Buongiorno! Oggi grande gioia: ho un'ora di pausa in più all'università. Come passarla se non pubblicando un bel post sul blog?
Ritorna dopo un'eternità la rubrica che ci porta in giro per il mondo, e lo fa questa volta con il Rwanda, stato dell'Africa centrale (quindi non proprio il paese più scontato). Inoltre si tratta anche della prima recensione di un libro letto in lingua (e tra l'altro, introvabile in italiano) e troverete anche le mie osservazioni al riguardo.
TITOLO: Gorillas in the mist
AUTORE: Dian Fossey
PREZZO (CARTACEO):
9,94€
PREZZO
(EBOOK): /
TRAMA
(tradotta da me): Lottatrice…Santa…Pioniera…Naturalista? Per
tredici anni Dian Fossey ha vissuto e lavorato con Zio Bert, Flossie, Beethoven; Pansy e Digit nelle remote foreste delle montagne vulcaniche Virunga in Africa.
In questo tempo ha stabilito una relazione senza precedenti con questi animali “amichevoli
e dignitosi”, ora una specie in via di estinzione.
Nel 1985, dopo anni di difesa dei gorilla dalle brutali uccisioni
ad opera dei bracconieri, Dian Fossey è stata lei stessa uccisa, probabilmente
dagli stessi bracconieri. Questo magnifico e tragico risultato del suo lavoro
con gli animali è una storia di avventura, successo umano e notevole
resistenza.
Quando ho iniziato il Blogger
Love Project mi sono data degli obiettivi da rispettare. Quello a cui tenevo di
più? Leggere in lingua. Non che non avessi mai letto in inglese prima, al
contrario, ma erano state quasi tutte letture abbastanza faticose e non portate
avanti con costanza. Così avevo intenzione di cambiare: vedendo recensioni di
molti libri non tradotti avevo voglia di iniziarli e per di più, a gennaio avrò
anche il test di idoneità di inglese B1 (niente di che in realtà, ma era
proprio il modo di unire due piccioni con una fava). Casualmente avevo trovato
al mercatino dell'usato un libro in lingua in buono stato, Gorillas in the Mist
di Dian Fossey. Il parere di mia madre è stato "prendilo, ne hanno fatto
un bel film!". Mi sono fidata di lei ma quello che pensavo essere un libro
di avventura... beh, non lo era poi così tanto!
Infatti Gorillas in the Mist
è un romanzo a metà tra autobiografia e ricerca scientifica, simile, per
intenderci, al documentario che apre ogni puntata di Super Quark. L'autrice, la
studiosa Dian Fossey, racconta in prima persona la sua esperienza di ricerca
sui gorilla di montagna, una specie a serio rischio di estinzione (non ne
rimangono che poche centinaia di esemplari), nel campo base del Parc des
Volcans a Virunga, in Rwanda. La narrazione della vita nel campo è alternata
con lunghi paragrafi prettamente scientifici, in cui viene descritto molto
accuratamente l'ambiente e gli animali con cui i gorilla di montagna
interagiscono. Forse in italiano quelle parti complesse avrebbero potuto essere
più interessanti, ma in inglese sono risultate piuttosto difficili da digerire:
l'uso, in particolare, di termini un po' più tecnici mi ha reso abbastanza
complicata la comprensione. Al contrario le parti dedicate ai gorilla erano
molto belle e affascinanti. È incredibile leggere di come il comportamento di
questi primati in certi casi assomigli tanto a quello degli umani, ed è
impossibile non emozionarsi di fronte alla nascita di un piccolo di gorilla, e
non indignarsi di fronte alle numerose vittime dei bracconieri, spesso liberi
di scorrazzare liberamente per il parco. Inoltre l'edizione che ho io
(fortunatamente trovata all'usato) è corredata delle foto in bianco e nero
scattate ai gorilla dalla stessa Fossey, oltre che della mappa del parco e
degli alberi genealogici delle famiglie, o meglio gruppi (così vengono chiamati
dall'autrice) di gorilla (e troverete questi ultimi particolarmente utili:
troverete un labirinto di nomi e parentele talmente intricato da fare invidia al
Trono di Spade di Martin!). Non è difficile affezionarsi a ciascuno degli
animali di cui Dian Fossey parla: ciascuno infatti ha una propria personalità,
molto simile a quella umana, difatti alla fine del romanzo ho sviluppato un
certo interesse nei confronti di questa specie, di cui non ero a conoscenza. L'ambientazione
è vivida e realistica e sembra di essere immersi nella foresta africana: una
delle scene che ho preferito infatti è il volo dell'autrice sopra il parco di
Virunga, dipinto attraverso le parole della Fossey quasi si trattasse di un
quadro impressionista.
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