venerdì 13 febbraio 2015

Not dead

Effettivamente, I’m not dead.
Ma è un mese che non posto più niente, manco la lista della spesa, e mi scuso. Non dirò cavolate: per due settimane il blog è stato l’ultimo dei miei pensieri. Ebbene sì: ho attraversato anch’io una lieve crisi esistenziale, che mi ha allontanato dalla lettura, dalla scrittura e dunque dal blog: per questonon ho pubblicato niente in questi ultimi giorni.
Mi sento tuttavia in dovere di approfondire:
-          La vacanza in Thailandia mi ha lasciato un mare di bei ricordi… e di recensioni arretrate in eredità. Devo ancora smaltirle tutte… e devo addirittura segnare le letture su Goodreads. Questi non sono gli unici problemi che prendersi tre settimane di vacanza dall’altra parte del mondo portano…

Tempietto Thailandese: ditemi non sembra finto?

-         Il grande problema: la sessione invernale di esami. Il primo round (alias secondo appello, perché il primo l’ho completamente perso) si è rivelato un disastro: ore e ore sui libri per una Caporetto completa. Allora ho cominciato a stare male, di brutto. Mi continuavo a chiedere se avevo intrapreso la strada giusta, se avevo sbagliato tutto, se l’incapace ero io… in pratica crisi completa. E ovviamente leggere e recensire cose che fossero al di fuori della matematica e della fisica era fuori discussione.
-          Le cose si stanno fortunatamente un po’ sistemando. Un esame è slittato definitivamente a quest’estate (ahimè) ma ne ho passati altri tre e ho rimasto l’ultimo la prossima settimana (in cui spero di mettercela tutta): terminato questo periodo mi ributterò a pesce sulla lettura.
-          Nonostante ciò ho diverse vecchie recensioni già scritte. Purtroppo quando ho iniziato a “rivedere la luce”… mi sono beccata la classica influenza con febbre, tosse e raffreddori vari… che mi ha bloccato a letto per un po’!
Altre foto Thailandesi per spezzare la semi-tragicità del post! 

Ora spero che questo periodo decisamente sfigato volga al termine… e ricomincerò con le recensioni!
Ci si vede!

Ps: grazie ai nuovi lettori che si sono uniti al blog nonostante la mia inattività. Vi giuro, non pensavo di essere ancora letta! 

giovedì 1 gennaio 2015

Buon 2015!

Buon anno a tutti! Cosa avete fatto ieri? Festa fino a tarda notte? Spero vi siate divertiti. Io ho fatto festa a bordo piscina ma più che Capodanno sembrava ferragosto....
In ogni caso:

BUONI PROPOSITI PER IL 2015 RIGUARDANTI IL BLOG: 
1) REGOLARITÀ: aumentarla o mantenerla, rimarrà sempre IL buon proposito, valido per ogni anno e in ogni contesto, sia scuola che blog.
2) RUBRICHE: vorrei aumentare le recensioni del giro del mondo, mostrarvi i miei acquisti, parlare più spesso delle cover cambiate e delle mie letture settimanali... in altre parole vorrei rimanere costante con le mie rubriche... e perché no, introdurne di nuove. 
3) GRUPPI DI LETTURA: vorrei non solo continuare a parteciparvi, ma proporre anch'io qualcosa. Anzi, ho già una splendida idea in mente (evviva la modestia!) ma per metterla in pratica devo aspettare febbraio, ovvero la fine degli esami.
4) PARTECIPAZIONE: quando sono impegnata tendo a trascurare il mio e gli altri blog. Soprattutto quelli degli altri. Mi spiace tanto e cercherò, per quanto è nelle mie possibilità, di lasciarvi un commento o una traccia del mio passaggio un po' più spesso! 
5) GIVEAWAYS: se ne riparlerà durante il 2015. E non dico altro...
6) COLLABORAZIONI: mi piacerebbe iniziare qualche collaborazione: magari non subito con le case editrici (mi sento ancora troppo piccina per loro) ma piuttosto con altri blog. Diciamo che mi sento un po' sola soletta... 
7) SOCIAL: ho già un profilo Facebook da Blogger (Silbi Grace) ma vorrei aprire una pagina anche per il blog in cui magari attirare l'attenzione sul mio angolino e condividere ciò che pubblico. 

