venerdì 24 aprile 2015

Recensione: Verso l'Infinito - Jane Hawking

Buongiorno! Era da un po' che non pubblicavo una recensione e questo per un blog letterario è male! Oggi rimedio con un libro che mi è piaciucchiato... ma me lo ricordo come pesante!
Inoltre manco quest'anno non andrò  al salone del libro *lacrime* ma ho addocchiato un paio di iniziative vicino a casa frequentabili per maggio e giugno... speriamo bene. 

TITOLO: Verso l'infinito
AUTORE: Jane Hawking
COLLANA: Piemme Voci
PREZZO (RILEGATO): 8,50
PREZZO (EBOOK): 19,50
TRAMA: È il 1962 e Jane e Stephen frequentano l’università inglese di Cambridge. Lei è una ragazza vivace che palpita per i versi dei poeti spagnoli, lui un promettente studente di cosmologia, sempre perso nei suoi pensieri, alla ricerca di una spiegazione semplice e unica dell’universo. Eccentrico e bizzarro, così lo definisce Jane quando lo conosce. E le piace molto. Le loro vite scorrono separate, fino a che qualcosa non le avvicina indissolubilmente. Stephen ha solo ventun anni, l’età in cui l’immortalità è ancora l’unica ipotesi contemplata, quando riceve una diagnosi sconvolgente: una malattia degenerativa che gli lascia solo due anni di vita. È allora, con il destino alle calcagna, che i due si innamorano perdutamente e decidono di sposarsi. Con Jane al fianco, Stephen combatte instancabilmente contro la malattia e intanto si butta a capofitto a studiare ciò che a lui più manca: il tempo. Grazie all’amore e alla caparbietà, i due giovani strappano giorni all’eternità, uno dopo l’altro. Mentre il corpo di Stephen è imprigionato in limiti sempre più stringenti, la sua mente continua a espandersi, fino a forzare le frontiere della fisica. Insieme, si spingono più lontano di quanto avrebbero mai potuto immaginare. Forse, la formula che tiene insieme l’universo ha un solo elemento comune: l’amore.

Sarà difficile scrivere una recensione di questo romanzo perché durante la lettura ho provato sensazioni contrastanti. Mi è piaciuto? Tendenzialmente sì. Mi ha annoiato? In alcune parti sì. L'hai capito? Forse non sono in grado di comprendere a fondo certe parti.
Verso l'infinito (da non confondersi con La teoria del tutto, che è il titolo del film tratto dal romanzo) è la storia di Jane Hawking e dei suoi venticinque anni di matrimonio passati al fianco di Stephen Hawking uno dei più grandi fisici del nostro secolo, afflitto da una grave disabilità. L'autrice ripercorre la sua vita con minuzia di particolari, non soffermandosi solo sugli eventi principali, come il matrimonio, i grandi successi di Stephen o la nascita dei tre figli della coppia, ma anche su piccole cose, che agli occhi di un lettore esterno posso apparire quasi secondarie, ma importanti nella vita della coppia.
il romanzo inizia con il primo incontro di Jane e Stephen, quando lei era una studentessa appena diplomata, e lui un ancora sano studente di Oxford e si conclude con la fine di un legame durato quasi un quarto di secolo: nel mezzo, ci sono più di cinquecento pagine che trattano non solo della vita dei protagonisti, ma anche di fisica, letteratura spagnola medioevale, "home makeovers" e tanto altro...
Ed è proprio questo, a mio avviso, il principale pregio, e al tempo stesso il peggior difetto, del romanzo: la Hawking ha l'abitudine di approfondire ogni argomento di cui parla, distogliendo spesso l'attenzione del lettore da quello che è il punto principale del discorso, introducendo nozioni teoriche talvolta semplici, talvolta complesse e inducendo qualche volta alla noia. Infatti l'intento della Hawking non è solo quello di raccontare le sue memorie, ma anche di mantenere la propria identità intatta all'interno del racconto, evitando di finire schiacciata dall'ingombrante figura di Stephen, cosa che ha cercato di fare, tra mille difficoltà, anche nella vita.
Tuttavia, il romanzo risente di un'eccessiva pesantezza, dovuta soprattutto allo stile un po' prolisso che affligge soprattutto certe parti, che avrei volentieri saltato a piè pari. È qui infatti che insorge il secondo problema del romanzo: la paura di non aver capito quello che l'autrice vuole comunicare al lettore. Difatti, in certi capitoli, il tono usato da Jane mi sembrava eccessivamente lamentoso e, nonostante comprendessi la difficoltà della situazione, che veniva descritta schiettamente dalla Hawking e senza mezzi termini, mi sentivo un po' infastidita da ciò.
In seguito, riflettendoci sopra, ho pensato che l'autrice sentisse il bisogno di mettere su carta tutto quello che ha dovuto passare in anni difficili, passati al fianco di una figura controversa, il "genio disabile", come lei stessa lo definisce, che all'ottimismo e alla forza di volontà che lo distinguono, affianca un certo egoismo e una propensione alle luci della ribalta che spesso porta alla nascita di dissapori nella coppia. Dal punto di vista personale ammiro Jane, che è riuscita a sopportare situazioni veramente complicate, superando le difficoltà senza tirarsi troppo indietro, ma dal punto di vista letterario alcune sue riflessioni sono risultate ridondanti e un po' difficili da digerire.
Per quanto riguarda le altre persone che compaiono del romanzo, devo constatare che la Hawking ha citato un numero enorme di amici, scienziati, studenti che hanno avuto a che fare con loro nel corso degli anni. Da un lato mi è piaciuto che abbia citato nelle sue memorie tutte queste persone che sono intervenute nei suoi momenti di difficoltà, evitandole di mollare quando tutto sembrava perduto, ma da lettore ricordarsi e distinguere tutti quei nomi è una missione impossibile, e ogni volta che Jane citava un amico già apparso precedentemente, il mio pensiero più frequente era: "e questo da dove spunta?"
Per quello che riguarda la fisica, disciplina che interessa molto, ho apprezzato il fatto che, oltre a ricapitolare i successi scientifici di Stephen, dagli inizi alla ribalta internazionale, l'autrice abbia anche cercato di descrivere le scoperte scientifiche del marito, attraverso il suo sguardo di non appartenente al settore, coinvolgendo così il lettore nella fisica di Hawking senza tuttavia disorientarlo con termini troppo tecnici o concetti eccessivamente complessi.
In conclusione non si tratta di una lettura semplice, e neppure divertente, ma nonostante tutto non è un brutto libro, che permette al lettore di immergersi completamente nella normale vita di una coppia che normale non è. La mia valutazione si aggira dunque sulle tre stelline e mezzo, che non riguardano assolutamente la storia, ma sono rivolte all'aspetto meramente letterario del romanzo. 


