Hola! Recensione lunga lunga di una lettura scolastica in lingua spagnola. Che devo dire? Non ho mai amato le letture assegnate... al contrario di questa, che mi è rimasta nel cuore!
TITOLO: Dolce come il cioccolato
AUTORE: Laura Esquivel
COLLANA: Garzanti Elefanti Bestsellers
PREZZO
(RILEGATO): 9,99€
PREZZO
(EBOOK): 6,99€
TRAMA: Fin dal loro primo incontro, poco più
che adolescenti, Pedro e Tita vengono travolti da un sentimento più grande di
loro. Purtroppo, a causa di un'assurda tradizione familiare, per Tita il
matrimonio è impossibile: ma per umana volontà e con la complicità del destino,
lei e Pedro si ritroveranno a vivere sotto lo stesso tetto come cognati,
costretti alla castità e tuttavia legati da una sensualità incandescente. Una
storia d'amore in cui il cibo diventa metafora e strumento espressivo, rito e
invenzione, promessa e godimento, veicolo di un'inedita comunione erotica.
Solitamente le
letture scolastiche non sono un granché. Insomma, a volte i libri assegnati
sono noiosi come non mai, talvolta invece è la lettura costretta in tempi
determinati che toglie l'interesse del lettore, in altri casi ad impedire ai
poveri studenti di godersi per intero il romanzo sono gli esercizi assegnati a
fine lettura, o addirittura a fine capitolo. A me, per esempio, assegnavano
sempre il riassunto di ogni singolo capitolo e la scheda di lettura una volta
terminato il libro, in particolare i miei professori sembravano adorare i
riassunti dei capitoli: ne ho un raccoglitore pieno...
In queste
condizioni non è facile apprezzare completamente un romanzo, eppure con Dolce
come il cioccolato, ovvero Como agua para chocolate nella versione originale,
da me letta, è stato uno di quei romanzo del quale il lavoro in più era
assolutamente irrilevante: sebbene dovetti scrivere un riassunto per ogni
capitolo, fui interrogata sui contenuti
del libro, feci una verifica e lo inserii pure nella tesina, questo
romanzo resta una delle più belle letture, scolastiche e non, che io ricordi.
Como agua para
chocolate, scusate se utilizzo il titolo originale, ma avendolo letto in
spagnolo preferisco usare questo per la recensione, è un romanzo particolare,
può piacere e non piacere, ma, di certo, merita una lettura. I miei compagni lo
definivano "una telenovela", invece, a mio parere, è una bella storia
d'amore, con elementi culinari e magici, che ci immerge nelle atmosfere del
Messico della Rivoluzione, all'inizio del secolo XX.
Tita de la Garza
vive in un rancho, una sorta di fattoria (o di ranch, dipende dalla lingua che
utilizzate) con la madre Elena e la due sorelle maggiori, Gertrudis (una
persona moolto... libera! Il resto, lo scoprirete leggendo) e Rosaura.
Ella è nata
prematuramente sul tavolo della cucina e, allevata dalla cuoca Nacha, sviluppa
un incredibile sesto senso per l'arte culinaria, che viene evidenziato anche
dalla particolarissima (e da me molto apprezzata) struttura del romanzo, che
presenta dodici capitoli, ciascuno per ogni mese dell'anno, introdotti da una
ricetta che viene preparata dalla protagonista.
La storia inizia
quando Tita si innamora, ricambiata, di Pedro, un giovane del suo villaggio.
Dove sta il problema, direte voi? Tita è l'ultima figlia femmina della sua
famiglia e, secondo le rigidissime usanze della sua famiglia, non può sposarsi,
in quanto costretta a badare alla madre fino alla sua morte.
Chi ha deciso
questa tradizione non è dato saperlo, anche se questa domanda è frequente tra
gli interrogativi di Tita, ma ciò che è evidente è la forte difesa di queste
usanze da parte di Mamma Elena, un personaggio che imparerete ad odiare con
tutto il vostro cuore (o almeno questo è capitato a me). La storia va avanti, i
personaggi vengono approfonditi e ne vengono introdotti di nuovi come
l'adorabile, a detta delle mie compagne di classe (quindi potete consideralo un
giudizio affidabile) Doctor Brown, la dolcezza fatta persona, che sì, vi farà
tirare qualche accidente contro Pedro.
