Ciao a tutti. Negli ultimi mesi si è parlato così tanto del Fabbricante di Lacrime di Erin Doom che mi sono decisa anche io a leggerlo, complice anche il fatto che avevo a casa la copia cartacea che avevo fatto autografare al RARE di Firenze. Il risultato? Mai prima d´ora sul blog ero scesa sotto le due stelline... ma c´è sempre una prima volta.
Non si può certo dire che il mio rapporto con Il fabbricante di lacrime di Erin Doom sia iniziato nel migliore dei modi, considerato che la libraia della Stazione Centrale di Bologna non era proprio entusiasta di vendermelo, nonostante le avessi fatto presente che la copia cartacea mi serviva per andare a un firmacopie con l´autrice.
Tuttavia avrei dovuto seguire il suo consiglio: a fatica sono riuscita ad arrivare in fondo a questo mattone da circa seicentocinquanta pagine diventato il caso letterario del 2022, da cui è stato tratto un discutibile film Netflix e che è stato per mesi sulla bocca di tutti, lasciando dietro di sé una moltitudine di opinioni contrastanti.
Ciò che più mi è piaciuto di questo libro è il messaggio di speranza che traspare dalle sue pagine: se Il fabbricante di lacrime ha venduto seicentomila copie allora chiunque può sognare di diventare uno scrittore di successo.
Ebbene sì. Credo che Il fabbricante di lacrime sia una delle peggiori letture che abbia recensito in dieci anni di blog. Di solito trovo sempre qualcosa che mi piace in tutto ciò che leggo, anche nei romanzi più improbabili e discutibili, ma in questo caso è stato veramente difficile.
La trama? Onestamente, ho finito il libro e sto ancora cercando di capire cosa ho letto. Non c´é una vera e propria storia: o almeno, ci sono solo le premesse, ma lo svolgimento è inesistente. Il libro inizia con Nica, un´orfana che vive in istituto, che viene adottata da una coppia insieme a Rigel, suo coetaneo e compagno di istituto. Nica deve adattarsi a una nuova vita e, al tempo stesso, si sente sempre più attratta da Rigel. Il ragazzo, che è chiuso e soggetto ad esplosioni di violenza, all´inizio sembra detestarla, ma in realtà ricambia i suoi sentimenti. Fine. L´autrice ogni tanto prova a movimentare la storia inserendo un terzo incomodo, una terza incomoda, un tema potenzialmente interessante come quello degli abusi su minori e il conflitto tra i due destinati a diventare fratelli adottivi, ma nulla di tutto ciò riesce a dare vita a una trama già moribonda dalle prime pagine. Posso capire le lettrici che seguivano Il fabbricante di lacrime quando veniva pubblicato a puntate su Wattpad che volevano capire dove andasse a parare (domanda legittima che, tra l´altro, mi sono fatta anche io innumerevoli volte), ma arrivare all´epilogo, per me, è stata una vera e propria impresa.
I personaggi? Partiamo dalla protagonista femminile: proprio come per la trama l´aggettivo che associo a Nica è piatta. L´autrice vuole presentarcela come la ragazzina traumatizzata, gentile e delicata ma finisce solo per dare vita a un personaggio amorfo e spento. Rigel, il protagonista maschile, è insopportabile. Vorrebbe essere un bad boy dal fascino magnetico, ma alla fine non è altro che un bulletto aggressivo e irrispettoso che tutti, ragazze incluse, sembrano adorare senza alcun motivo. Lui e Nica non hanno chimica e la loro relazione non solo è tossica ma risulta, nel suo sviluppo, anche piuttosto banale. I personaggi secondari invece hanno la profondità caratteriale di una sagoma di cartone, quando non sono delle semplici comparse messe lì solo per far risaltare Rigel e far vedere quanto tenga a Nica (vero Lionel? vero Will?)
La scrittura? In generale un misto tra un bacio Perugina e un biscottino della fortuna cinese immersi in un muro di parole che a volte mi è risultato indigesto. Ma questo non è solo colpa di Erin Doom, che al di là dello stile esageratamente poetico (che a me, personalmente, non piace se non in rari casi) non scrive poi nemmeno così male,quanto della sua editor. Il 50% di questo romanzo avrebbe potuto essere tagliato, tanto é inutile per la narrazione. Capisco che le fan di Wattpad vogliano trovare in libreria la storia che hanno adorato online nella sua interezza, ma al Il fabbricante di lacrime un editing estensivo e il taglio di tutte le parti superflue avrebbero solo giovato.
Dunque la mia valutazione è di una stellina e mezza. Dal 2014 ho letto tantissimi casi letterari: alcuni mi sono piaciuti molto, altri li ho trovati discutibili, ma nessuno mi ha lasciato così perplessa quanto Il fabbricante di lacrime, al punto che ancora oggi, terminata finalmente una lettura che sembrava non finire mai, continuo a chiedere quale allucinazione collettiva abbia portato seicentomila lettori ad acquistare una copia di questo romanzo.
Ps: ovviamente la recensione si riferisce a un´opera di narrativa e a dei personaggi fittizi. Non ho niente contro Erin Doom, che, anzi, ho incontrato al RARE di Firenze nel 2023, e mi è sembrata una ragazza alla mano e disponibile con i lettori.
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