E voi? Quali sono i vostri propositi per il 2015? 

giovedì 25 dicembre 2014

Buon Natale + spiegazioni

Buon Natale!
È il primo Natale del blog e io sono sparita da giorni... infatti sono scappata! Non dal blog, certo che no, ma diciamo dal freddo Natale italiano per rifugiarmi al caldo, dall'altra parte del mondo, in Thailandia. 
Ci resterò fino a gennaio perciò qui non vedrete molti post. Mi duole ammetterlo, avrei dovuto prepararli, avevo il materiale... ma non il tempo! 
Per questo non mi vedete molto presente: non riesco a postare, causa mancanza computer, e nemmeno a commentare, causa connessione non delle miglioro. 
In pratica, un disastro. 
Ma non vi preoccupate: da gennaio si torna alla normalità. 
Nel frattempo, vi auguro un buon Natale... spero che troviate tanti libri sotto l'albero (così potrete farmi invidia, perché i miei amici e parenti evitano accuratamente di regalarmeli).
Un bacio,
Silbi Grace 

martedì 16 dicembre 2014

Cover Change #4: Slammed

Buongiorno! Oggi è una giornata nebbiosa: mi mette una tristezza solo a pensarci! Per fortuna ho qui pronto un bel post, che spero vi piaccia!
Altro "episodio" della rubrica che tratta degli odiati (anche se non sempre tutti i mali vengono per nuocere) cambi di copertina in corso di serie.
Questa volta... andiamo Oltreoceano!


Ebbene sì, i cover change non avvengono solo in Italia.Questa volta inoltre coinvolgono una delle mie autrici preferite, la mitica Colleen Hoover (la mia ammirazione è nata da poco, perciò sul blog è presente una sola recensione dei suoi romanzi, ma in realtà ne ho letti già tre/quattro e sto recuperando gli altri).
Avete letto Tutto ciò che sappiamo dell'Amore?

Cover italiana

Nonostante in Italia la serie sia un po'... bloccata (non si sa infatti quando e se usciranno il secondo e il terso romanzo) negli Stati Uniti ha riscosso un discreto successo e ne sono stati pubblicati tre volumi. Queste sono le copertine dei primi due, molto classiche, molto poetiche, accumunate dal font usato per il titolo (molto raffinato a mio parere). Ma...


Tadadadann! Per l'uscita del terzo volume sono cambiate anche le copertine! Secondo me le nuove cover risultano molto più in stile new adult e anche più... banali in un certo senso, anche se la combinazione di colori usata e gli effetti luminosi applicati non mi dispiacciono.


In realtà continuo a preferire le prime due, che secondo me, avendo letto anche il primo della serie, rispecchiano in maniera maggiore lo spirito della storia. Voi invece quale preferite? 

sabato 13 dicembre 2014

Recensione: Tutto ciò che sappiamo dell'amore - Colleen Hoover

Scusate! No, non mi hanno rapita gli alieni, ma tra la scuola e i preparativi per Natale... aiuto!  Spero di poter essere più presente questa settimana e intanto vi lascio la prima recensione della Hoover. Preparatevi: ne arriveranno altre! 

TUTTO CIÒ CHE SAPPIAMO DELL'AMORE - COLLEEN HOOVER

TITOLO: Tutto ciò che sappiamo dell’amore 
AUTORE: Colleen Hoover
COLLANA:  Rizzoli Narrativa
PREZZO (RILEGATO): 16,00€
PREZZO (EBOOK): 4,99€
TRAMA: Lake arriva in Michigan dopo la morte del padre, rassegnata ad affrontare un nuovo, faticoso inizio. La risalita appare all'improvviso dolce grazie a Will, il vicino di casa, a sua volta costretto dalla vita a crescere in fretta. L'intesa è immediata, ma il primo giorno nella nuova scuola Lake scopre che il loro è un amore impossibile: Will è uno dei suoi professori - giovanissimo, ma dall'altra parte della barricata. Altrettanto impossibile allontanarsi, dimenticarsi, rinunciare: e così Lake e Will si parlano attraverso la poesia, anzi, le poesie, in pubblico ma in segreto, servendosi di uno slam - una gara di versi - per dirsi tutto ciò che devono e vogliono dirsi. Alla fine è qualcosa di molto semplice, di essenziale: tutto ciò che sappiamo dell'amore è che l'amore è tutto, come ha scritto Emily Dickinson a nome di tutti noi.

