Ciao a tutti. Diamo il saluto a un'altra serie che si conclude nel 2021: ho cercato su Goodreads l'esistenza di un sequel o anche solo di altre novelle oltre al Principe (già recensito sul blog), ma niente: la serie il Fiorentino di Sylvain Reynard, tradotta in italiano da Delrai Edizioni (che ringrazio per l'ebook!) si conclude proprio con Il romano, terzo voulume della trilgoia di cui parlo oggi.
TITOLO: Il Romano. Il Fiorentino 3 AUTORE: Sylvain Reynard
COLLANA: Delrai Edizioni
PREZZO (CARTACEO): 19,90€
PREZZO (EBOOK): 5,99€
TRAMA: Raven e sua sorella, Cara, sono in balìa di un distaccamento di vampiri fiorentini, che le deve consegnare come offerta di pace alla temuta Curia di Roma. Sebbene non sia sicura che William sia sopravvissuto al colpo di Stato che ha rovesciato il suo principato, lei è determinata a proteggere sua sorella a tutti i costi, anche se ciò significa sfidare Borek, il comandante del manipolo di creature. Nel tentativo di impedire a Raven di cadere nelle mani dei suoi nemici, William chiede consiglio e aiuto al Romano, il pericoloso e misterioso re dei vampiri d’Italia. Ma il Romano non è più il potente vampiro che ricordava... Alleanze e inimicizie cambieranno e si fonderanno mentre il Principe lotterà per salvare la donna che ama e il suo principato, cercando di non far scoppiare una guerra terribile che coinvolgerebbe tutto il mondo sommerso. Questa è la straordinaria conclusione della serie Il Fiorentino, dove a vincere è la volontà di non arrendersi mai e di combattere per ciò che si ama davvero. Sempre.
Quando una bella serie arriva a conclusione provo sempre una sensazione dolceamara: dolce, perché finalmente posso leggere il finale di una storia che, volume dopo volume, è riuscita a catturarmi, ma anche amaro perché, a meno di cambiamenti di idea dell'autore, non rivedrò quei personaggi e non saprò cosa ne è stato di loro in futuro. Con Il Romano, ultimo volume della serie Il fiorentino di Sylvain Reynard, è stato proprio così: da un lato ho apprezzato la conclusione delle vicende di William e Raven, due personaggi che ho amato fin dal primo libro (e, per quanto riguarda il protagonista, fin dalla novella prequel!) ma dall'altro ci sono rimasta male quando ho scoperto che l'autore non ha messo in cantiere né uno spin off né una misera novella sequel. Ne Il Romano ritroviamo i protagonisti dei due volumi precedenti, Raven e William, alle prese con le conseguenze che la rocambolesca conclusione dell'Oscurità ha avuto sulla città di Firenze e sulla vita dei protagonisti in generale. Come già sapete, il personaggio di Raven mi piace molto. Ho apprezzato il fatto che, a parte una breve parentesi nel primo volume, l'autore abbia deciso di mantenere Raven un personaggio plus size, che rispecchia pienamente i canoni di bellezza rinascimentali, e con una disabilità alla gamba, che le crea si del disagio ma non le impedisce di vivere la sua vita. Mi è piaciuto anche William, uno dei pochi vampiri che, a mio avviso, riesce a trasmettere su carta la sensazione di un essere con centinaia di anni alle spalle. Un aspetto che invece mi è mancato, nella serie e soprattutto in questo volume, sono i personaggi secondari. Sylvain Reynard è riuscito a dare vita ad alcuni personaggi secondari molto affascinanti, come Aoibhe, la sensuale vampira di origine irlandese ex-amante di William, e lo spietato Ibarra, ma poi finisce per lasciarli in disparte per concentrare le luci della ribalta sui due protagonisti. Scelta legittima, per carità, ma Reynard è uno scrittore molto dotato e avrei preferito una maggiore attenzione verso il cast al completo. Ne è un esempio il Romano, presente proprio nel titolo del libro: da questo vampiro, antichissimo e potentissimo, citato in entrambi i volumi precedenti, mi aspettavo qualsiasi cosa, ma il suo ruolo nella trama mi ha lasciato con un po' di delusione per una figura dal grandissimo potenziale andato sprecato.Sullo stile non ho molto da aggiungere rispetto ai libri precedenti. In questa trilogia Sylvain Reynard è riuscito a coniugare al meglio la parte romance con le scene di azione, che ne Il romano abbondano rispetto agli altri due libri della serie. Lo stile è scorrevole e piacevole da leggere, ma ho apprezzato il fatto che risulti più curato se confrontato ad altri libri dello stesso genere. Il finale è stato qualcosa di sorprendente. Mi ero già figurata la conclusione del romanzo leggendo i precedenti, ma l'autore è riuscito a stupirmi scegliendo un finale originale, per lo meno se confrontato al 90% dei paranormal romance che trattano tematiche dello stesso tipo. Credo di averne già parlato nelle recensioni precedenti, ma ci tengo a ribadirlo ancora una volta: ciò che più ho amato de Il romano, e della serie Il fiorentino in generale, è l'immenso amore di Sylvain Reynard per l'Italia. A differenza di altri romanzi, in cui l'ambientazione italiana era veicolo di stereotipi e cliché, in questo caso, da italiana, ho apprezzato come l'autore ha deciso di improntare la storia. Non ci sono italiani gesticolanti (anzi, i vampiri italiani sono alcune note figure rinascimentali), non ci sono parole in italiano buttate a caso qua e là, ma c'è un paese bellissimo che fa da sfondo a un paranormal romance più adulto rispetto ad altre storie del suo genere. Certo, ogni tanto anche Sylvain Reynard incappa in qualche gaffe (come quando nomina Dante e Beatrice in un discorso sul Rinascimento), ma si fa presto a perdonarlo, specie quando ribadisce persino nei ringraziamenti l'amore nei confronti dell'Italia. Dunque la mia valutazione è di quattro stelline con un più. Il Romano forse non è il mio romanzo preferito della serie, ma in generale è comunque un buon libro che non solo mi è piaciuto parecchio, ma che chiude in maniera potente ed efficace una delle mie serie preferite sui vampiri, nonché più sottovalutate del genere.
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