mercoledì 24 settembre 2014

The Great Book Tag #5: Back to School

Ciao lettori! Oggi torno a scuola, primo giorno di università! (In realtà avevo un esame prima, quindi ho iniziato oggi anziché lunedì). Che dire? Sono mezza terrorizzata e mezza eccitata... Ora sono in pausa, quindi vi lascio questo tag in tema,trovato sul blog di Ilenia, Libri di Cristallo, ma ideato dal sito The Booklover Nargles


REGOLE: Ci siamo. La Umbridge ha colpito ancora con uno dei suoi assurdi decreti didattici! Per evitare il sovraffollamento delle scuole di magia ha escogitato un nuovo sistema di iscrizione assolutamente casuale, in cui ogni studente dovrà basarsi sulle risposte di uno strano questionario per scoprire come e dove sarà nel nuovo anno scolastico. Infatti insieme alla solita lettera d'ammissione la Umbrige ha allegato queste istruzioni:
"DECRETO DIDATTICO #394: Lo studente dovrà scegliere cinque libri dalla sua libreria, quelli a lui più cari o con personaggi in età scolare. Scriverà i titoli su cinque biglietti diversi, che piegherà e riporrà in oggetto concavo, in modo da facilitare l'estrazione. Man mano, lo studente dovrà aprire ad una pagina casuale il libro estratto, dopodiché eseguire la rispettiva richiesta del questionario, in modo da compilarlo tutto. Ogni libro deve essere estratto due volte, per un totale di 10 estrazioni totali, pari alle domande del questionario. Queste ultime saranno usate per creare la scheda dello studente e reindirizzarlo nella scuola a lui adatta, come stabilito nel Decreto Ministeriale No.234 approvato il 26/08/2014 dal corrente Ministro della Magia"

LIBRI SCELTI:
-Il Trono di Spade – George R.R. Martin
-La Corona di Mezzanotte – Sarah J. Maas
-Eragon – Christopher Paolini
-Shadowhunters. Città di Vetro – Cassandra Clare
-Hunger Games – Suzanne Collins

COMPAGNO/A DI DORMITORIO: Il primo nome che leggerai.
[Libro estratto: Hunger Games]
Cinna! Beh, uno studente giusto un po’ ripetente, ma per lo meno andrò vestita a scuola in maniera favolosa! (Lo voglio anch’io il vestito di Katniss… me lo farai, vero Cinna?)



COMPAGNO/A DI BANCO: La prima persona a far qualcosa nella pagina.
[Libro estratto: la Corona di Mezzanotte]
Celaena, che bello! Spero che non mi uccida se non le passo il compito (e sarebbe capacissima di farlo), ma per il resto è una compagna decisamente interessante!



IL FAN CLUB DEL: E' ora dell'attività extracurricolare. Cerca nella pagina qualcosa su cui fondare il fan club!
[Libro estratto: Trono di Spade]
Meta-lupi fan club! Sono aperte le iscrizioni!




ZAINO DEL PRIMO GIORNO: Cosa porterai con te il primo giorno? Cita il primo oggetto nella
pagina.
[Libro estratto: Eragon]
Una spada. Beh, con Celaena come compagna di banco può fare sempre comodo. E soprattutto per difendersi dai prof odiosi!



INSEGNANTE PREFERITO: Il primo nome che leggerai.
[Libro estratto: Corona di Mezzanotte]
Chaol!!! Siii!!! Anche se lo immagino come prof di ginnastica, e io ho sempre odiato la materia, ma… si può sempre cambiare idea, no?



COLORE DELLA DIVISA: Cerca nella pagina il colore che diventerà predominante nell'uniforme.
[Libro estratto: Eragon]
Il blu mi piace, lo ammetto. E’ uno dei miei colori preferiti!



ANIMALE DOMESTICO: Il primo animale che incontri nella pagina.
[Libro estratto: Città di Vetro]
Un cavallo. Scelta bizzarra, ma volete mettere l’utilità come mezzo di trasporto!



IL/LA PRIMO/A DELLA CLASSE: Il primo nome della pagina.
[Libro estratto: Città di Vetro]
Sebastian. Mi spaventa. Sebastian secchione è un abbinamento che farebbe paura a chiunque!


IL PRESIDE: Sperando che non sia la Umbridge, il primo nome della pagina.
[Libro estratto: Trono di Spade]
Tyrion Lannister. Ok, bazzicherò molto spesso in presidenza. Averlo come preside sarà uno spasso!



