TITOLO: Armada
AUTORE: Ernest Cline
COLLANA: DeA Planeta
PREZZO (CARTACEO): 17,00€
PREZZO (EBOOK): 5,41€
TRAMA: Zack Lightman è un sognatore. Sogna un mondo un po' più simile ai film di fantascienza e ai videogiochi che da sempre sono la sua più grande passione. Fantastica del cataclismico evento che un giorno giungerà a frantumare il monotono tran-tran della sua esistenza senza qualità. Dopotutto, sognare non ha mai fatto male a nessuno, specie quando il mondo reale si incarica di ricordarti a ogni passo quanto improbabile sia, per un ragazzo smanettone e pieno di rabbia, ritrovarsi in un futuro imminente a vestire i panni del Prescelto, l'Eroe Destinato a Salvare l'Umanità. Ma poi Zack vede il disco volante. Quel che è peggio, la strana navicella spaziale pare uscita direttamente dal videogioco su cui lui trascorre le notti: un popolarissimo simulatore di volo online in cui i giocatori sono chiamati a difendere il pianeta Terra dalla minaccia di un'invasione aliena. No, Zack non ha perso la testa. Per quanto impossibile possa sembrare, quello che vede è fin troppo reale e le sue capacità di gamer con pochi confronti si riveleranno essenziali nella corsa globale per scongiurare la fine del mondo. Finalmente, la epica occasione che aspettava è arrivata. Ma in mezzo al terrore e all'euforia della sua nuova missione, Zack non può fare a meno di ripensa-re alle storie fantascientifiche con le quali è cresciuto. E di chiedersi, in un crescendo di inquietudine, se lo scenario in cui si ritrova proiettato non sia un po' troppo familiare per non nascondere una realtà persino più inquietante e sinistra di quello che appare.
Stavo guardando fuori dalla finestra dell’aula, come al solito immerso in avventure a occhi aperti, quando vidi un disco volante.
Ovvero
come iniziare un romanzo in maniera assurda e garantirsi l'attenzione adorante
del lettore per trecento ed oltre pagine. Non ho avuto ancora il piacere di
leggere Ready Player One, il romanzo più conosciuto di Ernest Cline, ma ho
letto la trama di questo suo nuovo lavoro, Armada, pubblicato negli Stati Uniti
ormai tre anni fa ma tradotto in Italia solo quest'anno e mi ha incuriosito. Ho
letto le prime tre righe e me ne sono perdutamente innamorata.
Armada
è come quei film di serie B, caotici e colorati, che raccolgono in sé i
peggiori stereotipi del genere e li rimescolano, dando vita a un mix curioso,
divertente, e deliziosamente trash. Si, trash ma in senso davvero positivo,
anche perché Armada è un romanzo che si diverte a nascondere messaggi
importanti, oltre che grandi omaggi alla cultura nerd, dietro una storia che...
definire trash è poco. La paragonerei un po' a un film di Michael Bay, con
tante esplosioni ed effetti speciali: talvolta fin troppo roboante, talvolta un
po' grossolano, ma in generale davvero godibile.
Il
protagonista si chiama Zack Lightman, è uno studente liceale nonché uno dei più
grandi giocatori al mondo di Armada, un videogioco in cui si pilotano droni per
contrastare la razza aliena degli Sobrukai, calamari antropomorfi desiderosi di
invadere la Terra e distruggere gli esseri umani. La sua vita procede come
quella di qualsiasi ragazzo di diciotto anni, tra una madre che lo adora e il ricordo di un padre scomparso ormai da
tanti anni, amici e nemici, aule del liceo e un lavoretto part-time, oltre che
ovviamente ai videogiochi, fino al giorno in cui non vede, fuori dalla
finestra, un Caccia Falcione, una delle terribili astronavi dei Sobrukai, come
le tante che distrugge giocando ad Armada.
Allucinazione
da troppe ore passate alla console? Nient'altro: è l'inizio di un'invasione
aliena in piena regola, con tanto di distruzioni di intere città, flotte
spaziali comandate dai terribili Europani, inquilini di Europa, luna ghiacciata
di Giove, e un'agenzia governativa, l'EDA (Earth Defense Alliance) pronta a
tutto per cacciarli.
Immagine tratta da Giochi Stellari a cui Armada si ispira |
In
tutto questo ho apprezzato il personaggio di Zack, che non perde mai la sua
vena ironica nemmeno quando tutto sembra perduto, e tutto il cast di comprimari,
che mescola un po' tutte le tipologie di caratteri, dal genio informatico, al
tizio sarcastico, al militare inflessibile, che si incontrano nei grandi
capolavori della cultura nerd. Si, non è il romanzo che privilegia la
caratterizzazione profonda e i grandi momenti riflessivi, ma sapete cosa vi
dico: va bene così.
Lo
stile, invece, mi ha davvero colpito: il romanzo è spumeggiante, ironico e
riesce a strappare un sorriso anche nei momenti più difficili, il tutto senza
risultare né volgare né demenziale, ed è questo, secondo me, il più grande
pregio del romanzo.
Armada
non si prende mai sul serio, eppure, non so come, non scende mai nel ridicolo.
Inoltre, da appassionata di Guerre Stellari e di fantascienza in generale ho
apprezzato il continuo richiamo al genere, sia a film, che a libri o
videogiochi. Certo, probabilmente mi sono persa il 50% dei riferimenti, ma sono
stata contenta ogni volta che coglievo il significato di una citazione o mi
imbattevo in un easter egg!
Il
finale, invece, l'ho trovato inquietante e molto aperto, e se da un lato spero
in un sequel che porti avanti le vicende, d'altro canto trovo che Armada, in
sé, rimanga comunque un romanzo autoconclusivo adatto anche a chi non vuole
imbarcarsi in storie che si dilunghino per più volumi.
In
conclusione la mia valutazione è di quattro stelline. Armada è una lettura che
riesce a intrattenere il lettore con una storia che, magari a prima vista può
sembrare, come diceva un programma tv, "too much", ma
inspiegabilmente funziona e non annoia mai. La consiglio a tutti, ma
soprattutto agli amanti della fantascienza vintage, che sapranno cogliere tutti
gli spunti che Cline semina per il romanzo, un po' come i sassolini di
Pollicino.
Bella recensione!
RispondiEliminaGrazie! Mi fa piacere sapere che la recensione è piaciuta
EliminaCiao! Io sono rimasta delusissima da questo libro ç.ç (trovi la mia recensione qui).
RispondiEliminaPrima di tutto l’istant love odioso nel quale è caduto anche il nostro Ernest, autore che avevo così apprezzato in Ready Player One ç.ç
Poi mi è sembrato un libro scritto davvero di fretta e mi dispiace, perché ai miei occhi rende Armada nient'altro che un romanzetto perfetto per cavalcare l’onda del successo dell’altro romanzo dell’autore. Peccato.
Rainy