sabato 19 giugno 2021

Review Party: L'albero dello zenzero - Oswald Wynd

Seconda recensione in programma oggi, cambiamo genere, epoca storica e casa editrice. Infatti adesso vi parlerò di quella che per me è stata una vera e propria sorpresa: L'albero dello zenzero di Oswald Wynd.


TITOLO: L'albero dello zenzero  
AUTORE: Oswald Wynd
COLLANA: Garzanti 
PREZZO (CARTACEO): 18,00€ 
PREZZO (EBOOK): 9,99€
TRAMA: 1903. Quando Mary, dopo un lungo viaggio dalla Scozia alla Cina, si trova davanti al suo promesso sposo, che conosce appena, capisce che non sarà un matrimonio felice. Persino quando rimane incinta Mary si sente sola. Fino a quando, in una delle sue passeggiate, incontra il samurai Kurihama, discendente di una nobile famiglia giapponese. L’uomo è schivo e taciturno, ma riesce lo stesso a trasmetterle il fascino del suo paese, raccontandole di una cultura millenaria e di leggende meravigliose. L’amore nasce senza che Mary possa riuscire a fermarlo. Sa che è proibito, ma sa anche che non si è mai sentita così prima. Quando la loro storia viene scoperta, il marito la ripudia e le impedisce di vedere la figlia, lasciandole una ferita profonda. Eppure, lei non è solo una madre, è anche una donna. Ha dei sogni, delle speranze, dei progetti, a cui si aggrappa per non soccombere. Mary si lascia travolgere dalle luci di Tokyo, dove ha deciso di vivere con Kurihama e il loro bambino. Ma scopre presto anche lì l’impossibilità di affermarsi ed essere indipendente perché donna. Decide allora che farà di tutto per dimostrare ai suoi figli che un mondo migliore è possibile, mettendosi a capo di un impero di empori di abiti e stoffe orientali. Perché come l’albero di zenzero può crescere anche nei terreni più ostili, così la forza di una donna non può essere sconfitta. Una storia di rinunce e coraggio. Di amore e di lotta per i propri sogni. Una storia in cui il Giappone affiora come lo sfondo in un dipinto per rendere tutto più vivido e con un fascino senza tempo.

Se c'è una cosa che ho sofferto particolarmente durante la pandemia è stata l'impossibilità di viaggiare. Fortunatamente sono venuti in mio soccorso i libri: L'albero dello zenzero di Oswald Wynd infatti mi ha permesso di viaggiare, almeno con il pensiero, in due dei luoghi che avrei voluto tanto visitare (e in cui, forse un giorno riuscirò finalmente ad andare): Cina e Giappone. 
L'albero dello zenzero è infatti un romanzo storico ambientato agli inizi del Novecento che ripercorre la vita di Mary Mackenzie, una ragazza scozzese che a soli vent'anni lascia l'Europa per imbarcarsi in un viaggio di sola andata verso la Cina, per sposare Richard Collingsworth, impiegato presso l'ambasciata inglese a Pechino.
La vita in un paese straniero permette a Mary, cresciuta da una madre vedova in una rigida famiglia presbiteriana della Scozia, di fare nuove conoscenze ed esperienze: in Cina, infatti, Marie, la moglie dell'ambasciatore francese, le presenta il conte Kurihama, ufficiale dell'esercito giapponese, discendente di un'antica famiglia di samurai. 
Il conte è sposato, Mary anche, ma ciò non impedisce al loro rapporto di crescere e di evolvere in qualcosa di più profondo e di difficilmente accettabile all'inizio del XX secolo. Scoperta dal marito  Mary si trova a dover lasciare la sua famiglia in Cina per trasferirsi in Giappone, senza conoscenze, né mezzi, solo con l'aiuto di un uomo che però non vuole mai esporsi per lei. 
Locandina miniserie BBC

Mary è un personaggio particolare: è una donna di inizio Novecento, con una mentalità completamente diversa da quella degli anni Duemila. Alcune sue scelte non le ho comprese, anzi le ho criticate, e anche il fatto che sapere che il libro è stato scritto da un uomo non mi ha aiutato ad entrare nella sua mentalità. Però, man mano che la storia procedeva, mi sono trovata ad ammirare Mary Mackenzie, che da donna sola, con la fama di adultera e per di più in un paese non suo, agli antipodi rispetto a dove è riuscita non solo a costruirsi una vita, ma anche a lasciare un proprio segno in Giappone. Mary, a mio incarna un personaggio grigio, in cui convivono aspetti negativi insieme a qualità positive: non è un'eroina, ma nemmeno una protagonista piatta e insipida. Come sapete, io adoro i personaggi complessi e fuori dagli schemi, anche se, come in questo caso, spesso non basta un libro per apprezzarli appieno. 
Quello che forse mi ha delusa sono i personaggi maschili e quella che posso definire "la parte romance". Di personaggio maschile non se ne salva uno: capisco Richard, pensato per essere il marito freddo e distante che rende infelice la protagonista e la porta anche a compiere scelte azzardate per fare una svolta alla sua vita, ma mi aspettavo molto di più da Kurihama, descritto come un nobile, un mezzo samurai, un uomo d'ombre ammirato in tutto il Giappone ma che, in realtà, per tutto il romanzo, non è altro che un'ombra fugace. Anche la storia d'amore me l'aspettavo più intensa e totalizzante, me tre invece si basa molto sui gesti e sul non detto (molto in stile giapponese, devo ammettere). 
Il romanzo è scritto sotto forma di lettere e diari. Non è uno stile che in genere mi fa impazzire, ma, in questo caso, è funzionale alla narrazione. Infatti l'arco temporale coperto dal libro è di quarant'anni, e la storia si sviluppa in due paesi diversi: la scelta di scrivere il romanzo sotto forma di quaderni non solo permette di immedesimarsi nel punto di vista della protagonista (cosa non facile, visto il carattere particolare di Mary) ma anche di tenere nota di tutti i salti temporali e degli spostamenti dei personaggi. 
Inoltre la scrittura di Wynd è scorrevole ed evocativa. Facendo delle ricerche sull'autore ho scoperto che ha realmente vissuto in Giappone agli inizi del Novecento e ciò si avverte nelle descrizioni dei luoghi e nei comportamenti della popolazione locale nei confronti degli stranieri, come Mary, certo, ma anche come Oswald stesso. 
Dunque la mia valutazione è di quattro stelline e mezzo. All'inizio ho fatto fatica ad apprezzare la lettura ma, una volta entrata nella storia, è stato difficile lasciarla andare. So che non è una lettura per tutti, per il genere, per il tipo di narrazione, e anche per la protagonista, ma se sentite di poter apprezzare una storia simile allora datele un'opportunità. Non ve ne pentirete. 


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