L'ARMADIETTO: La Umbridge vuole incasinarti con un malefico piano. Cosa sostiene di aver trovato nel tuo armadietto?
[Libro estratto: Hunger Games]
Un sasso. Un pericolosissimo, terribile sasso. Cosa ci troverà di tanto compromettente, non lo so.



Ps: l'immagine di Sebastian fa parte dei tarocchi di Cassandra Jean. L'immagine di Chaol e Celaena è una fan art trovata su Google Immagini

Voi l'avete fatta? Lasciatemi pure il link, che passo volentieri!

sabato 20 settembre 2014

Recensione: Prodigy - Marie Lu

Buongiorno lettori! Quella di oggi è una recensione che mi sta particolarmente a cuore. E' stata la migliore lettura dell'estate 2014. Ho amato fino all'ultima pagina questo libro, e ho paura di quando Champion arriverà in Italia (e ho ancora più paura del se arriverà in Italia) perché questo romanzo è praticamente perfetto. 

TITOLO: Prodigy
AUTORE: Marie Lu
COLLANA: Piemme Freeway
PREZZO (RILEGATO): 16,50
PREZZO (EBOOK): 6,99
TRAMA:  "Le preoccupazioni di Day sulla mia incolumità adesso sono calzanti. Il piano sembra buono, ma qualcosa potrebbe sempre andare storto. E se invece di condurmi dall'Elector, del quale dovrei conquistarmi la fiducia prima di ucciderlo, mi sparassero nell'istante in cui mi trovano? Oppure potrebbero legarmi a testa in giù in una stanza per gli interrogatori e picchiarmi fino a farmi perdere i sensi. L'ho visto succedere un milione di volte. Potrei essere morta prima della fine della giornata, molto prima che l'Elector venga a sapere del mio ritrovamento. Ci sono un sacco di cose che potrebbero andare storte.
Per questo devo concentrarmi, ripeto a me stessa. E se guardo Day negli occhi non ci riesco."
Niente è quello che appare e la violenza regna sovrana: che senso ha credere ancora nell'amore?
June e Day arrivano a Vegas dopo essere miracolosamente sfuggiti all'ingiustizia della Repubblica quando l'inconcepibile accade: l'Elector Primo muore e il figlio Ander prende il suo posto. Mentre la Repubblica sprofonda nel caos, i due giovani ribelli si uniscono ai Patrioti nel disperato tentativo di salvare il fratello di Day, Eden. E i Patrioti accettano, ma a una condizione: June e Day dovranno prima uccidere il nuovo Elector. Peccato che Ander non abbia niente a che vedere con il suo crudele genitore.

Questo libro è un prodigio.
Va bene, forse sto esagerando, ma nulla toglie che Prodigy sia un libro veramente bello, un sequel degno, anzi superiore, del primo della serie, Legend, già ottimo inizio di una delle migliori serie distopiche young adults.
Sì, praticamente sto adorando questa serie dalla prima all'ultima riga (e sono già in crisi di astinenza da June, Day &co)
Comunque, stop ai deliri. Torniamo al libro.
Prodigy inizia dalla fine di Legend, nel mezzo del disordine generale seguito agli eventi che avevano concluso il primo libro. Ritroviamo entrambi i protagonisti,  Day e June, e la narrazione a punti di vista alternati, che tanto avevo apprezzato in Legend. Devo ammettere che questa scelta narrativa continua ancora a giovare alla serie: vivere gli eventi dagli occhi di vista di entrambi i protagonisti non solo, secondo me, aiuta il lettore a comprendere ed apprezzare i personaggi, ma gli consente di meglio immedesimarsi nella storia.
E poi continuo ad adorare June... credo sia il mio personale "Oscar per la migliore protagonista femminile di un dispotico" (se mai decidessero di assegnare questo tipo di premi). Almeno non desidero uscire dalla sua testa un capitolo si e l'altro anche, come è invece capitato con altre ragazze protagoniste dello stesso genere! Invece ho amato alla follia il punto di vista di June, forse anche perché bilanciato da quello di Day.
Anche lui infatti è un ottimo personaggio, a mio avviso, ben caratterizzato, con un background credibile nel contesto della serie, e che, tra l'altro, sa anche ammettere le proprie debolezze (e questo è un bene!)
In questo libro affronta un percorso di crescita: già alla fine di Legend da criminale era diventato qualcosa di più, un simbolo, un'icona, e ora viene costretto a scegliere da che parte schierarsi (e, fidatevi, non è affatto una scelta ovvia...)
Ritroviamo anche gli altri personaggi già conosciuti, come Kaede, che in questo libro ho addirittura preferito rispetto al primo, Tess, che dimostra quello che credo tutti avevamo pensato in Legend (e diventa, man mano che il romanzo va avanti, sempre più insopportabile)  e (il mio amato) Anden, il quale da semplice comparsa diventa un personaggio di tutto spessore, e del quale vengono approfonditi molti aspetti, riguardo la storia personale e la psicologia.
Inoltre Marie Lu rimedia a quello che mi era sembrato il difetto più grave del primo libro: la mancanza di informazioni riguardo allo stato e, più in generale, il mondo distopico in cui so svolge la storia.
In Prodigy finalmente ne sappiamo di più: sulla Repubblica, sulle Colonie, sul mondo in generale. Visitiamo nuove città, nuovi territori, scopriamo qualcosa di più anche sul morbo che ha colpito Eden.
Ovviamente non si tratta di notizie prevedibili... In particolare alcune informazioni risultano completamente inaspettate: Prodigy è, infatti, un libro ricchissimo di colpi di scena. È quasi impossibile contare i numerosi rovesciamenti di situazione: ad un certo punto risulta quasi impossibile distinguere i buoni dai cattivi, il giusto dal sbagliato, e veniamo letteralmente inghiottiti dalla confusione che regna nella testa dei protagonisti. 
In particolare un evento molto importante è destinato a cambiare le carte in tavola, sconvolgendo entrambi i protagonisti.
Prodigy risulta una lettura avvincente, a tratti inaspettata e ricca di azione. È facile divorarlo in un pomeriggio, trascinati dalle parti più veloci e dalle numerose sorprese.
Le cinque stelle sono meritate, sperando che la serie riesca a confermarle anche nel finale.
Da un lato vorrei avere Champion (in italiano) qui, subito, dall'altro ho quasi timore di leggere la conclusione di questa splendida serie (e ho paura che non mi piaccia. Capita quando mi affeziono troppo al secondo volume di una serie...)
Tuttavia so per certo che, prima o poi, lo leggerò.

