Ciao a tutti. Sono appena tornata da una settimana di ferie al mare, rilassata e pronta a ripartire! Mentre scrivo le nuove recensioni vi lascio il mio parere su Immortal, un romanzo standalone di Sue Lynn Tan, l'autrice de La figlia della dea della luna, ancora inedito in Italia.
The young heir to a mortal crown, Liyen ascends a precarious throne when her grandfather dies, vowing to end her kingdom’s obligation to the immortals and take vengeance against those she feels responsible for his death. When she is summoned to the Immortal Realm, she seizes the opportunity to learn their secrets and to form a tenuous alliance to safeguard her people, all with the one she should fear and mistrust the most: the ruthless God of War. As they are drawn together, a treacherous attraction ignites between them—one she has to resist, to not endanger all she is fighting for.
But with darker forces closing in around them, and her kingdom plunged into peril, Liyen must risk everything to save her people from an unspeakable fate, even if it means forging a dangerous bond with the immortal… even if it means losing her heart.
Immortal è un fantasy autoconclusivo di Sue Lynn Tan ambientato nello stesso mondo della sua serie più famosa, The Celestial Kingdom (i due romanzi sono stati tradotti in italiano da Oscar Vault, mentre le novelle risultano ancora inedite).
All'inizio credevo che si trattasse di uno spin-off della Figlia della Dea della Luna, ma in realtà i legami tra le due opere si limitano al world-building, e ai richiami alla mitologia cinese. Per il resto questo romanzo è uno standalone (rarissimo di questi tempi), che può essere letto e apprezzato senza conoscere le altre opere dell'autrice.
In generale, questo nuovo lavoro di Sue Lynn Tan non mi è dispiaciuto, anche se forse mi sarei aspettata qualcosa di più, considerato che la serie The Celestial Kingdom mi era piaciuta molto (al netto della risoluzione del triangolo amoroso che proprio non mi è andata giù).
La trama verte attorno al personaggio di Liyen, nipote del sovrano del regno mortale dii Tianxia il quale, per salvarla da un misterioso avvelenamento, le dona la leggendaria perla del loto divino, che solo lui è in grado di cogliere (nb: nella recensione tradurrò tutti i nomi dei luoghi in italiano, ma se mai Immortal verrà pubblicato nella nostra lingua il traduttore potrebbe optare per scelte differenti). Peccato che la perla fosse già stata promessa all'immortale regina del Deserto Dorato e al suo più fedele sottoposto, Zhangwei, il dio della guerra, che, come prezzo per il suo tradimento, reclamano la vita del nonno di Liyen e minacciano con i loro poteri la sopravvivenza dei mortali.
Liyen si trova così costretta ad ascendere al regno delle divinità per difendere Tianxia e i suoi abitanti: tuttavia, convincere la terribile regina del deserto dorato a concedere la grazia ai mortali non è facile, specie quando qualcuno trama nell'ombra alle tue spalle e il tuo unico, discutibile, alleato potrebbe ucciderti da un momento all'altro.
Immortal è un romanzo carino, ma non bellissimo. Ho trovato la trama un po' statica: è vero, la narrazione è comunque ravvivata da colpi di scena, ma, in generale, ho avuto l'impressione che l'autrice non si prendesse mai dei rischi, e che abbia deciso di rimanere sui binari già percorsi nella sua serie più famosa.
I personaggi, infatti, sembrano ricalcati con lo stampino su quelli degli altri libri della Tan: ho trovato infatti parecchie somiglianze tra Liyen e Xingyin, la Figlia della Dea della Luna, così come Zhangwei risulta una fusione tra Wenzhi e Liwei, protagonisti maschili della dilogia. Entrambi non hanno nulla che non vada ma, complice la poca originalità nella caratterizzazione, e il limitato spazio per il loro sviluppo, finiscono per risultare se non piatto quanto meno dimenticabili.
Ed è questo il principale problema, non solo dei personaggi, ma della storia intera: è dimenticabile. Ad Immortal, infatti, manca quel qualcosa in più che porta un romanzo ad emergere dalla massa e sono convinta che, se Sue Lynn Tan non avesse raggiunto il successo con la sua precedente dilogia, difficilmente questo libro sarebbe stato acquisito da una grande casa editrice come Harper Voyager.
L'unico aspetto che salvo senza se e senza ma è la scrittura. Sue Lynn Tan ha una penna poetica, a tratti sognante, che ti permette di immaginarti le scene ad occhi aperti e ti regala un biglietto di sola andata per la Cina. Avevo già apprezzato il suo modo di scrivere nella dilogia, e sono contenta di averlo ritrovato anche in questa sua opera successiva. Certo, a volte le descrizioni, soprattutto quelle degli ambienti di palazzo e del cibo servito alla tavola degli immortali, mi sono parse infinite e hanno finito per rallentare un ritmo narrativo già placido di suo, ma reputo comunque lo stile dell'autrice l'aspetto migliore del romanzo.
Dunque la mia valutazione è di tre stelline. Mi aspettavo qualcosa di più da Immortal e pur non essendo troppo delusa, non posso nascondere che quest'opera non esprima al meglio le capacità di Sue Lynn Tan. Che fosse perché l'autrice stava già pensando al romanzo successivo, un retelling young adult di Cenerentola in uscita a fine anno?
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