  

mercoledì 22 aprile 2015

WWW Wednesday #9

Salve! Oggi posto di buon ora, ma avevo voglia di lasciarvi un bel post! Siccome è  mercoledì... ci vuole un Www Wednesday! 



1)Che cosa stai leggendo? (What are you currently reading?)
Sto affrontando Raccontami di un Giorno Perfetto di Jennifer Niven, da cui non so cosa aspettarmi. O lo si ama, o lo si odia, per ora credo di rientrare nella prima categoria, ma sono ancora all'inizio



2)Che cosa hai appena letto? (What did you recently finish reading?)
Ho finito Champion di Marie Lu, che è stata una degna conclusione di quella che è la mia trilogia distopica preferita e El Mundo Amarillo di Albert Espinosa, che mi ha commosso, ma mi ha fatto anche impiegare un mese per finirlo.



3)Cosa pensi leggerai prossimamente? (What do you think you’ll read next?)
Inizierò Celeste di Cristina Vichi, che ringrazio vivamente per avermi dato una copia... spero di poer esprimere presto il mio parere qui sul blog!


domenica 19 aprile 2015

Cover Change #5

Buona domenica! Stamattina ho fatto una guida lunghissima... non mi piace molto guidare e devo ancora capire  perché mi tocca prolungare la tortura anche ora che ho la patente, ma sorvoliamo... tanto una volta a casa ho preparato le meringhe *-* speriamo vengano! Vi lascio con un post ricco di cover e anche abbastanza colorato.