L'avete letto anche voi? Ditemi cosa ne pensate...
Silbi

martedì 16 settembre 2014

The Great Book Tag #4: 10 questions about summer

Buongiorno a tutti!L'estate è ufficialmente finita (se mai si può dire cominciata) ma manca ancora qualche giorno prima che inizi l'università (adrenalina a mille). E' dunque il momento di un recap generale. Ringrazio tantissimo Valy che mi ha nominata e do il via a questa bellissima tag.


Miglior romanzo letto nell'estate 2014: tra i pochi cinque stelle pieni letti quest'estate la menzione di merito va a Prodigy di Marie Lu: un prodigio di romanzo, dal titolo, ai personaggi, al finale. Da leggere e rileggere.

Peggior romanzo letto nell'estate 2014: L'estate dei segreti perduti di E. lockhart. Recensioni positive dovunque e il genere a me più congeniale: mai delusione fu tanto scottasse. Volevo che la protagonista smettesse per una volta di raccontare la sua vicenda il prima possibile, tanto non riuscivo più a sopportarla.

Un bel romanzo letto a giugno: ho letto Firelight della Jordan, iniziato subito dopo la maturità (quindi ancora a giugno). Che dire? Mi ha aiutato il non avere aspettative, perché si è rivelata una lettura piacevole e divertente.


Un bel romanzo letto a luglio: luglio ha segnato la mia scoperta, decisamente in ritardo, degli Shadowhunters. Ho letto Città di Ossa e Città di Cenere (e anche Città di Vetro) e li ho  immensamente amati tutti e tre.

Un bel romanzo letto a agosto: Il Richiamo del Cuculo è stato una piacevole sorpresa: un giallo che mi accompagnato per le calde(?) giornate d'agosto.

Un romanzo letto e/o terminato sotto l'ombrellone: Come inciampare nel principe azzurro di Anna Premoli, iniziato e concluso sotto l'ombrellone (ma io abito vicino al mare, quandi molte mie letture sono passate dall'ombrellone).


Un romanzo che fa parte di una saga o di una serie: ho inziato con calma Percy Jackson, riservandomi il resto della serie ai periodi più difficili in cui difficilmente si ha voglia di affrontare mattoni e letture complesse.

Un romanzo classico: direi Sulla Libertà di John Stuart Mill, filosofo positivista, una delle mie letture pro-università.

Un "colpo di fulmine" estivo: un romanzo scoperto quest'estate: Muses di Francesco Falconi, inizio della duologia (si dirà così?) omonima. Dopo un inizio non troppo convincente mi ha sorpresa e conquistata, e mi sono già procurata il seguito.