Avevo iniziato Tutto ciò che sappiamo dell'amore più di un anno fa. Era il luglio 2013 e dovevo partire per un corso pre-universitario. Me lo ero portato dietro nel tablet e avevo iniziato a leggerlo la sera, arrivando al capitolo tre. Poi quella sorta di vacanza aveva preso una piega piacevole: ero fuori tutte le sere e il povero romanzo rimaneva lì, interrotto. Mi ero completamente dimenticata di lui finché, qualche giorno fa, aggiungendo alla lista dei buoni propositi "recuperare tutti i romanzi di Colleen Hoover" l'ho ripreso in mano, recuperandolo da capo. E questa volta, l'ho finito!
Ovviamente non è stata una faticaccia. Anzi, chiedermi perché l'abbia lasciato in sospeso per così tanto tempo è una domanda più che lecita, perché è stata una lettura che mi ha preso molto, tanto che l'ho conclusa in pochi giorni e muoio dalla voglia, prima o poi (probabilmente molto poi che prima) di leggerlo in lingua per vedere come suonano le poesie. Sì, perché la cosa che rende particolare questo libro è la presenza di poesie, strettamente legate alla storia, che donano quel qualcosa in più. Non a caso il titolo originale del romanzo è slammed, che si riferisce a competizioni poetiche che giocano un ruolo di primo piano nella vicenda.
Riassumendo, in breve, Layken, la protagonista, in seguito alla morte del padre, si trasferisce in Michigan con la madre e il fratellino e qui incontra il bellissimo, stupendo (e chi più ne ha più ne metta) vicino di casa, Will. I due iniziano a frequentarsi ma ben presto devono fare i conti con la realtà: Will è il professore di Lake.
Ora, all'inizio ci sono rimasta di sasso perché Will ha solo ventuno anni, e in Italia la cosa sarebbe praticamente impossibile: invece in America può accadere sul serio (e mi è stato anche confermato da un'americana che conosco!)
Sorvolato questo piccolo intoppo iniziale, che aveva un attimo minato, dal mio punto di vista, la credibilità della storia, (volevo leggere un romanzo young adults, non un paranormal!) mi sono concentrata più sui personaggi e sulla narrazione.
Will e Lake, infatti, sono perfetti insieme e morivo dalla voglia di gridarglielo attraverso le pagine, ogni qual volta si presentava un ostacolo che metteva in pericolo la loro relazione. Lake è una ragazza molto normale, e per questo devo dire che mi è piaciuta molto come personaggio: non è mai stata né troppo forte, né troppo spaurita, di fronte alle situazioni difficili che ha dovuto affrontare ha alternato momenti di coraggio ad altri di debolezza e forse è anche per questo che mi è risultato facile entrare in empatia con lei.
Will è invece un ragazzo molto dolce e responsabile, la persona più lontana dallo stereotipo di bad boy che si possa immaginare; eppure, nemmeno lui è perfetto: proprio per colpa della sua professione, e del forte senso della responsabilità che prova dei confronti del fratellino più piccolo, riesce lo stesso a ferire la povera Lake, provocandomi una certa stizza, tanto che, mentre leggevo, mi sentivo totalmente coinvolta nella storia,
Infatti, durante la lettura, ho provato molte emozioni differenti: gioia, quando le cose andavano bene, tristezza, rabbia... Lo stile della Hoover risulta dunque molto coinvolgente, e per questo sono riuscita ad apprezzare in maniera completa il romanzo.
Al di là dei protagonisti, sono ben sviluppati anche i personaggi secondari, come Eddie, che, al di là del nome, mi è sembrata una ragazza molto particolare, oltre che un'ottima amica per Lake, Gavin, il suo ragazzo e Julia, la madre della protagonista che,  se all'inizio mi pareva poco più di una sagoma, più andavo avanti con la lettura, più mi colpiva con la sua forza e i suoi consigli. 
Ma il tocco in più che rende Tutto ciò che sappiamo dell'amore un romanzo che vale la pena di leggere è la poesia. Poesia come il corso tenuto da Will a scuola e poesia come le competizioni di slam, che diventano delle vere svolte nella storia. Certo, se non si sopporta la poesia forse è meglio non iniziare nemmeno il libro, ma credo che la presenza dei componimenti dia quel tocco in più alla narrazione, arricchendola e rendendola più emozionante.
Per questo la mia valutazione complessiva è di quattro stelline e mezzo: non è forse la perfezione piena ma è un romanzo che mi è piaciuto veramente.

Ps: mi ha colpito anche la scelta di iniziare ogni capitolo con una citazione degli Avett Brothers, gruppo preferito dei protagonisti e anche dell'autrice, nonostante... non siano molto il mio genere!

venerdì 5 dicembre 2014

The Great Book Tag #7: Pizza Time Tag

Adoro questo tag. Confesso, non sono stata a vedere se esisteva già sul web: ero in astinenza da pizza e mi sono messa a creare questo tag (che molto probabilmente, anche se diverso esiste). Ora che vedo il post fatto, tra l'acquolina in bocca a cui è difficile resistere, sento già che è il mio preferito di sempre! Spero piaccia anche a voi! 