Della serie: "cose che non accadono solo in Italia". E' stata da poco presentata la cover dell'ultimo volume della serie "The Dark Elements" di Jennifer L. Armentrout, Every Last Breath e... sorpresa sorpresa, la cover non combacia con le precedenti! Anzi, la serie, all'ultimo volume, è stata ristampata con delle nuove cover per tutti i volumi che la compongono, compresa la novella "Bitter Sweet Love". Inutile dire che le nuove copertine sono completamente diverse dalle precedenti, e chi aveva tutta serie nella vecchia edizione si troverà proprio con l'ultimo volume non combaciante (che, da lettrice perfettina quale sono, è una cosa che non mi piace molto...)
In particolare, queste sono le cover a confronto:

Bitter Sweet Love (The Dark Elements #0,5)


White Hot Kiss (The Dark Elements #1)



Stone Cold Touch (The Dark Elements #2)



Every Last Breath (The Dark Elements #3)


Per una volta preferivo le precedenti. Tutto quel bianco non mi convince, mi sembra troppo asettico, e non so, preferivo i colori della prima versione.
Per non parlare del fatto che, in Italia, avevano iniziato a stampare la serie nella versione da edicola, con queste copertine:


...e ora la stanno ristampando in edizione da libreria con le copertine prima versione. Che sono state appena cambiate. Riuscirà qualcuno ad avere l'intera serie con le copertine combacianti?

venerdì 17 aprile 2015

Shopping Maniac #3 - Festa di Primavera all'usato

Hola! Adoro le iniziative del mercatino  dell'usato: piantina in omaggio, mini buffet e tanti tanti libri... L'occasione giusta per una puntata di Shopping Maniac! (Ps: il post è  stato scritto subito  dopo "l'evento")


Ecco il bottino! *risata malvagia* 


Perdonate la foto, non avevo tempo di riprenderli tutti insieme... sono appena tornata dalla Festa di Primavera al mercatino dell'usato vicino a casa mia e, come al solito, nonostante un budget limitatissimo sono riuscita come ad uscirne a buste piene. Infatti ho speso13 euro per 8 libri, di cui tre completamente nuovi. Nel dettaglio mi sono impossessata di:
-"Il figlio della Luce", "La battaglia di Qadesh" e "La Regina di Abu Simbel" (sono i tre libroni più a destra) rispettivamente volume primo, terzo e quarto del Romanzo di Ramses di Christian Jacq. Se vi state chiedendo perché il primo, il terzo e il quarto, sappiate che mia madre ha comprato a caso il secondo e il quinto, così senza neanche curarsi che fossero in ordine. Almeno adesso ho rimediato (tra l'altro è una di quelle saghe con i volumi tutti uguali che sullo scaffale fanno un figurone!)
-Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban: ho letto i primi cinque di Harry Potter in prestito tra amiche e biblioteca, poi ho acquistato il sesto, ho la prima edizione del settimo e poi ho iniziato a comprarli in usato: ho infatti il primo in brossura e un secondo prima edizione parecchio rovinato. Così quando ho visto il terzo, anche se in quella edizione, non ho resistito... Meno due alla saga completa! Il mio scaffale piange (tre volumi rilegati vecchi, una brossura vecchia, una brossura nuova), ma io in questo caso me ne frego...
-Scarpe azzurre e felicità e Il buon marito di Alexander McCall Smith: amo la signora Ramotswe e ogni volta che incontro un suo caso me lo accaparro sempre volentieri, soprattutto se sono due volumi nuovi a tre euro (tutti e due!)
I restanti due romanzi, Invisible e Bersaglio Acquisito li ha comprati mio babbo, so solo che sono due romanzi thriller/d'avventura, ma non ho intenzione, per ora, di leggerli.

lunedì 13 aprile 2015

Recensione: Never Never - Colleen Hoover e Tarryn Fisher

Buongiorno! Oggi recensione di un libro in lingua evento più  unico  che raro, dato che i libri  in lingua per me sono dei veri e propri  tappi... a parte questo, che mi è  piaciuto  molto a dire il vero!



TITOLO: Never Never
AUTORE: Colleen Hoover & Tarryn Fisher 
PREZZO (CARTACEO): 2,94$ 
PREZZO (EBOOK): 7,99$

TRAMA: (Tradotta da me) Migliori amici da quando hanno imparato a camminare. Innamorati da quando avevano quattordici anni. Completi estranei da questa mattina. Lui farà qualsiasi cosa per ricordare. Lei farà qualsiasi cosa per dimenticare.