Una lettura "leggera": Tutta Colpa di New York di Cassandra Rocca dove leggero non è sinonimo di stupido o noioso, al contrario! 

Ne approfitto per nominare:
-Eliza di Me & Pru

sabato 13 settembre 2014

Recensione: Per una volta nella vita - Rainbow Rowell

Buongiorno lettori! Spero vada tutto bene! Sono tornata ieri da un test di tre giorni a Pisa. Non ho mai scritto tanto in tutta la mia vita... Tre temi: uno di italiano, uno di storia e uno di filosofia! Non sono andati così male... aspetterò i risultati! (Sapendo che comunque sono entrata a maggio anche in un'altra università).
Ora, vi lascio con la recensione di questo libro adorabile, con una delle mie coppie preferite (sapete quando non riuscite a pensare a due personaggi l'uno senza l'altro? Beh in questo caso è così). Ecco a voi Per una volta nella vita di Rainbow Rowell.

TITOLO: Per una volta nella vita
AUTORE: Rainbow Rowell
COLLANA: Edizioni Piemme
PREZZO (RILEGATO): 15,50 
TRAMA: La loro storia inizia così, una mattina, sul bus che li porta a scuola. Park è immerso nella lettura dei suoi fumetti e perso tra le note degli Smiths, quando Eleanor si siede accanto a lui. Nessun altro le ha fatto posto, perché lei è nuova e parecchio strana, con quel cespuglio di capelli rossi e quell'abbigliamento improbabile. Il loro amore nasce dai silenzi, dagli sguardi lanciati appena l'altro è distratto. E li coglie alla sprovvista, perché nessuno dei due è abituato a essere il centro della vita di qualcuno. Tra insicurezze e paure, Eleanor e Park si scambiano il regalo più grande: amare quello che l'altro odia di sé, perché è esattamente ciò che lo rende speciale. Sarà la loro forza, perché, anche se Eleanor non sopporta quegli sfigati di Romeo e Giulietta, anche il suo legame deve fare i conti con un bel po' di ostacoli, primo fra tutti la famiglia di lei, dove il patrigno tiranneggia incontrastato. Riusciranno i due ragazzi, per una volta nella vita, ad avere ciò che desiderano?

Esistono romanzi che sanno toccarti il cuore. Può essere un'affermazione banale, ma di solito, i romanzi che definiamo in questo modo sono tutt'altro che banali. E "tutt'altro che banale" è esattamente la frase con cui descrivere Per una volta nella vita, lo splendido romanzo di Rainbow Rowell, conosciuto anche con il titolo originale Eleanor and Park (che io preferisco).
In realtà visto dall'esterno questo romanzo non sembra poi così speciale...
Il titolo italiano non comunica molto, anzi, sembra quasi riferirsi a una storia d'amore qualsiasi; quello inglese almeno mette l'accento sui due protagonisti, senza tuttavia svelare molto.
La copertina italiana (mi spiace dirlo ma secondo me è così) risulta piuttosto anonima, quella originale è molto carina, ma non un capolavoro.
Persino la trama può essere anche riassunta in maniera banale (nonché eccessivamente semplice): ragazzo outsider incontra ragazza outsider, si conoscono e si innamorano.
Ma in realtà questo romanzo è molto molto di più: Park non è un semplice ragazzo particolare, così come Eleanor non è una ragazza solamente difficile ma speciale, così come il loro amore non è solo il primo amore ma un Amore.
I protagonisti in particolare sono speciali: grazie a loro il romanzo si anima, prende vita.
La storia è ambientata negli anni 80, in una cittadina americana.
Una mattina Park lascia sedere in autobus accanto a sé la nuova arrivata in città, Eleanor. Lo fa a malincuore, e anzi, addirittura la insulta, perché Eleanor e Park sono quanto di più lontano ci si possa aspettare dagli stereotipi della letteratura rosa young adults. Park è mezzo americano e mezzo coreano, vive in una famiglia normale e ha una grande passione per la musica. Non è il ragazzo più bello o più popolare della scuola,  ma neanche il più escluso: i bulli della scuola, per lo meno lo lasciano stare.
Anche Eleanor si distingue parecchio da quello che ormai è la norma in questo genere: non è bellissima (ma nemmeno bella) in modo convenzionale, al contrario sembra non badare minimamente al suo look (comici i tentativi della mamma di Park di sistemarla un pochino) ma, nonostante ciò, finisce lo stesso per attirare l'attenzione. Eleanor ha i capelli rossi, rossissimi, ricci e ingarbugliati ed è robusta. Le compagne di scuola, a parte poche eccezioni, la evitano o la prendono in giro, la gente sembra quasi temerla, in quanto diversa, lei, con la sua vita incasinatissima, una famiglia troppo numerosa, un padre praticamente inesistente e un patrigno orribile, che vi verrà da strozzare già a pagina 2.
Tutti escludono Eleanor... tranne Park.
La storia è narrata in terza persona, con l'alternarsi continuo dei punti di vista, che ci mostrano la situazione direttamente attraverso gli occhi dei protagonisti. Riusciamo così a vivere le situazioni, a sentirle sulla nostra pelle ed è proprio questo coinvolgimento, che ci fa sentire parte della storia, uno dei punti forti del libro.
Anche lo stile di Rainbow Rowell è uno dei pregi del romanzo. L'uso della terza persona è un tocco insolito in un genere in cui prevale la narrazione in prima persona, tuttavia questa scelta non pregiudica in nessun modo il coinvolgimento del lettore nella vicenda. Inoltre la Rowell è un'ottima narratrice, capace di mantenere sempre viva l'attenzione del lettore. 
L'unico punto debole che ho trovato, in realtà, è stato il finale, non perché non lo condividessi ma perché mi è sembrato quasi distante dalla storia che avevo letto fino a una pagina prima. E questo, devo ammetterlo, un po' mi è dispiaciuto... (Non dico altro per non rientrare in un argomento-spoiler)
In ogni caso Per una volta nella vita è un bel romanzo, un young adults diverso dal solito, ma non per questo meno romantico, riuscendo anche a non risultare sdolcinato (cosa non sempre facile in questo genere).

