Ciao a tutti. Oggi vi parlo del libro del mese di maggio contenuto nella bookish box Fairyloot Adult: si tratta di The Honey Witch di Sydney J. Shields, un debutto con qualche ingenuità ma che comunque ho trovato godibile
The Honey Witch è il debutto letterario della giovane autrice americana Sidney J. Shields, un cozy fantasy standalone f/f che ha avuto la fortuna di essere scelto come libro del mese di maggio dalla famosa bookish box britannica Fairyloot.
Non avevo aspettative altissime per questo romanzo, ma nonostante questo e, soprattutto, nonostante alcuni buchi di trama piuttosto evidenti, posso dire che alla fine The Honey Witch non mi è affatto dispiaciuto.
Procediamo con ordine.
Marigold Claude è una ragazza di buona famiglia che vive in una versione parallela dell'Inghilterra dell'Ottocento, in cui vi è molta più libertá rispetto alla realtà storica. Lasciata dal fidanzato, che si è appena dichiarato ad un'altra, vive una vita come molte altre fino a che non riceve la visita di sua nonna Anthea che, prossima alla morte, le confida di essere una Honey Witch, ovvero una strega buona che pratica la magia tramite la natura e, soprattutto, usando del miele. Inoltre, le rivela dell'esistenza di una maledizione che impedisce a tutte le primogenite femmine della famiglia di trovare il vero amore, e le fa una proposta: diventare la nuova strega del miele, e trasferirsi con lei nella remota isola di Innishire, oppure rinunciare alla magia e poter trovare così l'amore. Marigold, non soddisfatta della sua vita, sceglie la prima opzione e si trasferisce a Innishire, dove riabbraccia Augustus, suo amico di infanzia, che le presenta Lottie Burke, la sua migliore amica.
Lottie è sarcastica, burbera e soprattutto non crede alla magia, ma è anche bella, ironica e sinceramente affezionata ad Augustus. Per Marigold, convincere Lottie Burke dell'esistenza della magia è più di una semplice sfida, ma una necessità che le viene dal cuore.
The Honey Witch è un cozy fantasy: per buona parte del libro sono i dialoghi a farla da padrone, mentre solo nel finale assistiamo a qualche scena d'azione (di cui, se proprio devo dire la mia, se ne poteva fare anche a meno). Come anche per il più famoso Emily Wilde (che insieme a Legends & latte, che devo ancora leggere, è uno dei libri di questo genere più chiacchierati degli ultimi anni), alla fine non ho sofferto la lentezza tipica del cozy fantasy, anzi sono sempre più convinta che sia un genere piuttosto bistrattato e che non sia così noioso come lo dipingono le recensioni dei detrattori. È proprio grazie alla scrittura, non troppo complessa e mai troppo arzigogolata, cne mi sono immersa ancora di più nelle atmosfere magiche dell'ambientazione, che rappresentano uno dei punti forti del romanzo.
La trama mi è piaciuta: Marigold decide di seguire la nonna nel suo cottage in un'isola lontana dalle grandi città e diventare una strega buona, oper aiutare la comunità con l'uso della magia. Deve però proteggere la sua casa da Versa, strega della cenere, che pratica un tipo di magia opposto al suo, amica-nemica di nonna Anthea, nonché responsabile della maledizione che affligge le donne della sua famiglia. Certo, se si va ad analizzarla nel dettaglio, la trama presenta dei buchi in parte dovuti alle motivazioni dei personaggi che conducono a determinati eventi, e anche alle scelte dell'autrice per far andare la storia in una determinata direzione.
Anche per i personaggi ho questo duplice giudizio: da un lato né Marigold né Lottie mi sono dispiaciute come protagoniste, e ho subito tifato per la loro storia, nonostante un inizio burrascoso, eppure ho avuto l'impressione che l'autrice abbia dato loro una caratterizzazione piuttosto superficiale. Lo stesso vale per i personaggi secondari. Insomma... si poteva fare meglio? Direi di sì, ma è anche svero che si poteva fare molto peggio.
Inoltre ho apprezzato che, nonostante il libro sia destinato a un target adulto (almeno secondo la classificazione della Fairyloot che lo ha scelto per la box adult di maggio 2024) non vi siano scene spicy: è vero, il romance è presente, ma in questo caso non scende troppo nel dettaglio e, considerata la tipologia di storia, è assolutamente un bene. Non serve infatti scrivere scene erotiche per far affezionare il lettore alla relazione fra i protagonisti e, per The Honey Witch, è stato proprio così.
Il finale mi è piaciuto: è perfettamente conclusivo (cosa più unica che rara di questi tempi) e lascia il lettore soddisfatto.
Dunque la mia valutazione è di tre stelline e mezzo. Nonostante i buchi di trama, e gli aspetti potenzialmente migliorabili, The Honey Witch mi è piaciuto molto e mi ha fatto capire che forse avevo sbagliato a giudicare i cozy fantasy!
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