AUTORE: Enrico Franceschini
COLLANA: Nero Rizzoli
PREZZO
(CARTACEO): 19,00€
PREZZO
(EBOOK): 9,99€
TRAMA: Solo quando arriva vicino capisce che non è un pesce. È un corpo. Di donna. E respira ancora»
Il mare prende, il mare dà. E un mattino di primavera la bassa marea consegna alla spiaggia di Borgomarina un corpo di donna. La ritrova, più morta che viva, Andrea Muratori detto Mura, giornalista in pensione, tornato nel paesino di villeggiatura dell’infanzia dopo una lunga carriera da inviato giramondo, con pochi soldi in tasca, un capanno di pescatori come casa e in pace con se stesso. Siamo in Romagna, la riviera delle vacanze di massa e del divertimentificio, cento chilometri di litorale che con il solleone diventano metropoli diffusa spalmata tra Marina di Ravenna e Gabicce, per metà West Coast all’italiana e per metà irredimibile provincia di vitelloni, malelingue e brava gente. Ma fuori stagione gli abitanti verniciano e riparano, sperperando i guadagni estivi e portando a galla vizi nascosti. Fra un clan di calabresi che traffica schiave del sesso e immigrati cinesi che spacciano erba, toccherebbe a Mura risolvere il mistero dietro il passato di Sasha, l’enigmatica russa restituita dal mare. Un’impresa troppo grande per lui, se ad aiutarlo non ci fossero altri tre sessantenni irresistibili. «Uno per tutti, tutti per uno» ripetono i vecchi amici, citando i tre moschettieri. Che poi, com’è noto, erano quattro.
Il mare prende, il mare dà. E un mattino di primavera la bassa marea consegna alla spiaggia di Borgomarina un corpo di donna. La ritrova, più morta che viva, Andrea Muratori detto Mura, giornalista in pensione, tornato nel paesino di villeggiatura dell’infanzia dopo una lunga carriera da inviato giramondo, con pochi soldi in tasca, un capanno di pescatori come casa e in pace con se stesso. Siamo in Romagna, la riviera delle vacanze di massa e del divertimentificio, cento chilometri di litorale che con il solleone diventano metropoli diffusa spalmata tra Marina di Ravenna e Gabicce, per metà West Coast all’italiana e per metà irredimibile provincia di vitelloni, malelingue e brava gente. Ma fuori stagione gli abitanti verniciano e riparano, sperperando i guadagni estivi e portando a galla vizi nascosti. Fra un clan di calabresi che traffica schiave del sesso e immigrati cinesi che spacciano erba, toccherebbe a Mura risolvere il mistero dietro il passato di Sasha, l’enigmatica russa restituita dal mare. Un’impresa troppo grande per lui, se ad aiutarlo non ci fossero altri tre sessantenni irresistibili. «Uno per tutti, tutti per uno» ripetono i vecchi amici, citando i tre moschettieri. Che poi, com’è noto, erano quattro.
Bassa
Marea è un romanzo di Enrico Franceschini che mi è piaciuto moltissimo, ma non
per i motivi per cui mi sarebbe dovuto in teoria piacere. Ingarbugliato, eh?
Cercherò
di spiegarmi meglio.
Bassa
Marea, leggendo la trama, si pone come un giallo: una mattina Andrea Muratori,
detto Mura, ex giornalista ora costretto a una pensione anticipata, ritiratosi
a vivere in un capanno da pesca, trova sulla spiaggia una donna, quasi nuda e
priva di sensi.
Mura
decide di accoglierla in casa sua e indagare su di lei: chi è? Come è finita
sulla spiaggia? Chi è stato a ridurla in quelle condizioni?
Fortunatamente
il Mura non è solo, ma può contare sugli amici di sempre: Danilo Baroncini,
detto il Barone, diventato primario all'ospedale di Pesaro, il Professore,
Pietro Gabrielli, bibliotecario dalla corporatura imponente ma dall'indole
gentile e Sergio Baldazzi, detto l'Ingegnere, che tende a dispensare massime e
informazioni su ogni aspetto esistente dello scibile umano.
Il
quartetto, ispirato ad Amici Miei e ad altre opere dello stesso genere, si
troverà alle prese con una vicenda molto più grande di quella che Mura potesse
immaginare trovando la donna sulla spiaggia: i personaggi infatti saranno
coinvolti in una losca vicenda che include due pizzaioli mafiosi, un ex
calciatore nullafacente e latin lover e una sexy prostituta russa dai gusti
sessuali un po' particolari.
Le
premesse sembravano davvero interessanti, e in effetti lo sono anche, il
problema, se così lo si può chiamare, con Bassa Marea, è che la sottotrama
gialla è solo un pretesto per parlare di altro: nella fattispecie l'amicizia
maschile e la Romagna.
La
parte sull'amicizia maschile è trattata in maniera molto ironica e a volte
sboccata: l'autore non descrive infatti un'amicizia tranquilla e posata, ma
anzi dipinge un affresco reale e divertente (seppur talvolta grossolano) di
quattro amici che si sono conosciuti al liceo e che, in quarant'anni, sono
arrivati a considerarsi fratelli l'uno con l'altro.
Il grattacielo di Cesenatico |
Dovete
sapere: io sono di Ravenna e la Romagna per me è casa, e mi sono riconosciuta
nelle descrizioni che Franceschini fa della mia regione, nei suoi pregi e anche
nei suoi difetti: ho adorato infatti leggere quella che, nonostante ne metta in
luce anche contraddizioni e difetti, è una vera e propria dichiarazione d'amore
alla mia terra.
Tuttavia,
tutta questa attenzione verso la Romagna, che occupa da sola quasi metà del
romanzo, può rivelarsi un'arma a doppio taglio: per quanto interessanti,
infatti, tutte le digressioni presenti spezzano il ritmo narrativo e mettono in
secondo piano il caso di Sasha, la donna della spiaggia.
Non
a caso io, che mi aspettavo un giallo piuttosto tradizionale, mi sono dovuta
ricredere e ho dovuto adattare le mie aspettative ad una storia in cui la trama
gialla è spesso messa da parte per fare spazio a capitoli il cui soggetto
principale sono le portate servite nella trattoria di Renato o ciò che c'è di
marcio nelle discoteche dell'entroterra romagnolo. Alla fine il risultato non
mi è dispiaciuto, ma posso capire che un lettore, in questo genere di romanzi,
ricerchi più l'indagine e l'azione che gli aspetti accessori della storia.
Quindi?
La mia valutazione è di tre stelline e mezzo. Bassa Marea è una lettura che ho
apprezzato parecchio, ma in cui forse l'azione vera e propria è un po'
sacrificata per dare spazio ai personaggi principali e alle loro dinamiche,
nonché all'ambientazione.
Ho appena finito di leggere "Bassa marea". La trama del giallo, se così lo si può chiamare, è abbastanza intrigante, ma tutti i voli pindarici sulla descrizione della romagna e dei suoi personaggi li ho trovati veramente eccessivi e a volte ripetitivi. Mi ha inreressato conoscere il retroscena delle infiltrazioni delle cosche criminali, forse qui l'autore avrebbe potuto spendere qualche parola in più. Lo stesso vale per la storia della crescita socio economica del territorio. Ma ripetere continuamente la descrizione dei caratteri dei "moschettieri" e delle loro battute cretine ha avuto come effetto che mi sono ritrovata a saltare intere pagine. Per il resto è stata una lettura piacevole.
RispondiEliminaIn riferimento al precedente commento: mi chiamo Cecilia
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