lunedì 23 luglio 2018

Recensione: Ink - Alice Broadway

Ciao a tutti. Oggi nella mia città è la festa del patrono; spero vivamente di andare al mare, ma il tempo è un po' imprevedibile da queste parti! Vi lascio con la recensione di una lettura che mi ha sorpreso per l'ambientazione e il world-building: è Ink di Alice Broadway.

TITOLO: Ink
AUTORE: Alice Broadway
COLLANA: Rizzoli
PREZZO (CARTACEO): 18,00€
PREZZO (EBOOK): 8,99€ 
TRAMA: Immagina un mondo in cui ogni tua azione, ogni evento della tua vita ti viene tatuato sulla pelle, perché tutti lo possano vedere. Immagina se avessi qualcosa da nascondere...
Non ci sono segreti a Saintstone: dall'istante in cui si nasce, successi e fallimenti vengono tatuati sulla pelle, così che tutti possano vederli e giudicarti, come un libro aperto. E proprio un libro i morti diventano: la pelle viene asportata, rilegata e consegnata ai familiari, come antidoto all'oblio che è ancora più temibile della morte. A patto che le pagine della vita superino il giudizio del consiglio: in caso contrario il libro viene gettato alle fiamme, e con lui il ricordo di un'intera vita. Quando l'amato papà muore, Leora, sedici anni, è convinta che il giudizio su di lui sarà pura formalità, e invece si rende conto che l'uomo nascondeva dei segreti, ma che di segreti ne cela anche il Consiglio...




Mi ricordo di un consiglio che si legge spesso nei siti per scrittori: "l'idea alla base di una buona storia deve essere riassunta in una frase".
Credo che il significato di questa massima sia che un romanzo capace di attirare l'attenzione debba basarsi su un'idea semplice, ma che salti subito agli occhi: è proprio questo il caso di Ink di Alice Broadway.
In questo caso l'idea alla base è semplice e geniale: nel mondo di Leora, a metà t
ra fantasy e distopia, ogni avvenimento significativo della vita di un individuo, bello o brutto che sia, viene marchiato sulla propria pelle. Ogni successo, ma anche ogni fallimento di ogni essere umano rimane lì, visibile agli occhi di tutti, sotto la forma di complicati disegni, i cosiddetti "marchi", senza possibilità di oblio o redenzione, fino al giudizio finale, che determina se un defunto è degno di essere ricordato dalla comunità. Coloro che rifiutano di marchiarsi, chiamati con il dispregiativo di "intonsi", vengono considerati alla stregua di veri e propri criminali e costretti a vivere ai margini della società.
Il corvo avrà un ruolo fondamentale nella storia
La storia inizia subito dopo la morte del padre di Leora, una ragazza, con una passione per il disegno e i marchi, che sogna di diventare tatuatrice.
La protagonista è inizialmente certa che il padre verrà ricordato per la vita integerrima che ha condotto, tuttavia, man mano che le pagine scorrono, si trova a scoprire segreti non solo sul passato del padre, ma anche sulla propria famiglia e sulla società in cui vive, che è ben lungi dalla perfetta moralità che il nuovo sindaco ostenta a predicare dai palchi della città, segreti che possono distruggere l'idea di una società apparentemente perfetta.
I lati positivi del romanzo riguardano in primo luogo il world-building: la società di Leora è descritta in maniera talmente realistica e accurata che, durante la lettura, sembrava di immergersi in un mondo vivo. L'autrice ha pensato a tutti gli elementi del suo mondo, dall'istruzione, al lavoro degli adulti, al lato culturale, e se anche alcuni aspetti non appaiono descritti in profondità, dopotutto si tratta di un romanzo e non di un saggio, l'effetto finale è comunque di un mondo a parte, un po' fantastico, un po', per certe restrizioni, distopico.
Mi è piaciuta anche la presenza di storie all'interno del racconto: si tratta in genere di fiabe note, e di miti di varie mitologie, rielaborati in modo da essere adattati al mondo in cui Ink è ambientato: da grande amante delle leggende ho apprezzato queste chicche che mi hanno aiutato ancora di più ad immergerminnell'atmosfera del romanzo.
Una delle poche cose che invece non ho apprezzato del romanzo è il lato romance. Io sono dell'opinione che o si inserisce una storia d'amore, le si dedica il giusto spazio, e la si approfondisce in maniera se non realistica per lo meno coerente, o non la inserisce affatto. Ink è un romanzo che avrebbe potuto essere scritto anche senza storie d'amore nel mezzo, ma l'autrice ha voluto inserire qualche guizzo romance nel mezzo, forse perché è di moda, o forse per dare un qualcosa in più: il problema è che la storia d'amore non è per niente sentita. Zero. Non ho sentito un minimo di coinvolgimento verso i due personaggi coinvolti, e quando qualcuno ha insinuato che la protagonista poteva essersi innamorata io ho pensato: "mah, davvero?"
Anche il finale mi ha fatto storcere il naso. Non perché sia troppo in sospeso, o bello, o brutto: semplicemente, non l'ho capito. L'ho riletto diverse volte, e ancora non solo non avevo compreso cosa avesse voluto comunicare l'autrice ai lettori, ma non riuscivo nemmeno a capire con esattezza se il libro fosse autoconclusivo o parte di una serie (per completezza ho scoperto solo in seguito come Ink fosse il "primo volume della Skin Trilogy).
In conclusione la mia valutazione è di quattro stelline. Ink è un distopico dai forti tratti fantastici veramente originale, non certo esente da difetti, anzi, ma qualcosa comunque di diversi dalle solite storie, e che, essendo comunque il primo di una serie, consiglio di leggere, almeno per costruirsi un'opinione.


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