa scrivere molto bene. La sua prosa è magia pura, scorrevole senza sembrare scarna, evocativa senza essere artificiosa, antica e moderna al tempo stesso. Letta a voce alta, la storia rende ancora meglio, e alla fine l'audiolibro, che finisce per esaltare al meglio una scrittura di questo tipo, mi è parso quasi una sorta di fiaba dark.
Dunque la mia valutazione è di tre stelline e mezzo. Se vi devo dire la mia Il famiglio mi è piaciuto parecchio: ho adorato i personaggi, le loro interazioni e anche la scrittura della Bardugo, che, a livello di penna, rimane una delle migliori autrici fantasy in circolazione. Eppure, oggettivamente Il famiglio è un buco di trama con la storia intorno e per questo motivo non posso alzare ulteriormente la mia valutazione. Peccato, anche perché alcuni di questi difetti avrebbero potuto essere limitati in fase di editing.
Ma il famiglio non era una tigre bianca?
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