Lo confesso: di solito tendo a soffrire le letture in lingua. Non so perché, ma sono pochi i romanzi, letti in lingua originale, che riescono ad entusiasmarmi come quelle in italiano. Forse il non comprendere tutte le parole incide sulla mia lettura? Non ne ho idea.
Ma non sono qui per parlare delle solite letture in lingua, anzi, ma di un'eccezione.
Certo, una delle autrici, la mia amata Colleen Hoover, per me era una garanzia ma, d'altro canto, l'altra autrice Tarryn Fisher non l'avevo nemmeno mai sentita nominare: l'unica cosa di cui ero a conoscenza era che la Hoover aveva scritto le parti relative al protagonista maschile, mentre la Fisher si era occupata della protagonista femminile.
La trama della novella non sembrava svelare molti misteri: parlava solo di due ragazzi che da migliori amici e fidanzati, un giorno non ricordano più niente. Ed è proprio questo che basta sapere... perché non c'è molto altro da dire!
Never Never inizia proprio così, di colpo, senza dare la possibilità al lettore di realizzare quello che sta succedendo, e la lettura prosegue così, nel buio più assoluto, aggiungendo di capitolo in capitolo dettagli al puzzle senza però riceverne la visione completa.
La storia è narrata attraverso i punti di vista alternati dei due protagonisti, Silas e Charlie, permettendo al lettore di vivere la storia attraverso i loro occhi e di conoscere quello che loro sanno... il che, al primo capitolo, si riduce a niente. La ricerca del passato è proprio quello che più ho amato di Never Never: poter stare nella testa dei protagonisti significa vivere la loro avventura al loro posto, in questo caso, mi sono sentita talmente coinvolta che mi sembrava di essere senza memoria come i protagonisti.
Ho adorato Silas, il ragazzo protagonista: come in molti romanzi della Hoover la figura maschile è semplicemente adorabile, una persona affidabile dopotutto, nonostante nasconda anch'egli degli scheletri nell'armadio. Al contrario Charlie non l'ho potuta reggere: non so se sia semplice antipatia a pelle o il suo modo di ragionare e di vivere la vicenda, ma tanto ho amato Silas quanto ho odiato lei, al punto che, verso la fine, desideravo che i suoi capitoli passassero in fretta (mentre volevo che quelli di Silas si allungassero sempre più).   
Lo stile mi è piaciuto parecchio: ti catturava, ti immergeva nella lettura al punto da non farti più smettere. Già è raro che questo mi capiti con un romanzo in italiano, figurarsi con uno in lingua, ma in questo caso è stato così, nonostante l'inglese usato non sia proprio uno dei più semplici (la sintassi non è complicatissima, ma l'uso di parole colloquiali ha mandato in crisi la funzione dizionario del mio kindle). Un'altra cosa che mi ha colpito è che, se non ci fosse stato scritto sulla copertina "Tarryn Fisher & Colleen Hoover" non avrei mai detto che si trattava di una collaborazione tra due autrici: al contrario avrei pensato ad un unico scrittore, molto bravo, che riusciva a differenziare le due voci protagoniste senza tuttavia alterare l'unità dell'opera. 
Invece essendo Never Never il prodotto di due scrittrici sono contenta che non si senta lo stacco da una parte all'altra.

In conclusione sono quattro stelline e mezzo: quella mezza stellina ha nome Charlie e ho deciso di assegnarla, nonostante nasca da un'antipatia piuttosto personale, perché, verso la fine, mi era presa l'insana voglia di leggere solo le parti di Silas!


venerdì 10 aprile 2015

The Great Book Tag #10: Events Book Tag

Della serie: non so più che tag inventarmi... sul serio, questo l'ho inventato io! Ovviamente ne esisterà uno simile, ma io non l'ho trovato, quindi pazienza! Ho inserito la mitica data bonus: l'Independence Day statunitense perché... è anche il mio compleanno!
Quindi... enjoy the post! 




1)     Capodanno: la migliore lettura dell'anno passato= credo di averla già citato più e più volte, ma Il tuo meraviglioso Silenzio di Katja Millay è stato sicuramente uno dei migliori romanzi del 2014 nonché il primo, ma probabilmente non l'unico, che può rispondere a questa difficile domanda.



2)     Epifania: un libro che è stato come il carbone della Befana= citiamo un classico del cosiddetto "fantatrash" che andava di moda molti anni fa, ovvero Gli eroi del Crepuscolo di Chiara Strazzulla. Non sono nemmeno riuscita a finirla, dunque non ne vedrete mai una recensione... L'unico motivo per cui resta nella mia libreria è perché esteticamente si tratta proprio di un bel libro: peccato che la sua "bellezza interiore" non coincida affatto con quella esteriore)



3)     Carnevale: un libro con una cover colorata= sebbene non l'abbia ancora letto la cover di Qui e Ora di Ann Brashares mi ha colpita subito, dal primo momento in cui l'ho vista, e ancora oggi me la ricordo! Peccato che il libro non mi ispiri come la copertina... 



