venerdì 19 febbraio 2021

Recensione: Il bambino di polvere - Patrick K. Dewdney

Benvenuta prima delusione letteraria del 2021! Sapevo che questo momento sarebbe giunto ma non me lo sarei aspettato da questo romanzo, tra l'altro edito Oscar Vault, da cui invece mi aspettavo qualcosa in più. Ma si sa: a volte va così. L'opinione contenuta in questa recensione è puramente personale: se lo avete letto ditemi cosa ne pensate nei commenti. 

TITOLO: Il bambino di polvere 
AUTORE: Patrick K. Dewdney 
COLLANA: Oscar Vault  
PREZZO (CARTACEO): 22,00€
PREZZO (EBOOK): 10,99€
TRAMA: Syffo, Merlo, Cardù E Brindilla, quattro piccoli orfani, crescono nel podere della vedova Tarron, lungo le rive del Brune. Il loro mondo è "un'entità caotica da domare giorno per giorno", l'unica cosa su cui possono contare è una ciotola di minestra di rape la sera. Monelli selvaggi, costretti a lottare e a ingegnarsi in mille modi per sopravvivere, a modo loro sono felici. Fino a un soleggiato giorno d'estate dell'anno 621, quando a Corna-Brune giunge la notizia della morte del re Bai Solistero, primo e ultimo sovrano del Regno-Unificato. Ai quattro ragazzini sembra un evento lontano, che non potrà influire sulle loro vite. Ma anche loro si rendono presto conto che l'atmosfera in città si è fatta più cupa e violenta. È in questo clima che Syffo, sorpreso a rubare una frittella, per salvarsi si trova costretto a lavorare per il temutissimo Hesse, prima-lama dell'Alto-Brune. Sarà di volta in volta servitore, spia, apprendista chirurgo, conoscerà il carcere, la fuga, il tradimento. Accusato ingiustamente di stregoneria e di omicidio, non avrà che una scelta: abbracciare la dura vita del guerriero.


La prima delusione letteraria del 2021? Sicuramente Il bambino di polvere di Patrick K. Dewdney.
Si trattava di una novità per la casa editrice Oscar Vault: abituata a pubblicare libri di autori inglesi o americani, già ampiamente conosciuti nella community letteraria, mi ha lasciato di stucco quando ha annunciato la pubblicazione di questo tomo di settecento pagine, primo volume di una a me sconosciuta serie fantasy francese. 
Considerato che di fantasy francesi conoscevo solo la serie dell'Attraversaspecchi di Christelle Dabos, che, nonostante un finale pessimo, mi aveva conquistata con i suoi primi tre volumi, ho voluto dare una possibilità al Bambino di Polvere, con la volontà di "ampliare i miei orizzonti letterari".
Non è stata una grande idea. 
Fin dalle prime pagine Il bambino di polvere mi è sembrato un fantasy old style, fin troppo old style. Non scherzo, era dalle prime serie fantasy di Licia Troisi che non vedevo iniziare un libro con estratti da documenti fittizi inseriti solo per compensare un world-building troppo complesso da spiegare per l'autore. 
Ma scivoliamo oltre, dopotutto i romanzi di Licia Troisi nella loro semplicità mi sono sempre piaciuti moltissimo. Quella semplicità che invece non ho ritrovato tra le pagine del Bambino di polvere.
La mancanza di semplicità non è un difetto, anzi, le storie complesse, se ben gestite, sono le migliori da leggere. Tuttavia Il bambino di polvere non è, a mio avviso, gestito bene. 
La storia viene raccontata in prima persona dal protagonista, Syffo, ormai anziano che ripensa al suo passato: in questo primo volume, infatti, vengono presentati la sua infanzia, spesa in compagnia di altri orfani suoi amici e la giovinezza, che porterà a intraprendere una vita completamente diversa da quella che si era immaginato. Il problema è che, fin dal primo capitolo, ho trovato il protagonista, e tutti i suoi amici, insopportabili: non so se fosse lo stile imposto dal narratore, a tratti pretenzioso, o le scelte dell'autore di rallentare il loro sviluppo all'inverosimile, o semplicemente il fatto che non trovassi niente che portasse a tifare per qualcuno né la storia, né per i buoni, né per i cattivi. È tutto troppo confuso, e non confuso come in Game of Thrones del tipo "i buoni sono cattivi e i cattivi sono buoni", piuttosto una confusione del tipo "non so bene quale impronta voglio dare ai personaggi".
Tra l'altro non ha aiutato nemmeno la scelta dei nomi effettuata dall'autore: non riuscivo a ricordarmi il nome di nessuno, nemmeno dei luoghi, segno che anche il world-building non si è rivelato incisivo. 
Come se non bastassero i personaggi dalla caratterizzazione di cartone, devo dire che anche la scrittura non mi è piaciuta.
In quattro parole: il libro è noioso. Non noioso un capitolo, non noiosa una parte: tutto il libro è noioso. Forse la parte finale si salva leggermente, ma non è stata sufficiente a salvare una lettura troppo lunga e, soprattutto, troppo piatta. La scrittura di Dewdney vuole avere quel tocco di solennità che finisce solo per renderla pretenziosa e pesante: l'ho trovata poco scorrevole e ha contribuito a rendermi ancora più antipatico il protagonista.
Inoltre, come se non bastasse la pesantezza dello stile, anche la trama non può essere certo definita scorrevole: l'autore ha infatti deciso di dividere la storia in sette volumi, e questo, che è il tomo numero uno, conta settecento pagine, non tutte necessarie ai fini della narrazione.
Un buon editor, infatti, avrebbe sfoltito almeno duecento pagine del romanzo e la storia, ci scommetto, ne avrebbe guadagnato in scorrevolezza e chiarezza.
Dunque, mi dispiace, ma la mia valutazione è di due stelline. Non avevo chissà quali aspettative nei confronti del Bambino di polvere, ma sono rimasta piuttosto delusa: considerata la fatica che ho fatto nel proseguire la lettura, e il fatto che la serie dovrebbe contare sette volumi, non credo proprio che andrò avanti con la saga. 

2 commenti:

  1. oddio che peccato!
    A me incuriosisce, ma devo dire che al momento ho letto solo recensioni negative :\

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    1. Boh. Sinceramente ti direi di provare altro ma, adesso non ricordo se lo hanno fatto, se hai preso l'ebook al reclutamento recensori leggi le prime pagine e vedi se ti può piacere. A me non è piaciuto per niente

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