Mi sarà piaciuto? SPOILER: si!
TITOLO: Questo canto selvaggio
COLLANA: Giunti Waves
PREZZO (CARTACEO): 18,00€
PREZZO (EBOOK): 9,99€
TRAMA: Per anni Verity City è stata teatro di crimini e attentati, finché ogni episodio di violenza ha cominciato a generare mostri, creature d'ombra appartenenti a tre stirpi: i Corsai e i Malchai, avidi di carne e sangue umani, e i Sunai, più potenti, che come implacabili angeli vendicatori con il loro canto seducente catturano e divorano l'anima di chi si sia macchiato di gravi crimini. Ora la città è attraversata da un muro che separa due mondi inconciliabili e difende una fragile tregua: al Nord lo spietato Callum Harker offre ai ricchi protezione in cambio di denaro, mentre al Sud Henry Flynn, che ha perso la famiglia nella guerra civile, si è messo a capo di un corpo di volontari pronti a dare la vita pur di difendere i concittadini e ha accolto come figli tre Sunai. In caso di guerra la leva più efficace per trattare con Harker sarebbe la figlia. Così August, il più giovane Sunai, si iscrive in incognito alla stessa accademia di Kate per tenerla sotto controllo. Ma lei, irrequieta, implacabile e decisa a tutto pur di dimostrare al padre di essere sua degna erede, non è un'ingenua...
C'è una nuova
aggiunta alla schiera di fan di Victoria Schwab: me.
Non sapevo cosa
aspettarmi da Questo canto selvaggio, ma posso solo dire che non mi aspettavo
quello che ho letto e che, in realtà, la mia esperienza di lettura è stata
anche meglio di quanto pensassi. Non riesco a criticare nemmeno un parametro di
quelli che normalmente attirano la mia attenzione: world building, personaggi,
storia, stile...
Tutto questo è
riuscito a convincermi e a sorprendermi.
E potrei chiudere
qui la mia recensione.
In realtà forse è
meglio che approfondisca il perché vi consigli questo romanzo.
In un futuro si
spera il più lontano possibile, gli Stati Uniti, come spesso accade nelle
storie del genere horror-fantastico-catastrofico, non esistono più sostituiti
in questo caso da un gruppo di paesi, tra i quali Verity, dove la storia è
ambientata, affetti da un'invasione di mostri.
Detta in questa
modo, sembrerebbe la premessa di un horror di serie Z, ma l'autrice riesce
comunque a creare un world building incredibilmente realistico e drammatico,
nonostante la presenza dell'elemento fantastico. Lo stesso elemento fantastico,
tra l'altro, viene trattato con estrema cura e originalità: i mostri hanno
nomi, razze e origini differenti, richiamati da un canzoncina, una filastrocca
che ricorda le leggende popolari intrise di magie e mistero, che funge quasi da
tema portante del romanzo. Sì, perché, già dal titolo, la musica svolge un
ruolo fondamentale all'interno della storia, simboleggiato dal violino che
August, protagonista maschile, mostro che desidera sentirsi umano, porta sempre
con sé. Kate, al contrario, è un'umana che, cerca quasi di essere mostro:
dotata di un carattere molto forte, ma anche di uno spiccato lato sensibile,
vuole dimostrare al padre, un certo Harker, un uomo di potere che ho presto
imparato ad odiare, di essere alla sua altezza, reprimendo quella che forse è
la parte migliore di sé e cercando di riuscire finalmente a colpirlo.
I due protagonisti sono
molto ben caratterizzati, sia per quanto riguarda la loro personalità, che è
approfondita quasi si trattasse di veri individui, che le interazioni fra loro
e gli altri personaggi. Cosa voglio dire? Semplicemente, ho adorato la
splendida amicizia che si viene a creare fra Kate e August, descritta in
maniera molto realistica e naturale e senza nessun accenno a un possibile amore
istantaneo che mi avrebbe dato solamente fastidio.
Ciò non vuol dire
che non fossi coinvolta nella lettura, anzi, ho tifato per loro ogni singolo
momento, ma che Victoria Schwab ha consapevolezza della storia che ha creato e
di dove vuole farla arrivare, e per questo non affetta i tempi della
narrazione.
Anche i personaggi
secondari sono incisivi, nonostante compaiano in poche scene: tutti hanno un
proprio carattere, magari solo abbozzato, ma nessuno ricade negli stereotipi
del genere. E un altro applauso va alla grande capacità di questa autrice!
Anche il suo stile,
infatti, mi ha convinto. A più riprese avevo letto le lodi di altri lettori
alla scrittura della Schwab ma, nonostante mi fossi procurata un suo romanzo in
lingua ancora un anno fa, il celebre, almeno fra gli utenti di Goodreads' "A
darker shade of magic", non ho mai avuto l'occasione di leggerlo,
forse a causa della complessità dell'inglese usato. Fortunatamente, un suo
romanzo è riuscito ad essere tradotto in Italia e non posso fare altro che
confermare la tanto lodata l'abilità dell'autrice, nonostante non l'abbia letta
in lingua originale. La Schwab infatti riesce ad alternare un modo di scrivere
estremamente scorrevole ed avvincente, con una certa poetica di fondo, che
rende le atmosfere particolari e quasi magiche.
Il finale
ovviamente è aperto, dato che il romanzo fa parte di una serie, ma comunque la
sua conclusione ha un che di poetico,
fotografico, che mi è rimasto stampato nella memoria come un'istantanea che
permane anche dopo la fine della lettura.
Concludendo, la mia
valutazione è di quattro stelline con un più. Questo canto selvaggio è un
horror distopico, o un urban fantasy molto originale, che mi ha colpito per
molte cose, da quelle macroscopiche, come un'ottima coppia di protagonisti, ai
minimi dettagli. Non si tratta di un romanzo autoconclusivo ma della parte di
una duologia, già conclusa in America: spero che la Giunti porti al più presto
anche l'ultimo libro in Italia.
Io sicuramente lo
leggerò.
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