4)     Equinozio di Primavera: un libro che parla di Rinascita= nonostante non mi sia piaciuto moltissimo, alla rinascita associo Per Dieci Minuti di Chiara Gamberale, che illustra un divertente metodo di ricominciare a vivere tramite nuove esperienze!


5)     Pasqua: un libro che si è rivelato una sorpresa= direi il recente letto Battle Royale di Koushun Takami. Non avrei mai creduto che un libro così esplicito e violento sapesse coinvolgermi in una maniera tale da lasciarmi quasi in uno stato di sbronza post lettura. È stato... decisamente WOW!


6)     Solstizio d'estate: un libro con una forte componente soprannaturale= senza neanche pensarci due volte, Raven Boys di Maggie Stiefvater. È la sua definizione e non si discute!


7)     Independence Day: un libro ambientato negli Stati Uniti= per non parlare della solita New York stavolta indico Never Never della premiata ditta Fisher&Hoover che è ambientato nella stupenda New Orleans... Dove inutile a dirlo, vorrei tanto andare! (In teoria vorrei andare più o meno dappertutto negli Stati Uniti, anche se New York resta sempre la mia destinazione prioritaria)


8)     Ferragosto: un libro da leggere sotto l'ombrellone= per restare in tema, direi Tutta colpa del mare (e anche un po' di un mojito) di Chiara Parenti. Divertente, leggero e molto marittimo" al punto che io l'ho letto nella stupenda Thailandia! 


9)    Halloween: un libro che ti ha spaventato= la lettura di Lasciami Entrare di John Ajvide Lindqvist mi ha fatto davvero paura. Quelli si che sono veri vampiri! E io che invece, a partire dalla trama, mi aspettavo una storia d'amore (che invece non esisteva nemmeno...) 




10) Natale: un libro che ti è stato regalato= per quanto sappiano che mi piaccia tanto leggere i miei amici evitano i libri come la peste, forse perché temono che li abbia già letti tutti! Persino mia madre evita di regalarmeli, per questo la maggior parte della volte... me li regalo da sola! Tuttavia l'ultimo che mi è stato veramente regalato è Cime Tempestose di Emily Brönte al mio diciottesimo compleanno. 



mercoledì 8 aprile 2015

Recensioni: Con un poco di zucchero - Chiara Parenti

Buongiorno! Oggi sono tornata all'università: ma perché non potevano farci stare a casa proprio il giorno più pesante? Io non capisco... In ogni caso oggi recensione, in tema con l'abbuffata dolce di Pasqua: il dolcissimo e divertentissimo romanzo di Chiara Parenti mi è rimasto proprio dentro!

TITOLO: Con un poco di zucchero
AUTORE: Chiara Parenti
COLLANA: Rizzoli Youfeel
PREZZO (EBOOK): 2,49€

TRAMA: A trent’anni suonati Matteo Gallo, aspirante scrittore senza soldi e senza speranze, è costretto a vivere con la sorella Beatrice e “loro”, Rachele e Gabriele, i due scatenatissimi nipotini. Nessuna delle tate finora ingaggiate è riuscita a domarli. Ma ecco che, come per magia, un pomeriggio di fine settembre, un forte vento che spazza le nubi dal cielo porta tata Katie.
Beatrice e i suoi bambini restano subito incantati da questa ragazza inglese un po’ stravagante e scombinata, che fa yoga, mangia verdure, va pazza per i dolci... e che con le sue storie fantastiche e i suoi giochi incredibili è in grado di cancellare l’amaro della vita. Matteo invece cercherà (o crederà) di sottrarsi al suo influsso: ma sarà tutto inutile, perché Katie compirà su di lui la magia più grande. Quella dell'amore.