Insomma, lettura consigliata e quattro stelline più che meritate! (Sarebbero potute essere anche di più, ma quel finale...) 


mercoledì 10 settembre 2014

WWW Wednesday #3

Ciao a tutti! Come va? Io sono a Pisa per un test. Ho appena dato la prima prova ed è andata bene. Ora vi lascio con la rubrica classica del mercoledì,  WWW Wednesday...



1)Che cosa stai leggendo? (What are you currently reading?)

Allora, considerato che sono in partenza... praticamente, mi vergogno a dirlo, non sto leggendo nulla. Anche se, in realtà, parto con il kindle e questo significa che, se ho tempo, leggerò Il tuo meraviglioso silenzio di Katja Millay (e se non ce la faccio, sarà la prima lettura con cui riprenderò). 

2)Che cosa hai appena letto? (What did you recently finish reading?)



 Un mucchio di libri *sorride soddisfatta*. Ho letto il mio primo racconto di Sherlock Holmes, Uno Scandalo in Boemia, e beh... ha deluso un poco le mie aspettative, pazienza. Ho letto il primo della serie di Gregor della Collins, che nonostante sia un middle grade, mi è piaciuto molto, e poi ho terminato Tutta Colpa di New York di Cassandra Rocca, la sorpresa della settimana: una storia d'amore dolce e divertente! 

3)Cosa pensi leggerai prossimamente? (What do you think you’ll read next?)



Riprenderò la serie degli Shadowhunters: inizierò con le Origini: l'Angelo di Cassandra Clare, e poi proseguirò con Città degli Angeli Caduti. 

Quali sono state le letture della vostra settimana?
Silbi

lunedì 8 settembre 2014

Cover Change #2

Buongiorno! Come va? Domani sono in partenza per un test universitario (ma di questo ne parlo meglio domani). Agitata? Io? In realtà in una facoltà sono già entrata, questo è solo una cosa in più (e allora perché stanotte ho sognato di essere cacciata dal test?)
Vi lascio con la mia amata rubrica sulle cover

Non so voi ma amo avere i libri sullo scaffale nella stessa edizione, con lo stesso motivo sulla copertina. 
Certe volte questo non è possibile per colpa dei... cambi di copertina effettuati a metà serie. Certe volte sono una vera scocciatura, altre un miglioramento per la serie. Questa rubrica vi mostrerà diversi cambi tra le cover di serie conosciute (alcune in meglio, altre in peggio). 
Inauguriamo così una nuova rubrica, inventata da me, la Cover Change.

Mi sto affezionando al banner, anche se si nota ancora
a linea rossa di Word sotto la parola Change. 

Oggi procediamo con un doppio caso di cover change internazionale. Parliamo di Legacy di Cayla Kluver.