PIZZA TIME TAG

Schiacciatina
Un libro semplice... anche troppo!

Garden di Emma Romero. Sarebbe potuto essere un gran bel distopico... se solo fosse stato più curato e approfondito! Invece ha un che di approssimato che mi ha dato abbastanza fastidio!


Margherita
Un libro da leggere assolutamente almeno una volta nella vita.

Credo che Le Cronache di Narnia di C.S. Lewis siano un bel libro da leggere almeno una volta della vita: si può essere o meno d'accordo col pensiero dell'autore ma è indiscutibile che siano ormai diventate un classico della letteratura non solo fantasy.



Marinara
Un libro che non si è rivelato essere ciò che pensavi

Direi Chi è Mara Dyer, di Michelle Hodkin, letto poco prima di aprire il blog (per questo non trovate la recensione). Mi aspettavo molta più ansia e tensione, che in effetti nella trama principale c'era anche, ma le tattiche di rimorchio di Noah mi hanno solo annoiata e, secondo me, le scene alla scuola hanno finito per annacquare una storia che poteva essere carica di tensione. 


Capricciosa
Un libro che ti ha dato qualche problema.

Cito Per dieci minuti di Chiara Gamberale: un centinaio di pagine che si è dimostrato molto più pesante, causa un'eccessiva ripetitività, di libro grandi tre o quattro volte lui. Insomma: una vera delusione.


Montanara
Un libro che può essere definito completo.

Il Trono di spade di George R.R. Martin ha un po' di tutto: romanzo storico, di formazione, fantasy, tragedia, e anche (soprattutto quando è in scena Tyrion Lannister) anche un po' di commedia. Inoltre mi ricorda molto l'epica medioevale (solo senza ottave) e mi è piaciuto moltissimo (anche) per questo.


Pizza alla nutella
Un libro che trasuda dolcezza!


Voto Tutto ciò che sappiamo dell'amore di Colleen Hoover e che qualcuno si azzardi a dire che Will e Lake non sono dolci! (No, non è una minaccia!) 

martedì 2 dicembre 2014

Shopping Maniac! #1

Buongiorno! Stavo pensando a quali nuovi post da realizzare e ho pensato: ma non vi ho mai mostrato le nuove entrate della mia libreria! (in effetti può suonare banale, ma trovo divertente dare una sbirciatina nelle librerie altrui!). Quindi siccome non ho voglia di fare fisica ehm... ho voglia di scrivere nuovi post vi farò vedere i miei nuovi bambini cioè arrivi.

Banner in Progress

In italiano: 
La mia ultima volta alla Feltrinelli. Avevo i buoni di Groupon da spendere e mi sono portata avanti con la saga di Percy Jackson (mancano solo gli ultimi due della prima pentalogia). Poi ho visto Teardrop e ho pensato: un librone così a quel prezzo... MIO! Credevo che lo avessero ristampato in edizione tascabile e invece...


In inglese:
Mi sono fatta furba! Dovendo ordinare due libri dell'università (e l'ho fatto in due ordini diversi) ne ho approfittato per raggiungere la soglia delle spese di spedizione aggiungendo qualche bel romanzo in lingua (stavo ordinando da IBS, che ha le spese gratuite a partire da 25 euro).
Quindi sono arrivati Maybe Someday della Hoover (che ho in lettura ma che per colpa di impegni sto impiegando un'eternità a finire) e Fangirl della Rowell, che aspetta diligentemente sullo scaffale il suo turno.

In ebook:
Sto avendo problemi con il Kindle, che si rifiuta di accendersi. Tuttavia sono riuscita ad ottenere lo stesso l'ebook di Albion di Bianca Marconero, gratis in promozione (mi sento di aver fatto un affare!) Spero che "Kindolino mio" (lo chiamo così) resusciti presto per leggerlo! (anche perché ci stavo leggendo sopra Segreto di Alessia Esse, non per dire!)

E voi? Quali sono state le vostre nuove entrate? 

giovedì 27 novembre 2014

Recensione: Raven Boys - Maggie Stiefvater

Buongiorno! Ecco una recensione che avrei dovuto pubblicare già qualche giorno fa. Scusate il troppo breve cappello iniziale ma oggi è una giornata frenetica: guide, università,  palestra... in tutto devo prendere 6 autobus! Non ho un minuto libero... anzi ce l'ho e lo uso per farvi leggere questo! 