"Con un poco di zucchero la pillola va giù... Tutto brillerà di più!" cantava allegramente Mary Poppins più di mezzo secolo fa. Con un poco di zucchero, il romanzo di Chiara Parenti, condivide un po' lo spirito molto colorato del film, dando vita a una storia frizzante e allegra, dove la presenza di momenti più riflessivi dona equilibrio alla trama.
Matteo Gallo, il protagonista (un ragazzo, cosa piuttosto insolita per i libri di questo genere) si trova da diversi mesi senza lavoro, ospite a casa della sorella, alle prese con un romanzo che non riesce nemmeno a iniziare e con due nipoti tanto adorabili quanto pestiferi.
Ed è proprio per badare ai due bimbi, Rachele e Gabriele, arriva a casa Gallo Tata Katie, la simpaticissima e bizzarra protagonista femminile del libro, destinata a sconvolgere le loro vite.
È impossibile non venire travolti da Tata Katie Baker, il personaggi più imprevedibile e pazzo di cui abbia letto nell'ultimo periodo. La prima domanda che il lettore si fa su questa strana ragazza dai giganteschi occhi a palla (vengono descritto così nel romanzo) è "ma ci è o ci fa?"
Tata Baker sembra vivere in un mondo a parte, tutto rosa e fatto di zucchero, è vegetariana e appassionata di yoga, padroncina di cincillà e blogger (il suo fantastico sito si chiama nuvoletta.com): la sua figura, così dolce e sopra alle righe fa subito breccia nel cuore di tutti... Ad eccezione di Matteo!
Sono proprio i battibecchi tra il protagonista e la deliziosa Katie ad animare il romanzo, regalando sorrisi e risate, oltre a divertenti e strampalate avventure.
Matteo infatti accusa la tata di aver portato scompiglio in famiglia, pur riconoscendo alcuni degli effetti positivi che la ragazza ha su Beatrice, sua sorella, e di aver manipolato tutti i suoi famigliari; la Baker, al contrario, gli rimprovera di non lasciarsi andare completamente di fronte alla vita. Ovviamente, di litigio in litigio, vi lascio immaginare come possa concludersi la vicenda...  
Ciò che ho apprezzato tanto del romanzo è il fatto che, a differenza di molte altre letture leggere, tutto, anche certi fatti più assurdi, abbia una spiegazione.
Per esempio, il personaggio di Katie ha un motivo per essere così ottimista e allegra: mentre all'inizio la trovavo troppo colorata e strana per essere credibile, scoprire quello che le era capitato ha contribuito a rendermela più simpatica, per quanto forse un po' troppo sopra le righe per essere realistica.
Invece Matteo mi è piaciuto fin da subito: seguire i suoi pensieri è divertente, il suo essere talvolta brontolone mi è piaciuto molto, così come il suo rapporto con l'amico Stefano, un mito per lui, ricco, che vive a Londra e pieno di donne, mi ha fatto sorridere ogni volta, oltre ovviamente ai tentativi di organizzare un appuntamento con la splendida modella Miranda.  
Lo stile è fluido e veloce: non risulta mai pesante ed è prevalentemente comico e romantico. Tuttavia, nel romanzo sono presenti parti anche più lente e riflessive, che sono state in grado anche di commuovermi. Anche in questo caso, lo stile dell'autrice è adatto al contesto,ed è riuscito a trasmettermi le emozioni dei protagonisti (anche se queste parti sono molto limitate rispetto alla lunghezza, già non eccessiva, del romanzo).
In conclusione la lettura è assolutamente consigliata. Non sarà forse un capolavoro, ma nel suo genere è un valido lavoro che diverte e non annoia il lettore. Inoltre, avendo letto anche il romanzo precedente dall'autrice, Tutta colpa del mare (e un po' di un mojito), mi sembra che Chiara Parenti sia addirittura migliorata da un lavoro all'altro.
Per questo mi sento di assegnare una valutazione estremamente positiva, quattro stelline e mezzo. 

domenica 5 aprile 2015

Happy Easter!


Buona Pasqua a tutti voi, lettori e lettrici!



Avete aperto le uova? Nonostante i miei quasi venti anni, non è Pasqua senza uova anche se è da un po' che compro le uova solo per il cioccolato. E in effetti quella della Lindt era proprio buona... e come sorpresa aveva guarda caso un segnalibro (in metallo con la tavoletta di cioccolato)



E voi? Come passerete questo giorno? Attenzione ovviamente alle indigestioni! 
Un bacio,
Silbi Grace 

venerdì 3 aprile 2015

Recensione: Battle Royale - Koushun Takami

Buonasera! Nonostante le 13 recensioni già scritte, di cui diverse risalenti al 2014, oggi scelgo questa recensione scritta ieri di un romanzo che ho terminato... ieri. Perché? Perché non avrei potuto aspettare più di due giorni per scrivere di Battle Royale e non vedevo l'ora di pubblicare questa lunga recensione, che ho scritto praticamente di getto e di pancia, sull'onda delle "emozioni post-lettura"! Quindi vi lascio al post... 



