martedì 20 luglio 2021

Recensione: Blackout - AA.VV.

Buongiorno. E' della settimana scorsa la notizia che gli Obama si butteranno nel mondo delle produzioni televisive avendo opzionato Blackout, la raccolta di racconti edita da Dhonielle Clayton appena pubblicata da Rizzoli di cui vi parlo oggi. Ringrazio la casa editrice per la copia cartacea. Come in tutte le recensioni di raccolte vi darò prima un pensiero generale sull'opera e poi la mia opinione dettagliuata sui singoli racconti (preparatevi: è un post molto lungo per i miei standard). 

TITOLO: Blackout 
AUTORE: AA.VV. 
COLLANA: Rizzoli Argentovivo  
PREZZO (CARTACEO): 16,90€
PREZZO (EBOOK): 9,99€
TRAMA: New York, una festa a Brooklyn in un'afosa notte d'estate, un blackout: mentre l'intera città piomba nel buio e nel caos, un'energia diversa comincia a brillare... Un primo incontro. L'amicizia di una vita. Ex fidanzati. E forse l'inizio di qualcosa di nuovo. Quando si spengono le luci, le persone rivelano le loro verità nascoste. Nascono nuovi amori, alcune amicizie si trasformano in qualcos'altro, e nuove possibilità si spalancano davanti a noi. Sei coppie, sei storie, di amicizia e di amori vecchi e nuovi. Sei autrici in un romanzo in cui si intrecciano persone e vite, tutte alla ricerca della propria irrinunciabile felicità.


Le raccolte di racconti, in genere, mi piacciono ma quelle che preferisco sono quelle in cui esiste un fil rouge che lega tutte le storie raccolte.
Blackout, una raccolta curata da Dhonielle Clayton, una popolare autrice young adult afroamericana le cui opere più conosciute sono ancora inedite in Italia, appartiene a questa categoria: tutti i racconti, infatti, sono ambientati lo stesso giorno, durante un blackout che ha colpito la città di New York. Anche i personaggi sono legati tra loro: capita infatti che i protagonisti di due storie diverse siano cugini, amici o anche solo lontani conoscenti, e il libro merita una rilettura anche solo per cogliere tutti questi piccoli riferimenti.
Un peccato, però, che tutti questi riferimenti o collegamenti non convergano verso un epilogo comune: infatti c'è un collegamento che lega tutte le storie ma a mio avviso non viene sfruttato a dovere e il finale del libro giunge secco,senza neanche un arrivederci a tutti i personaggi che ci avevano accompagnato per le trecento pagine precedenti. 
Fortunatamente è notizia di pochi giorni fa che i coniugi Obama abbiano acquistato i diritti per realizzare una serie tv ispirata alla raccolta: fidatevi, se la adattano nel modo giusto può diventare una vera e propria chicca.
Dunque la mia valutazione è di quattro stelline. Blackout è una raccolta davvero carina: alcuni racconti sono piccole gemme, altri lasciano a desiderare, ma la media complessiva è alta e sono sicura che questo libro può essere consigliato anche a chi, pur amando i romance young adult, non apprezza troppo le novelle.


Questa era la mia recensione sul libro nel suo insieme; tuttavia vorrei darvi le mie opinioni anche sui singoli racconti. 

La lunga marcia di Tiffany D. Jackson è il racconto più particolare. Esso è il primo della raccolta ed è anche l'unico ad essere diviso in capitoli, posizionati tra una storia e l'altra. Da un lato mi è piaciuta molto questa impostazione, che ben si adatta al contenuto del racconto, da un lato, avrei preferito un epilogo un po' più conclusivo: infatti ci sono rimasta molto male quando, concluso il racconto di Nicola Yoon, non ho trovato un'altra parte de La lunga marcia ad aspettarmi. Dopotutto, Tammi e Kareem sono i personaggi a cui è più facile affezionarsi, dato che sono anche quelli che appaiono più volte nella raccolta e, dato che è toccato loro il compito di aprire Blackout, avrei preferito che fossero stati loro a chiuderlo. 