Si tratta di una trilogia fantasy romance pubblicata nel pieno del boom dei "baby scrittori" (l'autrice non aveva neanche 17 anni al tempo della pubblicazione). La prima edizione ha mantenuto la copertina originale praticamente in tutto il mondo, anche in Italia. E, devo ammetterlo: si tratta di uno dei libri più belli, dal punto di vista del design, della mia libreria. Non si tratta solo della copertina (qui non si nota, ma non è gialla ma dorata): le pagine hanno il bordo "anticato" e la prima lettera di ogni capitolo è decorata come una miniatura. 
Avrei voluto che mantenessero questa cura per tutta la trilogia e invece... c'è stato un doppio cover change, sia in America, che in Italia. 


Le nuove cover americane non sono brutte, anche se lasciano pensare a un romanzo storico, più che a un fantasy. Quella che preferisco è la seconda, con i due a cavallo, e mi piace anche il carattere utilizzato per i titoli. Invece quelle italiane...


Non sono pessime, anzi adoro la combinazione di colori (e la protagonista rispecchia la descrizione del libro, al contrario delle cover americane) ma chi ha letto i romanzi, come me, si starà chiedendo: cosa c'entra quell'ambientazione orientale? 
Tra l'altro questa saga non ha ancora visto in Italia la pubblicazione dell'ultimo volume (già uscito in America da almeno due anni). Sono cose che dispiacciano: non sarà la miglior saga del mondo, ma dopo due volumi pubblicati, l'ultimo si poteva anche far uscire...

Cosa ne pensate? Avete letto questa serie?
Quali cover preferite? 

venerdì 5 settembre 2014

Il giro del mondo in 80 libri #3: Giappone

Buongiorno! Sono riuscita a cambiare le stelline di valutazione: ora abbiamo i girasoli (in accordo con la grafica). Torniamo alla rubrica del Giro del Mondo, che è da un po' che non la facciamo. Che dite? Oggi il nostro viaggio ci porta in Giappone, con un romanzo molto particolare di Banana Yoshimoto. 


TITOLO: Delfini
AUTORE: Banana Yoshimoto
COLLANA: Canguri Feltrinelli
PREZZO (RILEGATO): 12,00
PREZZO (EBOOK): 4,99
TRAMA: Kimiko, giovane scrittrice di romanzi d'amore, esce con Goro. Una sera, dopo una visita all'acquario di Tokio per vedere i delfini, fanno l'amore, ma Kimiko capisce subito che la loro storia non ha futuro; Goro convive infatti con un'altra donna, più grande di lui e dalla quale non vuole separarsi. Kimiko decide allora di abbandonare Tokio per trovare rifugio in un tempio vicino al mare, dove conosce Mami, ragazza dalle doti soprannaturali. È da lei che viene a sapere di essere incinta. Le notti di Kimiko, i suoi sogni, si popolano di delfini, meravigliose creature che l'accompagnano, insieme ad Akane, la bambina che porta in grembo, verso un futuro che non si era immaginata. Un romanzo molto intimo, quasi privato, che apre una nuova area di esperienza emozionale del mondo di Banana Yoshimoto.