La narrazione
infatti prosegue fra colpi di scena, che porteranno a continue rotture e
conseguenti riavvicinamenti tra i vari protagonisti (tra gli innamorati, le
sorelle, madre e figlia eccetera...) che vi terranno inchiodati alle pagine, e
continui colpi di... magia.
Esatto!
Avete mai sentito
parlare di realismo magico? Se ne parla soprattutto per le opere di Marquez e
di Isabel Allende, ma l'utilizzo di questa tecnica può essere riscontrato anche
in Dolce come il cioccolato (ed è proprio su questo punto che verteva una parte
della mia tesina di maturità!)
Difatti, sebbene la
narrazione sia piuttosto realistica, con tanto di descrizioni accurate di come
viene gestita la vita in questo rancho di inizio '900, i cibi, preparati dalla
protagonista, finiscono per avere degli "effetti collaterali" di
natura inspiegabile, sovrannaturale, incomprensibili anche agli occhi degli
stessi personaggi. Così, se la protagonista è particolarmente triste mentre
prepara un piatto, questo, sugli assaggiatori ha degli effetti disastrosi,
mentre se Tita risulta felice mentre cucina anche coloro che mangiano le sue
pietanze mostreranno la loro contentezza! (Ah, se potessero succedere di queste
cose anche durante Masterchef....)
Tuttavia Dolce come
il cioccolato non è affatto un paranormal romance nel senso stretto del
termine, anche perché, all'epoca della pubblicazione, più di vent'anni fa, il
genere non era ancora definito come lo è ai giorni nostri. All'interno del
libro la magia non la fa da padrona, con polverine fatate e bacchette magiche,
al contrario essa appare di striscio, come un qualcosa in più che dona un carattere
particolare alla storia senza stravolgerne in maniera eccessiva gli equilibri.
Inoltre questo
elemento paranormale si lega in maniera inscindibile all'altro grande tema del
romanzo, la cucina (ed, in particolare, la tradizione culinaria messicana): è infatti
il cibo preparato da Tita il mezzo attraverso cui la straordinarietà della
vicenda si manifesta sui personaggi, portando a situazioni insolite o comunque
impreviste.
Insomma... Non c'è
da stare tranquilli leggendo questo romanzo, tanto che, forse dovrei dare un
pochino di ragione ai miei compagni, ma ha un po' della telenovela, certo in
senso positivo (ovvero personaggi amabili e antagonisti odiosi, imprevedibilità
degli eventi, colpi di scena) senza scadere però nel ripetitivo o banale (forse
banale qualcosa c'era, non si può essere originali ad ogni pagina... Però il
libro mi è piaciuto lo stesso moltissimo!).
Dolce come il
cioccolato è stata una delle letture più coinvolgenti dell'anno scolastico,
sicuramente! Ci ho lasciato un pezzettino di cuore nella lettura e, per questo,
assegno al romanzo cinque stelline (parte il jingle celebrativo). Gliele avevo
già assegnate nella recensione scolastica (in spagnolo) ma è inutile dire che,
secondo me, non si merita niente di meno. Nonostante tutto ci tengo a ricordare
che questa è una valutazione soggettiva: agli altri è piaciuto decisamente
meno...
Ps: non so se avete
riconosciuto il nome dell'autrice. Quando la nostra prof ce lo ha assegnato, la
reazione mia e della classe intera è stata: "Ma non è quella del Mondo di
Patty?!" Invece no, non era lei. Si
trattava solo di un curioso caso di omonimia. Quindi tranquilli, se avevate dei
dubbi: è una vera scrittrice! (E pedagoga, scenografa, eccetera, eccetera... Si,
ci è toccato studiare anche la vita!)