giovedì 9 settembre 2021

Review Party: La supplente - Cristina Frascà

Ciao a tutti. Il libro di cui vi parlo oggi mi sta particolarmente a cuore: La supplente di Cristina Frascà. Un libro che in un certo senso mi ha anche portato fortuna, perché pochi giorni dopo averlo iniziato mi sono trovata nella stessa situazione della protagobnista. Togliendo però tutta la parte emozionale e strettamente personale, La supplente è comunque un buonissimo esordio e nella recensione cerco anche di spiegarvi perché. 


TITOLO: La supplente  
AUTORE: Cristina Frascà
COLLANA: Garzanti  
PREZZO (CARTACEO): 17,90€
PREZZO (EBOOK): 9,99€
TRAMA: Anna ha trent’anni e non ne fa una giusta. Sarà per questo che non ha ancora realizzato il sogno di insegnare; o forse perché la strada per ottenere un posto di ruolo – si sa – è lunga e tortuosa. Così, quando scopre di aver ottenuto una supplenza per un intero anno non può credere alle sue orecchie, e poco le importa che in quell’istituto professionale le sue amate materie umanistiche non siano le più importanti. Anna è armata di buone intenzioni e nessuno le impedirà di essere il perfetto insegnante in stile “Attimo fuggente”. Quando però si trova davanti Rimmel, Bruzzo, Mito, il Principe e Panik le sue certezze vacillano: i nomignoli dei nuovi alunni sono anche simpatici, ma loro non lo sembrano affatto, e non hanno alcuna intenzione di ascoltarla. Ma Anna ha una strategia segreta per provare a coinvolgerli: niente libro di testo, niente cattedra. La poesia è un linguaggio che arriva al cuore di tutti e persino il dizionario Treccani, se usato alla ricerca dei neologismi più strani, non è poi così difficile da consultare. Giorno dopo giorno, si avvicina sempre di più ai suoi studenti, scoprendo che, sotto una solida corazza, nascondono le paure di tutti gli adolescenti. Per loro, l’amicizia e l’amore hanno ancora il gusto pericoloso ma unico dell’ingenuità, e, più che di un voto, hanno bisogno di essere ascoltati. Quello che non avrebbe mai immaginato è che sarebbero stati loro a cambiare la sua vita. A insegnarle che le sue fragilità sono una risorsa e che l’incontro inaspettato con Sasha e la sua passione per gli scacchi è più speciale di quanto credesse. Anna ha finalmente capito quale è il segreto dell’insegnamento: non smettere mai di imparare. Cristina Frascà è un’insegnate che ha deciso di porre al centro del suo esordio fresco e sincero il mondo della scuola. Un romanzo in cui la protagonista è in cerca di sé stessa e non avrebbe mai pensato di capire chi è veramente grazie ai suoi alunni.


Mi piacciono molto i romanzi di ambientazione scolastica, nonostante spesso siano ricolmi di stereotipi e cliché. La supplente, esordio letterario di Cristina Frascà, mi è piaciuto parecchio, nonostante non sia totalmente immune dai cliché che affliggono le storie di questo genere.
La protagonista, Anna, almeno sulla carta, è la classica supplente precaria: ha trent'anni, e si barcamena tra un incarico e l'altro mentre cerca in tutti i modi di arrivare a fine mese e di conquistare l'agognata cattedra di ruolo.
Fino a che, un giorno, la svolta: le viene assegnato un incarico annuale in un istituto alberghiero. Anna accetta, armata di tutte le migliori intenzioni, ma il nuovo anno non si preannuncerà facile, tra una classe non  proprio ben disposta verso di lei, e la sua vita privata anch'essa complicata, e soggetta a imprevedibili svolte. 
Da un lato La supplente non ha brillato, almeno nella prima parte, di originalità perché mi ha ricordato, e non poco, molte altre storie ambientate in una scuola. 
La classe di Anna, infatti, è il classico agglomerato di studenti da fiction: ci sono infatti tutti i vari "casi umani" che compaiono nelle storie di questo genere. Il belloccio apertamente ostile alla prof? C'è. Lo studente dalla situazione famigliare complicata? C'è. La ragazza più timida e studiosa che fatica ad aprirsi con gli altri? C'è anche lei. E la tipa che,malmeno all'inizio, se la tira così tanto da risultare antipatica anche alla supplente? Come poteva mancare!
Insomma, c'è poco distacco dai binari classici del genere (e non venitemi a dire che non esistono classi diverse da quelle che vengono sempre descritte nei libri e in tv!)
Non è un caso che la parte che invece ho preferito è sicuramente quella romance. 
Anna infatti, pur descrivendosi come una ragazza in carne e con i capelli ricci (cosa ci sarà di male nei capelli ricci, dico io?), si ritroverà a suo modo contesa tra due ragazzi: Luca, che abita nello stesso stabile dei genitori della protagonista, un ragazzo oggettivamente bello, ma con poca sostanza, e Sasha, il misterioso vicino di casa appena arrivato dalla Russia, appassionato di scacchi e in cerca di qualcuno che lo aiuti a migliorare il suo italiano. Inutile dire per chi tifavamo tutti, sia io, che l'autrice, che la protagonista stessa...
Forse i personaggi secondari non saranno un massimo di caratterizzazione, ma la protagonista per lo meno è descritta molto bene. Si tratta di un personaggio realistico, di cui condividevo buona parte delle preoccupazioni (che rispecchiano quelle dei giovani precari della nostra generazione), sia per quanto riguarda il lavoro che la vita privata, divisa tra una famiglia che la vorrebbe più stabile e la sua personale ricerca della felicità. 
Lo stile è fresco e scorrevole. Ho terminato la lettura in poche ore, alternando varie emozioni: mi sono divertita, mi sono arrabbiata, mi sono commossa. La supplente è la storia di un anno di insegnamento, e di tutte le emozioni che Anna prova durante questo periodo. Che si sia insegnanti, di ruolo o precari, che si abbia un prof in famiglia o semplicemente ci si ricordi di quando si è stati studenti, è impossibile non riconoscersi almeno una volta nelle situazioni raccontate nel romanzo, e, si sa, il coinvolgimento è parte fondamentale di un libro che sappia conquistare i cuori dei lettori.
Dunque la mia valutazione è di quattro stelline. Non sarà il libro che rivoluzionerà la narrativa scolastica, ma si tratta comunque di una storia realistica, che, tra sorrisi e qualche momento di commozione, mostra cosa vuol dire essere insegnanti, e soprattutto, essere supplenti, ai giorni nostri. 


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