TITOLO: Raven Boys
AUTORE: Maggie Stiefvater
COLLANA:  Rizzoli
PREZZO (RILEGATO): 16,00€
PREZZO (EBOOK): 5,90€
TRAMA: È la vigilia di San Marco, la notte in cui le anime dei futuri morti si mostrano alle veggenti di Henrietta, Virginia. Blue, nata e cresciuta in una famiglia di sensitive, vede per la prima volta uno spirito e capisce che la profezia sta per compiersi: è lui il ragazzo di cui s'innamorerà e che è destinata a uccidere. Il suo nome è Gansey ed è uno dei ricchi studenti della Aglionby, prestigiosa scuola privata di Henrietta i cui studenti sono conosciuti come Raven Boys, i Ragazzi Corvo, per via dello stemma della scuola, e noti per essere portatori di guai. Blue si è sempre tenuta alla larga da loro, ma quando Gansey si presenta alla sua porta in cerca di aiuto, pur riconoscendolo come il ragazzo del destino non può voltargli le spalle. Insieme ad alcuni compagni, Gansey è da molto tempo sulle tracce della salma di Glendower, mitico re gallese il cui corpo è stato trafugato oltreoceano secoli prima e sepolto lungo la "linea di prateria" che attraversa Henrietta. La missione di Gansey non riguarda solo un'antica leggenda, ma è misteriosamente legata alla sua stessa vita. Blue decide di aiutare Gansey nella sua ricerca, lasciandosi coinvolgere in un'avventura che la porterà molto più lontano del previsto.


Con Raven Boys di Maggie Stiefvater ho avuto un rapporto abbastanza conflittuale. La recensioni, sempre positive, lette avevano creato in me delle aspettative veramente alte, ma, in seguito alla lettura dei primi capitoli, era come se avessi ricevuto una doccia fredda.
Non riuscivo ad interpretare le sensazioni che il libro suscitava in me. Spiegandomi meglio: ogni volta che leggo un romanzo, sono in grado di capire se questo mi sta piacendo o meno,se lo stile dell'autore è pesante o coinvolgente e così via. In questo caso, questo processo, che per me è stato sempre automatico, non è risultato naturale.
Per lo meno, non fino a metà romanzo, quando la situazione ha iniziato a prendere una piega decisa. 
Raven Boys è un romanzo decisamente particolare: non mi viene in mente aggettivo più adatto per descriverlo. La protagonista è una ragazza, Blue Sargent, cresciuta nella misteriosa cittadina di Henrietta, Virginia, in una famiglia tutta al femminile di veggenti, dotate quasi di veri poteri soprannaturali. Blue, che non condivide le doti della sua strana famiglia, è tuttavia parte integrale di questo mondo che farebbe invidia a qualsiasi programma televisivo sull'occulto. Alla ragazza è sempre stato predetto che ucciderà il suo amore con un bacio, ed è per questo che si è sempre tenuta a distanza dai ragazzi, in particolare da quelli che frequentano l'Agliomby, un'accademia prestigiosa situata in città...
In realtà la trama è molto complessa, e originale, di così, ma è inutile stare a raccontarla, anche perché la recensione si allungherebbe in maniera eccessiva e, soprattutto, diventerebbe un noioso riassunto.
Una cosa che mi è piaciuta molto del romanzo è stata l'atmosfera. È impossibile da descrivere se non si è letto almeno un capitolo di Raven Boys, ma il giusto equilibrio tra descrizioni, personaggi e trama ha reso il libro speciale: non è semplice apprezzarlo dalla prima pagina, per molti lettori è stato così, per me no, ma sono sicura che, se gli viene dato il giusto tempo, il romanzo saprà prendervi.
I personaggi sono ben descritti e dotati tutti di un certo spessore: non sono affatto perfetti, anzi ognuno è dotato dei propri pregi, quelli che lo fanno amare al lettore, e dei propri difetti, che, sebbene in certi casi rendano momentaneamente insopportabili, contribuiscono a rendere i protagonisti ancora più reali.
Personalmente ho la mia adorazione per Gansey, che, sebbene abbia cominciato a piacermi fin dalla prima pagina, mi ha conquistato definitivamente verso il finale del romanzo.
Anche Roran, Adam e Noah, gli altri Ragazzi Corvo hanno molto da dire, con i loro punti forti e le loro contraddizioni. Su Blue devo ancora decidermi: generalmente mi piace, ha un carattere ben delineato e l'apprezzo, ma in certi casi faccio davvero fatica a capire le sue scelte.
Lo stile dell'autrice mi ha convinto. Della Stiefvater avevo letto solo Shiver anni fa, nel periodo del boom del paranormal romance e avevo interrotto la serie non perché effettivamente non mi fosse piaciuta, ma perché mi ero stufata di leggere sempre di vampiri o, come in quel caso, di lupi mannari. Ebbene, il suo modo di scrivere mi piace: lo trovo molto "artistico", soprattutto nelle descrizioni, ed è stato semplice, almeno per me, vedere i luoghi e le scene del romanzo con grande chiarezza (ed è una bella sensazione durante la lettura). Inoltre, la storia non scende mai nel banale (o, ler lo meno, nel banale noioso) e, in certi passaggi del romanzo, si riesce ad avvertire la tensione, lo stupore, e tutto ciò che provano i protagonisti nei punti chiave della vicenda: questo è evidente soprattutto nella seconda metà del romanzo, e ha contribuito a conquistarmi definitivamente. Per di più i colpi di scena non mancano, anticipati spesso da indizi difficili da cogliere, e stupiscono il lettore, lasciandolo senza parole. 
La noia durante l'ora di geometria e algebra...
Mai leggere Raven Boys all'università...
)si, quella nel disegno sarebbe Blue!)


