martedì 31 marzo 2020

Blogtour: Le parole lo sanno - Marco Franzoso. Recensione

Buongiorno. Se avete letto il post di domenica sapete che questo è uno dei pochi blogtour che abbiamo deciso di confermare: il libro, infatti, è uscito poco prima dell'emergenza e, pertanto, è già disponibile (o almeno lo era l'ultima volta che ho controllato su Ibs).
Se nei post precedenti avete letto gli approfondimenti scritti dalle mie colleghe blogger e dall'autore, in questo caso potete leggere la mia opinione personale sul libro, con tanto di commento spoiler finale (tranquilli: è separato dalla recensione e non c'è pericolo di leggerlo per sbaglio!).  



TITOLO: Le parole lo sanno
AUTORE: Marco Franzoso
COLLANA: Libri Mondadori
PREZZO (CARTACEO): 18,00€
PREZZO (EBOOK): 9,99€ 
TRAMA: Alberto scopre di avere un male incurabile: invece di condividere l'inquietudine con chi lo circonda si procura un bastone e degli occhiali da cieco e si rifugia in un luogo già remoto, al riparo anche da se stesso. Entra in un parco, si siede su una panchina. Qui trova, forse per la prima volta, lo stupore di essere vivo. Accanto a lui si siede una giovane donna, Flavia. Si parlano. Flavia si racconta e si confessa. Ha un bambino, e un marito ossessivamente geloso. Nasce qualcosa di semplice, inatteso, che sembra parlare con la voce profonda del destino. L'intesa, il desiderio di ritrovarsi, l'attrazione: l'amore insomma, che nessuno dei due cercava e che li sorprende senza difese. Alberto è sempre più coinvolto in quelle confessioni di violenza subita e, non avendo nulla da perdere, entra nella vita di Flavia come la provvidenza. Tuttavia se il suo drastico intervento abbia liberato o condannato all'infelicità la donna che ama non è dato sapere. Perché Flavia, com'è arrivata, un giorno come un altro scompare per sempre. Ad Alberto non resta che scrivere: affidare a un diario il racconto di ciò che è accaduto, ormai sicuro che "le parole sanno sempre dove andare" e che quindi, in un modo a lui ancora sconosciuto, prima o poi arriveranno a Flavia. È questo il destino delle parole e il destino di ogni racconto che dicono l'amore, liberi entrambi dalla vuota comunicazione a tutti i costi che è dei tempi nostri. Siamo di fronte a una storia dentro una storia, dentro un'altra storia ancora, in un meccanismo concentrico e tecnicamente perfetto. Una dichiarazione d'amore per la letteratura, perché scrivere - e leggere - realizzano il passaggio del testimone più universale e intimo. D'altra parte, si sa, chi legge ama.


Se mi fossi limitata alle prime pagine, avrei giudicato male Le parole lo sanno di Marco Franzoso: avrei creduto che si trattasse di uno di quei libri scritti solo per fare sfoggio di una scrittura falsamente emozionante, ricchi di citazioni da condividere sui social ma poveri di contenuti.
Invece mi sbagliavo: Le parole lo sanno è il racconto di una storia d'amore molto meno fisica rispetto a quelle raccontate nei romanzi rosa, ma non per questo meno intensa e vissuta.
Le prime pagine, quelle che ho criticato nel paragrafo precedente, non sono altro che una semplice introduzione per la storia vera e propria: in un parco milanese, in un giorno qualsiasi, un uomo trova un diario lasciato su una panchina da un cieco.
Il cieco, che in realtà cieco non è, si chiama Alberto, e quel diario è la sua storia: spinto dalla curiosità l'uomo del parco lo legge e si immerge nelle parole intense che descrivono un amore forse insolito, ma che ha segnato in maniera indelebile gli ultimi mesi di Alberto, malato terminale che ha perso tutte le sue sue certezze.



Sono rimasta sorpresa da come la storia tra i due protagonisti, che nasce in maniera assolutamente casuale, da una conversazione come tante altre un giorno nel parco, sia riuscita a conquistarmi: in una vicenda come quella di Alberto e Flavia ogni minimo contatto assume un significato fondamentale e la mancanza di scene di passione non si traduce in una mancanza di amore.
Alberto è un uomo profondo per cui la malattia è un modo per recuperare una sensibilità che ha sempre avuto ma è che è rimasta in secondo piano rispetto al lavoro e alla vita quotidiana, Flavia è invece una giovane neomamma alle prese non solo con i cambiamenti dovuti alla nascita del figlio Patrick, ma anche con un compagno geloso e violento.
L'autore, infatti, sfrutta la vicenda di Alberto e Flavia per parlare non solo di malattia, ma anche di molestie sulle donne, e lo fa mantenendo sempre quell'aura di delicatezza che pervade l'intero romanzo. Proprio riguardo questo punto c'è però un aspetto, legato al finale del libro, che non mi ha convinto: purtroppo essendo legato alla conclusione, non posso fare spoiler, ma, al termine della recensione, vi lascio la mia opinione sul finale perché, effettivamente, ho qualcosa da dire che si lega anche ai temi della narrazione di cui vi ho parlato in precedenza.
In ogni caso la mia valutazione è comunque alta, di tre stelline e mezzo. Le parole lo sanno è una storia intensa e ben scritta, con sviluppi difficilmente prevedibili e un finale d'effetto. Forse preferisco storie leggermente più lunghe, ma non posso dire che, nonostante le mie osservazioni spoiler che potete leggere qui sotto, alla fine mi sento di consigliare questa lettura.

PARTE SPOILER 

Sinceramente la parte che meno mi è piaciuta riguarda proprio il finale: capisco l'intenzione dell'autore di lasciare tutto in sospeso e di non far capire se Elia fosse davvero un violento, o Flavia fosse davvero depressa, però, da un certo punto di vista, l'ho vissuto come un piccolo tradimento. Il racconto di Flavia mi ha colpito, così come il tema della violenza e della molestia sulle donne, sempre tragicamente attuale che pervade dalle parole della donna ed è sempre in grado di sconvolgermi.
Però non mi è piaciuto il fatto che alla fine, tutta la vicenda potrebbe essere stata il frutto di una malattia mentale di Flavia e che la svolta finale assuma un senso totalmente negativo con, in pratica, l'omicidio di un innocente.
Dal mio punto di vista avrei voluto che l'autore scegliesse il tema (violenza sulle donne/depressione post partum e malattie mentali) e lo portasse avanti fino in fondo senza scegliere una conclusione così ambigua, ma questa è solo la mia opinione e non pregiudica la qualità del romanzo.

3 commenti:

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