Senza maschera di Nic Stone è una storia che sì mi è piaciuta, ma che avrebbe potuto dare molto di più. È una storia m/m, protagonista è J.J., giocatore di football che deve fare i conti con la sua identità sessuale, mal vista in un ambiente maschilista come quello del football americano. Come premesse è forse la novella che più mi ha intrigato, ma come svolgimento l'autrice poteva fare di meglio. . 
J. J. è un personaggio interessantissimo, l'unica voce maschile principale della raccolta e, a mio avviso, poteva essere più approfondito, mentre durante la lettura l'ho sentito molto distante. Lo stesso si può dire dell'interesse amoroso, Tremaine, un personaggio interessante, che avrei speravo di rivedere anche in altre novelle della raccolta. Peccato perché Senza maschera finisce per sembrare quasi scollegato rispetto al nucleo principale di racconti. 

Fatte per stare insieme di Ashley Woodfolk è, insieme a La lunga marcia e Niente sonno fino a Brooklyn, il mio racconto preferito. È una storia adorabile, che presenta una relazione f/f, ed è ambientata in una casa di riposo multietnica. È un racconto dallo sviluppo prevedibilissimo, vi giuro, la trama ha un che di visto e già visto, e pure abbastanza irrealistica, considerato che la pace, l'amore e la diversità razziale e di orientamento sessuale regnano assoluti in una casa di riposo popolata da ultrasettantenni, eppure è la più dolce tra tutte le novelle della raccolta. È inutile: è facile capitolare per me quando ci sono di mezzo animali, furbi anziani e buoni sentimenti. E Fatte per stare insieme è proprio una di quelle storie per cui sono contenta di cedere! 

Tutte le grandi storie d'amore... e la polvere di Dhonielle Clayton è una storia un pochino piatta. Lana, la nipote della proprietaria della casa di riposo della storia precedente e Tristán, il suo migliore amico, sono in biblioteca quando scoppia il blackout. Lui è un provolone con le altre, lei è infatuata di lui ma non gliel'ha mai detto: le premesse sono già sentite, lo sviluppo è ok, la conclusione è alquanto prevedibile. 
Avevo sentito parlare tanto bene di Dhonielle Clayton ma immagino che per farmi un'opinione meglio definita dovrò leggere uno dei suoi romanzi in solitario. 

Niente sonno fino a Brooklyn di Angie Thomas è al secondo posto fra i racconti che ho preferito dietro a Fatte per stare insieme. Adoro Angie Thomas come autrice di romanzi, ma anche come scrittrice di novelle è riuscita a dimostrare la sua abilità. Questi racconto stacca tantissimo dagli altri: i protagonisti sono una classe di ragazzi afroamericani del Mississippi in gita a New York. Kay si trova al centro di un triangolo la cui risoluzione mi ha colpito: forse è un po' retorica ma l'ho trovato comunque un bel messaggio, sviluppato bene nonostante la brevità della storia. Inoltre, nonostante le poche pagine, Angie Thomas riesce a infilare tutte le caratteristiche che mi hanno fatto piacere i suoi libri, dall'importanza della famiglia alla lotta contro il razzismo, e questo è sicuramente un punto in più per Niente sonno fino a Brooklyn. 

Seymour e Grace di Nicola Yoon è la storia conclusiva, avevo tante aspettative perché la famiglia Yoon (sia Nicola che suo marito David) sono una garanzia per quanto riguarda i romanzi young adult. Peccato che forse la novella non sia la forma letteraria in cui la prosa della Yoon si esprime meglio: i personaggi sono carini, la storia è dolce ma mi è sembrata incompleta. La scelta di alternare i due punti di vista di lei e di lui in un racconto così breve non si è rivelata vincente. Peccato perché con qualche spunto in più sarebbe stata un'ottima storia. 

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