In conclusione Raven Boys è un bel romanzo. L'inizio tuttavia può risultare un po' lento e non è scontato appassionarsi subito alla vicenda, che può apparire in principio un po' complicata. Per questo la mia valutazione è di quattro stelline con un bel più, il potenziale c'è e i volumi in cui sviluppare la vicenda, anche. Raven Boys infatti e il primo volume di una quadrilogia di cui il secondo è stato appena pubblicato in Italia e il terzo in America. Che dite, vale la pena di leggerli? Secondo me, si. 



lunedì 24 novembre 2014

Il Giro del Mondo in 80 libri #5: Rwanda

Buongiorno! Oggi grande gioia: ho un'ora di pausa in più all'università. Come passarla se non pubblicando un bel post sul blog? 


Ritorna dopo un'eternità la rubrica che ci porta in giro per il mondo, e lo fa questa volta con il Rwanda, stato dell'Africa centrale (quindi non proprio il paese più scontato). Inoltre si tratta anche della prima recensione di un libro letto in lingua (e tra l'altro, introvabile in italiano) e troverete anche le mie osservazioni al riguardo. 


TITOLO: Gorillas in the mist
AUTORE: Dian Fossey
COLLANA:  Mariner Books
PREZZO (CARTACEO): 9,94€
PREZZO (EBOOK): /
TRAMA (tradotta da me): Lottatrice…Santa…Pioniera…Naturalista? Per tredici anni Dian Fossey ha vissuto e lavorato con Zio Bert, Flossie, Beethoven; Pansy e Digit nelle remote foreste delle montagne vulcaniche Virunga in Africa. In questo tempo ha stabilito una relazione senza precedenti con questi animali “amichevoli e dignitosi”, ora una specie in via di estinzione.
Nel 1985, dopo anni di difesa dei gorilla dalle brutali uccisioni ad opera dei bracconieri, Dian Fossey è stata lei stessa uccisa, probabilmente dagli stessi bracconieri. Questo magnifico e tragico risultato del suo lavoro con gli animali è una storia di avventura, successo umano e notevole resistenza. 