TITOLO: 
Battle Royale
AUTORE: Koushun Takami
COLLANA:  Mondadori
 PREZZO (CARTACEO): 12,00€

TRAMA: Repubblica della Grande Asia dell'Est, 1997. Ogni anno una classe di quindicenni viene scelta per partecipare al Programma; e questa volta è toccato alla terza B della Scuola media Shiroiwa. Convinti di recarsi in una gita d'istruzione, i quarantadue ragazzi salgono su un pullman, dove vengono narcotizzati. Quando si risvegliano, lo scenario è molto diverso: intrappolati su un'isola deserta, controllati tramite collari radio, i ragazzi vengono costretti a partecipare a un "gioco" il cui scopo è uccidersi a vicenda. Finché non ne rimanga uno solo... Edito nel 1999, "Battle Royale" è un bestseller assoluto in Giappone, il libro più venduto di tutti i tempi; diventato fenomeno di culto, ha ispirato celebri film, manga sceneggiati dallo stesso Takami e videogiochi. Scritto con uno stile insieme freddo e violento, "Battle Royale" è un classico del pulp, un libro controverso e ricco di implicazioni, nel quale molti hanno visto una potente metafora di cosa significhi essere giovani in un mondo dominato dal più feroce darwinismo sociale.


Battle Royale mi ha sconvolto. Non ci sono altri aggettivi per descrivere questa agghiacciante, e al tempo stesso appassionante, esperienza di lettura: quello che so è che ho terminato il romanzo di Koushun Takami, quasi seicento pagine, in meno di tre giorni. Sono rare questo tipo di lettura e mai e poi mai avrei pensato che un libro del genere sarebbe arrivato a piacermi così tanto, a me che sto male se in un film vedo più di una goccia di sangue e che mi nascondo dietro al divano guardando un film particolarmente truculento. 
Infatti, mettiamo subito in chiaro una cosa: bisogna avere uno stomaco forte. Io non sono affatto in grado di guardare film horror splatter, ma quando si tratta di pagine stampate, il mio stomaco è d'acciaio. Tuttavia già nei primi capitoli, sconvolta da tanta violenza, descritta così esplicitamente, avevo un mezzo pensiero di cedere: sarebbe stato un grave errore, visto poi quanto mi abbia appassionato la lettura ma se avete intenzione di iniziare questo libro, preparatevi psicologicamente (un esempio, senza spoiler: l'autore ce l'ha particolarmente con i bulbi oculari delle persone. Non chiedetemi il perché.)

Una delle locandine del film
Ma di che cosa tratta di tanto terribile Battle Royale? Dubito che non lo conosciate, film e romanzo sono molto conosciuti (ma il film non lo guarderò mai, la lettura del romanzo mi è stata sufficiente) ma per quei pochi che ignorano di cosa parla, la trama è piuttosto semplice.
In una sorta di mondo parallelo, nella Repubblica della Grande Asia (un Giappone retto da una dittatura fascista), per ogni provincia, una classe di terza media (che in realtà sarebbe come la seconda superiore italiana) viene estratta a sorte e costretta a partecipare al Program, noto anche come BR Act. Le regole di questo "gioco" sono semplici: ogni studente ha a disposizione un borsone con cibo, acqua e un'arma a caso, il suo scopo è quello di uccidere tutti i suoi compagni di classe. Vince, ovviamente, chi sopravvive. Sono inoltre introdotti numerosi ostacoli, al fine di costringere gli studenti a partecipare: il più importante di tutti è sicuramente il collare esplosivo. Tutti i ragazzi hanno infatti addosso un collare, che esplode se lo studente entra in un'area vietata; inoltre se almeno ogni ventiquattro ore non ci sarà almeno un morto, tutti i collari saranno fatti esplodere, lasciando la partita senza vincitore.
Vi ricorda qualcosa? Di questo però parleremo dopo.
Intanto concentriamoci solo sul romanzo.
Battle Royale mi ha conquistata fin dall'inizio, nonostante sia un libro pieno di difetti e piuttosto complicato. I protagonisti sono infatti i 42 studenti della classe 3B della Scuola Media di Shiroiwa, un'immaginaria città della prefettura di Kagawa, nel sud del Giappone. E quando dico 42 intendo veramente 42! 

