Buongiorno. Ieri eravamo in Malesia e oggi invece, dopo aver percorso idealmente mezzo mondo, ci troviamo nella Norvegia di Lars Mytting, con La campana in fondo al lago, un tipico romanzo scandinavo che, nonostante i pregiudizi sul genere storico, è riuscito a prendermi come non avrei mai creduto.
AUTORE: Lars Mytting
COLLANA: DeA Planeta
PREZZO (CARTACEO): 18,00€
PREZZO (EBOOK): 9,99€
TRAMA: Norvegia, 1879. Nel piccolo villaggio di Butangen sorge una chiesa dalla bellezza austera e sublime. È un'antica stavkirke, interamente costruita in legno e intrisa di memoria, di leggende e di magia. È qui - tra i banchi spolverati di neve e un freddo capace di gelare il midollo - che un tempo si poteva ammirare l'ultimo arazzo tessuto dalle dita instancabili di Halfrid e Gunhild Hekne, gemelle siamesi unite "per la pelle" dalla vita in giù. Ed è sempre qui che le campane realizzate dal padre in loro onore rintoccano da sé, misteriosamente, ogni volta che una minaccia incombe sulla valle... Fino al giorno in cui il nuovo pastore decide di disfarsene nel nome del progresso e delle proprie ambizioni. Ma il reverendo non ha fatto i conti con Astrid Hekne, indomita discendente di Halfrid e Gunhild, disposta a tutto, anche all'inganno, pur di difendere le "sue" campane e sfuggire a un futuro che sembra già scritto. Intreccio di storie, epoche e destini, "La campana in fondo al lago è un omaggio vibrante allo "stupore dei tempi andati" e al fascino di una terra aspra e bellissima.
Nota a margine: leggete sempre i ringraziamenti!
Credo
che la sinossi di questo libro sia fuorviante.
Leggendo
la trama, infatti, mi aspettavo una storia molto più incentrata sulla storia
delle gemelle siamesi Hekne e delle campane a loro dedicate, ma, dopo aver
terminato il primo capitolo, mi sono resa conto che La campana in fondo al lago
sarebbe stato un romanzo diverso da quello che credevo.
Eppure,
non definirei questo cambio di prospettiva negativo, anzi: sono rimasta
sorpresa da questo libro e da come una storia davvero statica sia riuscita a
catturarmi, senza grandi scene d'azione o ribaltamenti di situazione.
La
campana in fondo al lago vede come protagonista un vero e proprio triangolo
amoroso composto da Kai Schweigaard, pastore inviato a Butangen, un paesino
della Norvegia rurale, Gerhard Schönauer, studente di architettura di Dresda e
Astrid Hekne, la lontana discendente di quelle gemelle siamesi che credevo
fossero un punto cardine della vicenda e invece vengono a malapena citate.
Cover e titolo originali |
Il
punto chiave della questione è la chiesa di Butangen, o meglio, una stavrkirke,
una struttura religiosa costruita interamente in legno tipica dell'architettura
norvegese: se adesso questi edifici sono protetti, all'epoca venivano demoliti
in quanto ritenuti antiquati.
Schweigaard
vuole costruire una nuova chiesa più efficiente, Schönauer vuole ricostruire la
vecchia a Dresda e Astrid Hekne vuole impedire che le campane sorelle lascino
il villaggio.
Nonostante
questo conflitto, che implica anche una sottotrama romance tra i tre componenti
del triangolo, La campana in fondo al lago rimane, persino nei momenti più
tragici del romanzo, una storia placida, narrata in modo distaccato e quasi
fiabesco.
Oltre
ai personaggi principali la chiesa del villaggio svolge quasi un ruolo da
protagonista: qui si intrecciano i destini degli abitanti di Butangen, qui si
consumano le dinamiche tra Astrid, Kai e Gerhard, qui si svolgono tutti i punti
salienti della storia e pure il finale della storia.
Per
quanto riguarda la scrittura, lo stile di Lars Mytting è a metà tra il
documentaristico e il fiabesco.
Si
tratta di una scrittura lenta, intervallata da paragrafi dove viene dipinta la
natura norvegese, specie nella stagione invernale, di descrizioni sulla vita
contadina della Norvegia di fine Ottocento e da digressioni su Dresda e il suo
ruolo nella storia dell'arte.
Detto
così, sembra tutto molto dispersivo, pesante e pure noioso, ma la realtà è che
funziona.
Nonostante
non possa certo definire La campana in fondo al lago un romanzo d'azione, e
nemmeno un vero e proprio romance, nonostante le storie d'amore, vere o giusto
accennate, svolgono un ruolo fondamentale per la trama, devo dire che non mi
sono mai annoiata, ho concluso la lettura con estremo piacere e sono arrivata a
sfogliare con una certa curiosità le ultime pagine, cose che non mi sarei mai
aspettata dopo aver letto il primo capitolo.
Quindi
la mia valutazione è di quattro stelline. Inaspettatamente sono rimasta
entusiasta di La campana in fondo al lago, ma capisco che non si tratta di un
libro per tutti: se cercate tuttavia un romanzo storico che riesca a
trasmettere in maniera efficace tutte le atmosfere del Nord Europa, non posso che
consigliarvi quest'opera di Lars Mytting.
Nota a margine: leggete sempre i ringraziamenti!
Tra
un grazie alla fabbrica di campane Olsen Nauen e all'officina di
autoriparazioni Elverum bil og dekk, l'autore specifica anche che La campana in
fondo al lago è il "primo di una trilogia": peccato che il finale del
romanzo sia praticamente autoconclusivo e che né la sinossi né la casa editrice
scrivano che il libro fa parte di una saga.
Sinceramente
non so cosa aspettarmi dal secondo volume, e o line non ho trovato nemmeno una
piccola info, ma sono sicura che molto probabilmente proseguirò la lettura
della serie.
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