Quando ho iniziato il Blogger Love Project mi sono data degli obiettivi da rispettare. Quello a cui tenevo di più? Leggere in lingua. Non che non avessi mai letto in inglese prima, al contrario, ma erano state quasi tutte letture abbastanza faticose e non portate avanti con costanza. Così avevo intenzione di cambiare: vedendo recensioni di molti libri non tradotti avevo voglia di iniziarli e per di più, a gennaio avrò anche il test di idoneità di inglese B1 (niente di che in realtà, ma era proprio il modo di unire due piccioni con una fava). Casualmente avevo trovato al mercatino dell'usato un libro in lingua in buono stato, Gorillas in the Mist di Dian Fossey. Il parere di mia madre è stato "prendilo, ne hanno fatto un bel film!". Mi sono fidata di lei ma quello che pensavo essere un libro di avventura... beh, non lo era poi così tanto!
Infatti Gorillas in the Mist è un romanzo a metà tra autobiografia e ricerca scientifica, simile, per intenderci, al documentario che apre ogni puntata di Super Quark. L'autrice, la studiosa Dian Fossey, racconta in prima persona la sua esperienza di ricerca sui gorilla di montagna, una specie a serio rischio di estinzione (non ne rimangono che poche centinaia di esemplari), nel campo base del Parc des Volcans a Virunga, in Rwanda. La narrazione della vita nel campo è alternata con lunghi paragrafi prettamente scientifici, in cui viene descritto molto accuratamente l'ambiente e gli animali con cui i gorilla di montagna interagiscono. Forse in italiano quelle parti complesse avrebbero potuto essere più interessanti, ma in inglese sono risultate piuttosto difficili da digerire: l'uso, in particolare, di termini un po' più tecnici mi ha reso abbastanza complicata la comprensione. Al contrario le parti dedicate ai gorilla erano molto belle e affascinanti. È incredibile leggere di come il comportamento di questi primati in certi casi assomigli tanto a quello degli umani, ed è impossibile non emozionarsi di fronte alla nascita di un piccolo di gorilla, e non indignarsi di fronte alle numerose vittime dei bracconieri, spesso liberi di scorrazzare liberamente per il parco. Inoltre l'edizione che ho io (fortunatamente trovata all'usato) è corredata delle foto in bianco e nero scattate ai gorilla dalla stessa Fossey, oltre che della mappa del parco e degli alberi genealogici delle famiglie, o meglio gruppi (così vengono chiamati dall'autrice) di gorilla (e troverete questi ultimi particolarmente utili: troverete un labirinto di nomi e parentele talmente intricato da fare invidia al Trono di Spade di Martin!). Non è difficile affezionarsi a ciascuno degli animali di cui Dian Fossey parla: ciascuno infatti ha una propria personalità, molto simile a quella umana, difatti alla fine del romanzo ho sviluppato un certo interesse nei confronti di questa specie, di cui non ero a conoscenza. L'ambientazione è vivida e realistica e sembra di essere immersi nella foresta africana: una delle scene che ho preferito infatti è il volo dell'autrice sopra il parco di Virunga, dipinto attraverso le parole della Fossey quasi si trattasse di un quadro impressionista.


In conclusione la lettura è consigliata, ma se non siete pratici con l'inglese consiglio vivamente l'edizione italiana. Infatti non solo la lingua usata è complicata, ma i capitoli tendono anche ad essere molto lunghi e, se siete come me che preferite interrompere la lettura sempre alla fine di un capitolo e di un paragrafo potreste trovare faticoso arrivare ad un punto in cui smettere la lettura. Tuttavia Gorillas in the Mist è un romanzo molto interessante, soprattutto per chi è appassionato di scienze e natura, ed è a questi lettori in particolare che mi sento di consigliarlo. In generale gli darei tra le 3 e mezzo e le 4 stelline, ma la valutazione può cambiare anche in base agli interessi del singolo lettore (è chiaro che se non ve ne può importare di meno di queste cose non è la lettura adatta a voi!)


venerdì 21 novembre 2014

Recensione: Hidden. La prigioniera - Sophie Jordan

Buongiorno! Oggi è una giornata a dir poco polare: alla fermata dell'autobus mi stavo trasformando in Olaf di Frozen (io sono una che il freddo non lo sopporta proprio). Oggi è tempo di recensioni: ho concluso finalmente la serie Firelight della Jordan letta quest'estate (la recensione stava marcendo sul tablet). È stata una serie veramente leggera: la valutazione è forse troppo alta: diciamo che mi sono evoluta da quando l'ho letto. Tuttavia avendo dato 4 stelle + nella recensione del primo della serie (la prima recensione del blog!!!) non potevo dargli meno: non sarebbe stato coerente.
E ora, buona lettura! 


TITOLO: Hidden. La prigioniera
AUTORE: Sophie Jordan
COLLANA: Piemme Freeway
PREZZO (RILEGATO): 16,50
PREZZO (EBOOK): 6,99

TRAMA: La lotta spietata fra draki e cacciatori non ha tregua e non risparmia nemmeno l'amore più appassionato. Jacinda e Will continuano a sfidare le leggi, incapaci di assoggettarsi alle regole che hanno protetto le loro famiglie. Amarsi li espone a pericoli mortali, perché i draki ucciderebbero un cacciatore senza esitare, se si rendesse necessario per proteggere il proprio clan, ma i cacciatori farebbero anche peggio: farebbero mercato con la pelle e il sangue dei draki, vendendoli agli enkros, saccheggiatori di esseri viventi, coloro che mandano i cacciatori a catturare quelli come Jacinda. La sorellina di Cassian è nelle loro mani. Quindi, per evitare che venga uccisa, o peggio, Jacinda si offre di penetrare nella fortezza degli enkros, considerata inespugnabile. Per liberarla, Jacinda riesce a convincere il principe dei draki a seguire lei e Will, pur sapendo che sottovalutare la gelosia fra i due potrebbe rivelarsi un clamoroso errore. Potrebbe essere la fine del loro sogno, oltre che l'inizio di una feroce, sanguinosa e definitiva resa dei conti.

