lunedì 4 dicembre 2023

Review Party: Omicidio in biblioteca - Sulari Gentil

Ciao a tutti. Dopo un weekend passato a -10 gradi e con 25 cm di neve (cosa eccezionale anche in Germania) sono tornata in azione con la recensione di un bel giallo che vi consiglio caldamente. Un ringraziamento a Maria Cristina di Chronicles of a bookaholic che ha organizzato il review party e alla casa editrice Piemme per la copia. 

TITOLO: Omicidio in biblioteca 
AUTORE: Sulari Gentill
COLLANA: Piemm 
PREZZO (CARTACEO): 18,90€
PREZZO (EBOOK): 9,90€
TRAMA: C'è una biblioteca stupenda, con un soffitto stupendo, che è la distrazione ideale per non farti scrivere il romanzo della tua vita. Eppure, un certo silenzio ti aiuta e così, con calma, ti concentri. Ti guardi intorno, ci sono alcune persone accanto a te. Sembrano interessanti. Potresti annotarti qualcosa su di loro, magari diventeranno dei person...
Un urlo agghiacciante. Qualcuno è stato ucciso.
Mentre Freddie, aspirante scrittrice, prende appunti per il suo libro e osserva i suoi vicini - Lettrice di Freud, Mento Volitivo e Uomo Irresistibile - non sa due cose. La prima è che quelle persone diventeranno presto anche suoi amici; la seconda è che l'assassino è seduto accanto a lei e si sta insinuando nel romanzo che sta scrivendo.
I quattro si improvvisano detective e ben presto ognuno inizia a sospettare degli altri. Strano, perché tutti hanno degli ottimi alibi. Eppure l'assassino si nasconde proprio tra le righe.
Del resto, le parole sono le armi più insidiose.



A volte le gemme migliori ti trovano mentre sei nel blocco del lettore. Erano infatti giorni che non leggevo (cosa strana per una lettrice vorace come me), e cosa ancora più grave mesi che non leggevo un giallo e Omicidio in biblioteca mi ha ricordato perché adoro le storie di questo genere.
Omicidio in biblioteca è un titolo alquanto banale per un romanzo che di banale ha poco o nulla.
La storia infatti si svolge su due binari paralleli. Da una parte Hannah Trigone, affermata scrittrice di gialli, che invia i capitoli in anteprima del suo nuovo romanzo a Leo, un esordiente che non riesce a pubblicare il suo libro. E poi c’è la storia ideata da Hannah in cui Winnie, aspirante scrittrice australiana in trasferta a Boston incontra tre sconosciuti in una biblioteca. Uno di loro poco dopo commetterà un delitto, ma capire chi non è facile. 
La vicenda è molto intrigante. Da un lato il caso di Winnie è il classico giallo psicologico: uno dei quattro protagonisti è l’assassino ma tutti all’apparenza sono brave persone, senza un movente e un alibi di ferro. D’altro canto la vicenda di Hannah è più insolita ma non certo meno accattivante: chi è realmente Leo, l’uomo con cui la famosa scrittrice intrattiene un rapporto epistolare senza averlo però mai incontrato di persona?
La trama mi ha catturata subito e più andava avanti più diventava imprevedibile. Solo il finale non mi ha soddisfatta al 100%, soprattutto per la sottotrama legata a Hannah e Leo, ma parlare di delusione mi sembra esagerato.
I quattro personaggi principali sono caratterizzati molto bene. Freddie, Cain, Whit e Marigold hanno ognuno la propria personalità ben definita. Capire chi di loro era l’assassino non è stato affatto facile perché mi sono trovata a sospettare di tutti, inclusa Freddie. 
Forse Leo e Hannah avrebbero invece potuto essere più approfonditi: la loro storia, paradossalmente, mi ha incuriosito parecchio, in quanto è a sua volta un racconto giallo, seppur diverso da tutti gli altri io abbia mai letto. Tuttavia ho avuto l’impressione che l’autrice non abbia voluto scommettere su di loro, ed è un peccato, perché io invece avrei preferito più interazioni fra loro.
La scrittura è riuscita a tenermi sulle spine dalla prima all’ultima pagina. È il primo libro che leggo di Sulari Gentill, ma ho notato subito che non si tratta di un debutto. L’autrice infatti è piuttosto conosciuta come giallista nel mercato anglosassone, e soprattutto australiano e ha pubblicato parecchi libri di questo genere. Tutto questo si nota in Omicidio in biblioteca, sia dal punto di vista della trama (non deve essere stato semplice tenere le fila di una storia così complessa) che da quello della scrittura. Certo, a mio avviso il finale non è all’altezza dei primi capitoli, ma ho letto conclusioni di gran lunga peggiori. 
Dunque la mia valutazione è di quattro stelline con un più. Sono rimasta positivamente colpita da questo romanzo, e mi sento di consigliarlo a tutti gli amanti delle storie di questo genere. Per quanto mi riguarda mi segno il nome di Sulari Gentill tra le autrici da tenere d’occhio e spero che Piemme traduca presto altri suoi romanzi. 

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