Buongiorno. Questa è l'ultima settimana "statica" prima della ripresa delle attività di case editrici e del blog: dunque lunedì, mercoledì e venerdì vi aspettano recensioni arretrate di saghe che ho concluso. Questa recensione l'ho scritta nel lontano 2015, ma quello che penso del romanzo, stranamente, non è cambiato nel tempo: ho deciso di pubblicarla perché vedere nell'indice delle recensioni solo quella di Muses, quando questa serie ormai è conclusa da anni, un po' mi dava fastidio.
TITOLO: Muses. La decima musa
AUTORE: Francesco Falconi
COLLANA: Mondadori Chrysalide
PREZZO (CARTACEO): 17,00€
PREZZO (EBOOK): 4,99€
TRAMA: Una ragazza adottata, una musicista straordinaria, l'incarnazione della Musa della Musica... Chi è davvero Alice De Angelis? Dopo aver sfiorato la morte, Alice giace in coma in ospedale. La mano che ha tentato di ucciderla voleva eliminare la Musa della Musica, ma ha ottenuto un altro risultato. Alice scopre di avere un nuovo, terrificante potere: la capacità di vedere il presente attraverso gli occhi delle altre Muse. Immobilizzata in un letto, osserva la rete di amori, segreti e intrighi che sta tracciando i destini delle ultime Muse. Lo scontro finale è alle porte, i nemici sono sempre più forti e agguerriti. Alice dovrà farsi forza e combattere contro se stessa. Lottare per chi ama, sfidare i misteri del passato, e scoprire gli straordinari poteri della misteriosa Decima Musa...
Ho aspettato più di sei mesi prima di leggere il seguito di Muses, di Francesco Falconi. Avevo bisogno di prendere le distanze da un finale che mi aveva lasciato con il fiato sospeso, da una storia che avevo amato in quasi tutte le sue sfumature, prima fra tutte quella mitologica,
e da una protagonista che avevo odiato per circa tre quarti della storia. Non so perché abbia aspettato così tanto, forse semplicemente non era ancora il suo momento, ma una volta aperto non l'ho più mollato.
Ho aspettato più di sei mesi prima di leggere il seguito di Muses, di Francesco Falconi. Avevo bisogno di prendere le distanze da un finale che mi aveva lasciato con il fiato sospeso, da una storia che avevo amato in quasi tutte le sue sfumature, prima fra tutte quella mitologica,
e da una protagonista che avevo odiato per circa tre quarti della storia. Non so perché abbia aspettato così tanto, forse semplicemente non era ancora il suo momento, ma una volta aperto non l'ho più mollato.
Appena iniziato, infatti, Muses la
Decima Musa, romanzo conclusivo della serie di due volumi dedicata da Francesco
Falconi alle Nove Muse, è riuscito di nuovo a immergermi nell'atmosfera cupa e
misteriosa che tanto avevo apprezzato nel primo volume. Nella prima parte la protagonista, Alice,
si trova in uno stato di coma profondo dopo che, nel finale di Muses, uno
sconosciuto le aveva sparato al termine del concerto ad Hyde Park; la ragazza è
cosciente e scopre di aver guadagnato, in seguito alla sparatoria, un nuovo
potere: quello di entrare nella mente delle altre Muse. Viene così a conoscenza
di molti segreti, come l'attrazione della sua migliore amica Lourdes nei
confronti di quello che, al termine del primo romanzo, era quasi diventato il
ragazzo di Alice, Ray, e soprattutto il fatto che Ian Moore altri non è che il
figlio segreto di Zia Dolores, oltre che la nuova Musa della Scrittura. Proprio
Ian, che in Muses- La decima musa ricopre un ruolo fondamentale, rapisce Alice
e Sophie, la figlia di Dolores e Ray, che nel frattempo ha assunto i poteri di
Musa della Musica: il suo scopo è infatti quello di spezzare la maledizione che
da secoli costringe le Muse a morire il giorno del quarantesimo compleanno...
Al di là della trama complessa, in
generale Muses non è un romanzo semplice. Lo stile di Falconi è molto
particolare, alterna periodi lunghi e descrittivi a frasi corte e ad effetto,
mantenendo toni cupi e misteriosi, per tutta la lunghezza del romanzo. In
generale ho trovato il suo modo di scrivere molto personale, diverso da quello
dei "soliti" romanzi young adults (sempre che sia questo il genere di
Muses, perché si tratta di un romanzo difficile da collocare in un genere
preciso) e questo mi ha colpito parecchio.
I personaggi delineati da Falconi
sono veri, ben caratterizzati, dotati tutti di luci ed ombre: nessuno, nemmeno
la protagonista, può dirsi completamente buono o completamente malvagio, e
tutti sono accomunati dal dolore, che ha influenzato in maniera diretta la vita
di tutti i personaggi, persino quelli secondari. Oltre alle Muse presentate nel
primo romanzo vengono introdotte die nuove Muse, Daphne Pedritis, la Musa della
Danza, e Leila Paakari, la Musa della Scultura, che assumono un ruolo
determinante, in positivo e in negativo
all'interno del romanzo.
Non a caso ho amato i richiami
mitologici: non nascondo di amare i
romanzi che trattano di questo argomento e il modo in cui Falconi utilizza i
miti greci relativi alle Muse e a quello che si può considerare il loro padre
spirituale, Apollo, rivisitandoli in maniera moderna e rendendoli il pilastro
portante della vicenda, rende la storia molto avvincente.
Ciononostante Muses - La decima Musa
ha anche qualche difetto, prima fra tutti una certa confusione di fondo: va
bene voler mantenere il mistero a tutti i costi, va bene riprodurre la
confusione mentale di Alice, però certi passaggi ho dovuto rileggerli più volte
per comprendere cosa stesse succedendo e chi fosse il soggetto dell'azione.
Infatti i punti di vista cambiano spesso senza una precisa indicazione, realtà
e illusione si fondono continuamente fino a confondere il filo conduttore degli
eventi e la voce narrante della protagonista non semplifica di certo la
soluzione.
Anche il finale risulta piuttosto
oscuro, tanto che mi è stato necessario rileggerlo qualche volta per capirlo.
Gli eventi, infatti, si susseguono freneticamente, molte domande trovano
risposta ma diversi quesiti restano aperti, tanto che, sebbene Falconi abbia
dichiarato conclusa la duologia dedicata alla Muse, mi chiedo se in futuro non
possa scrivere un eventuale terzo libro per approfondire queste questioni
rimaste aperte.
Dunque, in generale Muses mi è
piaciuto, ma non è stato facile seguire il seppur molto imbrogliato il filo
della storia, e la sensazione di qualcosa di troppo confusionario, che ho
sentito più volte durante la lettura, deve essere tenuta in considerazione. Per
questo la mia valutazione è di quattro stelline, ma un meno, perché secondo me,
qualcosa si poteva ancora migliorare per raggiungere quel livello di
"capolavoro" che più volte viene citato all'interno del romanzo.
Ciao!
RispondiEliminaTi ho nominata per il Tag Conosciamoci un po' meglio.
Ti lascio il link se vuoi partecipare :)
https://unabuonalettura.blogspot.com/2018/08/tag-conosciamoci-un-po-meglio.html
Grazie! Vado a vedere (mal che vada finirà nella cartella dei post dimenticati insieme a queste recensioni che ho spolverato dal dimenticatoio)
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