Eccoli, tutti e 42: durante la lettura usavo talvolta questa immagine per orientarmi! 
Tutti vengono citati nel primo capitolo e l'insieme di nomi, tra l'altro molto simili fra loro, crea subito confusione nel lettore: per fortuna alcuni personaggi, i protagonisti, riescono a emergere all'interno del gruppo. L'autore non si dilunga troppo con le descrizioni dei personaggi: la caratterizzazione è piuttosto stereotipata e solo alcuni tra i protagonisti godono di una certa introspezione. Tuttavia Takami dedica almeno un capitoletto a molti dei ragazzi e questa è una cosa che ho apprezzato parecchio, in quanto mi ha resa partecipe alla vicenda, e mi ha fatta soffrire per quasi ogni decesso.
La coppia di protagonisti, Shuya Nanahara e Noriko Nakagawa, l'ho trovata un po' troppo buonista rispetto al contesto della vicenda (senza scendere troppo nei particolari) così come il  cattivo, Kazuo, mi è sembrato un po' piatto, per quanto l'autore cerchi di dare una pur debole motivazione alla sua violenza. 
Ho trovato invece migliori personaggi come Shogo, Shinji (decisamente il mio preferito) e anche la bella e terribile Mitsuko, dotati di una maggiore introspezione, e di motivazioni più salde. Gli altri ragazzi invece vengono caratterizzati solo da un aspetto predominante della loro personalità, o dalle loro passioni, e alla fine la loro utilità è quella di "carne da macello".
Lo stile dell'autore non mi è piaciuto granché. Ho apprezzato tantissimo la scelta della terza persona con l'alternanza dei vari punti di vista, che ha fatto la differenza e secondo me si è rivelata vincente per gestire un numero così elevato di personaggi, tuttavia il modo in cui Battle Royale è scritto, alternando parti quasi infantili, ad altre in cui i ragazzi si esprimono come adulti, non mi ha convinto. Ciò che invece è approfondito, anche troppo, sono le descrizioni delle morti degli studenti: molte sono esplicite, rappresentate nei minimi, raccapriccianti dettagli. Devo ammettere che alcune mi hanno dato anche particolare fastidio, nonostante fossi completamente presa dalla storia.
Uno dei pochi  pregi infatti dello stile dell'autore è che riesce in maniera ineccepibile a creare una tensione continua, che coinvolge totalmente il lettore nella storia. Non cercate spoiler e immergetevi nel gioco: non ve ne pentirete! Il non conoscere chi morirà, come morirà e quando mi aveva messo addosso un tale ansia che avevo preso a leggere il romanzo, persino in autobus, sfidando il mal d'auto che mi opprime, pur di concludere e vedere come finisce. Mi ha soddisfatto il finale? Direi di sì, ma ero anche dispiaciuta perché una delle lettura più belle di questo 2015 era finita... Ed era durata troppo poco (nonostante, ripeto, le seicento pagine).
Infatti, nonostante i difetti e certe scene decisamente esagerate, il mio giudizio è comunque di cinque stelline perché si è trattato veramente di un romanzo che è riuscito ad appassionarmi come pochi, e che rileggerei anche domani, sebbene le scene di violenza abbondino e non mi facciano impazzire. 


Ps: tornando alla trama, immagino che vi abbia ricordato un po' Hunger Games. Ed è vero: inutile negarlo, nonostante le molte differenze (soprattutto per quanto riguarda la scrittura) e il fatto che in confronto al Program gli Hunger Games sembrino una scampagnata in collina, ogni tanto, durante la lettura, pensavo a Katniss e all'arena e a quanto simile sembrasse la sua vicenda. 
Ma in tutto ciò l'autore non c'entra proprio nulla: quello che infatti non ho detto è che Battle Royale è stato pubblicato nel 1999. Dunque leggete senza pregiudizi! Anzi, quasi quasi vi scoprirete, alla fine, come me, a preferire proprio Battle Royale! 

mercoledì 1 aprile 2015

Www Wednesday #8

Buongiorno. Sono in una fase di lettura un po' fiacca... speriamo passi presto. Vi lascio con il post, non ho tanta voglia di sproloquiare prima!




1)Che cosa stai leggendo? (What are you currently reading?)
El mundo amarillo di Albert Espinosa, che sto leggendo in lingua spagnola. Una lettura non troppo complessa e letta nel periodo adatto: per ora mi sta piacendo veramente tanto. 


2)Che cosa hai appena letto? (What did you recently finish reading?)
Fuori piove, dentro pure, passo a prenderti di Antonio Distefano che si è ridotto alla fine ad un grosso nì, senza troppa esaltazione né troppa noia e la Decima Musa di Falconi, che al contrario, tra alti e qualche disappunto, ha saputo catturare la mia attenzione. 




3)Cosa pensi leggerai prossimamente? (What do you think you’ll read next?)
Le sette lezioni di fisica di Rovelli: giusto per curiosità, perché se voglio studiare mi aspettano le sette slides di elettromagnetismo del mio professore... Aiuto!