È difficile dare una recensione di questo libro, limitarsi al "mi è piaciuto" o "non mi è piaciuto" è assolutamente limitativo, anche perché non so esattamente se questo libro mi sia effettivamente piaciuto o non piaciuto. È difficile esprimere a parole cosa ho sentito durante la lettura di Delfini. Perché, può apparire strano, ma una catena di parole messe in un certo ordine una dopo l'altra, può comunicare qualcosa che va al di là del singolo significato delle parole che formano la catena, che poi sarebbe la frase, il periodo, la storia.
Delfini è un romanzo particolare, forse anche definibile strano. L'ho letto sentendo in bocca il sapore agrodolce della cucina orientale, evidenziato dai continui riferimenti al cibo. Alcune parti le ho lette velocemente, voltando con continuità le pagine, altre le ho affrontate più lentamente, gustandomi ogni paragrafo lentamente, con calma.
Già la copertina ha un qualcosa di poetico che attrae subito l'occhio. Lo sfondo così azzurro è molto bello, e le sagome, nient'altro che ombre, che si stagliano di fronte hanno un che di solenne e raffinato, e non fanno altro che esaltare il colore intenso della copertina (perfino la scelta delle meduse non mi pare così azzardata, nonostante non siano animali che piacciano molto e il romanzo, tra l'altro, si intitoli Delfini).
Delfini è un libro inusuale anche nella forma: non ha capitoli, solo 150 pagine circa di storia, divisa in periodi separati tra loro da spazi bianchi. Non ha un ritmo di lettura uniforme: alcune parti scorrono lente, placide, altre si divorano in un batter d'occhio.
Questa è una struttura che ben riflette l'ambientazione del romanzo, il Giappone più poetico, tra templi e scogliere che convivono con le grandi metropoli, come Tokyo, dove vive la protagonista Kimiko.
Anche Kimiko riflette le contraddizioni del romanzo: è un personaggio vivo, molto ben caratterizzato, che racconta in prima persona la sua vicenda, ordinaria e speciale al tempo stesso. Accanto a lei conosciamo molti altri personaggi: da Goro, il suo amante all'amico senza nome che le presta la casa al mare, alle ragazze del tempo, alla speciale Mami, a Yukiko. Sono personaggi talmente fini, delicati, che è quasi impossibili odiarli (sto parlando in particolare di Yukiko, che, per quanto non mi piacesse molto, non sono arrivata a quell'odio letterario che provo invece per molti altri personaggi).
Mi è piaciuta molto Mami, ragazza semplice dal passato difficile e dalle doti magiche. La sua spiegazione delle sue capacità di veggente mi ha lasciato quasi stupita, tuttavia mi è piaciuta molto nella sua verosimiglianza, nella ricerca di una qualche scientificità.
Adoro infatti quando l'elemento magico o paranormale si insinua in maniera delicata nella storia, quasi per paura di sconvolgerla troppo. In Delfini accade proprio questo: il paranormale, in questo caso o sogni e la capacità di vedere cose che gli altri non vedono, non è l'elemento principale del romanzo, ma è un qualcosa in più, che arricchisce non solo la descrizione dei personaggi, ma anche la dimensione spirituale della vicenda.
Difatti, una delle cose che mi sono piaciute di più di questo romanzo è l'atmosfera: è quasi impossibile descriverla, perché credo che il modo con cui percepiamo qualcosa sia assolutamente soggettivo. 
Nel mio caso ho percepito la tranquillità del tempio, contrapposta alla vita cittadina, e la maturazione interiore di Kimiko, uno straordinario percorso che viene portato a termine nelle ultime pagine del romanzo. Ed è proprio quel momento, raccontato in maniera delicatissima e poetica il giusto coronamento di una storia insolita e per certi versi non valutabile. 
Difatti, nonostante possa dare una valutazione indicativa di quattro stelline, non è un giudizio che descrive in maniera oggettiva Delfini. Alcune parti avrebbero meritato cinque stelline e qualcosa anche in più, tanto mi hanno coinvolto ed emozionato, altre invece non andrebbero al di là di tre stelline, e le avrei addirittura saltate a piè pari.
So solo, in fondo, che Delfini è una di quelle letture che, al di là della recensione, ti entrano dentro, e sono sicura che mi ricorderò di questo libro così particolare. 



mercoledì 3 settembre 2014

Recensione: Muses - Francesco Falconi

Buongiorno! Lo so che è mercoledì,  ma oggi niente rubrica Www Wednesday. Il motivo? Beh,  la rubrica questa settimana si potrebbe riassumere in:
-Cosa stai leggendo? I libri che la scorsa settimana avevo detto che avrei letto.
-Cosa hai finito di leggere? Quelli che stavo leggendo la scorsa settimana.
-Cosa leggerai in seguito? BOH.
Quindi preferisco lasciarvi con una recensione di un libro italiano che all'inizio non mi convinceva, ma alla fine ha saputo sorprendermi. Stiamo parlando di Muses di Francesco Falconi.


TITOLO: Muses
AUTORE: Francesco Falconi
COLLANA: Mondadori Chrysalide
PREZZO (RILEGATO): 17,00 €
PREZZO (EBOOK): 9,99€
TRAMA: Quando scappa da Roma diretta a Londra, coperta di tatuaggi e piercing, Alice sente che la sua vita potrebbe cambiare per sempre. Ha appena scoperto di essere stata adottata, ma per lei questa notizia è quasi un sollievo. Cresciuta con un padre violento e una madre incapace di esprimere il proprio affetto, ora Alice deve scoprire le sue radici e l'eredità che le ha lasciato la sua vera famiglia. Decisa, risoluta, ribelle, è una violinista esperta ed è dotata di una voce straordinaria. Ed è proprio questa voce a guidarla verso la verità: le antiche nove Muse, le dee ispiratrici degli esseri umani, non si sono mai estinte. Camminano ancora tra noi. I loro poteri si sono evoluti. E Alice è una di loro. La più potente. La più indifesa. La più desiderata da chi vorrebbe sfruttarne gli sconfinati poteri per guidare gli uomini, forzarli se necessario, fino alle conseguenze più estreme. Ma un dono così può scatenare l'inferno. E sta per accadere.