Quando si termina una saga si provano (specialmente se la serie è piaciuta molto) sentimenti contrastanti. Da un lato la gioia di aver concluso una storia, di conoscere un finale desiderato da tempo, di aver finalmente svelato ogni mistero, ma dall'altro si sente la tristezza di aver terminato un viaggio insieme a personaggi che abbiamo lentamente imparato a conoscere, ad amare o ad odiare.
Dopo aver terminato Vanish ero pensierosa: la storia, come ho già detto nell'altra recensione, cominciava a perdere qualche colpo e, nonostante una seconda parte ben scritta, l'inizio non mi aveva particolarmente convinta, tra qualche cliché di troppo e una situazione statica. Ciononostante, dopo la metà la narrazione tornava a migliorare e il finale del secondo libro, che era abbastanza aperto, poteva essere un ottimo punto d'inizio per la conclusione della saga.
Sarà stato veramente così?
Sophie Jordan sfrutta la palla al balzo, e rimedia agli errori, se si possono definire tali, di Vanish. Da lettrice devo infatti ammettere che la prima metà di Hidden la prigioniera è letteralmente volata. Ho amato come lo stile dell'autrice rendesse avvincente la particolare situazione che apre il romanzo, tenendomi continuamente sulle spine e spingendomi a non interrompere a nessun costo la lettura.
Difatti, mentre Vanish, almeno per la prima metà, è stata una lettura abbastanza lenta,  senza troppi scossoni, quasi noiosa, Hidden è stato, al contrario, un libro molto veloce, che ho concluso tranquillamente in un pomeriggio.
Già dalle prime pagine la faccenda si fa interessante: il lettore, infatti, può finalmente conoscere qualcosa di più sugli enkros, gli "sfruttatori di draki", che fin dal primo libro incarnano gli incubi più oscuri della protagonista, Jacinda, e dell'intero clan. In realtà, le spiegazioni dell'autrice su questi individui sono piuttosto vaghe, e mi sarei aspettata qualcosa di più, come posso dire... soddisfacente? Tuttavia, questa piccola mancanza non pregiudica per niente la lettura (nonostante, personalmente, sopporti poco le cose lasciate in sospeso).
In più, ritroviamo tutti i protagonisti della saga, a partire dalla già citata Jacinda, che in questo libro non solo cerca di rimediare a una situazione complessa, ma è anche chiamata a una scelta: Will o Cassian (chissà perché, parlando in questo modo, mi sembra di parlare di Uomini e Donne). In realtà, nonostante la componente romantica svolga un ruolo di primo piano nella narrazione, e i dilemmi amorosi di Jacinda tornino a tormentare il lettore una scena sì e una no, Hidden è soprattutto un libro d'azione, in cui finalmente, la nostra eroina tira fuori gli artigli da draki (era ora!).
Inoltre sembra quasi che tutti i coprotagonisti, da Will a Cassian a Tamra che, per la prima volta, mi pare addirittura simpatica, si diano da fare per dare una degna conclusione alla saga. Per di più, allo storico gruppetto di protagonisti si aggiungono nuovi personaggi come l'amabile, a mio avviso, Deghan (che, quasi quasi, avrei preferito fosse entrato in scena prima) e la piccola ... Che permettono l'evoluzione della storia.
Verso il finale, infatti, la storia si tinge di giallo e i colpi di scena aumentano sempre più, fino ad arrivare, molto (forse anche troppo) velocemente alle battute finali. Lo ammetto: ero un po' triste che Hidden fosse terminato così in fretta, ma, presa com'ero dalla storia, non sono stata in grado, e non ho nemmeno voluto, rallentare il ritmo di lettura.
Un altro punto in favore per Hidden!
Tuttavia, questo volume conclusivo soffre un po' degli stessi problemi degli altri libri, che poi fanno parte della caratterizzazione dei personaggi (Jacinda è sempre un'eterna indecisa, Tamra non mi ha mai convinto troppo, eccetera...).
Ciononostante lo trovo sicuramente migliore del secondo, e forse addirittura un po' meglio del primo, in quanto più vivace e più ricco di colpi di scena, uno dei quali mi ha letteralmente lasciato a bocca aperta. Per questo Hidden si merita una valutazione di quattro stelline e mezzo: forse può apparire un po' più alta del dovuto, soprattutto rispetto ad altri romanzi ma è calibrata rispetto ai giudizi dati agli altri volumi della serie.
E con questo abbiamo terminato le recensioni della Firelight Series. Voi che ne pensate?