Secondo la mitologia greca le Nove Muse erano divinità figlie di Zeus e di Mnemosine, la Memoria, fortemente legate al culto di Apollo. Ognuna di esse proteggeva una specifica arte: la più famosa di loro, Calliope, era la musa della poesia epica, Urania dell'astronomia, Clio della storia, eccetera, eccetera...
Ma questa non è altro che leggenda.

Ho sempre avuto fin da piccola, una passione per la mitologia e apprezzo i romanzi che, partendo da essa, trovano il modo di adattare queste leggende a un contesto moderno ed attuale. Inoltre, era da tanto che volevo leggere qualcosa di Falconi (che mi ispirava tanto come autore e di cui, tra l'altro, avevo sentito parlare anche bene), così ho deciso di iniziare da Muses, libro che rielabora la figura delle Muse in maniera originale e moderna.

Eccole qui le nostre muse! 
Mi ha subito ispirato la copertina, non è un amore? La trovo molto raffinata e adoro la tonalità di azzurro usata, oltre che il modo con cui è stata rappresentata la ragazza (anche se, quanto meno all'inizio, non è molto somigliante alla protagonista).

Se proprio devo essere sincera, l'impatto iniziale con Muses non è stato dei migliori. La prima parte, ambientata a Roma, l'ho superata a fatica. Non perché fosse scritta male, o addirittura lenta, al contrario, però c'era qualcosa, tra me e il libro, che non andava. So che una recensione dovrebbe essere giusto un pelo più oggettiva, ma questa era una cosa importante da segnalare, perché ha condizionato il modo in cui ho iniziato a leggere: ero infatti diffidente e cauta, soprattutto nei confronto della protagonista, Alice. 

Tuttavia, dopo pochi capitolo, mentre avanzavo a rilento, l'azione si è spostata. Londra.
E con lo spostamento dell'azione svaniva ogni mio dubbio.
Tutto un altro libro.

Non potevo crederci. Ero passata da una storia che non mi convinceva pienamente a un libro avvincente che mi invitava a proseguire la lettura pagina dopo pagina. Magia della scrittura! Muses è stato come una di quelle opere d'arte astratta, o moderna, che al primo sguardo non convincono, ma, se gli dedichi un po' di tempo affascinano.

In sintesi, ho impiegato un'ora solo a leggere i primi capitoli e il resto del pomeriggio per finirlo. Non potevo staccarmi da Muses, manco se le pagine fossero incollate con l'attack!
Certo, questo non significa che Muses sia una lettura particolarmente facile o leggera, perché non lo è. È un Urban fantasy, ma anche un romanzo di formazione che descrive in maniera accurata la crescita interiore di Alice, da ragazza sbandata a Musa della Musica. Inoltre, non tutto è sempre stato rose e fiori, nemmeno nella parte di Londra che pure mi ha parecchio entusiasmata.

In particolare, con la protagonista ho avuto un rapporto conflittuale, ma questo è, secondo me, indice di quanto fosse ben delineata la sua personalità. Difatti, quando i protagonisti sono ben realizzati, mi pare quasi di percepirli come persone reali: a volte mi stanno molto simpatici, altre volte il contrario. Con Alice non è stato facile entrare in empatia (se mai c'è stata empatia tra noi) ma alla fine non ha quasi importato: la sua storia era talmente interessante che mi ha preso nonostante non entrassi completamente nella sua testa (devo ammettere che Falconi è stato un bravissimo narratore).

Anche gli altri personaggi erano veramente ben descritti, anche se i continui colpi di scena mi impedivano di catalogarli in maniera precisa, e quindi di decidere con chi schierarmi.
Ray, Dolores, Lourdes, Patricia, nomi che imparerete a conoscere ma che corrispondono a personaggi che non si rivelano mai completamente, anzi, sembrano nascondere qualcosa di importante. Non è facile decidere da che parte stare, perché fino alla fine, la vicenda riserva numerose sorprese, e l'essere "buoni" o "cattivi" non è mai una distinzione assoluta. 
Difatti Muses vi stupirà: è una lettura ricca di voltafaccia, di sorprese: sarà difficile riconoscere la verità (o almeno lo è stato per me).

Valutazione finale? È molto difficile dirlo. Non è semplice dare un giudizio per un libro che non è nemmeno semplice catalogare. Tuttavia, penso che quattro stelline, per ora, possano essere indicative. In fondo il mio giudizio oscilla tra un inizio poco convincente e un finale decisamente avvincente. Lascio a malincuore questa lettura, promettendomi di leggere presto il seguito.